Fu luogo di ritiro di penitenti, corte rinascimentale o luogo dove
succedevano orribili misfatti?
Ho scelto Ripaglia per evocare il
periodo della transizione tra il medio evo e l'evo moderno, degli
antipapi, di Avignone, della magia e delle streghe.
Purtroppo non ho trovato immagini
del castello all'epoca di Amedeo VIII che doveva essere tetro e
inaccessibile, con le sue molte torri, circondato da un'inaccessibile
foresta.
Ripaglia
fu dapprima riserva di caccia e, a partire dal quattordicesimo secolo,
una delle residenze preferite dei Savoia.
Il castello, che allora aveva sette torri ed
era piuttosto tetro fu costruito (o restaurato?) da
Amedeo VIII che vi si ritirò nel 1434, dopo
aver nominato il figlio Ludovico
luogotenente generale.
Il
castello fu luogo di penitenza, di gozzoviglie o di cose terribili?
Alcuni biografi sostengono che il conte portò
con sé alcuni tra i suoi migliori cavalieri, per condurvi una vita di
preghiera, di meditazione e di penitenza, preparandosi così alla
santità. Non bisogna dimenticare che fu anche papa col nome di Felice
V.
Ciò darebbe ragione alla tesi del luogo di
preghiera, ma Amedeo si dimise da Papa mantenendo per sé i fruttuosi
titoli di cardinale, vescovo di Sabine e Nunzio della Santa Sede per
la Svizzera e la Savoia.
Si sa anche che a Ripaglia furono ospitati grandi uomini di cultura,
artisti e musicisti famosi, capi di stato e, almeno una volta, anche
l'imperatore. Come se non bastasse il cuoco di Amedeo, Maître Chiquart,
era famoso per le sue ricette succulente e che il vino di quelle terre
era piuttosto rinomato e ciò darebbe ragione alla tesi della corte
sfarzosa e godereccia.
Una parte dei
testimoni dell’epoca, tuttavia, è convinta che la vita a Ripaglia non fosse
affatto monacale, il luogo doveva essere piuttosto lugubre e il fatto che
l'accesso fosse rigorosamente riservato al conte ed ai suoi ospiti potrebbe
aver favorito la diffusione, nelle notti d'inverno, di racconti piuttosto
fantasiosi di orribili grida di fanciulle udite nella notte e altri orrori.
Amedeo VIII fu seppellito a Ripaglia, dove si sparse la voce che la
salma facesse miracoli. Il sito divenne così meta di pellegrinaggi.
I Bernesi saccheggiarono il
monastero nel 1536
i, ma non trovarono la salma, che fu nascosta da qualche parte.
Ai
tempi delle guerre di religione grazie all'intervento di Francesco di
Sales, Ripaglia divenne un convento cistercense, protetto dai mali del mondo grazie alle
sue possenti mura.
Dopo la rivoluzione il complesso fu ceduto ad
un generale che vi si ritirò dopo le guerre. Negli anni successivi cadde in rovina.
L'attuale forma è dovuta ad un restauro del
1892.
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