Sai Baba e Gesù Cristo

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Materializzazioni

In questa sezione sono riportate le descrizioni di alcune materializzazioni prodotte da Sri Sathya Sai Baba di oggetti riguardanti Gesù Cristo.

Foto del volto di Gesù

Una immagine di Gesù creata da Sai Baba poco prima del Natale 1984. Dopo che l'ebbe donata ad un Argentino, Sai ne donò un'altra più grande ad un Venezuelano durante le celebrazioni del Natale 1987. Ne autorizzò anche altre sei copie, che poi benedisse e diede a vari paesi del mondo: la Spagna, la Danimarca, l'Inghilterra, la Nuova Zelanda, il Messico e l'Argentina. Ne donò anche copie di piccolo formato all'Italia perché fossero distribuite ai devoti. Baba disse che erano le vere sembianze di Gesù e che in quella foto aveva 29 anni. Dall'originale sono stati tratti molti duplicati.

Da: Peter Phipps, Sathya Sai Baba e Gesù, Edizioni Milesi, Modena, 1999, pag. 112

Vedere nella pagina Immagini la foto di questa materializzazione.

L'immagine del Cristo risorto

L'immagine di Cristo (tratta da una foto della Sindone) materializzata da Baba

Due signore si sedettero in attesa del Darshan. Una di esse, devota Cristiana, aveva con sé una stampa in bianco e nero del volto di Cristo tratto dall'immagine della Sindone di Torino e la portava con sé perché Baba la benedicesse. Baba ruotò la Sua mano al di sopra di essa e la figura scomparve, lasciando solo un foglio di carta bianco. Poi vi ripassò la Sua mano sopra ed apparve questa immagine a colori.

Da: Peter Phipps, Sathya Sai Baba e Gesù, Edizioni Milesi, Modena, 1999, pag. 104

In questa pagina: La storia della fotografia del Cristo Risorto è possibile leggere il racconto di questo miracolo, scritto da un'amica della diretta testimone del miracolo avvenuto a Prashanti Nilayam.

Vedere nella pagina Immagini la foto di questa materializzazione.

Un miracoloso piccolo libro sacro

Il giorno 25 dicembre 1996, durante il discorso che Sai Baba tenne alla folla a Prashanti Nilayam (l'ashram di Sai Baba a Puttaparthi, India) Egli disse che verso il 530 d.C. un ricercatore cercò di conservare il vero insegnamento di Gesù e scrisse un libro dalle dimensioni talmente piccole da potersi nascondere nel palmo di una mano. Sai Baba disse che il libro giunse in Russia, dove si trova tuttora. A quel punto Sai Baba oscillò la mano e dal nulla apparve un libretto bordato d'oro non più grosso di una scatola di fiammiferi. Baba disse che il libro, oltre a contenere passi della Bhagavad Gita (il testo sacro più amato dagli indiani, che racchiude gli insegnamenti di Bhagavan Sri Krishna), racconta la vera storia di Gesù che non è possibile trovare in nessun Vangelo.

Vedere nella pagina Immagini le foto di questa materializzazione.

Il crocifisso

Il Dr. John Hislop, nel libro "Il mio Baba ed io" racconta l'episodio della materializzazione da parte di Sai Baba di un crocifisso fatto con un pezzetto del legno della croce sulla quale fu ucciso Gesù Cristo duemila anni prima. Ecco il racconto:

"La sera precedente il giorno di Mahâshivarâtrî del 1973, fummo avvertiti di star pronti la mattina presto per un viaggio; solo quando le auto fossero state cariche e pronte avremmo saputo della destinazione. Swami aveva deciso di manifestare il lingam solo ad un numero limitato di persone. (...) Swami aveva l'intenzione di trovare un luogo adatto, ove ci si potesse radunare al crepuscolo per il sacro avvenimento della nascita del lingam. Fu in questa occasione grande e misteriosissima, sconosciuta e al di là di ogni immaginazione, che venne in esistenza il crocifisso.

Nell'attraversare un ponte sull'alveo asciutto e sabbioso di un fiume, Baba indicò che questo sarebbe stato il luogo adatto. Ci disse che dovevamo tornarci sul far della sera, e così facemmo. Le macchine furono parcheggiate lungo la strada e iniziammo a scendere la riva sino a raggiungere il fondo sabbioso del fiume. Io ero accanto a Baba. Nel passare vicino ad un cespuglio, Swami staccò due ramoscelli, li mise insieme e mi chiese:

«Che cos'è questo, Hislop?»

«E' una croce, Swami», risposi.

Baba, allora, socchiuse le dita sui due ramoscelli e soffiò lentamente per tre volte tra il pollice e l'indice; poi, aprì la mano, mostrò la figura del Cristo crocifisso sulla croce e me lo porse, dicendo:

«Questo mostra il Cristo com'era veramente al momento che lasciò il Suo corpo, non come gli artisti lo hanno immaginato o come gli storici hanno narrato di Lui. Il Suo stomaco si era ritirato e si vedevano tutte le Sue costole; da otto giorni non mangiava».

Io guardavo il Crocifisso: non avevo parole. Allora, Baba proseguì:

«Il legno della croce è quello autentico sulla quale il Cristo fu crocifisso. Mi ci è voluto un po' di tempo per trovare un pezzo di quel legno di 2000 anni fa...! L'immagine è quella del Cristo, dopo la Sua morte: è il volto di un morto».

Avevo notato qualcosa di strano, e chiesi:

«Swami, che cos'è quel foro in cima alla croce?».

Baba rispose che, in origine, la croce era appesa ad un sostegno. (...)

Dopo alcune settimane facemmo ritorno a casa nostra, in Messico, e presto fummo testimoni di meravigliosi eventi riguardanti il Crocifisso. La croce è così piccola che i particolari della figura del Cristo sfuggono ad occhio nudo. Walter, un amico, venne a casa nostra e scattò alcune foto a colori del Crocifisso. La lunghezza complessiva della figura del Cristo è solo di un pollice, e Walter stava facendo degli ingrandimenti per evidenziarne i dettagli. Quand'egli ci mandò una copia delle stampe, io e mia moglie rimanemmo di stucco. Gli scrissi dicendogli che sarebbe stato artisticamente sensazionale se queste foto fossero state rese pubbliche nel mondo. Io sono persuaso che si tratti della scultura più grandiosa che sia mai stata fatta del Cristo e, a mio parere, è l'oggetto più straordinario che Shrî Satya Sai Baba abbia mai creato per la gioia dei Suoi devoti.

Alcune settimane dopo, Walter e sua moglie tornarono con gli ingrandimenti a colori della croce. Furono appoggiati, insieme alla croce stessa, sul tavolo della sala da pranzo, accanto alle ampie finestre francesi che davano sul mare. Erano circa le cinque del pomeriggio. I particolari rilevati dagli ingrandimenti fotografici erano talmente straordinari che tutte le persone presenti si concentrarono su quella visione stupefacente del Cristo, e sul mistero e sulla meraviglia di Shrî Bhagavan. Quel pomeriggio, il cielo lungo la costa messicana era chiaro e tranquillo. Ma, tutt'a un tratto, senza alcun preavviso, si udì lo schianto di un tuono e, non appena i nostri occhi si volsero verso le finestre, da una nuvola scura, ove un istante prima c'era solo un limpido cielo, guizzò fuori un lampo. Si alzò un vento così violento in direzione della casa che porte e finestre si aprivano e chiudevano, al punto che stavano per frantumarsi i vetri. Le tende volavano all'impazzata. Eravamo molto spaventati da quel repentino cambiamento di tempo, ma mia moglie disse subito: «Sono le cinque del pomeriggio, l'ora in cui Cristo morì sulla croce. Quel che sta accadendo ora viene narrato nella Bibblia». Più tardi, ella portò una Bibbia e vi cercammo il passo attinente, dove si dice che, al momento in cui il Cristo lasciò il corpo, ci fu un violento cataclisma con lampi, tuoni e un vento che squarciò i veli dem tempio.

Giungemmo alla conclusione che eravamo stati appena testimoni di un miracolo che oltrepassava totalmente il nostro potere di immaginazione: davanti ai nostri stessi occhi si era ripetuta nientemeno che la scena degli eventi legati alla crocifissione di Gesù. Il giorno dopo, i giornali di San Diego fecero un breve accenno all'accaduto, a commento dell'improvvisa tempesta che, misteriosamente e imprevedibilmente, si era levata sulla costa messicana, nei pressi di Ensenada. Noi e i nostri amici fummo dell'avviso che la ripetizione di eventi occorsi circa duemila anni addietro, durante la crocifissione di Gesù, implicassero una grande forza collegata in qualche modo con la piccola croce e con la figura del Cristo materializzata da Baba.

Un anno dopo circa, inviai una descrizione dell'accaduto al Dr. Eruch B. Fanibunda per il suo libro "Vision of the Divine". Egli fece vedere il promemoria a Baba, il quale, dopo averlo letto, confermò che il fatto era avvenuto secondo la descrizione riportata e che il significato ad esso attribuito era corretto.

Si potrebbe pensare che la storia della croce fosse ormai finita, ma ci fu ancora dell'altro. Nel 1975 improvvisai un viaggio in India, per consultare Baba circa eventuali arrangiamenti per una Sua sperata visita in America. Swami non era stato informato di questa mia visita e, quando arrivai, era fuori sede. Quel giorno aveva un convivio con alcuni degli studenti più anziani, e disse:

«E' arrivato proprio adesso Hislop a Bangalore ed è in attesa».

Uno dei commensali (che mi riferì poi della scena) commentò: «Tu facesti un crocifisso per lui». E Baba rispose:

«Si, lo feci per lui. Quando andai in cerca delclegno, ogni particella della croce era disintegrata e tornata agli elementi primordiali. Io ricomposi gli elementi e ricreai della materia sufficiente per una piccola croce. Assai di rado Swami interferisce con la natura, ma ciò vien fatto occasionalmente per un devoto»."

Hislop John S., Il mio Baba ed io, Edizioni Milesi, Modena, 1994, pp. 30-32

Secondo Shakuntala Balu ed altre fonti, il Dr. Hislop fece analizzare in laboratorio il legno del crocifisso materializzato e l'esame dimostrò che il legno risaliva all'epoca in cui Cristo fu crocifisso (Shakuntala Balu, Sai Baba. La divinità vivente, Armenia Editore, Milano, 1981, p. 89).

Vedere nella pagina Immagini le foto di questa materializzazione.

Una croce d'oro con il viso di Gesù

«Il 14 aprile 1984 ad Ooty, Sai Baba, dopo aver fatto un discorso in cui parlo di Gesù e di San Paolo, materializzò una croce d'oro e diamanti con raffigurato al centro il volto di Gesù. Baba disse che quello era il volto del Cristo nel momento in cui morì sulla croce, così come l'aveva scolpito San Paolo dopo averlo visto in una visione. Baba disse che San Paolo era un pittore e scultore geniale. Il visto scavato di Gesù morente è piegato sulla destra, il naso schiacciato perché qualcuno glielo aveva rotto prima di morire. Un  ingrandimento della croce materializzata da Sai Baba è riportata nel volume: Craxi Antonio e Silvye, L'alba di una nuova era, Modena, Libreria Internazionale Sathya Sai, 1982.»

Craxi Antonio e Silvye, L'alba di una nuova era, Modena, Libreria Internazionale Sathya Sai, 1982, pag. 84-87

L'immagine di Sai Baba trasformata in quella di Gesù

«Una delle circostanze in cui Swami cambiò la Sua immagine con quella di Gesù e viceversa vide testimone il mio amico Elvin Gates. Durante un'interview nel 1987, Sai Baba rivelò per la prima volta ad un giovane dello Sri Lanka, Nalin Sedera, che era Vivekananda reincarnato. In quell'occasione Swami materializzò per Elvin uno splendido anello raffigurante la Sua immagine. Dopo averglielo infilato al dito, lo riprese dicendo: «Tu preferisci la forma di Gesù» ed in quel momento era certamente vero. Poi, tenendo l'anello tra l'indice e il pollice, Swami ci soffiò sopra e l'immagine di Gesù apparve al posto di quella di Sai Baba.

Quel giorno due avvenimenti richiamarono l'attenzione della folla fuori dal mandir, creando un'atmosfera di eccitazione: la notizia che Nalin Sedera era Vivekananda e l'anello spettacolare di Elvin. C'era chi voleva parlare con Nalin e chi voleva vedere l'anello. Elvin lo teneva in alto per mostrarlo a tutti, poi si ritirò nella sua stanza. Oggi che sono passati degli anni penso che fosse nato per amare la forma di Sathya Sai Baba più di altre forme e che fosse consapevole che la forma di Dio non è altro che un simbolo della stessa realtà, anche se fonte di grande ispirazione. Le immagini artistiche di Sai Baba, di Baba di Shirdi, di Sathya, e di Gesù sono simboli di una stessa realtà».

Da: Howard Murphet, La Ricerca Interiore, Edizioni Milesi