Carlo Maratti - La vita e le opere

Di Sandro Strologo

Carlo Maratti nasce a Camerano il 15 maggio 1625 da famiglia di origine dalmata e fin da piccolo mostra una spiccata predilezione per il disegno, per i colori e per le figure. A 11 anni, per l'intervento del nobile cameranese Domenico dei conti Corraducci, amico della famiglia Maratti, viene mandato a Roma dove si trova il fratellastro Bernabeo, il quale dopo un periodo di circa un anno lo introduce alla scuola di Andrea Sacchi, il maggiore e più conosciuto fra gli esponenti del classicismo dei primi anni del Seicento romano.

Con grandi sacrifici e un costante spirito di volontà, il Maratti copiando quadri, studiando nelle varie chiese romane i capolavori e le glorie artistiche, inizia un lungo periodo di tirocinio e la sua formazione artistica è caratterizzata da un severo classicismo.

Tra il 1647 e il 1649 Maratti torna nelle Marche per difficoltà di convivenza con il fratellastro, anche lui pittore e successivamente ritorna a Roma e dal 1650 vi risiede stabilmente.

La prima opera pubblica, una grande pala per la chiesa di S. Giuseppe dei Falegnami a Roma, dipinta dal Maratti a soli 25 anni, ottiene un enorme successo e segna l'avvio verso la celebrità, grazie anche alla stima e alla fiducia di numerosi pontefici, i quali per primi gli commissionarono diversi lavori importanti.

Maratti inizia la sua produzione artistica ormai svincolata per certi versi dagli eccessivi ossequi del classicismo sacchiano e arricchita da nuovi apporti barocchi. Il segnale del conseguimento di questa maturità artistica è dato con un'opera inviata dal Maratti nel 1656 ad Ascoli Piceno: un dipinto raffigurante la Madonna con il bambino che appaiono a S. Francesca Romana.

La copiosa produzione del Maratti è sparsa in tutto il mondo; Roma possiede la maggior parte delle sue tele: la morte di S. Francesco Saverio nella chiesa del Gesù, l'Immacolata Concezione in S. Maria del Popolo, il Battesimo di Gesù in S. Maria degli Angeli, il S. Carlo nell'omonima chiesa al Corso...
Opere di notevole pregio si ammirano nelle gallerie Rospigliosi, Corsini, Doria, Borghese, Spada... In Italia troviamo lavori marattiani a Torino, Napoli, Firenze, Palermo, Ancona, Ascoli Piceno, Macerata...
Oltre ad alcuni lavori di affresco, verso i quali il Maratti non era molto interessato, a causa del suo metodo di lavoro estremamente minuzioso e che non si prestava alla rapidità necessaria per dipingere su muro, il Maratti, come artista di sommi pontefici e come esponente di punta della pittura romana del Seicento, fu chiamato in molte circostanze a realizzare dei ritratti. Il più importante è quello di Papa Rospigliosi, Clemente IX, in cui il Maratti riesce a coniugare le esigenze celebrative, presenti in un ritratto di un personaggio illustre, con una resa psicologica estremamente attenta.

Carlo Maratti viene insignito di onori altissimi da vari pontefici: nel 1693 Innocenzo XII lo nomina custode delle pitture dei palazzi vaticani, nel 1704 Clemente XI lo crea Cavaliere dell'Ordine di Cristo. Nella vita privata il Maratti, costretto a sposare Francesca Trulli, nipote di un noto medico, riesce ad ottenere la separazione dalla moglie e dopo il ritiro di questa in un Convento nel 1659, si lega con Francesca Gommi, dalla quale ha una figlia, Faustina, che diventerà poetessa d'Arcadia.

Maratti muore a Roma il 17dicembre 1713 all'età di 88 anni, ma come dice il suo principale biografo nella "Vita di Carlo Maratti Pittore scritta da Gian Piero Bellori fino all'anno 1689, continuata e terminata da Altri, ecc.", Roma, 1732 "...nell'anno 1706, e ottantunesimo della sua età, oltre la debolezza della vista, incominciò a vacillargli di sì fatta maniera la mano, che non potea più reggerla ferma al lavoro...
Maratti viene sepolto a Roma nella chiesa di S. Maria degli Angeli, dove si era fatto costruire la tomba su suo disegno.







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