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Nato a Chambery il 4 settembre
1383, figlio del Conte Rosso, sua sorella, Bona
sposò Ludovico d'Acaia.
- Fin da giovane dovette combattere le ambizioni savoiarde dei Duchi di
Bourbon, di Berry e di Borgogna.
- Come abbiamo visto nelle pagine dedicate ad Amedeo
VII era troppo giovane per regnare e la reggenza fu data alla nonna,
Bona di Borgogna, fedele all'alleanza francese, che continuò di fatto a
governare per alcuni anni anche dopo la sua maggior età (1393).
- Nel 1398 regolò la successione dei Villars, eredi della Contea
di Ginevra, che inglobò nel suo stato dopo due anni, alla morte dell'ultimo
conte. Ginevra passò poi a suo figlio Filippo.
- Nel 1401 sposò Maria di Borgogna
- Ebbe sei figli: Maria data in sposa a Filippo Maria Visconti, Duca di
Milano e poi rinchiusa nel convento delle Clarisse, Amedeo,
principe di Piemonte, morto nel 1431, Louis, suo successore, Bona,
Margherita, che ebbe tre mariti: Luigi III d’Angiò, Luigi di
Wittelsbach e Ulderico di Wurtenberg e Filippo, conte di Ginevra.
- Nel 1405 fondò l'università di Torino.
- Dotò la flotta sabauda di alcune galere.
- Prudente e astuto,
stipulando accordi seppe evitare la guerra ingrandendo lo stesso il suo territorio:
tra il 1401 al 1422 ricuperò il Genevese, si alleò con la
Borgogna, Berna e Friburgo, si stabilì definitivamente in diverse signorie
della Bresse, delle Dombes e del Beaujolais, acquistò Domodossola dai
Visconti di Milano e fu presente a Azincourt nel 1415. L’anno seguente l’Imperatore Sigismondo lo nominò duca.
Nel 1418, alla morte di Luigi d'Acaia, recuperò l’appannaggio degli
Acaia nel Piemonte e rimise un vescovo savoiardo a Ginevra.
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- Cambiamento di fronte
Ecco un esempio della sua astuzia.
- Entrò in lega con Venezia contro i Visconti di Milano,
ottenendo così l'omaggio del Marchese di Saluzzo se ne staccò nel 1427 per le
insistenze francesi il che gli permise di acquisire Vercelli.
Nel medio evo abbandonare un alleato e mettersi col nemico era considerato
fellonia ma i tempi stavano cambiando. Un suo discendente,
Vittorio Amedeo II nel 700 riuscirà a
diventare re di Sicilia cambiando più volte fronte e la cosa sarà definita
“capolavoro di diplomazia”
Nel 1430 promulgò gli Statuta Sabaudiae un vero e
proprio codice che raccoglieva le leggi dei suoi Stati. Gli Statuta fornivano
le basi per un ordinamento più moderno dello stato, e davano regole scritte e
univoche per i tre consigli, la Tesoreria e la Camera dei Conti. Va detto che
nonostante tutto lo stato rimase feudale.
Contro
gli ebrei
Gli statuti contenevano anche due disposizioni contro gli ebrei:
- L'obbligo agli ebrei di abitare in luogo separato dai Cristiani: , dal quale
non si possa uscire di notte salvo casi eccezionali. "Affinché le menti dei
fedeli non siano corrotte dalla vicinanza dei Giudei, e gli stessi Giudei non
possano nuocere ai Cristiani".
"In unum Iocum securum et clausura unde a solis occasu sque ad ortum exire non
presumant. Ne mentes fidelium ex vicinitate ludeorurn corrumpantur, ipsique
ludei Christianis quantum vellent nocere non valeant"
- L'obbligo per agli Ebrei, dopo il compimento del
settimo anno, di portare sulla spalla sinistra un contrassegno di panno con il
simbolo di una ruota bianca e rossa (una moneta stilizzata?). "Per dare ai
fedeli la possibilità di scansare gli infedeli. "Ut infideles a fidelibus
discernantur".
La prima storia dei Savoia. Secondo la moda
del tempo, che spingeva i monarchi più importanti a ricercare le origini
della propria stirpe, incaricò Jean d’Orville, detto il Cabaret di scrivere la storia
della dinastia. Il D'Orville si mise al lavoro e ricostruì la storia dei
Savoia facendola risalire a Beroldo,
personaggio le cui gesta appaiono più frutto della fantasia che di ricerche
storiche.
A Ripaglia fondò l'ordine militare di
san Maurizio, che diventerà in seguito l'ordine dei santi Maurizio e
Lazzaro, l'attuale Mauriziano.
Nel 1434 Amedeo nominò il
figlio luogotenente generale e si ritirò a Ripaglia, una sorta di monastero
di corte, seguito da alcuni tra i suoi migliori cavalieri, per condurvi una
vita di preghiera, di meditazione e di penitenza, preparandosi così alla
santità.
Una parte dei testimoni dell’epoca, tuttavia, è
convinta che la vita che vi si svolgeva non fosse
affatto monacale e che si sentissero, di notte urla di fanciulle atterrite
ed altre terribili cose...
Amedeo VIII diventa Papa.
Nel 1418 c’erano tre papi: uno a Roma, uno a Pisa e uno ad Avignone. Per
iniziativa dell’imperatore furono deposti tutti e tre e Martino V fu
eletto Papa unico.
Qualche anno dopo, nel 1439, dopo un periodo di lotta tra Papa e Concilio,
il Papa Eugenio IV, successore di Martino V, fu dichiarato eretico e
simoniaco e il duca di Savoia fu eletto Papa a Basilea.
Amedeo VIII abdicò in favore del figlio Ludovico
e salì al soglio pontificio col nome di Felice V. Egli tuttavia non
abbandonò gli impegni del governo del suo ducato e continuò comunque a
tenere l'erede sotto stretto controllo.
Il Papa di Roma (Eugenio IV), tuttavia, rimase al suo posto.
Il papa Savoia di Basilea, Felice V non restò in carica a lungo ma, da
abile mediatore qual era, ben sfruttando fama e conoscenze, riuscì a
dimettersi conservando per la sua famiglia i privilegi acquisiti durante
il suo pur breve papato: fu nominato cardinale, vescovo di Sabine e nunzio
della Santa Sede per la Svizzera e la Savoia.
Morì a Ginevra nel 1451 e fu seppellito a Ripaglia,
dove si sparse la voce che la salma facesse miracoli. Il sito divenne meta
di pellegrinaggi.
Quando nel 1536 i Bernesi, che si stavano impadronendo del Genevese,
saccheggiarono il monastero, la salma fu messa in salvo e nascosta da
qualche parte.
Qualche anno dopo Emanuele Filiberto
fece trasportare la salma Torino, nella cappella della
Sindone.
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