Il rilancio dell'attività
sportiva nella sua dimensione di "prevenzione ed integrazione" -Un progetto per
L'Europa-.
Le leggi comunitarie e lo
sport
"Lo sport andrebbe inserito
nel trattato sia dal punto di vista della politica dellĠattività generale e
professionale e dell'occupazione che da quello della politica culturale. Si dovrebbe in
particolare promuovere iniziative transnazionali. In detto ambito vanno tutelate le
identità degli Stati membri nel settore della cultura sportiva Ò(4.18 CIG 13 aprile
1996). Secondo il Comitato Economico e Sociale delle Comunità Europea in seno al parere
in merito alla politica culturale europea per lĠinfanzia del 28 febbraio 1996 è utile
che i ministri dello sport in carica collaborino per svilupparne la pratica nell'Unione
europea a livello di insegnamento primario e secondario, di popolazione in generale e sui
luoghi di lavoro. Per la gioventù europea sarebbe sotto vari aspetti proficuo smettere di
limitarsi ad ammirare i divi dei campiononati ed altri idoli dello sport e prender gusto a
praticare qualche disciplina individuale o collettiva. La moltiplicazione delle
manifestazioni di teppismo sportivo locale e nazionale rende necessario un attento esame
della questione della cultura e della politica dello sport. La violenza nello sport va
affrontata con misure concrete e specifiche a livello agonistico e penale. La
preponderanza che l'immagine del tifoso fanatico e confuso nella massa esercita a scapito
della pratica sportiva e l'addensamento all'orizzonte europeo di realtà pregne di
pericoli mantengono e generano la violenza e il confronto collettivo in altri scttori
della vita sociale. Lungi dal derivare da un'opera di sensibilizzazione ed educazione
destinata agli adulti. La pratica dell'apprendimento di sane abitudini alimentari e di
vita risulteranno da esperienze positive accumulate durante l'infanzia attraverso le gioie
dello svago sportivo praticato fin dalla più giovane età e dell'osservanza di un'igiene
di vita sportiva. (4.7 e seguenti) E inoltre la Gazzetta ufficiale della Comunità Europea
riporta le conclusioni del Consiglio del 17 giugno 1994 sul bambino e la cultura e
sanziona che; considerando il principio del rispetto enunciato dallĠarticolo 128,
paragrafo 4 del trattato che istituisce la Comunità Europea, per quanto riguarda gli
aspetti culturali nellĠazione comunitaria svolta ai sensi di altre disposizioni del
suddetto trattato; che la cultura è presente nella scuola, dalla materna
allĠUniversità, in tutti gli ordinamenti scolastici dei paesi europei secondo modalità
e scelte diverse, che riflettono le peculiarità degli ordinamenti, ma al tempo stesso la
diversità culturale che costituisce una delle basi dellĠEuropa; che il contatto del
bambino con la cultura fin dalla più tenera età permette lo sviluppo delle qualità
proprie allĠinfanzia, la spontaneità, lo spirito dĠinventiva; che tale contatto e lo
stimolo della sensibilità artistica e culturale del bambino possono essere
particolarmente benefici per lo sviluppo armonioso della sua personalità; che energie
generalmente assorbite dallĠassimilazione passiva del messaggio di una Ğcultura
dellĠimmagineğ potrebbero quindi essere incanalate verso direzioni maggiormente
creative; ritenendo che la sensibilizzazione culturale e la formazione artistica possano
anche promuovere lĠugualianza e la responsabilità sociale, nonché a offrire migliori
opportunità al bambino e allĠadolescente, sin dal periodo di formazione della
personalità e ai fini della loro integrazione sociale;riconoscendo che il ruolo della
scuola nella vita quotidiana del bambino è tale che il contatto con la cultura avviene in
gran parte attraverso lĠordinamento scolastico, ma ritenendo che solo un approccio
integrale alla vita del bambino potrà assicurare il suo accesso effettivo alla cultura;
ritenendo che la ricerca di una dimensione europea, sia nei programmi esistenti della
materia, sia negli scambi di esperienze che potrebbero essere organizzati, potrebbe
accentuare maggiormente lĠeredità culturale comune dellĠEuropa,
ESPRIME
la propria soddisfazione per
lĠavvio di una discussione in seno allĠUnione Europea sul bambino e la cultura;
AUSPICA
che questa discussione prosegua
sul piano europeo;
INVITA
la Commissione a proseguire la
riflessione e a tener conto di questa dimensione nel quadro della comunicazione
sullĠazione culturale che si è impegnata a trasmettere al Consiglio;
SEGNALA
lĠintersse di scambi di
esperienze e di informazioni in questo campo onde delineare le azioni opportune.
Sport e cultura dellĠinfanzia,
sonoi due campi di forte interesse per la Comunità Europea. Si auspica un integrazione
sempre più illuminata fra i settori sopracitati, per un maggiore sviluppo del benessere
psico-fisico nel futuro cittadino comunitario. EĠ in questĠottica che si vuole proporre
il nostro progetto, sviluppato sia nel settore scolastico che extrascolastico e
comprendente una parte di ricerca clinica sul territorio, una parte organizzativa e una di
formazione permanente del corpo insegnante.
IL PROGETTO
L'iniziativa è mirata ad una
fascia di età compresa tra i 6 e i 14 anni essendo questa la più idonea ad un intervento
educativo a carattere socio-sportivo. L'idea fondamentale è quella di creare una cultura
sportiva del giovane sia sotto il profilo ludico-agonistico sia sotto quello
educativo-sociale, attraverso l'insegnamento di varie discipline con un approccio che
metta in risalto le componenti preventive "terapeutiche" delle stesse. Questo
grazie ad un approccio clinico legato a componenti di osservazione che permettano di
individuare attraverso il gioco e lo sport ,disagi messi in atto dai ragazzi nel loro
agito interattivo andandone così a monitorare lo stato generale ed offrendo loro
attraveso la conoscenza a rotazione di discipline sportive diverse, (senza perciò
limitare l'esperienza sportiva all'apprendimento troppo specialistico di un'unica
disciplina ) la possibilità di superare con una metodologia di sostegno adeguata le
"piccoli empasse" che si andrebbero a verificare. In questo contesto
polisportivo (ed in un'atmosfera ludica gratificante) il giovane impara a conoscere molte
discipline, a vivere esperienze di relazioni interpersonali (mediante attività
individuali, di gruppo, di coppia) ad acquisire il concetto di rispetto di se stesso,
verso i compagni o nel confronto dei regolamenti. Questa educazione polivalente, favorendo
lo sviluppo delle condizioni di base della motricità, evidenzia anche le naturali
predisposizioni del giovane. Il piccolo atleta ha in questo modo la possibilità di
indirizzarsi verso la disciplina più congeniale, avendo intuito quali siano le proprie
caratteristiche motorie (se basate sulla velocità o sulla resitenza) e
psicologiche-personali (come il preferire uno sport di squadra ad uno individuale).
Tutti questi elementi
contribuiscono a conferire prestigio ed unicità al progetto dal momento che, oggigiorno,
su tutto il territorio nazionale non esistono iniziative confrontabili sotto il profilo
della globalità dell'intervento educativo.
UNICITA' DEL PROGETTO
Gli istruttori operano nelle
scuole in qualità di esperti di Educazione Motoria nell'ambito delle attività
integrative. Questo grazie alla stretta collaborazione tra Direttori Didattici di Circolo,
che hanno sottoscritto l'iniziativa e il Comune che si è assunto l'onere di questa
sperimentazione ad alto valore educativo e sociale. Grazie all'introduzione di una
disciplina guida all'interno delle scuole elementari risulta più agevole diffondere
questo approccio alla cultura dello sport, latente in età scolare. Il bambino impara a
conoscere le regole e il rispetto di esse, la gestualità, il piacere di muoversi, e
dell'allenamento per arrivare al "risultato" o la possibilità di un riscatto in
seguito ad una "sconfitta" Si offre cosi un servizio di sostegno alla scuola e
interagente con essa, con la finalità di costituire una specie di "Campus "a
livello di scuola dell'obbligo. Una volta terminate le scuole i bambini potranno
proseguire le attività sportive nelle strutture comunali con le finalità descritte E'
dunque la prima volta che il bambino può esercitare più discipline a suo piacimento,
senza obblighi agonistici, migliorando le sue capacità motorie e di relazione, ma anche
di conoscenza di se stesso e della cultura sportiva. Inoltre la componente ludica
nell'insegnamento riveste un'importanza fondamentale: il giovane impara a "giocare lo
sportÓ utilizzando al meglio il proprio corpo e il proprio tempo libero. (Segue
esposizione dei dati clinici delle ricerche per definire il quadro clinico preventivo del
progetto; aspetti gia vagliati dettagliamente negli articoli precedenti e nell'esposizione
della Tesi.)
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