Prima di tutto voglio ricordarvi che oltre ai numerosi
passi in avanti fatti dalla ricerca medica in tutto il mondo, alcuni traguardi
quali le esenzioni per esami e medicinali, l'esenzione dal servizio militare,
la diffusione delle informazioni ai malati ed alle loro famiglie, etc.
etc. sono frutto del lavoro dell'associazione A.M.I.C.I. (Associazione
Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali) e delle loro sezioni regionali.
Ovviamente la forza di tali associazioni dipende dai loro associati; quindi
se non lo sei già associati alla sezione A.M.I.C.I. della tua regione
o di quella più vicina, troverai tutti gli indirizzi alla pagina
Linkoppure
contattami tramite la pagina
Posta,
sarà mia cura indirizzarti verso la sede più vicina oppure
metterti in contatto con l'associazione nazionale.
Cosa sono ?
Le Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali (MICI)
comprendono due condizioni sostanzialmente diverse ma che pure sono accomunate
da alcune peculiarità: la Rettocolite Ulcerosa ldiopatica (RCI)
e la Malattia di Crohn (Morbo di Crohn). La Rettocolite Ulcerosa
coinvolge esclusivamente il grosso intestino, a volte nella sua interezza
dal retto al colon ascendente (pancolite), ma perlopiù in modo parziale
limitandosi alla porzione sinistra o al solo retto e sigma (colite sinistra,
colite distale); la Malattia di Crohn si localizza soprattutto nell'ultimo
tratto dell'intestino tenue (ileite terminale) e/o nel grosso intestino
(ileocolite o colite di Crohn), ma interessare anche altre sedi dell’apparato
digerente.

Sono entrambe malattie definite "infiammatorie" ma mentre
nella Rettocolite Ulcerosa il processo infiammatorio è superficiale
(interessamento della mucosa e sottomucosa) nella malattia di Crohn esso
può coinvolgere anche tutti gli strati della parete dei tubo digerente,
fino ad estendersi ai tessuti adiacenti con possibile formazione di fistole.
Sul piano clinico, la Rettocolite Ulcerosa si manifesta soprattutto con
la presenza di sangue e muco nelle feci, di frequente accompagnata a diarrea;
la Malattia di Crohn soprattutto con dolore addominale e diarrea, solo
a volte con evidenza di sangue e muco. A volte sono presenti segni di tipo
generale: anemia per la perdita di sangue, diminuzione delle proteine nel
sangue e di altre sostanze per la diarrea o l'alterato assorbimento intestinale,
febbre per l'intensità dell'infiammazione o per sovrapposizione
di infezioni. Sia la Rettocolite Ulcerosa che la Malattia di Crohn sono
patologie croniche e quindi per definizione non guariscono: in realtà
però sono perlopiù caratterizzate da periodi di attività
(presenza dei sintomi) intervallati da periodi, più o meno lunghi,
di benessere (remissione o quiescenza) che spesso permettono una qualità
di vita nell'ambito della normalità.
Tratto da materiale informativo distribuito da
AMICI Federazione Nazionale.
Le cause ?
Le cause (eziologia) di una MICI sono sconosciute, ma
le teorie attuali si dividono in tre categorie:
Infezione persistente. Una MICI può insorgere
come reazione a un'infezione persistente nell'intestino. Per quanto riguarda
la malattia di Crohn, tali infezioni potrebbero essere dovute a: Mycobacterium
paratubercolosis, un agente che causa una malattia simile nel bestiame,
Pparamyoxivirus,
il virus ,del morbillo; Listeria monocytogenes, un batterio che
causa la meningite; e Helicobacter pylori, un batterio che causa
l'ulcera peptica. Nella colite ulcerosa, vi è una teoria secondo
la quale all'origine dell'infiammazione ci sarebbe una forma anormale di
Escherichia
coli, uno dei batteri più comuni del colon. Sebbene vi siano
dei riscontri che corroborano ognuna di tali teorie le prove che tali agenti
effettivamente causino la malattia non sono conclusive.
Difetti nella barriera della mucosa. Le MICI potrebbero
insorgere a causa di difetti nel rivestimento interno dell' intestino.
Se la mucosa è difettosa, aumenta la permeabilità intestinale.
Ciò significa che l'intestino è vulnerabile ad un eccesso
di batteri, sia batteri intestinali comunemente presenti in esso che
antigeni batterici (sostanze che causano risposte immunologiche).Degli
studi su modelli animali hanno mostrato che una diminuzione della tenuta
delle giunzioni tra le cellule epiteliali, che costituiscono questo rivestimento,
può portare all'infiammazione intestinale. Gli studi genetici indicano
che l'aumentata permeabilità della mucosa potrebbe anche essere
un tratto ereditario nelle persone affette da malattia di Crohn.
Tuttavia, resta da vedere se questi difetti effettivamente
causino la malattia, o siano il risultato di una MICI attiva.
Una risposta anormale agli antigeni innati. In
altre parole, le persone affette da MICI hanno una reazione immunologica
anormale alle sostanze presenti in tutti noi. Si pensa che i colpevoli
siano gli autoantigení, proteine presenti nel corpo che determinano
una risposta immunologica, tra cui la produzione di autoanticorpi. Ciò
renderebbe la malattia di Crohn e la colite ulcerosa delle malattie autoimmuni.
Tuttavia, provare l'autoimmunità richiede l'identificazione dell'antigene
e degli anticorpi, e questo non è stato fatto. Sono stati rinvenuti
alcuni autoanticorpi nelle persone affette da MICI, come il pANCA (anticorpi
antineutrofili citoplasmatici perinucleari) e anticorpi antitropomisionici,
anche se il loro ruolo nella malattia deve essere chiarito.
Oppure, le persone affette da MICI potrebbero perdere
la normale tolleranza alla microflora enterica (cioè i batteri che
vivono nell'intestino di tutti noi). Questa teoria è quella maggiormente
corroborata dalla ricerca nei modelli animali, in cui è stato dimostrato
che i batteri intestinali inducono un tipo di colite recidivante con complicanze
come l'artrite, le patologia epatiche e l'anemia.
I topi che sono geneticamente suscettibili all'infiammazione
intestinale cronica, allevati in un ambiente privo di germi (sterile) non
sviluppano la patologia. Negli esseri umani, è stato dimostrato
che la cura con batteri benefici (per esempio probiotici, batteri che ripristinano
l'equilibrio nella microflora batterica) previene l'infiammazione del colon.
Ancora una volta, questi risultati suggeriscono un ruolo rilevante della
microflora enterica nell'insorgenza delle MICI e delle recidive, ma non
dimostrano con certezza che siano la causa della malattia.
Condizioni che predispongono
alle MICI ?
Che cosa potrebbe rendere certe persone suscettibili
a uno di questi difetti o risposte immunologiche e altre no? Qui subentrano
i fattori genetici ed ambientali. La malattia di Crohn e la colite ulcerosa
sembrano essere poligeniche, cioè interessano molti geni. Un consorzio
di genisti studiosi delle MICI , provenienti da tutto il mondo, si sta
concentrando sul cromosoma 12 (malattia di Crohn) e 16 (colite ulcerosa),
anche se vi sono prove che correlano tale suscettibilità a geni
che si trovano anche su altri cromosomi. Altre ricerche dei genetisti riguardano
il sistema immunitario: il corpo è composto da grandi molecole,
dette proteine, e vi sono geni che controllano la produzione di ogni proteina
del corpo. Anche i geni per le proteine che sono attive nel sistema immunitario
potrebbero avere un ruolo nel determinare chi contrae le MICI e nel determinare
il tipo e gravità della malattia. Per esempio, alcuni studi hanno
collegato le MICI al gene per la proteina TNF-alfa (fattore necrosi tumorale
alfa). Se verranno confermati questi studi, si potrebbe avere una spiegazione
del perché alcune persone rispondono agli agenti che colpiscono
questa proteina (per esempio infliximab [Remicade, Centocor], mentre altri
no. I ricercatori stanno studiando anche i fattori di trascrizione, che
possono cambiare il modo in cui agiscono alcuni geni. E' stato dimostrato
che uno di questi fattori, NF-Kappa-B, stimola i geni che aumentano l'infiammazione
intestinale.
I fattori ambientali potrebbero avere influenza sull'insorgenza
delle MICI o sulle loro recidive. Quasi sempre, i medicinali antinfiammatori
non stereoidei (FANS), per esempio l'aspirina e l'ibuprofen, aumentano
la permeabilità della mucosa, causando l'infiammazione intestinale.
Anche alcune condizioni fisico sanitarie possono far insorgere la malattia
di Crohn e la colite ulcerosa : per esempio alcune infezioni delle alte
vie respiratorie nei bambini, il ciclo mestruale nelle donne, o le infezioni
intestinali (per esempio quelle causate da Salmonella o da Shigella).
Infine, anche lo stile di vita può influenzare
lo sviluppo delle MICI. Sebbene non vi siano prove che cibi specifici causino
o curino queste malattie, alcuni nutrienti potrebbero aumentare o diminuire
i sintomi, forse a causa dei loro effetti sul sistema immunitario intestinale
sui batteri intestinali. Per esempio, gli acidi grassi omega-3 (contenuti
nell'olio di pesce) hanno mostrato dei benefici in persone affette da colite
ulcerosa in fase attiva, e sono stati collegati ad una diminuzione di TNF-alfa.
Anche i fattori emotivi potrebbero essere collegati alle
recidive delle MICI: i ricercatori ritengono che il sistema nervoso produca
proteine che aggravano l'infiammazione nell'intestino.
Forse il fattore ambientale / stile di vita più
interessante correlato alle MICI è il fumo. Le persone affette da
colite ulcerosa sono più spesso non fumatori o persone che hanno
smesso di fumare di recente, un elemento che ha portato alla ricerca sulla
nicotina per curare la malattia. Tuttavia, la malattia di Crohn peggiora
con il fumo.
“Pensiamo che ci debba essere un insieme di background
genetico adeguato, suscettibilità individuale e fattori ambientali
adeguati per sviluppare l'infiammazione cronica”, dice il professor
R. Balfour Sartor, Professore di Medicina, Microbiologia e Immunologia
(Divisione delle Malattie della Digestione Università della Carolina
del Nord, Chapel Hill). Gli studi sui modelli animali stanno provando che
i geni, i batteri intestinali e i fattori di rischio sono tutti necessari
per attivare la risposta immunologica nell'insorgenza delle MICI e nelle
recidive.
Dice il Professor Sartor “ …la risposta immunologica,
una volta scatenata da uno qualsiasi dei fattori sopra menzionati, è
un delicato equilibrio tra le molecole pro-infiammatorie e anti-infiammatorie
… ”.
All'interno della mucosa intestinale, il sistema immunitario
è costantemente attivo, e combatte contro i numerosi antigeni che
frequentano l'intestino sotto forma di cibo o batteri. La risposta immunologica
comprende una serie complessa di eventi, e la gamma di elementi in gioco
è altissima.
I globuli bianchi sono gli agenti principali nel sistema
immunitario della mucosa. Le cellule T sono le prime ad attivarsi; i ricercatori
ritengono che due tipi dìversi di cellule T possano dettare risposte
immunologiche diverse nelle persone affette da malattia di Crohn e colite
ulcerosa. Le cellule T helper 1 (Thl) sono attive nei tessuti di persone
affette da malattia di Crohn, mentre le cellule Th2 sono presenti nelle
persone affette da colite ulcerosa. (Le persone resistenti hanno un terzo
sottogruppo di cellule Th3 protettive).
Altri globuli bianchi che si aggiungono alla battaglia
sono le cellule B, che producono anticorpi per combattere antigeni specifici;
macrofagi, che semplicemente fagocitano le cellule indesiderate o i piccoli
organismi; e i neutrofili ed eosinofili, cellule che rilasciano agenti
chimici potenti per distruggere gli ospiti indesiderati. Inoltre, sono
sempre più numerose le prove che le cellule non immunitarie nell'intestino,
come le cellule epiteliali, le cellule muscolari e nervose non stanno lì
senza far niente, ma aiutano a stimolare l'infiammazione. Le molecole di
adesione (per esempio ICAM-1, molecola di adesione intercellulare-1), fanno
sì che le cellule immunitarie aderiscano ai vasi sanguigni, richiamando
altre cellule ancora nel sito dell'infiammazione nell'intestino.
Mentre le cellule sono attivate, producono delle proteine
che possono o aggravare o sopprimere l'infiammazione. Queste proteine aiutano
a mantenere l'equilibrio nel sistema immunitario sano. “ La teoria
è che le MICI alterino l'equilibrio del sistema immunologico della
mucosa, o tramite abnorme produzione dì proteine pro-infiammatorie
o insufficiente produzione di molecole immunosoppressorie “, spiega
il Dott. Sartor. Vi sono alcune di queste molecole che favoriscono l'infiammazione,
la sopprimono o fanno un pò di entrambe le cose:
Citochine: queste proteine vengono rilasciate dalle
cellule immunitarie e non immunitarie. Possono favorire l'infiammazione
(per esempio TNF-alfa, interferon-gamma [IFN-gamma], interleuchina-1 IL-I],
ILI2) o sopprimere l'infiammazione (per esempio IIL-4, IL-10). Alcune citochine,
come IL-2, si trovano sia a livelli bassi che alti in persone affette da
MICI, e potrebbero regolare la risposta immunitaria.
Fattori di crescita: queste proteine (per esempio
fattore di crescita trasformazione [TGF-beta], fattore di crescita dei
cheratinociti [KGF], peptidi trilobati) contribuiscono al processo di riparazione
della mucosa conseguente il danno dovuto all'infiammazione. Tuttavia,
poiché potenziano la crescita cellulare e, la fibrosi (formazione
eccessiva di tessuto), la sovra produzione di fattori di crescita può
aumentare il rischio di crescita cellulare non regolata (cioè malignità)
e da ostruzioni (cioè stenosi).
Ossigeno reattivo e metaboliti di azoto (per esempio
ossido di azoto): queste molecole tossiche vengono normalmente eliminate
dagli antiossidanti, ma nelle persone affette da malattia di Crohn e colite
ulcerosa, la mucosa produce meno antiossidanti.
Neuropeptidi (per esempio ormone stimolante il rilascio
di corticotropina [CRH], sostanza P , neurotensina): questi sono ormoni,
un tipo di proteina rilasciata dai sistemi nervoso e endocrino. Si ritiene
che i neuropeptidi siano fattori chiave negli effetti di stress sulle MICI.
La ricerca indica che questi ormoni abbiano un ruolo nel favorire e sopprimere
l'infiammazione.
Eicosanoidi (per esempio le prostagiandine, i leucotrieni):
questi sono prodotti di trasformazione degli acidi grassi, e possono sia
aumentare che sopprimere l'infiammazione. Sebbene gli NSAID, inibiscano
gli eicosanoidi e l'infiammazione nell'artrite, tali medicinali aggravano
le MICI.
Proteasi (per esempio stromelisina, metalloproteinasi):
questi sono enzimi, cioè proteine che possono distruggere la struttura
di altre proteine. Esse possono avere un ruolo nel danneggiamento dei tessuto
nelle MICI.
I sintomi della colite ulcerosa e della malattia di
Crohn sono il risultato dell'azione di queste molecole: le proteine pro-infiammatorie
causano il danneggiamento dei tessuti e le proteine anti-infiammatorie
sono incapaci di ripristinare l'equilibrio e promuovere la guarigione.
Il danneggiamento dei tessuti che costituiscono il rivestimento intestinale
causa le ulcerazioni e promuove il flusso del contenuto intestinale, causando
la diarrea e il sanguinamento.
“ Queste molecole infiammatorie causano anche direttamente
i sintomi clinici “, sottolinea il dott. Sartor. “ I metaboliti
dell'ossigeno aumentano il flusso di sale e acqua nell'intestino, provocando
la diarrea. Gli eicosanoidi stimolano la contrazione della muscolatura,
provocando anch'essi la diarrea e i crampi. Le citochine, come il TNF-alfa,
possono diminuire l'appetito. I pazienti non dimagriscono solo perché
hanno paura di mangiare o a causa dei mal assorbimento, ma anche perché
le citochine in circolo fanno diminuire l'appetito “.
Questa infiammazione va oltre l'intestino: vengono
trovate cellule infiammatorie anche in altri organi, con la conseguenza
di manifestazioni extraintestinali delle MICI negli occhi, pelle, fegato
e giunture.
Modi per combattere le MICI
?
Sebbene questo ritratto complesso dei sistema immunitario
suggerisca immagini di aggressioni inesorabili alle persone affette da
MICI, la comprensione dello sviluppo (patogenesi) di queste malattie presenta
molte opportunità per pianificare reazioni difensive. “ Questa
teoria è una buona base per sviluppare strategie terapeutiche per
inibire l'infiammazione “, dice il dott. Sartor. “ E' importante
qualsiasi evento. Ad ogni punto nel processo, si può ripristinare
la risposta immunitaria normale e la barriera della mucosa, o procedere
all'infiammazione cronica “.
Queste strategie possono condurre a migliorare la situazione
terapeutica oggi esistente, poiché hanno come bersaglio specifiche
proteine del sistema immunitario. “ Gli steroidi bloccano tutto, incluse
le proteine anti-infiammatorie, cosa che spiega alcuni dei loro effetti
collaterali “, dice il dott. Sartor. “ E' necessario colpire selettivamente
il sistema e ripristinare l'equilibrio “. Le strategie attualmente
studiate includono:
-Eliminare i batteri nocivi con gli antibiotici
-Ripristinare i batteri benefici con probiotici (per
esempio Lactobacillus) o prebiotici (sostanze come il lattulosio, che favorisce
la crescita di batteri benefici)
-Bloccare le molecole chiave pro-infiamniatorie (per
esempio citochine, come TNF-alfa e proteasi)
-Bloccare l'attivazione dei linfociti T e i sottogruppi
T helper aggressivi
-Stimolare i sottogruppi T helper protettivi
-Bloccare le molecole di adesione (per esempio, ICAM-L)
-Inibire i fattori di trascrizione (per esempio NF-Kappa-B)
-Aumentare le citochine anti-infiammatorie (per esempio
IL-10)
-Usare i fattori di crescita per riparare la mucosa (per
esempio TGF-beta).
“ E' estremamente improbabile che concentrarsi su un
aspetto cambi la storia naturale di queste malattie croniche ” dice
il dott. Sartor. “ ma se adottiamo un approccio a 360 gradi, diminuendo
contemporaneamente gli antigeni, bloccando la risposta immunitaria e ripristinando
la barriera della mucosa, si potrebbe avere una buona possibilità
di cambiare il corso a lungo termine di queste malattie caratterizzate
da recidive ”.
Tratto da materiale informativo distribuito da AMICI
Triveneto, a sua volta tradotto dalla rivista FOCUS autunno/inverno della
CCFA – Crohn’s & Colitis Foundation of America.
Quali sono gli esami da eseguire
?
Gli esami diagnostici necessari per la diagnosi o il
controllo sono di due tipi: gli esami di laboratorio e gli esami
strumentali.
Gli esami di laboratorio, servono a fornire indicazioni
su diverse funzioni dell'organismo che possono risultare alterate nei corso
delle MICI. Gli esami eseguiti con il prelievo di sangue sono quelli più
importanti e permettono di indagare i seguenti aspetti:
entità dell'infiammazione mediante la valutazione
della Velocità di Eritrosedimentazione (VES), della Proteina C Reattiva
(PCR) o delle Mucoproteine. Sono tutti esami di semplice esecuzione correnti
alla presenza di infiammazione ed alla sua entità. E’ anche utile
in tal senso l'esecuzione della conta dei globuli bianchi con Formula leucocitaria
in quanto il numero dei globuli bianchi aumenta in caso di infiam- mazione
(leucocitosi).
entità dell'anemia mediante l'esecuzione dell'Emocromo
che permette di quantizzare l'Emoglobina circolante e l'Ematocrito (quantità
percentuale di Globuli rossi presente nel sangue totale) e della Sideremia
(Ferro circolante nel sangue). Qualora i valori di Sideremia dovessero
essere bassi potrebbero confermare la natura della eventuale anemia (anemia
sideropenica) causata per io più da perdita cronica di sangue o
mancato assorbimento dei Ferro da parte dell'intestino tenue. Una bassa
Sideremia non significa necessariamente mancanza di tale elemento in quanto,
in caso di infiammazione, questo metallo scompare dal circolo sotto forma
libera per legarsi ad alcune proteine e formare la Ferritina che dovrà
quindi essere dosata (Ferritinemia) per indicare la reale quantità
di ferro presente nell'organismo.
valutazione dello stato nutrizionale con l'esecuzione
delle Proteine totali e dei Quadro Proteico Elettroforetico (indagine in
grado di fornire la quantità percentuale dei vari tipi di proteine
nel sangue). Una eventuale alterazione dello stato nutrizionale è
evidenziata dalla diminuzione delle Proteine Totali ed in particolare dell'Albumina
e potrà essere secondaria a perdita dall'intestino a causa delle
lesioni (protidodispersione) o a cattivo assorbimento intestinale, soprattutto
nel Crohn (malassorbimento).
Quelli descritti sono gli esami di sangue abitualmente
e periodicamente richiesti. Altri possono essere correnti a problemi contingenti:
ad esempio in presenza di una cospicua diarrea potrà essere utile
la valutazione degli elettroliti (sodio, potassio, calcio, magnesio) la
cui carenza andrà corretta con adeguate misure terapeutiche).
Altri esami particolari come quelli relativi allo stato
immunitario, a volte alterato nel corso delle MICI, (tipizzazione linfocitaria,
ANCA ecc.) sono eseguiti solo sulla base di particolari indicazioni cliniche.
Gli esami eseguiti sulle urine non forniscono particolari
indicazioni sulle MICI, mentre quelli eseguiti sulle feci ci permettono
di svelare se sono presenti dei parassiti oppure microrganismi (batteri,
funghi e protozoi) responsabili di sovrainfezioni che interferiscono negativamente
con l'andamento della malattia.
Tratto da materiale informativo distribuito da AMICI
Federazione Nazionale in collaborazione con Bracco S.p.A.
Gli esami strumentali, sono costituiti principalmente
da metodiche radiologiche ed endoscopiche. Queste richiedono che si introduca
qualcosa all'interno del nostro corpo e quindi sono definite "metodiche
invasive".
E'anzitutto opportuno ricordare che mentre la colite
ulcerosa è limitata al grosso intestino, dal retto al cieco, la
malattia di Crohn può localizzarsi in tutto l'apparato digerente,
sebbene nella maggior parte dei casi interessi il piccolo intestino nella
sua porzione distale, l'ileo, e più raramente il colon. Per questo
le indagini da effettuare nei casi di malattia di Crohn possono essere
più complesse.
Metodiche Radiciogiche:
clisma opaco
clisma dei tenue
digerente (+piccolo intestino)
Metodiche Endoscopiche:
rettosigmoidoscopia colonscopia (+ileoscopia)
esofago-gastro-duodeno-scopia
Le indagini radiologiche permettono di evidenziare
il canale alimentare con la introduzione di una sostanza visibile ai raggi
X (in genere bario) e la successiva esecuzione di radiografie.
Il clisma opaco serve per lo studio dei grosso
intestino (retto, sigma e colon);
il tubo-digerente usualmente è utilizzato
per la valutazione dell'apparato digerente superiore (esofago, stomaco
e duodeno), ma anche per il piccolo intestino o intestino tenue (digiuno
ed ileo);
quest'ultimo è però visualizzato in modo
più accurato mediante il clisma del tenue.
L’endoscopia consiste nella ispezione diretta mediante
una sonda di piccolo calibro, flessibile e orientabile dall'esterno, di
alcuni tratti dell'apparato digerente: la visione avviene attraverso fibre
ottiche o mediante una piccola telecamera che invia le immagini su di un
monitor.
L’endoscopio è dotato di una sistema di illuminazione,
vi sono canali per lavare e possono essere introdotte pinze o anse per
prelevare frammenti di tessuto (biopsie). Le biopsie ed il loro esame al
microscopio sono indispensabili per la diagnosi delle malattie infiammatorie
intestinali.
La esplorazione della parte superiore dell'apparato digerente
inizia dall'esofago, procedendo quindi nello stomaco fino al duodeno ed
è detta esofago-gastro-duodeno-scopia (o più semplicemente
gastroscopia).
Quella della parte inferiore inizia dal retto, attraverso
l'ano, risalendo lungo il sigma (rettosigmoidoscopia) per circa
40-50 cm e quindi, se necessario, lungo il colon discendente, il trasverso,
l'ascendente fino al cieco (colonscopia) per circa 90-120 cm. Nel
cieco sbocca la parte terminale dei piccolo intestino, ileo, tramite la
valvola ileo ciecale. E'in genere possibile superare tale valvola ed esplorare
alcuni cm dell'ileo (ileoscopia).
Gli esami endoscopici forniscono informazioni molto più
precisi di quelli radiologici e permettono di eseguire biopsie.
Peraltro le metodiche radiologiche sono indispensabili
in alcune condizioni, come in presenza di restringimenti dei canale alimentare
(stenosi) che non permettano il passaggio degli endoscopi e per la valutazione
di eventuali fistole, ma soprattutto per lo studio dei piccolo intestino
o intestino tenue (digiuno ed ileo), che non può essere esplorato
completamente con gli endoscopi.
Tratto da materiale informativo distribuito da AMICI
Lombardia in collaborazione con il Dott. Alberto Prada Responsabile Servizio
di Gastroenterologia Ospedale di Rho.
Può verificarsi la
possibilità che intolleranze alimentari possano essere associate
alla comparsa di recidive della malattia?
Da tempo si discute sul possibile ruolo di alcune intolleranze
alimentari nella genesi dei sintomi dei pazienti con malattia di Crohn,
ma ancora non vi sono certezze assolute al riguardo.
Va in primo luogo precisato che, in ogni caso, queste
presunte "intolleranze alimentari" sarebbero una cosa diversa sia dalle
"allergie a cibi" (che possono esistere in alcune persone ma non hanno
alcuna relazione con la malattia di Crohn), sia dalla intolleranza al lattosio,
molto frequente nella popolazione generale, ma pure senza alcuna relazione
con le IBD.
E' anche necessario puntualizzare che non esistono cibi
specifici che possano essere considerati dannosi per i pazienti con malattia
di Crohn, con la possibile eccezione dei cibi ricchi di fibre, che sono
raccomandati in generale anche nei pazienti con IBD e
sono daevitare nei pazienti con stenosi (restringimenti) dell'intestino
clinicamente significativi.
Alcuni studi (soprattutto inglesi e irlandesi) sembrerebbero
mostrare che determinati alimenti (molto diversi da paziente a paziente)
possono acuire i sintomi della malattia, quanto meno in una parte dei pazienti
con malattia di Crohn.
Questi stessi ricercatori sostengono che, se questi cibi
vengono identificati (mediante complicate diete di esclusione) ed eliminati
dalla dieta si può ottenere, in alcuni pazienti, un miglioramento
dei
disturbi. Si tratta però di osservazioni isolate,
da considerare alla stregua di esperimenti, anche perchè altri ricercatori
non sono stati in grado di riprodurre questi dati.
Vista questa incertezza circa la reale utilità
di queste manovre, e considerata anche la elevata efficacia e tollerabilità
dei farmaci attualmente in uso per queste malattie, non sembra pertanto
utile
perseguire questi complicati e disagevoli tentativi di
identificare intolleranze alimentari nei pazienti con malattia di Crohn.
Resta inteso che, se un paziente nota un peggioramento dei sintomi in concomitanza
con la assunzione di un particolare alimento è consigliabile che
ne eviti la ulteriore assunzione.
Tratto da IDB
on-line, sito creato su iniziativa della Sofar
I pazienti con queste malattie
devono fare attenzione ai liquidi che assumono ?
Sì, le condizioni di diarrea cronica sono a rischio
di disidratazione. Se non si compensano i liquidi persi con la diarrea,
la funzionalità renale può risentirne. La disidratazione
e la perdita di sali, inoltre, provocano stanchezza. Per queste ragioni
i pazienti con Malattie Infiammatorie Intestinali dovrebbero
bere molti liquidi, specialmente durante la stagione calda , quando le
perdite con il sudore possono essere elevate. I pazienti con m.di Crohn
sono predisposti alla formazione di calcoli renali, ma fortunatamente questo
non è frequente nei pazienti giovani.
Tratto da IDB
on-line, sito creato su iniziativa della Sofar
Come si curano le fasi di
acuzie ?
I pazienti con forme gravi di colite ulcerosa o malattia
di Crohn richiedono quasi sempre l'ospedalizzazione per essere trattati
con alte dosi di cortisonici (endovena o, più raramente,
intramuscolo), con sostituzione di liquidi e sali e, talvolta, con la nutrizione
artificiale. Il trattamento intensivo riduce nel 50-75% dei casi l'attività
clinica della malattia evitando la necessità di un intervento chirurgico
in urgenza.
Per i pazienti già in trattamento con formulazioni
orali di corticosteroidi, i dosaggi giornalieri utilizzati di idrocortisone,
metilprednisolone e prednisolone sono rispettivamente 300 mg, 48-60 mg
e 60 mg. Se non si osserva miglioramento clinico in 10-15 giorni, in molti
casi è da considerare l'indicazione chirurgica.
Raggiunto il miglioramento clinico, è possibile sostituire la formulazione
parenterale con una formulazione per bocca, la cui posologia dovrà
essere ridotta progressivamente, fino alla sospensione.
Per i pazienti ricoverati per forme gravi di malattia ma non già
in trattamento steroideo, è possibile usare l'ACTH che stimola la
produzione di cortisolo da parte delle ghiandole surrenaliche.
Tratto da IDB
on-line, sito creato su iniziativa della Sofar
Le
complicanze extraintestinali delle M.I.C.I.
Per avere accesso ad una più comlpeta, e sempre in aggiornamento
raccolta di articoli su tali manifestazione vedere la pagina M.I.C.I
Web magazine - Manifestazioni extraintestinali .
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