Imbocchiamo
l'autostrada, Alice si è portata un
quadernetto per il viaggio. Scrive il diario di
bordo come se fossimo su un veliero che scivola
verso chissà quali lidi. E' la prima
volta che andiamo assieme alla
ventura.
Subito
una boato assordante: di fronte a noi si alza un
fungo melmoso di fumo nero. E' scoppiato
qualcosa in acciaieria. E' il primo, tragico
purtroppo, avvenimento che è annotato
nelle righe del diario ,assieme allo stato del
cielo , all' inventario dei viveri in cambusa ,
alle cassette di Battisti sparse sul cruscotto.
Verso
Modena il cielo si ingrigisce e le nuvole
coprono malignamente i nostri animi. Il viaggio
è lungo e l'autostrada tediosa.
Così mordicchiamo panini e lei legge a
voce alta il fascicolo di Pennabilli
tratto dal Web. Esorcizziamo il cattivo tempo
sognando le meraviglie che ci
attendono.
In
vista di Rimini invece di proseguire diretti
verso l'interno ci immettiamo nell'intrico di
strade per S. Marino. Freddo pungente di una
Repubblica desolata e desolante. Un mercatino a
cielo aperto di cianfrusaglie di ogni genere.
"Alice adesso stai attenta, San Marino è
all'estero e purtroppo si parla un'altra
lingua.". L'ultima e prima volta che c'ero stato
avevo la sua età : 10 anni. Ma allora il
sole estivo rendeva la pietra ridente; le
cianfrusaglie variopinte e la folla vacanziera ,
gli abiti estivi leggeri e colorati,
esercitavano una straordinaria attrazione su di
me.
Alice si è divertita nell'oretta in cui
siamo restati, soprattutto a osservare la posa
di una sposa; Merzedes lustra sulla piazza,
abito lungo con pazzetto che solleva lo
strascico come un lenzuolo per le fotografie di
turno dinnanzi al palazzo. "Ora, per favore, i
due zovani con le autorità !" impone il
fotografo alla ultraquarantenne sposa
strafelice, appesantita dal trucco un po'
retro'. Il giovane marito, graziato alla nascita
da una decina d'anni in meno, si avvicina
premuroso per un bacio di conforto, per
ripararla con l'suo affetto dal freddo pungente
che le accappona la pelle; le fotografie
matrimoniali col cappotto sono un controsenso,
ma l'abito si mostra una sola volta nella
vita!.
Gli invitati , chi felice chi irridente,
stendono un ritmato battimani di
incoraggiamento. "Chesss..!" scandisce il
fotografo, pensando ad una partita a scacchi , o
semplicemente declinando in cadenza romagnola,
per un sorriso d'obbligo, il formaggio inglese.
Chissà come verranno sulla lastra le
basette filiformi , lunghe sino al mento, quasi
mefistofeliche, del giovane romagnolo e come
risulterà il sorriso di lei, esagerato ma
tirato per il freddo, preoccupata ,si vede, per
il seguito della cerimonia. Lui ha un'aria
premurosa e contenta, lei sprizza una
contentezza trafelata nel giorno della conquista
faticosa.
Mentre
la Merzedes si allontana con al seguito il
codazzo di barattoli e gli invitati ingessati
negli abiti per l'occasione, sciolgono i crocchi
vocianti verso il pranzo, Alice e io sbirciamo
dai merli bassi della Piazza per cogliere un
paesaggio che la nebbia ormai fitta si incarica
ostinatamente di nasconderci .
"Partiamo
papà ! Però non è vero che
a S. Marino non si parla l'italiano, quando me
l'hai detto mi sono spaventata! " , "Beh questa
è una repubblica autonoma, usano il
romagnolo. Sono circondati dalla Romagna, vivono
grazie alla Romagna. Un tempo accedeva il
contrario."
Si
riparte come in un telefilm, liberando di un
posto il 13° e non ultimo spiazzo della
cintura d'assedio dei parcheggi.
segue...