"All'altezza
della macchina adocchio un personaggio che parla
a scatti a un cellulare. Più magro di
come appare in televisione. " Speriamo sia
almeno riscaldato
!" dice al suo
interlocutore lontano, come se il luogo in cui
si dovrà recare gli apparisse non del
tutto convincente. Poi chiude di scatto il
cellulare, toglie deciso la berretta di lana
dalla testa rasata e se la ricalza compiaciuto
con accurata lentezza: la riavvita in capo, a
due mani, con brevi movimenti
circolari.
"Alice
vieni, guarda, lo riconosci ? E' l'attore del
film che presentano in prima serata questa sera
al cinema di Pennabilli ! Prendi una cartolina e
la stilografica, fatti dare l'autografo!"
E' agitata e sorpresa, cerca di ricaricare la
stilografica, ma è emozionata e
l'operazione diviene difficoltosa, i gesti si
inceppano. "Aspetta, aspetta, fattelo dare tu !
... io no ...", mi dice agitata e timorosa. Ci
avviciniamo all'attore e attendiamo un attimo ,
discosti dal gruppetto con cui sta confabulando
sugli impegni della serata. Alice è tesa.
Ancora un attimo, si accorgerà bene di
noi unici ad aspettarlo e fissarlo !. " Non
lasciarlo andare papà", mormora
"
fatti avanti !" spingendomi da dietro. Ma
ecco si avvicina lui, pronto a firmare.
"Signor
Paolo Hendel rilascerebbe un autografo a mia
figlia ?" Lo fisso sorridente, con occhi di
sfida.
"???!!!" Mi guarda imbarazzato e sconcertato, un
po' frustrato. Poi intuisce, forse.
"Va
bene, la prenderò come una
provocazione... Come si chiama la bambina
?"
"Alice."
"Ah! come mia figlia.". Alice sgrana gli
occhi.
" Ha scelto anche lei di segnare il futuro di
sua figlia come una colpa perenne ;
perché Alice ?" , chiedo
incalzante.
" Beh, sa... Alice nel paese delle meraviglie
... quel libro lì..!?"
"Già, capisco, ma sa che l'anagramma
di Alice è 'celia' ?"
"Com'è l'anagramma!!?"
"Celia: scherzo, canzonatura. Non ci ha mai
pensato ?"
Sorpreso,
"Veramente... no ... ma verrete questa sera a
vedere il mio film, non mancherete
vero?".
Ci
invita cordiale mentre si firma tenendo il
cappuccio della sua biro tra i denti. A
caratteri larghi riempie mezza cartolina.
"Ad Alice, Claudio Bisio", resta scritto.
Una stretta di mano e un saluto sorridente.
Simpatico!Alice è sempre più
incredula delle circostanze e del sovrapporsi
delle coincidenze: è impazzita di
felicità; vuole subito telefonare alla
sua amica e spifferarle tutto, alla mamma e per
dirle dei fatti straordinari accadut, vuole
andare al cinema, è invitata: è
invitata dal comico, ha un lasciapassare di suo
pugno !
****
L'albergo
è confortevole, c'è la televisione
in camera. Solo il bagno ha un guasto un po'
rumoroso. Tutto pulito e semplice. Nel
ristorante una squadra di operai meridionali
alla cena serale se la ride dei capi e si
snocciolano continui aneddoti. Dietro a loro
alcuni quadri a colori pastello sognanti e
fiabeschi di Tonino Guerra smorzano il sarcasmo
della conversazione dei subalterni.
Pasta fresca con funghi e tartufo, una grigliata
essenziale, un bicchiere di vino ,un gelato , le
telefonate interminabili a mamma, all'amica del
cuore, parole concitate per raccontare in
fretta. Poi subito al cinema.
C'è
molta gente in coda all'ingresso, si entra a
gruppi ben sorvegliati. Alice sa che la serata
è ad invito riservato, ma confida nel suo
lasciapassare: "Se ti dicono qualcosa, mostragli
l'autografo e rispondi che ci ha invitato Lui,
proprio Lui!". Cosa che son costretto a fare. Ci
provo sfoderando anche uno sguardo patetico e
arriviamo nella hall, ma poi non si passa. Tra
la malcelata delusione siamo costretti,
irrimediabilmente respinti, a lasciare il cinema
con una sola tenue speranza: adocchiare Bisio,
che lui interceda con il suo sorriso per
noi...
"Non è un dramma, vedremo il film 'Asini'
quando torniamo a casa", le prometto.
Alle nove in punto, davanti alla televisione, in
camera Alice si addormenta completamente
vestita. Non le è mai accaduto. E la
notte ci prende soddisfatti .
Solo un
lontano gorgoglio del bagno tormenta ogni tanto
il mio sonno.
segue...