I suiseki sono generalmente esposti su un basamento di legno intagliato
o in vassoi poco profondi. Quando l'esposizione ha un carattere più formale, i suiseki
sono spesso accompagnati da bonsai alberelli nani che sono fatti crescere con tecniche
particolari in modo da far loro assumere forme affascinanti. Il termine suiseki significa
letteralmente "pietra d'acqua" (sui = acqua; seki = pietra
o pietre) (in giapponese non vi è, tranne in pochissimi casi, alcuna distinzione
tra singolare e plurale) Ciò deriva dall'antico uso di creare paesaggi in miniatura in vassoi colmi d'acqua) e dall'associazione tra i suiseki e i dipinti orientali raffiguranti paesaggi montani e lacustri. Prima del periodo Meiji (1868-1912) per descrivere le pietre "paesaggio in miniatura" si faceva ricorso ad una varietà di termini, tra cui bonseki, bonzan, chinseki, kaiseki e daiseiki. Verso la fine del diciannovesimo secolo, in ogni modo, l'uso del termine suiseki si era ormai affermato saldamente nell'ambiente dei collezionisti giapponesi, cosicché finì per soppiantare tutti gli altri. In Giappone la popolarità dei suiseki è grandemente aumentata negli ultimi trent'anni. Sono stati scritti molti libri (in giapponese) sull'argomento, e in quasi tutte le grandi città del Giappone si tengono mostre annuali dedicate ai suiseki. I collezionisti vagano per le campagne in cerca d'esemplari d'alta qualità, che in certi casi possono valere migliaia di dollari. Nel corso degli ultimi dieci anni un numero crescente di non giapponesi (soprattutto occidentali appassionati di bonsai e di questi paesaggi in miniatura) hanno scoperto la speciale bellezza dei suiseki. Questi nuovi collezionisti accettano, come i loro colleghi giapponesi, la sfida costituita dalla ricerca dei suiseki tra migliaia dì pietre comuni, e ne condividono l'entusiasmo che procura il ritrovamento dì un esemplare che sarà ammirato per generazioni e generazioni. |