........
Nel 1879, grazie all’iniziativa del
suo editore Ricordi, Verdi incontrò nuovamente Arrigo Boito, con
il quale aveva già avuto un brevissimo momento di collaborazione
nel 1862. Boito aveva composto, nel 1868, versi e musica di Mefistofele,
un’opera che rappresentava, secondo Verdi, le tendenze del "nuovo stile"
italiano. Verdi aveva manifestato molto scetticismo nei confronti di questo
lavoro, giudicandolo eccessivamente pretenzioso e comunque molto lontano
dalle proprie concezioni artistiche. Boito, inoltre, aveva apprezzato e
sostenuto ciò che Verdi aveva tenacemente osteggiato considerandolo
contrastante con le tendenze proprie dell’arte italiana, vale a dire la
musica strumentale, quel "sinfonismo" di provenienza tedesca che Verdi
reputava tanto estraneo alle matrici culturali della musica italiana.
Ricordi
propiziò dunque l’incontro tra Boito e Verdi perché si rese
perfettamente conto che quest’ultimo – pur senza rinunciare alla sua esperienza
trascorsa – avrebbe potuto trarre dalla collaborazione con Boito una più
fresca ispirazione, contenuti più attuali, più al passo con
i tempi. Nacque dunque dalle conversazioni promosse da Ricordi il progetto
che avrebbe legato, per il resto della sua vita, Verdi a Boito, progetto
che si concretizzò infine nella composizione di Otello
e di Falstaff.
Il lungo lavoro che si svolse per
alcuni anni, in gran segreto, tra Boito e Verdi, è documentato da
un ricco carteggio intervenuto tra i due, che fornisce tutte le informazioni
riguardanti la minuziosa accuratezza che entrambi gli artisti riservarono
a ciascuna fase e a ogni particolare relativi alle vicende trattate anzitutto
in Otello.
Prima
di portare a compimento Otello, comunque, Verdi riprese Simon
Boccanegra e propose a Boito di trasformarne il libretto. L’opera,
totalmente rimaneggiata, andò in scena alla Scala di Milano il 24
marzo 1881: l’accoglienza che ricevette costituì certamente un incoraggiamento
ai due artisti per realizzare una più stretta collaborazione.
Otello prese dunque forma:
si trattò per Verdi di una esperienza realmente nuova. Mai egli
aveva lavorato così a lungo a una nuova opera; forse, non aveva
mai sentito l’attenzione del pubblico e della critica puntata su di lui
come in questa occasione. Fino a quel momento, Verdi aveva scritto quasi
"di getto" le sue opere: ora tendeva a ritornare su ciascun passaggio,
rifacendolo se gli pareva meno che perfetto, o lasciandolo "decantare",
per poi rivederlo o correggerlo.
Gli
abbozzi musicali preliminari relativi a Otello, custoditi tuttora
a Sant’Agata, descrivono piuttosto chiaramente il lavoro svolto da Verdi,
senza dubbio molto più accurato, minuzioso e analitico di quello
effettuato per qualsiasi altra delle sue opere: anche sulla partitura originale
appaiono parecchie cancellature e correzioni, quali solitamente Verdi non
era abituato a fare. Verdi continuò a dividere il proprio tempo
tra Sant’Agata e Genova. Dal 1884 trascorse annualmente anche un certo
periodo di tempo a Montecatini, per fruire della cura delle acque. A Sant’Agata
trovava riposo e calma, ma, nella sua tenuta, Verdi proprietario terriero
aveva il sopravvento su Verdi musicista ed egli tendeva a dimenticare tutto
il resto per occuparsi intensamente e interamente di colture, di allevamenti,
di bonifiche, accantonando il lavoro artistico.
Nel 1883 Verdi decise anche di revisionare
Don
Carlos, riducendo l’opera in quattro atti: la nuova versione, come
si è già accennato, andò in scena alla Scala di Milano
il 10 gennaio 1884 ed ebbe un’accoglienza trionfale.
Dal 1884 Verdi lavorò in modo
continuativo alla composizione delle musiche di Otello: l’opera
fu compiuta alla fine del 1885. L’anno
successivo il musicista si dedicò alla completa strumentazione dell’opera
e alla scelta degli interpreti: apportò anche ulteriori modifiche
alle parti vocali in funzione delle possibilità reali dei cantanti.
Il direttore che guidò l’orchestra della Scala in Otello
fu Franco Faccio, ma Verdi stesso ne condusse le prove, anche queste "in
segreto", a porte chiuse. Nessuno
avrebbe dovuto conoscere alcun particolare di Otello prima del levarsi
del sipario. La prima rappresentazione dell’opera ebbe luogo alla Scala
di Milano il 5 febbraio 1887. La sera della prima rappresentazione di Otello
il trionfo si estese dal teatro in cui l’opera venne rappresentata alla
città intera: migliaia di persone acclamarono Verdi sotto le finestre
del suo appartamento all’Hotel Milan; il tenore Francesco Tamagno, primo
grande interprete principale dell’opera, in mezzo a quella folla, cantava
e ricantava l’"Esultate", il breve ma efficacissimo brano che introduce
il personaggio di Otello e che Verdi aveva scritto "su misura" proprio
per lui.
Verdi dimostrò con Otello
di
essere approdato alla concezione dell’"opera totale", nel senso che il
discorso musicale si snoda, in quel capolavoro, in modo continuativo: non
esistono più, separatamente, "arie" e "recitativi", la tensione
drammatica è più accentuata, l’orchestra è prevalentemente
al servizio del canto "recitato" e dell’azione che si svolge in palcoscenico.
|