1987 18.1 Muore Renato Guttuso.
23.1 Il tesoriere della Pennsylvania, Budd Dwyer, accusato di corruzione, si
spara davanti ad una telecamera.
25.1 Elezioni tedesche: vince ancora Kohl.
3.2 Hit Parade italiana, album: prima è Madonna con "True Blue".
27.2 Si dimette Donald Regan, capo dello staff della casa Bianca.
24.3 Per arrestare un rapinatore che si fa chiamare Johnny Lo Zingaro, la
polizia mobilita settecento agenti e paralizza Roma per venti ore.
2.4 Il papa incontra a Santiago del Cile Pinochet.
3.5 Si ritira Julius Erving "Doctor J", il giocatore che ha
rivoluzionato il basket.
11.4 Si uccide a Torino Primo Levi. Aveva 68 anni.
26.5 Gli Stati Uniti chiedono agli alleati un intervento armato nel Golfo
Persico.
29.5 Un giovane tedesco atterra con un piccolo aereo sulla piazza Rossa, a
Mosca. Nessuno è riuscito a fermarlo.
8.6 Dimezzate in appello le condanne a Negri e Scalzone.
11.6 In Inghilterra le elezioni politiche sono vinte ancora dalla Thatcher.
15.6 Elezioni in Italia: crolla la sinistra, vincono i socialisti di Craxi.
11.7 La terra ha cinque miliardi di abitanti, un terzo vive sotto i livelli di
sussistenza.
9.9 Al festival di Venezia vince "Au revoir les enfants" di Louis Malle.
18.9 Accordo Usa-Urss sugli euromissili: saranno smantellati.
9.11 Con tre referendum, l'Italia dice no all'energia nucleare.
8.12 Reagan e Gorbaciov firmano a Washington l'accordo per la pace.
22.12 Dario Fo in tv legge
un passaggio di "Mistero Buffo". Il Vaticano protesta. |
Quel giorno camminavo per il centro, tentando
di respirare ancora un po' del profumo dell'autunno che stava scivolando lentamente verso
l'inverno. Era 1987. Bruce Springsteen ci aveva appena mandati a casa. Eravamo tutti
pronti a ballare di nuovo e lui fece uscire "Tunnel Of Love", uno di quei dischi
che ti dicono che fuori fa freddo e che non è più tempo per il rock'n'roll. Insomma, era
di fermarsi. Almeno per un po'. Nella vetrina di un negozio di dischi vidi
"Lonesome Jubilee". A dire la verità quello che vidi fu la foto di John
Mellencamp seduto al bancone di un bar americano che guardava da qualche parte Mi infilai nel negozio e uscii col
vinile sotto il braccio. Qualche anno prima era stato "Scarecrow", filo spinato,
sangue e rock. Adesso Mellencamp da quella copertina mi stava dicendo che in qualche cazzo
di modo le cose non erano cambiate. Non c'era più molto da fare, se non stare seduti ad
un bancone ad ascoltare un vecchio juke box, lasciando infine che i ricordi fluissero
lenti, fino a sbrodolarsi nel bicchiere di whisky, giusto prima che lo facesse l'ultimo
raggio di sole. E quel vecchio accanto, poi. Mi stava a guardare ma non guardava me. Aveva
davanti agli occhi i campi gelati, il grano invenduto, le croci piantate, gli
spaventapasseri spazzati dal vento.
"The Lonesome Jubilee". Aprii il cellophane e misi sul piatto quel disco.
Batteria secca, violino, chitarra elettrica. Era il suo suono, certo. Il suono di
Mellencamp, che adesso era ancora più suo, come se fosse cresciuto fino a diventare tanto
maturo da essere definitivo. Come se tutta la tradizione folk, da Guthrie a Seeger a
Dylan, fosse stata filtrata e unita agli Stones, a Van Morrison e al rock d'autore in
generale, fino a trovare una sua forma. Anche definitiva.
"Paper in Fire". Prima canzone. Primo pugno nello stomaco. Sogni in fumo,
come carta che brucia. Probabilmente la sintesi dell'intero disco. Rispetto a
"Scarecrow" però, qui l'obiettivo si era spostato. Non più solo i contadini
della grande provincia americana, ma ogni singola persona che si sentisse fregata da
Reagan, dal lavoro, dalla vita tutta, compreso l'amore. Se ti avvicini troppo ai sogni,
cantava Mellencamp nella prima canzone del disco, quelli bruciano e non ti resta che stare
a fissare la cenere e il fumo, poi, che se ne va in aria e scompare. Bella prospettiva,
non è vero? Che poi uno dice, ci rimane l'amore. Beh, il signor Mellencamp non è
d'accordo. Così, nella seconda strofa, in pochi versi, cantava che manco a stare a
correre romanticamente dietro al vento pagava molto e che quando i giorni della
"vanità" stavano per finire, non rimaneva che carta che andava a fuoco. Viene
in mente Raymond Carver e le sue storie di ordinaria follia. Quotidianità, quotidianità.
Qualcuno le chiama anche minimaliste. Questo disco può essere la giusta colonna sonora
dei suoi libri. Non vi bastasse, prendete Nebraska di Springsteen o Raindogs di Tom Waits.
A metà della prima canzone, comunque, avevo capito che aria tirava. Nel senso che anche
qui, come con Springsteen, erano finiti i tempi per ballare. Sicuro. Così, nell'ultima
strofa John mi diceva che c'era qualcosa di buono dall'altra parte del campo verde. Una
vita "buona", con qualche soddisfazione, un po' di serenità, amore finchè si
può. Solo che, continuava a cantare, continuiamo a guardare quel posto di sogno da
lontano, senza possibilità di arrivarci mai, fino a che quel bel posto non diventi
marrone. Sì, marrone, magari del colore della carta che è bruciata e che non puoi più
utilizzare. Quella non serve più a niente. Sopra non ci puoi più scrivere lettere che
non spedirai mai, nè promesse da non mantenere. Niente.
Bruciata, se ne vola via, fino a svanire da qualche parte, nel buio.
Finii di ascoltare quel disco e mi accorsi che fuori stava arrivando l'inverno. O
forse, non era fuori. Era in quei dischi, pieni di malinconia e tristezza. In fondo,
eravamo cresciuti, tutti un po', canzone dopo canzone, disco dopo disco, cercando di
tenere i sogni in qualche cassetto sicuro, prima che potessero bruciare come carta.
Luca Pallaro
tratto da:LONESOME JUBILEE (MERCURY/POLYGRAM 832 465-1)
1987

Paper in Fire la si può
ascoltare dal vivo su questi bootleg:
Back Home Again (Living Legend, LLRCD 192, Deer Crek, 92)
Birthday Party (Flamingo Records, FR 09, Belmont Mall Studio, Bloomington, october 7
1987)
Check It Out (That's Life, IL 930037, Belgium, 92)
Eurotour 92 (PSCD, 2196, Eurotour 92)
Hit Song by a Pop Singer (MMS, 1492, recorded during Eurotour '92)
The 4th of July (BKCD, 012/013, Deer Crek, Indiana, 7/4/92)
4th of July (Kiss The Stone, Deer Crek, In, 7/4/92)
Hurts So Good (Karma, 023, Us Tour '88, no place)
In The Southern Hemisphere (Big, 066, Dallas, TX, march 4, 1988)
John's Garage Tape (Unbelievable Music, UM 002, Belmont Mall Studio, Bloomington,
Indiana)
Like A Rolling Stone (WW, 9411/12, Switzerland, january 22, 1988)
Live Rehearsals (KTS, 090, Indianapolis, 1992)
Live Usa (Imtrat Music, imm 42.90044, Dallas TX, march 4, '88)
Live Vol. 1 (Joker, jok 049-A, Indiana, 7/4/92)
Love & Happiness In Small Town (Flashback, 08.92.0185, Los Angeles, Ca, march '88)
Overdrive (Papillon; PPL 018, Dallas TX, march 4, '88)
Rockin' In Small Town (Sounds Alive, SA 24.009, Deer Crek, July 4 1992)
Rocks In The Usa (Living Legend Records, LLRCD 173, Detroit, 1988)
Stripped Down (HR, hr5986-2, Great Woods, Massachussetts, august 3, '93)
Superstar Concert Series (Westwood One, Show #93-32, Deer Crek, Indiana, july 4, '92)
Welcome To The Garage (Beech Marten Records, BM 068, recorded live in John's garage,
january 6, '92)
Wild At Night (Kiss The Stone, KTS 403, Chicago, Illinois, august 27, '94)
Bad To The Bone (Banzai!, BZCD 059, Chicago, Illinois, august 27, '94)
Workingman's Rock & Roll (Royal Sound Muisc, Rsm 003, Deer Crek, Indiana, july 4,
'92)
The Natural Hot Killer (MAN, 009, Chicago, august 27, '94)
Unplugged & More (Flamingo Records, FR-18, mtv show, 92)
IL TESTO
She had a dream
And boy it was a good one
So she chased after her dream
With much desire
But when she got too close
To her expectations
Well the dream burned up
Like paper in fire
Paper in fire
Stinkin' up the ashtrays
Paper in fire
Smokin' up the alleyways
Who's to say the way
A man should spend his days
Do you let them smolder
Like paper in fire
He wanted love
With no involvement
So he chased the wind
That's all his silly life required
And the days of vanity
Went on forever
And he saw his days burn up
Like paper in fire
Chorus
There is a good life
Right across the green field
And each generation
Stares at it from afar
But we keep no check
On our appetites
So the green fields turn to brown
Like paper in fire. |