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Chi è che decide come un uomo dovrebbe vivere: I PRIMI 200 ANNI DELLA STORIA DI JOHN MELLENCAMP Introduzione al Greatest Hits di Timothy White
"C'é una buona vita proprio aldilà di questo campo verde ed
ogni generazione la osserva da lontano". "Paper in Fire, fu scritta basandosi su vari passaggi della Bibbia molti dei quali dall'Ecclesiaste" - dice John Mellencamp con un piccolo sorriso riflettendo sulle canzoni che ha scelto per la sua prima retrospettiva in oltre due decenni di attività,"e tutto ciò si adatta bene all'idea di una collezione come questa perché parla di verità, delle conseguenze e di cosa accade quando un uomo raggiunge quello che ha cercato per l'intera vita: Che sia o no ciò che si attendeva". Mellencamp ha alle spalle due secoli di storia di emigranti, di "cercatori". L'esempio più antico è il capostipite della famiglia: Johann Heinrich Mollenkamp. Lui era un giovane ma temprato contadino tedesco in una fattoria vicino alla città portuale di Amburgo. Nato nel 1823 (10 anni prima dell'amburghese Joannes Brahms) Mollenkamp era un tipico ed inquieto prodotto di una piccola cittadina con la voglia di più ampie esperienze, capace di accettare anche la parte di rischio che quella "voglia" implicava. Dato che nel 1842 Amburgo era stata distrutta in gran parte dal fuoco, egli guardò oltre l'orizzonte della sua sfera familiare e decise di soddisfare la sua voglia di avventura. Così nel 1851 il 28enne contadino luterano lasciò la Germania con sua moglie (Anna Marie Brasche) comprando due posti di terza classe su una nave che partiva per il Nuovo Mondo. Il punto di entrata per la giovane coppia tedesca fu Philadelphia e Anna Mollenkamp partorì la prima figlia Mary, in Pennsylvania, mentre erano in viaggio verso un villaggio di coloni bavaresi nel Sud dell'Indiana. Nel corso dell'anno i Mollenkamp e la loro figlia misero nuove radici vicino al confine tra le cittadine di Hamilton e Wayne, nello stato che era denominato "l'incrocio dell'America". Nel 1855 arrivo il secondo di due ragazzi concepiti sul suolo dell'Indiana, Johann Herman Mollenkamp, più tardi anglicizzato come John Henry Mellencamp - che nacque circa 130 anni prima del debutto nelle Billboard Hot 100 chart di "Lonely Ol' Night" e "Small Town". Cresciuto nella parte appartenente al padre della fattoria di Hamilton Township, John Henry aiutò ad organizzare la Chiesa luterana di White Creek. Costruì inoltre una casetta di legno con la moglie Carrie Mackey e la riempì con tre figli, tre figlie ed un necessario rispetto per la sua autorità che era equivalente ad un'autodifesa dal momento che Pop (Papà) era una persona autoritaria. Alla matura età di 60 anni John Henry sosteneva che avrebbe potuto aggredire avversari di un terzo della sua età e sottometterli al suo volere. Già allora "il tempo non rispetta nessuno" come il suo bisnipote avrebbe cantato un giorno in "Crumblin' Down" e solo un anno dopo, nel 1916, John Henry Mellencamp se n'era andato. "Ebbe una colica biliare", spiega il nipote Richard Mellencamp, "e la famiglia non aveva i soldi per l'operazione. Non se lo potevano permettere quindi poterono solo guardarlo morire". I 120 acri di mais e grano nella contea di Jackson che John Henry Mellencamp aveva accumulato in oltre 6 decadi, furono divisi tra i discendenti ma, nel vuoto lasciato dalla sua scomparsa, la sua amareggiata discendenza cercò vocazioni alternative rifiutando il destino di contadino. Harry Perry "Speck" Mellencamp, il padre di Richard lasciò la scuola per diventare carpentiere e falegname. Dopo aver corteggiato la fidanzata Laura Noblitt su un calesse, si sposarono nel 1924 e presero residenza in East 130th Street in Seymour Indiana. Sede di un'imponente Oktoberfest, Seymour prende il nome da John C. Seymour, l'ingegnere ferroviario che rese possibile con l'attuale ferrovia Baltimora-Ohio ai contadini locali di vendere i loro prodotti nei mercati delle grandi città. Durante la Depressione, Harry fu costretto a cercare lavoro come aiuto nelle fattorie ed a cacciare procioni e donnole per le pelli. I Mellencamp trovarono riparo dai loro ricorrenti problemi nella musica. Il lato della famiglia di Laura Mellencamp introdusse questo passatempo. "Mio padre suonava le ossa di mucca, due costole lucidate come avorio che teneva in equilibrio fra le dita" ricorda "e così teneva il tempo mentre i miei fratelli e sorelle suonavano il banjo, violini, chitarre, armoniche o l'organo a pompa di famiglia, ed io cantavo canzoni come "The Baggage Coach", che mio padre m'insegnò quando avevo 8 anni". A questo punto l'Indiana era conosciuta come una terra da cui venivano grandi scrittori come Lew Wallace ("Ben Hur"), Theodore Dreiser ("An American Tragedy") e Booth Tarkenton (che vinse il premio Pulitzer sia con "The Magnificent Ambersons" sia con "Alice Adams") o il poeta James Whitcomb Riley e superbi forgiatori di canzoni come Hoagy Carmichael ("Stardust", "Georgia On My Mind") o Cole Porter ("Night and Day", "I've Got You Under My Skin"). Come suo padre prima di lui, Harry alias Speck (per la sua pelle lentigginosa) Mellencamp sfornò 6 figli, quattro maschi e due femmine. Il primo figlio, James Archie fu ucciso a 15 anni da un automobilista ubriaco che colpì la sua bicicletta sulla Seymour Highway 31. Con la fine della depressione, le fortune del marito di Laura migliorarono con la nascita a Seymour della "Harry P. Mellencamp Building & Costruction Company", e Speck mise i figli Jerry, Joe e Richard a lavorare con lui alla costruzione di circa 40 case per i soldati che tornavano dalla II° guerra mondiale. I figli di Speck si diedero da fare per avere successo: in particolare Joe, alto 1,88, divenne una star alla Seymour High School, fece fortuna all'Indiana State University come runningback (un ruolo del football americano N.d.T.) e prosperò con la propria ditta di cemento. Richard, invece sposò una finalista a Miss Indiana del 1946, Marylin Joyce Lowe, e divenne un dirigente alla "Robbins Electric", una ditta nazionale con Disney World come cliente. John nacque il 7 ottobre del 1951, l'ufficio meteorologico degli Stati uniti sostiene che Seymour fu il punto più freddo nello Stato in quel giorno di serenò con il mercurio che scese a +1 C e gli abitanti ammirarono lo spettacolare scenario autunnale e la luna da raccolto che più tardi si alzò sopra di esso. Richard e Marylin Mellencamp si spostarono con la loro nidiata di 5 figli (3 maschi e 2 femmine) dall'angusto cottage di mattoni in Seymour ad una derelitta casa nella vicina Rockford. Il padre di John incitava i figli ad aiutarlo al restauro della casa dei suoi sogni. Quando essi si opponevano a tagliare le pietre o a scartavetrare la pittura o disubbidivano in qualche altro modo, Richard li sfidava - nel modo consueto dei Mollenkamp/ Mellencamp - ad una "discussione" a mani nude. "Un figlio deve avere qualcosa contro cui sbattere e combattere per capire chi é veramente", dice John adesso, echeggiando sentimenti esposti nell'hit del 1984 "Authority Song". "Hanno bisogno di qualcuno da mettere alla prova. Ho scoperto chi ero ad un livello primitivo, ogni volta che mio padre ed io facevamo a pugni. Non si parla con il nemico dei tuoi dubbi e delle tue debolezze, così io sbattevo contro di lui, scoprivo che non potevo vincere, mi stancavo di essere riempito di botte e smettevo di comunicare del tutto per un po'". La guida educativa che i Mellencamp non ricevevano a casa, Richard insistette che essi la trovassero all'ultrafondamentalista Prima Chiesa del Nazareno al 311 di Myer Street. "Non potevi ballare, le ragazze non potevano truccarsi o portare gioielli, non si andava al cinema, niente fumo o alcool", John ricorda con un brivido. "E l'idea era che i ragazzi andassero in giro indossando camicie pulite e bianche per tutto il tempo. Se avevi peccato ti inginocchiavi all'altare e la congregazione pregava per te". John si stancò ben presto di quella vita. Cominciò ad evitare il servizio alla messa e le lezioni sulla Bibbia all'età di 13 anni. Si convertì al rock'n'roll, in particolare alla musica nera, in una regione dove il Ku Klux Klan era ancora attivo. "Sono stato educato a non considerare le differenze etniche e razziali" dice Mellencamp "ma quando scoprii che l'élite della città tremava dinanzi a questi punti di vista, abbracciai queste convinzioni ancora più decisamente. Shockammo tutta le persone "giuste". Infatti, gli amanti interrazziali abbracciati dietro il juke-box nel video del suo hit del 1987 "Cherry Bomb" (che si riferisce all'acquisto del suo primo disco, una copia da collezione del successo di Chubby Checker, "The Twist" del 1960) furono una simbolica evocazione di questa fase della personale evoluzione di Mellencamp. E proprio come suggerisce il video, John presto prese una direzione ben precisa e a 14 anni sarebbe diventato un aspirante urlatore di soul vestito di giacche di pelle, jeans attillati e stivali insieme al suo amico di colore diciassettenne Fred Booker, in una rumorosa band dedita alle cover di Wayne Cochran ("Harlem Shuffle", "No Rest For The Wicked") e James Brown ("Papa Got A Brand New Bag", "I Got You (I Feel Good)"), chiamata The Crepe Soul. "Guadagnavamo 100$ la settimana suonando ai party universitari ed anche alla pista da pattinaggio di mio zio Joe il "Rok-Sey" (quello che si vede in Falling from Grace, N.d.T.) finché non ci sciogliemmo" dice Mellencamp "e questo avvenne dopo un concerto in una taverna a Salem, Indiana durante il quale scoppiò una rissa sulla pista da ballo che finì in un duello a coltelli tra un bianco ed un nero in mezzo alla folla". Le tensioni razziali furono costantemente sul punto di esplodere ma la cultura dei teenagers in quegli anni sessanta si evolse oltre queste barriere emotive ed in parte grazie ai Beatles, alle garage bands ed al vituperato soul della Stax Volt. L'apertura mentale del panorama musicale era scarsamente rappresentata nel panorama televisivo del 1964-1967 comunque , dove la maggior parte delle TV nazionali e locali erano totalmente "bianche". Infatti tranne che per il Sammy Davis Jr. Show del venerdì sera sulla NBC, il posto più affidabile dove trovare i talenti musicali neri era tra i programmi che si ispiravano ad American Bandstand, show di varietà come il programma pomeridiano per giovani "Where the action is" o i programmi notturni "Shindig" sulla ABC e "Hullabaloo" sulla NBC. "Oggi tutti sono abituati ad avere le trasmissioni di MTV e VH1" dice Mellencamp "ma a quei tempi vedere Martha Reeves, i Temptations e gli Shangri La's insieme in televisione era, specialmente per i giovani, una novità assoluta". Non c'è da sorprendersi se John ricreò quell'epoca nel 1986 quando utilizzò una vecchia telecamera per riprendere il video del suo hit "R.O.C.K. in the U.S.A.", alternando insieme alla co-regista Faye Cummings, immagini di un fittizio gruppo vocale nero (interpretato dalle coriste Pat Peterson e Crystal Taliefero e da loro amici) ed di un confusionario gruppo bianco (il resto della band in abiti d'epoca). In chiusura del video-clip le due band si fondono insieme. Nel momento di pausa seguente lo scioglimento dei Crepe Soul nel 1966 Mellencamp si unì a bands chiamate Snakepit, Banana Barn, e Mason Brothers ed infine provò la strada del folksinger mentre lottava strenuamente per finire l'High School. Verso la fine del suo ultimo anno alla Seymour High School insieme ad una studentessa della Eastern Michigan University figlia di un dirigente delle industrie Brownstone, Priscilla Easterline, che aveva messa incinta, attraversò il confine con il Kentucky per il quale non esisteva l'età del consenso, per sposarsi con l'aiuto di un giudice di pace di Louisville. Dopo il diploma John fu accettato alla Vincennes University, una scuola biennale meritoria per la benigna accettazione della sua scarsa media ("D") ed i suoi tre tentativi di passare il secondo esame di Inglese. Passò il suo tempo a lanciare frisbees, giocare con la figlia Michelle ed a maledirsi ad alta voce durante il notiziario radio del college quando sbagliò la pronuncia dei nomi vietnamiti leggendo i resoconti della guerra nel Sud-Est Asiatico. Di nuovo voglioso di musica, Mellencamp si tinse i capelli di verde e blu e sulle orme di David Bowie organizzò un gruppo di glitter rock chiamato Trash, scrivendo la sua prima canzone originale "Loser" per quell'incerto progetto. Gli esami finali del college trovarono una persona senza obiettivi e lo convinsero a spostarsi, insieme alla moglie, in un appartamento di due stanze sopra ad un garage nella 13a strada di Seymour, ed a trovare un impiego stabile come installatore di telefoni per l'Indiana Bell. Quando però al novizio uomo delle linee accadde di disconnettere inavvertitamente tutte le utenze a Freetown, Indiana, fu licenziato. Ma il business della musica ancora esercitava la sua attrazione ed un viaggio a New York in cerca di una pausa lo condusse negli uffici di Manhattan del Main Management di Tony DeFries. Il contratto di John con il boss fu sottoscritto al Big West Restaurant sulla College Avenue di Bloomington, Ind. (la città di Hoagy Carmichael) e quindi DeFries, che aveva recentemente rotto il sodalizio con David Bowie, sorprese il suo nuovo cliente con uno stravagante nome d'arte "John Cougar" per il suo album di debutto "Chestnut Street Incident". Nell'ottobre del 1976 DeFries si accordò con il sindaco Donald H. Ernest per organizzare ufficialmente il "Johnny Cougar Day" comprendente una parata su Chestnut Street. Lo spettacolo fu curioso, il concerto pomeridiano precario, la reazione della gente del tutto negativa. "L'album Chestnut Street Incident fu un totale insuccesso, faceva schifo quanto il nome da animale di giungla che DeFries fece scrivere sulle copertine e mi appiccicò addosso", dice Mellencamp. "Inoltre mi lasciò con "The Kid Inside", un disco che non sarebbe dovuto uscire e abbandonò la MCA portandosi via i soldi e lasciando un buco di un milione di dollari". John, che ufficialmente era in bancarotta, trovò un avvocato di buona reputazione, capì quali erano stati gli errori e firmò con la Riva Records di Billy Gaff, ritirandosi a Londra per registrare "A Biography", l'album del 1978 che produsse una prima posizione nelle classifiche australiane con "I need a lover". "Io e la mia band eravamo così sprovveduti all'epoca che c'eccitavamo quando scoprivamo i cambi di tonalità", ammette Mellencamp adesso ridendo. "Per questo motivo "I Need a Lover" ha quella lunga introduzione strumentale. Una volta che cominciavamo a suonare quei bei cambi di tonalità, eravamo così eccitati che non potevamo smettere". Quando I need a lover raggiunse l'America nel 1979 nel suo terzo LP "John Cougar", Pat Benatar l'ascoltò e la riprese nel suo album "In The Heat Of The Night", rendendola uno dei pezzi più suonati nelle radio FM. Questo la aiutò ad assicurarsi un successo duraturo nel tempo e a John una seconda chance (oltre che a garantirsi una rispettabilità professionale quando raggiunse il numero 28 nelle Hot 100 con le sue gambe). "Alla fine", aggiunge Mellencamp, "capii che non avevo altra possibilità che essere solo me stesso". Questa nuova direzione presa da Mellencamp cambiò radicalmente le cose. Riunendosi in studio con il famoso chitarrista-autore-produttore della Stax-Volt Steve Cropper, John realizzò nel 1980 "Nothin'matters And What If It Did" giurando a se stesso che sarebbe stato l'ultimo tentativo di ottenere un successo durevole. Tra gli hits che ne derivarono c'era Ain't Even Done With The Night una canzone che secondo lui "mostra le prime tracce di come imparavo a scrivere canzoni". Nel frattempo l'impulsivo matrimonio con Priscilla era diventato un problema per entrambi. Si divisero ma rimasero amici tanto che Cil (Priscilla) aiutò la seconda moglie Vicky a scegliere l'abito da sposa. Il successivo album di John, American Fool, completò il suo ritorno nel 1982, vendendo 5 milioni di copie negli Stati Uniti fino a divenire l'album più venduto dell'anno sulle ali di "Hurts So Good" che raggiunse il numero2 nelle Hot 100 per quattro settimane consecutive, e di "Jack & Diane" che parcheggiò se stessa al numero 1 per un mese. "Queste due canzoni sono sempre sembrate dei felici incidenti" dice Mellencamp "e io dovetti lottare per mettere "Jack & Diane" sull'album, ma adesso viene ripresa da artisti di R&B, hip-hop come le TLC, che é una cosa sorprendente e gratificante allo stesso tempo. Come per "Hurts So Good", io ho letteralmente immaginato quella canzone sotto la doccia nella mia casa in Bloomington ed ero ancora gocciolante quando mi vestii ed uscii dalla mia stanza da letto per dire al mio vecchio amico e co-autore George Green: "Hey! Ho appena pensato ad un gran coro che fa: "Sometimes love don't feel like it should. You make it hurts so good!". Nel tempo che ci era voluto per asciugarmi avevamo scritto le parole insieme ed avevamo finito la canzone". Inoltre il soliloquio sotto la doccia lo aveva reso consapevole che tutto quello di cui aveva bisogno per il suo rock'n'roll era proprio lì, nel suo cortile del Midwest. Invece che cercare di scimmiottare eroi come James Brown, Bowie o i Rolling Stones, si decise a ricominciare la sua carriera di nuovo componendo canzoni sulle sue follie e stravaganze, sulle piccole cittadine dell'Heartland dove era cresciuto e sulle umili speranze dei cittadini che le popolavano. In questo modo si guadagnò i cuori di milioni di persone con le sue semplici ed appassionate osservazioni su "Crumblin'Down", "Pink Houses" e "Authority Song" dal suo album del 1983 Uh-Huh. Alla fine del 1983, Mellencamp aveva due nuove bocche da sfamare, le figlie Teddi Jo e Justice, ma le sue gioie come padre di famiglia furono purtroppo compensate da perdite dolorose. Speck Mellencamp morì di cancro al polmone il 26 dicembre 1983 e John fu molto scosso alla vista del nonno morente tormentato da un orgoglio che gli impedì, fino all'ultimo, di riconoscere la sua paura del diavolo o la sua fede nella redenzione. "Nessuno dovrebbe rendersi così solo", pensa John adesso sperando che lo stesso destino non spetti anche a lui. Prendendo spunto da questi fatti durante le estati del 1984 e 85, il Little Bastard (il soprannome che gli deriva da James Dean) cominciò a cercare tra i ricordi dell'eredità di suo nonno, cercando di capire cosa sarebbe stato necessario per fermare la mai dichiarata guerra dei Mellencamp a loro stessi. "Il motivo per il quale ero così vicino a mio nonno, anche dopo la sua morte, ed anche a mia nonna era che loro erano il solo sistema di supporto che avevo", dice Mellencamp "e non solo per entrare nel music business, ma anche per ogni altra cosa nella mia vita, sia che stessi fuggendo o agendo d'impulso. Amo i miei genitori ma quando stavo crescendo, cazzo, ero in totale rotta con loro e i miei nonni erano in mezzo, cercando di spiegarmi chi ero quando era possibile. Una struttura familiare fornisce questo tipo di personalità ed aiuti nella vita". Da quando Mellencamp vide a Seymour il film di Paul Newman "Hud" nel 1963, s'identificò completamente con l'interpretazione di una classica mela marcia impegnata in un acceso conflitto con il severo e moralista padre (interpretato da Melvyn Douglas). Le immagini di Hud sui conflitti generazionali riflettevano molte delle discussioni e dei confronti che avrebbe da lì a poco ingaggiato con il padre Richard. Ma riguardando il film dopo la morte di Speck, John scoprì che l'interesse per il personaggio di Hud era ormai svanito. Nel frattempo il duro genitore con il quale non era mai andato d'accordo, era stato rimpiazzato da un uomo pieno di rimorsi per il rapporto che non aveva mai stabilito con i figli. "Il modo con il quale mio nonno si era spento fu sconvolgente per mio padre e per mio zio Joe, come per me", dice John. "Infatti la morte del nonno ha fatto crescere di molto i maschi della famiglia e ha posto fine alla guerra contro il mondo e tra di loro. Facemmo pace e diventammo di nuovo una famiglia". Un discorso che il rancher texano interpretato da Melvyn Douglas fà in Hud dopo un litigio con il mai contento personaggio di Paul Newman girava nella testa di John: "A te non te ne frega niente e questo è tutto, questo é il problema. Non ti frega delle persone. Hai avuto il fascino dalla tua parte e questo fa sì che i giovani vogliano essere come te. Questa é la parte vergognosa della questione perché tu non tieni in considerazione nulla. Non rispetti nulla. Non mantieni nessun controllo sui tuoi appetiti. Vivi per te stesso e per questo non sei uno con il quale si può convivere. A poco a poco l'aspetto della nazione cambia a causa degli uomini che ammiriamo". Ripensando al suo nodoso albero genealogico ed alla sua complessa natura, John si sedette davanti ad una macchina da scrivere e cominciò a buttare giù canzoni per un album dal titolo provvisorio "This Old World" ma più tardi pubblicato nel 1985 con il titolo di Scarecrow. Forse fu l'antica incapacità dei Mellencamp ad avere successo nell'attività agricola che provocò nei vari discendenti un'innata rabbia e frustrazione, ma John comprese che molti dei membri della sua famiglia e dei suoi amici ancora dipendevano dall'agricoltura e dalla autosufficiente vita delle piccole città, dai loro stili di vita e dal loro senso morale. Sua sorella Laura, sposata a Mark allevatore di maiali a Dudleytown, Indiana era, così come altri agricoltori, minacciata nel suo antico senso di dignità dai monopoli aiutati dal governo e dalle grandi aziende. Ed i compagni di scuola di John stavano confrontandosi con un crescente isolamento economico e sociale nei casolari, di cui avevano bisogno per far crescere i figli, oppure erano impegnati in drastici traslochi in un mondo più ampio che non considerava per niente i valori con i quali erano cresciuti. "Lonely Ol' Night" e "Small Town" vennero fuori da queste riflessioni e colpirono le corde di molti ascoltatori, soprattutto di quelli che non riconoscevano più se stessi nel loro luogo di lavoro, nelle loro comunità, nella loro cultura. Una delle ultime cose che John fece per "Scarecrow" fu di chiedere alla vedova di Speck di aprire il disco con diverse strofe da "The Baggage Coach", la folk song che suo padre le aveva insegnato circa nel 1913. Racconta la storia di una famiglia di pionieri che si dirige verso Ovest alla ricerca della terra promessa dell'oro per tornare poi a casa impoverita, pochi anni dopo con la donna morta per l'asprezza dell'esperienza, giacente in una bara sul vagone bagagli di un treno diretto ad Est, mentre il marito conforta i bambini nel vicino scomparto passeggeri. Il testo recita: "La faccia di un bambino mostra le immagini di una speranza che é morta", dice Nonna Mellencamp. "John pensava che ci fosse una grande lezione in quelle parole". Così come in "Scarecrow" aleggiava il fantasma di Speck, così "The Lonesome Jubilee" del 1987 é influenzato dalla morte per cancro dello zio Joe a 57 anni. "Anche se questo uomo massiccio era sceso a 50 chili nell'unità di cura intensiva" dice John "ancora non voleva rovinare l'immagine di macho da star del football lasciando che i suoi cari lo vedessero! E dice l'Ecclesiaste: "I giorni della vanità andarono avanti per sempre". Paper in Fire fu ispirata da Joe con Hud, la Bibbia e la vita da rockstar buttate dentro per buona misura, ed era anche ispirata dalle lezioni importanti che alla fine avevo dovuto imparare". Uno dei più bei dischi rock degli ultimi trenta anni, TLJ comprendeva alcuni dei più genuini ed inneggianti salmi come "Cherry Bomb" e "Check it Out" e cementò lo status di Mellencamp di persistente innovatore/contestatore. Mentre arrangiava il suo materiale, l'artista spinse la band a fondere violini, fisarmoniche, dulcimers ed altri strumenti folk tradizionali ad un nuovo e strutturato suono rock per rappresentare le sue impressioni su un paesaggio una volta familiare e che ora era cambiato completamente, ed era ormai fuori dal suo "controllo". Sia "Scarecrow" sia "The Lonesome Jubilee" allo stesso modo giocarono un ruolo cruciale ad indirizzare il mainstream rock verso la ricchezza della root musica americana, aiutando a diffondere i suoni ibridi di gruppi successivi come Buffalo Tom, Jayhawks, Wilco, The Bottle Rockets e Son Volt, ed inoltre alimentarono l'entusiasmo dell'insorgente movimento country, legato alle tradizioni. L'annuale serie di concerti per Beneficenza del Farm Aid, co-sponsorizzzati da Willie Nelson, Mellencamp e Neil Young fornirono altri momenti di grande visibilità per gli "spiriti" uniti da questa causa: così come l'acclamato film diretto da Mellencamp "Falling from Grace" che divenne immediatamente un cult tra i fan dell'alternative country, anche a causa di fertili session come quella che risultò in "Sweet Suzanne" suonata dai Buzzin' Cousins: cioé Mellencamp, Dwight Yoakam., John Prine, Joe Ely e James McMurtry. Coda. Dopo lo squisitamente sobrio disco del 1989 "Big Daddy", che contemplava una nuova direzione personale e professionale conseguente alla separazione dalla seconda moglie, John riscoprì la ruvida esuberanza dell'era di "Uh-Huh" con WWW ("Whenever We Wanted"). John conobbe la famosa modella Elaine Irwin sul set del video "Get a leg up" alla quale fece una corte spietata. Chiese ad Elaine di sposarlo e lo fece il 5 settembre 1992 a Seymour in una cerimonia che ebbe luogo vicino al cottage di legno di Mellencamp, sull'argine dello stesso White River che era straripato il giorno che John nacque. La felicità che gli ispirava questa nuova relazione fu in qualche modo celebrata su un altro album, pensieroso e profondo, "Human Wheels", la cui title track fu il frutto di un'altra collaborazione con l'amico di infanzia George Green, adattata in parte da un'elegia che Green aveva composto per il funerale del nonno. Con tanta voglia di registrare ancora dopo "Human Wheels" Mellencamp tornò in studio nel 1994 e realizzò Dance Naked, "girando intorno ed intorno" ("spinning round and round", le parole di Human Wheels, N.d.T.) in una fiammata di 14 giorni di session compositive e riunioni. L'otto agosto 1994 John ha accusato un lieve attacco cardiaco dopo uno show - tutto esaurito - al Jones Beach Theater a Wantagh nello stato di New York. Nella tipica maniera dei Mellencamp, ostinata ed in lotta con il destino, ha continuato il tour per un altro mese prima di cancellare le date rimanenti. Gli fu diagnosticata l'ostruzione di un'arteria: il suo problema erano le sigarette. Reagendo, Mellencamp diede uno sguardo ai due vivaci bambini biondi che Elaine gli aveva appena dato (Hud nel 1994 e Speck nel 1995), e cambiò il suo stile di vita dalla notte al giorno. Ritornò nel 1996 con uno dei suoi album più vitali "Mr. Happy Go Lucky", accolto con entusiasmo dalla critica. Alla ricerca di un simbolo per presentare questa raccolta, che conclude alle soglie di un interessante nuova fase della sua vita e della sua carriera - John si è rifatto al 1968 ed alle rock ballads che infiammarono la sua immaginazione quel dicembre, quando aveva 17 anni e credeva che il mondo potesse avere un posto per un "nessuno" che vedeva il suo futuro in termini di rock'n'roll. Poco apprezzati musicisti passarono quell'inverno suonando un sottovalutato album chiamato "Bang Bang You're Terry Reid" ed un'incisiva ballata chiamata "Without Expression". Questa bonus track è un tributo ad un talentuoso cantante ed autore inglese di Huntingdon, Cambridgeshire, che fornì l'ispirazione ad un imprevedibile angolo del Sud Indiana, lontana quasi metà emisfero. "Il passato non rispetta nessuno" ma fortunatamente un ringraziamento da parte di un essere umano ad un altro non ha tempo. Domenica pomeriggio alle 13.30 del 12 Ottobre 1997 John Mellencamp deve decidere come chiamare questo album pieno di ricordi: "OK. Le cose stanno così: non mi sento a mio agio dire che questi sono i più grandi successi, il meglio di qualunque cosa o cose del genere come la mia prima decade di successi. Avendo finito proprio in questo minuto di ascoltare tutte le canzoni che ho scelto in sequenza, sento che sono canzoni sulle quali ho lavorato duramente, dalle quali ho imparato molto, ho creduto che potessero piacere ad altri ed infine ho scoperto delle persone alle quali piacevano tanto quanto mai avrei potuto sperare. C'è anche del materiale migliore che arriverà nel prossimo capitolo, ma l'umile realtà, veramente, è che devo chiamare questo disco per quello che è: il meglio che potessi fare 1978-1988". E questa è a storia fin qui per uomini chiamati Mellencamp attraverso diversi secoli, tutti incessanti esploratori, nessuno dei quali si sottrasse ai propri desideri, alle paure ereditate, alla sincera attrazione per la terra e per la distanza dal cielo; tutti loro in qualche modo consapevoli di loro stessi. L'indistruttibile bellezza di questa terra e della musica che la descrive può risiedere nel fatto che prospera oltre i limiti di ogni razza, credo, nazionalità, confini civili e dubbi segreti mai rivelati. Musica che offre ai pellegrini qualche piccolo posto dove trovare una nuova parte di loro stessi, tanto più quando sembra certo che non ci siano più posti dove guardare. Ispirerebbe una grande canzone, questo strano esperimento sociale, questa improbabile e fragile destinazione per lo spirito, e, ovviamente lo ha già fatto: "Non è questa l'America per me e te/ Non è questa l'America,qualcosa da vedere baby/ Ain't that America, casa dei liberi..." Timothy White è Editore Capo di Billboard
ed autore di Rock Lives: Profiles and Interviews e Music To My
Ears: The Billboard Essays - Portraits of Popular Music In The '90's (Henry
Holt&Co./Omnibus Press) entrambi vincitori dell' ASCAP-Deems Taylor Award per
l'eccellenza nel giornalismo musicale. This page hosted by |