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G8 Genova 2001

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Carlo Giuliani, ragazzo

Carlo Giuliani, il ricordo degli amici

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i pestaggi della polizia

irruzione notturna alla scuola Diaz

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Irruzione notturna alla scuola Diaz

Hanno urlato due volte «Polizia», poi hanno sfondato il portone. Sono entrati per primi quelli della Celere di Vincenzo Canterini, almeno così sembrava, al buio. Dietro tutti gli altri. Sei minuti. Sei minuti, trecentosessanta secondi per costringere a terra 93 persone. D'altra patte non dev'essere stato difficile. Ermo già a terra quasi tutti, nei sacchi a pelo. Dormivano. o si preparai ano a fado. Due ore dopo sono usciti in barella, con le teste spaccate, i polmoni perforati dalle costole, le milze spappolate, i denti saltati per sempre insieme al sonno. Era l'ultimo sonno della vigilia. Domatrina, domenica, c'era il treno per tornare a casa.

Si sentono urla, invocazioni di donna. Un grido lun ghissimo di una ragazza. Un vetro si spacca dall'interno verso l'esterno, vola giù qualcosa. Si vedono poliziotti cot rere nei corridoi, le teste appaiono da una finestra all'al trii, come fotogrammi di uri film. Colpi, rumori sordi, e comandi. Dai, dai, dai. Qui, vieni qui. Oggetti che volano, tirati fuori dagli zaini e gettati in aria. Esce il primo ferito. Non cammina, lo reggono in piedi due in divisa. Esce il secondo, lo stendono a terra. Un rivolo di sangue gli esce dalla testa e attraversa la strada, corre denso, sembra vino. Un metro due metri tre metri, sembra un'altra cosa, non può essere sangue così tanto così veloce. 1 poliziotti lo calpestano, lasciano impronte di sangue con le suole degli anfibi. Il ragazzo invoca aiuto con un filo di voce, è una lingua difficile, forse polacco. «Assassini», cominciano a scandire piano i cento alle finestre di fronte, appollaiati

come uccelli. Esce un ragazzo in barella, stretto da due cinghie arancìoni, la faccia coperta di sangue. "Fatemi entrare, sono un senatore. Voglio solo parlare coi dirigenti». Strattonato, buttato a terra, camicia strappata. II senatore Luigi Malabarba, Rifondazione, si rialza. Prosa Ramon Mantovani, deputato. Picchiato anche lui. Franco Gratteri, il capo dello Sco, quel tipo elegante in giacca e cravatta, urla a Sgalla: «Roberto, passami un casco e porta via i parlamentari, portali dall'altra parte della strada. lontano da qui». Spartaco Mortola, Digos di Genova, jeans chiari e camicia azzurra fuori dai pantaloni, raccoglie un rullìno da terra, lo tiene in mano. Un funzionario che parla con accento romano, uno molto grosso e calvo, batte sulla spalla di Gilberto Caldarozzi, il Bice di Gratteri numero due dello Sco. Gli dice qualcosa. quello gli risponde. Ridono. La Barbera è in un angolo del giardino, Canterini è dentro, è entrato dietro ai suoi.

L'elicottero fa cerchi concentrici sul tetto, da un'ora. Lo avranno visto tutti, ormai in tutto il quartiere. Se ne sarà accorta tutta la città. E poi tutti hanno i telefoni, qui. Dentro ci sono le radio e Internet, Avranno avvertito. Adesso arriverà di certo qualcuno, e fermerà tutto. Dopo andremo a dormire.

Ora escono in quattro tenendo un sacco mortuario chiuso. «Apritelo, fateci vedere», urlano dal Media Centre. Più forte: «Assassini» . «C'è un motto lì dentro», cotnincia a dire qualcuno. Anche Agnoletto urla: «Apritelo, cosa c'è dentro? Fateci vedere». Armi, ci sono armi. Spintoni ad Agnoletto, stai lontano. Il sacco, buttato su una camionetta, si apre da un lato. Si vede un cellulare, un pezzo di legno, un marsupio di pelle nera da cui sbucano custodie di liquido per lenti a contatto, medicine. Esce una barella: c'è sopra distesa una ragazza minuta coi capelli rossi, giovanissima, pallida, occhi aperti verso il cielo, muta. L stretta dalle cinghie arancioni e coperta da un telo fino al collo. «Porco giuda, ma che cazzo fate», si sente una voce di donna dalla strada. «Cosa fate, che state facendo? Li avete massacrati tutti». Entrano anche a Indymedia. Portano via tutto quello che trovano: videocassette cellulari agende foto e rullini, tutto. «E adesso vediamo dove sono le vostre belle foto», dice un poliziotto in borghese, volto scoperto, accento romano. Quali foto? Cercano quelle di cui parlavano oggi Agnoletto e don Vitaliano, certo. Cercano le foto dei Black Bloc insieme ai questurini, quelle dove si vedono uscire insieme dallo stesso portone, conversare, salutarsi.