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G8 Genova 2001

i protagonisti in una città vuota

i pensatori di riferimento del movimento NoGlobal

Carlo Giuliani, ragazzo

Carlo Giuliani, il ricordo degli amici

cariche e gas lacrimogeni

i pestaggi della polizia

irruzione notturna alla scuola Diaz

la vergogna di Bolzaneto

l'omertà televisiva



I Pensatori di riferimento del Movimento No Global

I pensatori di riferimento degli antiglobal non sono i Black Bloc, anarchici insurrezionalisti, ma alcuni premi Nobel dell'economia, scrittori, antropologi, politici e banchieri di questo secolo. Come quel Muhammad Yunus, banchiere del Bangladesh che ha creato la Grameen Bank, la banca del villaggio, per dare piccoli prestiti senza interessi a chi non ne avrebbe dalle banche tradizionali: contadini, artigiani, donne sole. Nella sua banca le persone che non riescono a restituire il prestito sono meno che nel resto del sistema bancario mondiale. È candidato al Nobel. Lo hanno avuto, il Nobel, Amartya Seri e james Tobin, che ha proposto di tassare le transazioni di cambio per scoraggiare la circolazione finanziaria puramente speculativa e con quella tassa finanziare lo sviluppo dove serve. I modelli degli antiglobal sono, a vario titolo e varia intensità, Nelson Mandela e Rigoberta Menchú, il subcomandante Marcos, «Chico» Mendes e la sua Amazzonia, José Bové e Ken Saro Wiwa, nigeriano, difensore dell'etnia Ogoni condannato a morte e ucciso. Diane Fosse, che ha studiato i gorilla dell'Africa, ha vissuto con loro ed è stata uccisa da un cacciatore di frodo; ma anche leremy Rifkin, presidente della fondazione sui trend economici e padre della «teoria dell'accesso», Vandana Shiva, ambientalista indiana, Barry Commoner, che ha studiato il cancro e fondato il Centro per la biologia dei sistemi naturali. E poi Ralfh Nader, americano, e la sua critica sociale. Marg Taggart, americano, e la sua Greenpeace, Julia HIII, che ha vissuto due anni su una sequoia perché il bosco non fosse abbattuto, Ivan Illich, pedagogo austriaco, che a 75 anni ha il cancro ma non vuole curarsi con la chemio. E ancora Naomi Klein, giornalista canadese, che ha scritto un libro - No logo - manifesto dell'antiglobalizzazione per mesi in cima alle classifiche mondiali di vendita.

I No Global sono partiti da Seattle vestiti da tartarughe e carote transgeniche, sono passati da Porto Alegre e da Gòteborg, a Genova erano 200.000, quattro volte più che al principio. Bush, a Genova, ha detto ridendo che «nessuno li ha autorizzati a rappresentare i paesi poveri». Certo, non hanno una delega formale. Però ignorarne l'esistenza e le ragioni non sembra, anche in prospettiva, un'idea brillante.