La poesia...
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Mi pare significativo scrivere questa parola, 'poesia', all'inizio del percorso che può condurti ad incontrare le proposte che ho inserito in questa mia home page. Perché sono convinta che tutti, più o meno, dobbiamo
qualcosa della nostra vita proprio a questo essenziale e straordinario
mezzo di comunicazione... Per comprendere e magari
condividere questa affermazione,  leggi la definizione seguente,
di Franco Fortini, oppure visita le pagine dedicate a .
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oppure quelle su




.Che cos'è la poesia.
Nel parlare comune, “poesia” significa due cose: per un verso è un discorso, o ragionamento, o comunicazione, in cui prevalgono elementi di ritmo, cadenze, ripetizioni, immagini che alterano i significati immediati delle parole e che gli conferiscono anche significati interiori. Poi c'è un altro significato: quando noi diciamo: “questa è poesia”, intendiamo dire qualcosa di elevato e di nobile, di rassicurante o di commovente o di rasserenante, di vivace, pungente, ecc. Una poesia breve, di versi molto ritmati, molto connessi da assonanze o da omofonie, che cosa presenta prima di tutto? Presenta proprio la propria dimensione fonica o ritmica. Ecco per esempio alcuni versi di Marino Moretti.
        “Lenta lenta lenta va 
        nei canali l'acqua verde 
        e co' suoi cigni si perde 
        nella grigia immensità 
        Oh dolcezza del mio cuore 
        dei miei sensi un poco stanchi! 
        Vanno i cigni i cigni bianchi 
        sullo specchio dell'amore.”   .
Prendiamo invece un esempio di poesia senza rime, con ritmi meno insistiti, con pause ritmiche meno folte: che cosa tenderà a venire avanti e diventare importante? Il tema, l'argomento, la vicenda. Prendiamo ad esempio alcuni versi di Pavese: ..
        “Vent'anni è stato in giro per il mondo. 
        Se ne andò ch'io ero ancora un bambino 
        portato da donne e lo dissero morto. 
        Sentii poi parlarne da donne, 
        come in favola, 
        talvolta ma gli uomini più gravi lo scordarono...”   ..
Chi ascolta i versi di Pavese fa attenzione soprattutto al racconto della vicenda dell'emigrante, e solo dopo avverte che c'è una cadenza da cantastorie, da discendente di Omero. Invece chi ascolta quei versi di Moretti, che ho detto prima – “lenta, lenta, lenta”, ecc. – ascolta prima di tutto la melodia e solo ad un secondo livello si accorge o può capire che stiamo parlando di un canale olandese. 

La poesia non vuole comandare, non vuole persuadere, non vuole indurre, non vuole dimostrare. Certamente la poesia si impone, ma riesce ad imporsi con l'autorità dell'istituzione letteraria che essa evoca o rivive, con l'adempimento di un rituale, di un cerimoniale. In altre parole si può dire che anche la poesia più apparentemente privata chiama in vita una parte della coscienza collettiva, allude al valore non individuale del linguaggio, produce un senso. Tutte le forme del codice poetico, non solo le forme liriche, sono state all'origine forme di comunicazione: poi la storia della cultura le ha trasformate, le ha redistribuite e una parte di quelle forme di comunicazione sono state messe da parte, sono divenute il modo poetico di comunicare.
                                                                Franco Fortini

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