Il 70-80% dei pazienti affetti da linfoma di Hodgkin può oggi essere definitavamente guarito con la chemioterapia e/o radioterapia. La mortalità per malattia di Hodgkin è oggi in costante declino, grazie anche alla disponibilità di efficaci terapie di salvataggio in pazienti in cui la malattia recidiva a distanza di tempo. La scelta del tipo di terapia (chemioterapia e/o radioterapia) dipende essenzialmente dalla prognosi
Sono stati identificati numerosi parametri che possono condizionare la prognosi di questa malattia. I più importanti sono:
La presenza contemporanea di molti fra questi fattori comporta un rischio maggiore di recidiva dopo il completamento della terapia e/o di resistenza alla terapia stessa.
La terapia di questo tumore è abbastanza complessa e richiede spesso l'intervento coordinato di diversi specialisti, con lo scopo di identificare la migliore terapia nel singolo caso, soprattutto negli stadi veramente limitati, in cui i risultati sembrano equivalenti con l'uso della chemioterapia o della radioterapia. Negli stadi avanzati (III e IV) quasi tutti i pazienti sono oggi trattati con chemioterapia ed, eventualmente con radioterapia limitata sulle zone in cui erano presenti grosse masse tumorali al momento della diagnosi.
Numerosi sono i protocolli di chemioterapia proposti per la cura del morbo di Hodgkin. I due più frequentemente usati sono l'ABVD ed il MOPP, a volte alternati nel protocollo MOPP/ABVD oppure associati nello schema ibrido MOPP/ABV. Questi protocolli sono riportati nella tabella 1. Daremo alcuni cenni generali sulla terapia del linfoma di Hodgkin a seconda dello stadio. Queste indicazioni non sono valide in senso assoluto, poiché possono variare nei diversi centri.
Stadio IA. La radioterapia da sola è stata spesso utilizzata, con ottimi
risultati, poiché il 90% circa dei pazienti con vero stadio IA (sottoposti
cioè a laparotomia esplorativa e biopsie multiple degli organi intraddominali
con risultato negativo) e prognosi favorevole rimangono liberi da malattia a
5-10 anni.
Se la laparotomia non è effettuata, molti centri usano la terapia
combinata, cioè chemioterapia e radioterapia. In questi casi sia la durata
della chemioterapia sia le dosi (e l'estensione) della radioterapia possono
variare da centro a centro.
Sono in corso numerosi studi che valutano la
possibilità di somministrare un minor numero di cicli e/o dosi inferiori di di
radioterapia, al fine di ridurre l'incidenza e la gravità degli effetti
collaterali.
Quando si scelga la modalità combinata, lo schema di
polichemioterapia più frequentemente utilizzato è l'ABVD, che si è dimostrato
meno tossico del MOPP.
Stadio IB. In questi casi si usa quasi sempre la chemioterapia eventualmente
associata alla radioterapia. L'uso della sola radioterapia è gravato infatti
da una percentuale elevata di recidive (20-30%) anche in pazienti sottoposti
a laparotomia esplorativa.
Stadio IIA. La terapia è praticamente identica a quella dello stadio IA
Stadio IIB. La terapia è praticamente identica a quella dello stadio IA
Stadio IIIA. La terapia di scelta in questi casi è considerata la terapia
combinata. Alcuni Autori hanno proposto la sola chemioterapia, specie nei
soggetti con prognosi favorevole, ma i risultati sembrano superiori se si
associa la radioterapia.
Stadio IIIB. Si usa sempre la chemioterapia ed eventualmente la radioterapia
in presenza di grosse masse tumorali.
Stadio IV. Come per lo stadio IIIB.
ULTIMO AGGIORNAMENTO: mercoledì 26 maggio 2004
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