“TUTTA LA NOSTRA AZIONE E’UN GRIDO
DI GUERRA CONTRO L’IMPERIALISMO. E’ UN INVITO ALL’UNITA’ DEI POPOLI CONTRO IL
GRANDE NEMICO DEL GENERE UMANO: GLI STATI UNITI D’AMERICA” Ernesto Che Guevara |
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EDITORIALE.
Proprio questa ricorrenza ci offre lo
spunto per esaminare in modo disincantato e privo di ogni tentazione retorica
qual è stato l’apporto di Lenin alla costruzione del socialismo , quali sono
ancora le intuizioni valide e cosa invece ha indubbiamente perso di
attualità. In un’epoca di rimozioni forzate ed
interessate in cui molti che pure dicono di ritenersi ancora “comunisti”, la
figura e l’opera di Lenin viene spesso accompagnata da imbarazzati distinguo
e prese di distanza , se non di aperta condanna ,come nella recente presa di
posizione di Fausto Bertinotti. L’atteggiamento eguale e contrario è ,
invece, riscontrabile presso gli agiografi e quei gruppi di nostalgici che
preferiscono “imbalsamare” il contributo teorico di Lenin quasi a stabilirne
l’immutabilità e la perenne validità.Il che equivale ad annullarne ogni
originalità. Ambedue le posizioni peccano di
strumentalizzazione e non forniscono alcun che dal punto di vista
dell’analisi e della comprensione, ma , vivaddio, questo dualismo
rimozione/esaltazione acritica spesso vanno a braccetto in un incomprensibile
connubio. Lenin ha reso possibile l’affermazione
dell’Ottobre Rosso perché oltre ad aver saputo fornire un forte contributo
teorico all’impianto marxista ne ha saputo adattare i postulati alla realtà
che aveva di fronte, riuscendo a coglierne gli aspetti validi in quel dato
momento storico, pur non avendo la società russa dell’epoca molte delle caratteristiche indicate
nell’opera marxiana come necessarie per un cambiamento di società. Il pragmatismo di Lenin, non era un
volgare adattamento alle contingenze , che in molti uomini politici assume
l’irritante caratteristica dell’opportunismo, ma un sapiente calcolo tattico
dei rapporti di forza che man mano si modificano e che solo un’attenta
lettura degli avvenimenti nel loro dipanarsi può fornire gli strumenti di
interpretazione di quello che sta accadendo. Lenin ha sempre osteggiato velleitarismi
insurrezionali fuori tempo e senza le necessarie condizioni, ha duramente
castigato gli infantilismi estremistici e parolai , ha sempre osteggiato le
“fughe in avanti” anche contrapponendosi duramente ai suoi compagni, ma non
ha mai confuso il realismo con il tradimento degli obiettivi. Questo è uno degli insegnamenti
sicuramente più preziosi della sua opera che in molti dovrebbero tenere a
mente quando si accingono ad accostarsi al suo pensiero ed alla sua attività
politica. In molti hanno tentato di demolirne la
figura contestando soprattutto il suo scetticismo verso la classe operaia di
essere “classe intermodale in sè” cioè capace di trasformare i rapporti di
produzione a proprio vantaggio in quanto classe: Lenin aveva intuito
giustamente che la classe operaia o oggi potremmo dire latu sensu
lavoratrice, non è assolutamente “rivoluzionaria in sè” ma necessitava e
forse necessita ancora, di uno strumento che lui individuava nel Partito
capace di dare coscienza della propria condizione e di indirizzarne la
pratica rivoluzionaria. La validità di questo ragionamento dopo
due secoli di storia è sotto gli occhi di tutti, ed ancor più lo è oggi ,
visto che al posto della classe operaia, il vecchio determinismo economicista
vi ha posto le cosiddette “moltitudini” o “movimenti” che qualcuno vorrebbe
automatico e necessitante contrapporre alla globalizzazione capitalistica.
Possiamo affermare temerariamente forse, che Lenin è stato il primo autentico
demolitore nei fatti di tanta retorica deterministica rendendosi
perfettamente conto che senza un nucleo di agitatori e di “rivoluzionari di
professione” la classe operaia russa
avrebbe sicuramente optato per la socialdemocrazia. Cosa che, infatti,
puntualmente avvenne negli altri paesi europei, anche per altre cause, certo,
ma non ultima l’errato convincimento summenzionato che permeava i dirigenti
dei movimenti operai in Europa. Anche sulla questione
dell’”imperialismo” e del necessario apporto dei paesi oppressi o
colonizzati, Lenin intuì giustamente che un processo di liberazione sociale
in Europa avrebbe potuto aver luogo solo se la spinta delle lotte di
liberazione nazionale in ogni angolo del mondo avesse messo in crisi il
modello capitalista scotendolo sin dalle fondamenta, per la sua intrinseca
necessità di dover dipendere da un liberoscambismo che garantiva il controllo
delle materie prime dei paesi extraeuropei e dalla possibilità di esportare
quote di plusvalore in eccedenza sui mercati internazionali. La stessa teoria della “contraddizione
interimperialistica” consente un analisi logica e distaccata degli
avvenimenti mondiali che fa comprendere come la lotta tra i “capitali”
scatena guerre e conflitti spaventosi per il dominio dei mercati, ma offre
anche opportunità alle forze rivoluzionarie che sappiano cogliere le
occasioni . Lenin non è un determinista, fa suo il
metodo materialista dialettico, ma mostra di non crederci troppo; la sua opera
teorica , di grande rilevanza e che qui abbiamo volutamente sfiorato , ma non
approfondito, si scompone, si adatta , si mutua e si aggiorna a fronte degli
avvenimenti e della realtà. In questo sicuramente dando prova di un
eccellente fiuto politico, teso a realizzare l’obiettivo di fare e di
salvaguardare la Rivoluzione del 1917. A quanti lo rimproveravano di aver
accettato l’armistizio di Brest-Litovsk cedendo alle richieste del Kaiser,
Lenin replicò che la prima sua preoccupazione non era quella di salvaguardare
alcuni chilometri del confine russo, ma di salvare l’incombente minaccia
delle truppe prussiane che avrebbero travolto l’esercito russo, demotivato e
sfiancato da cinque anni di guerra zarista, e con esso la neonata
Rivoluzione. E’ probabilmente in questo periodo che
Lenin dà la maggiore prova della sua abilità politica e del suo pragmatismo
poichè dopo la presa del potere, invece di dare ascolto ai massimalismi ed
agli estremisti che volevano la decapitazione dei vertici della burocrazia
amministrativa e d’impresa che aveva servito lo Zar , capisce che per varare
la Nep ha bisogno delle necessarie competenze tecniche per non far affondare
il paese e le conquiste ottenute. Anche in questo caso, con le armate bianche
di Denikin e di Wrangel che mettono a repentaglio la rivoluzione, nessuna
concessione alle “fughe in avanti”. Come tutte le teorie e le costruzioni
politiche, esse sono destinate a crollare miseramente davanti alla dura prova
dei fatti ed è un peccato che proprio negli ambienti che aspirano ad
autoproclamarsi “comuniste” e/o “rivoluzionarie” non si tenga a mente l’opera
di Lenin e soprattutto la sua rigorosa capacità di analizzare gli avvenimenti
in modo corretto, senza farsi trasportare da un ideologismo che vorrebbe che
la realtà fosse conforme ai propri desideri ed auspici. In quest’ottica, va considerato, secondo
noi, la sua figura e non nella sciocca e pedissequa riproposizione scolastica
delle sue teorie, molte delle quali obsolete per forza di cose, ma pur sempre
pregne di spunti interessanti anche per l’oggi, soprattutto in materia di
“alleanze di classe” e sull’”imperialismo”….guarda caso proprio quelle
liquidate da Bertinotti come inutili e vecchie. Socialismo e Liberazione |
Comunismo
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Antiamericanismo
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Rivoluzione
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[-] Comunitarismo - Spirito Tribale e Nuove
Prospettive In questi mesi il dibattito sulle prospettive di un soggetto politico popolare di liberazione antiamericanista che sappia indirizzare i sempre piu’ urgenti inviti a rimuovere le acque stagnanti della politica ha registrato alcuni passi in avanti ed alcuni fraintendimenti. Partendo dai primi si è potuto riscontrare con piacere che esiste in Italia la possibilita’ di dare una poderosa spallata alle vetuste categorie politiche e culturali del Novecento che ancora infestano le aree che si oppongono , o che vorrebbero opporsi, alla deriva imperialista americana nel mondo. Molti soggetti sembrano oramai insofferenti al richiamo dei vecchi schemi militanti che necessitano atti di fede dogmatici nei confronti di astrattismi che hanno lasciato dietro di se’ una lunga scia di fallimenti e collettivi. La voglia di mettersi in gioco e di abbandonare le “tribù” esiste ma ancora c’è molta strada da fare per portare a compimento la completa rimozione degli ostacoli di natura concettuale che impediscono ai piu’ “il salto del fosso”. Le incrostazioni culturali di
decenni che hanno permeato coscienze e cuori di molti, sono la cosa piu’
difficile da rimouvere ed , in molti casi, come ha dimostrato la caccia alle
streghe che si è abbattuta sulla manifestazione del 13 dicembre a sostegno
della resistenza irachena, trovano spazio anche presso tanti in buona fede. [continua] |
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[-] La nostra storia - Lenin: un genio rivoluzionario di Giancarlo Paciello |
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[-] Marxismo - Invito
ad una discussione radicale sul marxismo Costano
Preve. Un invito all’apertura di una discussione radicale sul marxismo dovrebbe in teoria essere accolto con approvazione, piacere e gratitudine. Non è quasi mai così. La diffidenza è spesso la prima reazione. Si ha paura di una sorta di cavallo di Troia che vuole entrare con questo pretesto nelle mura delle nostre pigrizie e dei nostri pregiudizi, su cui abbiamo costruito un’identità, un’appartenenza, delle abitudini di militanza che crediamo stabili e che sono invece quasi sempre fragilissime e precarie. Eppure è ormai chiaro che le vecchie forme di marxismo costituitesi nel Novecento, non importa se maggioritarie o minoritarie, ortodosse o eretiche, ecc., non sono più in grado di rispondere alle nuove esigenze conoscitive ed interpretative di questo inizio di secolo XXI°, dalle nuove forme di potere capitalistico alle ragioni profonde del vergognoso crollo degli Stati e dei sistemi sociali del comunismo storico novecentesco, dalla cosiddetta globalizzazione alle nuove forme storico-antropologiche della soggettività individuale e collettiva, battezzata troppo spesso frettolosamente in termini di postmodernità. [continua] |
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[-] Antiimperialismo - GUANTANAMO E' PIU' VICINA PASSANDO... PER LA TURCHIA! Gli apparati repressivi, con gli
arresti di una cinquantina di militanti |
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[-] Comunitarismo - Gli Usa, l’Occidente, la Destra, La Sinistra , il fascismo ed il comunismo. Di Costanzo PreveSiamo alle solite. Vogliamo mettere in piedi un movimento
politico e culturale di resistenza all’impero americano, uno dei progetti più
ambiziosi e strategici degli ultimi decenni in Italia e crediamo di poterlo
fare con i vecchi patetici arnesi delle polemiche contingenti di breve
respiro contro provocatori, energumeni e narcisisti del tutto casuali. Brutto
segno. Un movimento di resistenza all’impero americano ha come presupposto
indispensabile una riclassificazione strutturale di gran parte delle culture
politiche ereditate dal Novecento. Personalmente non mi sottraggo ad un’eventuale funzione di
direzione politica di questo futuro movimento (che non c’è ancora, perché non
basta un’autoproclamazione ultraminoritaria per fare un movimento), ma
dichiaro solennemente che il mio interesse primario va alla riclassificazione
strutturale delle culture politiche ereditate dal Novecento. Chi non capisce
la crucialità di questo punto diventerà prima o poi (e più prima che poi) un
fattore di ritardo e di confusione. [continua] |
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[-] Mondo Dopo Nassiryia.
Di Costanzo Preve. I fatti
di Nassiryia hanno provocato in Italia molta emozione e poca riflessione.
Questa è stata anche la precisa volontà del circolo mediatico-politico:
provocare molta emozione e poca riflessione. Si è cominciato, ovviamente, da
una mistificazione linguistica alla Orwell: una legittima operazione di resistenza
di un popolo aggredito ed occupato contro truppe straniere di occupazione è
stata battezzata “vile attentato terroristico”. La
repubblica italiana non si basa più sulla resistenza, che a suo tempo fu una
legittima operazione di un popolo occupato contro truppe straniere di
occupazione, ma su Orwell, o meglio sulla cosiddetta “neolingua” orwelliana,
in cui la Guerra è chiamata Pace. La prima operazione sta dunque nel ristabilimento del significato razionale ed autentico delle parole. [continua] |
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[-] S e L -
Utopia e Libertà |
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Altri articoli: - Il passato, il presente e il futuro. Note su
tradizione, gerarchia, tecnica, differenza e universalismo. - "Marxismo e Filosofia" di Costanzo Preve - Antiamericanismo e antifascismo - Girotondi, disubbidienti e sindacalisti in
"pensione" |
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