Sathya Sai Baba

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Aforismi di Sai Baba
L'ABC della verità

Amore

1. Lo scopo di ogni conoscenza è prema, l'amore.

2. Esistono tre specie d'amore. Il primo è swartha, o amore egocentrico che, simile alla lanterna, illumina solo un piccolo spazio. Il secondo è anyona, o amore reciproco che, come il chiaro di luna spande la sua luce ma solo fino ad un certo punto. Infine il terzo paratha, o amore verso gli altri che, come il sole con la sua luce, bagna tutti indistintamente. Coltivate dunque questo terzo tipo d'amore e sarete salvati. In realtà, anche il più piccolo servizio reso al prossimo è un servizio reso a voi stessi.

3. Se non coltivate l'amore, la tolleranza, la fede e il rispetto degli altri, come potrete mai realizzare Dio?

4. Rendete servizio al vostro prossimo con l'amore di cui siete capaci. Esso è il Signore stesso che ha assunto un'altra forma. Potrete così ottenere la Sua grazia.

Beatitudine (ananda)

La gioia è un intervallo fra due dolori. Dovete raggiungere l'equanimità e trascendere tanto l'una quanto gli altri, affinché la vostra mente si possa immergere nelle acque profonde della beatitudine. Dio non è responsabile della vostra gioia né della vostra pena. Egli è come lo specchio che riflette ciò che si trova davanti a Lui. Riflette il bene ed il male che potete fare: la gioia e la sofferenza dipendono dalle vostre azioni.

Corpo

1. Il corpo è il tempio di Dio, Dio Si è installato in esso ed Egli ne è il proprietario, che voi lo ammettiate o meno. E' il Signore che vi ispira le buone azioni e vi impedisce di fare del male. Ascoltate questa voce, obbeditele e nulla vi potrà toccare.

2. La forza motrice del corpo è Dio. Quando è installato nel corpo dell'uomo è chiamato jiva. E' l'ignoranza della realtà che impedisce a jiva di riconoscersi come Dio. Il fatto che ci identifichiamo con il corpo è la causa di tutti i mali.

3. Il corpo è un sacco di pelle con nove buchi.

Carattere

1. Il carattere rende la vita immortale e sopravvive alla morte fisica. Certe persone affermano che il potere può derivare solo dalla conoscenza, ma questo è falso; il vero potere è il carattere.

2. Gesù Cristo, Buddha, Shankara e Vivekananda, che furono grandi devoti del Signore, resteranno immortali nella memoria degli uomini e cari come i tesori più preziosi dell'umanità grazie al loro carattere perfetto. Senza un buon carattere, la fortuna, l'educazione, la posizione sociale non hanno valore. E' il profumo che conferisce tutta la bellezza al fiore. Nessun pittore, né poeta, né scultore, nonostante il loro talento, può avere posto in società senza un carattere buono e puro.

Cibo

I vostri pensieri dipendono dal tipo di cibo che mangiate. Se volete condurre una vita spirituale dovete astenervi dal mangiare la carne. Essa provoca ogni sorta di malattie ed alimenta la passione. Quanto al pesce, puzza anche quando è nell'acqua e fa nascere pensieri sporchi.

Dharma

1. Tutto ciò che emana dal cuore è "pura idea" e quando è messa in pratica diventa dharma.

2. Tutto ciò che non ferisce né te né il tuo prossimo è dharma, così come tutto ciò che rende felice te e il tuo prossimo.

Devozione

1. La vera devozione è vedere, o cercare di vedere la divinità in tutti e servirla. Non misuratela con il numero di ceri che accendete o dal numero dei rosari che sgranate.

2. I tre segni esteriori dai quali si può riconoscere una devozione sincera sono i seguenti: la fede nella vittoria ultima della verità, l'umiltà davanti agli anziani ed ai saggi e il timore del male, cioè la paura di pensare, di parlare o agire contro i dettati della vostra coscienza.

3. La devozione aumenta con gli sforzi che si compiono per purificare la mente, per conoscere la natura e l'origine dell'uomo e dell'universo, tentando di scoprire la vera relazione esistente fra l'uomo e gli oggetti esterni che affascinano e confondono.

Educazione

1. Il vero scopo dell'educazione dovrebbe essere lo sviluppo del carattere (il potenziale divino in noi). Essa dovrebbe servire non solo a fare guadagnare il pane quotidiano alle giovani generazioni, ma a renderle più forti e prepararle ad affrontare l'avventura della vita senza mai deviare dal giusto cammino.

2. Non si dovrebbe incitare i bambini alla polemica né a compiacersi della critica ed ancora meno a mostrare la sapienza delle nozioni imparate nel corso dei loro studi. Solo l'individuo che sarà capace di autocontrollo e di altruismo avrà il diritto di essere definito "educato ed istruito".

Ego

1. Eliminate le erbe cattive che hanno invaso il campo del vostro cuore. Certamente non è facile poiché la prima pioggia le farà riattaccare e l'egoismo le farà ricrescere più forti di prima in circostanze più favorevoli. Dovete eliminare la radice e per farlo esiste un solo rimedio: ripetere con costanza: «Non io, ma Tu, o Signore».

2. Una mente piena di odio e di egoismo non potrà mai volgersi verso Dio. I Veda insistono sulla dissoluzione dell'ego, il Corano sull'arresa totale alla divinità, e la Bibbia sulla carità e l'umiltà, ciascuno offrendo un rimedio efficace per eliminare l'ego.

3. L'ego o aham è il centro intorno al quale ruota la falsa personalità. L'ego è il primo germe dell'ignoranza. Non è un'acquisizione positiva ma semplicemente mancanza di conoscenza.

4. L'ego è la sorgente dell'invidia, della cupidigia, della collera, della malizia e della vanità. Ti distoglie dalla verità e ti fa apparire reale ciò che è falso. L'egoismo è infatti maya, l'illusione che ci spinge a credere che il mondo sia reale e duraturo; l'amore è la sola cosa che possa eliminarlo.

Famiglia

1. La vita familiare è il cammino reale che conduce alla realizzazione di Dio in questo Kali Yuga (era di Kali). Ci sono quattro ere, e quella di Kali è considerata la più bassa dal punto di vista spirituale. Non serve a niente abbandonare la famiglia per rifugiarsi in una caverna a meditare: la famiglia è la migliore arena per insegnarvi la tolleranza e la pazienza e per sviluppare in voi un più grande senso di sacrifico.

2. La donna deve imparare a vedere Dio in suo marito, ed il marito deve vedere Dio in sua moglie. Quanto ai bambini devono rispettare i loro genitori e servirli come se servissero Dio stesso.

Famiglia spirituale

La verità è vostro padre. L’amore è vostra madre. La conoscenza è vostro figlio. La pace è vostra figlia. I fedeli del Signore sono vostri fratelli e gli yogi sono i vostri amici.

Fede

1. La fede è un dono di Dio per ricompensarvi delle buone azioni compiute nel corso di questa vita o di vite precedenti. E, come tutti i doni, essa deve essere coltivata con cura.

2. Dovete dapprima avere fede e dopo solamente avrete tutte le prove che vorrete, se queste vi serviranno ancora.

3. Dovete avere fede nel medico che vi cura affinché la medicina che vi dà sia efficace, non aspettare di essere guariti per credere in lui e nel suo trattamento.

4. La vostra fede è più potente della mia Shakti (energia divina). Essa può fare cose meravigliose e forzare il Signore a manifestarSi per darvi ciò che credete che Egli vi darà. E’ la fede che conta, e non la forma ed il nome sui quali si fonda, perché tutti i nomi e tutte le forme sono quelle del Signore.

Grazia

1. Per conquistare la grazia del Signore esiste un mezzo molto semplice: ed è namasmarana, la ripetizione costante di uno dei nomi del Signore. Sfortunatamente non credete che il nome sacro possa guarirvi e salvarvi.

2. Ottenere la grazia del Signore è come fondere il burro. Perché il cuore di Dio è tenero come il burro, basta un po’ di calore perché si fonda. Un po’ di affetto per un compagno che soffre, un po’ di amore mentre reciti il nome del Signore!

3. Non dovete avere fame di grazia. La grazia vi darà la pace mentale, un buon sonno ed un buon riposo, Per questo dovete avere il sentimento profondo che voi dipendete interamente da Lui.

4. La disciplina e la virtù sono i due veicoli della grazia.

Intelletto

1. L’immaginazione nasconde la verità, annebbia l’intelletto e perverte la visione interiore distogliendo l’aspirante dallo scopo.

2. La luna simbolizza la mente ed il sole l’intelletto e tutte e due devono essere in equilibrio, uno complemento dell’altra. L’intelligenza dovrebbe canalizzare le emozioni e vi dovrebbe insegnare ad accettare le sconfitte quanto i successi, con calma.

3. L’intelletto è lo strumento che Dio ci ha dato per permetterci di distinguere fra ciò che è reale ed eterno e ciò che invece appartiene al mondo dell’illusione ed è effimero.

Jnana (Conoscenza)

1. Jnana, o conoscenza, è un'altra parola per dire visione. Ecco perché occorrerebbe purificare la visione e non avere mai idee buie e nafeste. La più grande saggezza è realizzare che Brahman è onnipresente e che è la sola entità indistruttibile ed invisibile.

2. Quando si realizza Brahman non c'è più differenza fra il conosciuto, l'oggetto della conoscenza e il fatto di conoscere.

3. Quando il lago del cuore diventa chiaro e senza movimento l'atma può riflettersi in tutto il suo splendore. Colui che ottiene questa conoscenza diventa Brahman.

4. Non c'è differenza tra bhakti (devozione), karma (azione) e jnana (conoscenza).

5. Jnana non è un piacere intellettuale e non vuol dire accumulare certe nozioni, come il fatto di mangiare non si esaurisce nel mettere in bocca del cibo.

Karma

1. Esiste una legge di causa e di effetto ed ogni azione, o karma, che compite avrà una conseguenza, che vi piaccia o no. Un buon karma produrrà un buon risultato e la nascita è il risultato del karma compiuto prima di morire. Se vi chiedono cosa succede dopo la morte dovete indicare voi stessi e dire: "Ecco ciò che accade, si ritorna su questa terra!".

2. Il futuro è nelle vostre mani, il domani è forgiato dall'oggi e l'oggi dall'ieri. La parte più importante dei Veda si chiama karma-kanda e illustra i vari tipi di karma che devono essere compiuti allo scopo di coltivare il distacco e dirigere la mente verso la verità eterna, e per trasformare ogni più piccolo atto in un atto di preghiera, offrendone i frutti al Signore, il quale conferisce all'essere umano tutta l'energia necessaria per compierlo.

Lavoro

1. Il lavoro è un'offerta a Dio, che ci dà l'energia per compierlo. Ecco perché non ha senso domandare o aspettarsi una ricompensa per il lavoro fatto.

2. Ogni lavoro deve essere compiuto alla perfezione.

3. Ogni lavoro è nobile e non esistono lavori inferiori. «Tu non devi fare ciò che ti piace, ma ti deve piacere quello che fai!». Il lavoro è anche un modo di pagare il tributo per ottenere la libertà dalla prigione del corpo.

4. Il segreto di una vita felice è il lavoro compiuto alla perfezione, poiché ha la sua ricompensa in sé.

Lussuria

1. La lussuria o kama è uno dei nemici mortali dell'uomo, occorre domarla e trasformarla attraverso un processo di alchimia, che è la sete di conoscere Dio.

2. Il desiderio diventa cupidigia e questa si trasforma in lussuria.

3. Il più bel gioiello di una donna è la sua virtù.

Matrimonio

1. Il legame del matrimonio è sacro e dovrebbe essere considerato come una collaborazione fra l'uomo e la donna che utilizzano i loro doni rispettivi per elevarsi spiritualmente e giungere alla realizzazione del "sé". Disgraziatamente il matrimonio oggigiorno, come è vissuto, si basa unicamente sulla lussuria e gli interessi personali.

2. Il matrimonio è paragonabile allo sfregare di due carte vetrate l'una contro l'altra sino a quando non diventano perfettamente liscie.

Morte

1. Coloro che si lasciano invadere dalla collera e dall'ego sono dei morti viventi.

2. Atma, o l'anima è immortale e, come cambiamo un vestito usato, l'atma prende un nuovo corpo ogni qualvolta se ne presenta la necessità. Ci sono tre cause che spingono l'uomo a rinascere: il peccato, i desideri insoddisfatti, l'ignoranza della sua vera natura.

Ostacoli

1. Solo la grazia del Signore può eliminare tutti gli ostacoli che il saddhaka incontra sul suo cammino.

2. Il più grande ostacolo è rappresentato dall'ego.

Peccato

Il solo peccato è quello di considerarsi peccatori perché voi siete gli eredi della beatitudine eterna, le immagini di Dio, partecipanti della Sua stessa gioia. Voi in realtà siete santi e completi, voi siete Dio che cammina sulla terra... Non vi è più grande peccato che chiamare se stessi peccatori! Voi vi disonorate e vi diffamate.

Qualità

1. I guna o qualità sono tre: thamas, rajas e sathwa. Il primo rappresentato dal colore nero, vuol dire inerzia, indolenza e vuol significare tutto ciò che rende l'individuo incapace di discernere tra la realtà e l'apparenza. Il secondo rajas, rappresentato dal colore rosso, simbolizza le passioni, le attività frenetiche e tutto ciò che fa oscillare l'individuo come un pendolo fra il reale e l'irreale senza che arrivi mai a una decisione. Quanto a sathwa, simbolizzato dal colore bianco, rappresenta la saggezza e la possibilità di discriminare fra il vero e il falso senza alcuna ombra di dubbio.

2. Il cibo decide dei gunas e i gunas si procurano il cibo che a loro conviene. E' un circolo vizioso. Lo scopo di ogni sadhana (disciplina spirituale) è trascendere queste tre qualità, la cui azione interpenetra il mondo fenomenico.

Ricchezza

1. La fortuna vera è la salute del corpo e della mente, poiché è solo con l'aiuto di un corpo e di una mente sani che l'uomo può raggiungere Dio. Quanto alle ricchezze materiali esse vi sono state date perché le utilizziate solo a fini dharmici.

2. Dovete provare compassione per il ricco, perché per lui le tentazioni sono molte ed ha meno possibilità di volgersi verso Dio.

Religione

1. La parole "religione" deriva dal latino "religare" e significa "legare di nuovo" (l'uomo a Dio).

2. Esiste una religione, la religione dell'amore; e tutte le religioni che si considerano separate si alimentano di una sola e medesima sostanza: l'amore Divino.

Società

1. Ciò che oggi rovina la società è l'ambizione che spinge l'uomo a voler acquisire uno standard elevato di vita e non un modo di vivere elevato.

2. Un modo di vivere elevato insiste sulla moralità, il senso umanitario, l'umiltà, il distacco e la compassione.

3. L'uomo è diventato schiavo dei propri desideri e non ha più la forza di lottare contro quella sete che lo tortura e che non gli permette di controllare la sua natura inferiore. Inoltre non ha nessuna idea di come fare per raggiungere la sua coscienza divina.

4. La società è una proliferazione di elementi divini generata dalla volontà Divina, ma nessuna società può definirsi peretta...

5. Nessun ideale sociale può produrre frutti senza il fiorire dello spirito. Lo scopo di una società non è quello di spartirsi il bottino carpito alla natura e distribuirlo in parti più o meno uguali, ma dovrebbe essere stabilito, dopo maturata elaborazione, alla luce dell'esistenza di un solo atma e della gioia che comporta tale conoscenza.

6. Lo scopo vero di una società dovrebbe essere quello di permettere e facilitare a ciascuno dei suoi membri la visione dell'atma.

Sadhana

1. Sadhana significa letteralmente: disciplina spirituale. Tutti gli sforzi compiuti dagli uomini, dall'indigeno della giungla fino al più avanzato individuo, nella ricerca interiore per adorare i vari aspetti del divino, è sadhana.

2. Il primo passo da fare è quello di rafforzare la fede nell'onnipresenza di Dio. E' solo attraverso una sadhana che l'uomo potrà guadagnare ciò che ha perso: la sua gloria ed il suo splendore.

3. Purificate i vostri pensieri, le vostre parole, le vostre azioni. Parlate con dolcezza, siate umili, sempre pronti a rendere servizio a praticate il silenzio.

4. La sadhana deve essere coltivata su un terreno favorevole, cioè occorre avere inizialmente un buon carattere perché fruttifichi, altrimenti lo sforzo spirituale sarà ridotto ad un nulla e sarà come il gioiello sulla testa del cobra, messo al centro del veleno e della crudeltà.

Universo

1. Il mondo intero, l'universo, è una manifestazione di Brahman. Brahman è la verità ed il mondo dei fenomeni è maya o "illusione". L'uomo cerca Dio nell'universo creato e dimentica di cercarlo in se stesso.

2. L'universo è in realtà il principio universale manifestato che assume molteplici aspetti... e l'uomo in mezzo a questo universo è Madhava (Dio) in miniatura.

3. L'universo è un teatro e gli esseri umani ne sono gli attori. Ognuno con un ruolo assegnatogli dal Creatore per salvarlo e liberarlo.

4. La creazione non è altro che una forma assunta dal Creatore e colui che vede il mondo così com'è, si lascia affascinare dalle apparenze e vive nell'errore.

Viveka e Vairagya (discriminazione e distacco)

1. Viveka (la facoltà di discriminare) e vairagya (distacco dalle cose del mondo) sono i due strumenti che aiutano a canalizzare le acque dei desideri e delle passioni per portarle alla destinazione che esse in realtà cercano: l'oceano della beatitudine.

2. E' grazie a viveka che le tenebre dell'ignoranza possono essere dissipate. E' un talento divino dato all'essere umano affinché possa distinguere fra ciò che è reale ed eterno e ciò che è apparente, soggetto al declino ed alla distruzione.


Tratto dal libro: A. e S. Craxi, L'alba di una nuova Era, Libreria Internazionale Sathya Sai, Modena, 1982, pp. 89 segg.