Sathya Sai Baba

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Amore che cammina su due gambe
Testimonianza di un esperto dell'aura

«L'amore è Dio. Dio è amore». (Sri Sathya Sai Baba)

Il professor Frank Baranowski, americano, si è specializzato nella ricerca sulle aure, e lavora nell'università dell'Arizona. E' un esperto nel campo biomagnetico e nella fotografia delle radiazioni. Ha fotografato e interpretato le aure di innumerevoli uomini e donne con l'ultrasensitiva camera Kirlian.

Egli ha esaminato le auree di innumerevoli uomini di santa vita e di yogi, in India e altrove. La camera Kirlian è così sensibile da registrare l'aura che si estende dal corpo umano al di là di esso, generalmente non visibile a occhio nudo. Questa camera, che ha preso il nome del suo inventore, venne realizzata in Russia nel 1939, ma tenuta segreta. Nel 1969 un americano, Kendell Johnson, la inventò una seconda volta e oggi la camera Kirlian viene usata in più di quaranta paesi. E' molto simile a un apparecchio per raggi X senza una lente, e registra fedelmente i campi e i colori di un'aura.

Il professor Baranowski spiega che alcuni posseggono la capacità di vedere le aure con i loro occhi, e li addestra a valersi in modo esatto di questo dono. E' in contatto con esperti di scienze fisiche e con ipnotizzatori in relazione a vari studi da lui condotti sulla reincarnazione. Possiede fotografie Kirlian che mostrano i raggi energetici e i colori che emanano dall'uomo. E attraverso tali studi e altri simili sono oggi interpretati fenomeni come la guarigione per fede.

Il professor Baranowski ha letto molti libri su Sri Sathya Sai Baba, fra cui Sai Baba, the Holy Man and the Psychiatrist (Sai Baba, il santo e lo psichiatra) di Samuel Sandweiss. Si è chiesto se una tale personalità esistesse realmente e se tutto quello che era stato scritto su di lui fosse vero. Poiché stava scrivendo un libro sulla reincarnazione, in base a casi studiati e ad altri fenomeni, si interessò all'affermazione di Sri Sathya Sai Baba di essre la reincarnazione di Shirdi Sai Baba. E non esitò a scrivere a Sri Sathya Sai Baba per chiedergli una prefazione al suo libro. Non conoscendolo personalmente, gli offrì una percentuale sui diritti d'autore. La sua lettera non ebbe risposta.

Il professor Baranowski dice che, nel corso dell'esame clinico di 16.000 persone, ha trovato che quasi il 90% di esse potevano ricordare, sotto ipnosi, esperienze antiche di 300 anni. Durante l'ipnosi esse regredivano in personalità che avevano nomi diversi e parlavano altre lingue, come il francese del secolo XVII. Tutto questo, a suo giudizio, sembrava avere molta importanza per il problema del Karma e della reincarnazione.

Nel Natale del 1977 il professor Baranowski fu ospite in una casa in cui si cantavano bhajan. Non abituato a questa forma di celebrazione, egli si ritirò nella sua stanza al piano di sopra. Era lì, tranquillamente, al buio, quando fu colpito dall'improvviso accendersi di una candela sul tavolo. La fiamma illuminava una vicina immagine di Sri Sathya Sai Baba.

Non riusciva a capire chi avesse potuto accendere la candela, perché era solo nella stanza. Non si era udito alcun rumore e nessuno era entrato. Come pteva essere apparsa improvvisamente una fiamma all'estremo della candela? Guardò l'immagine ed essa provocò in lui molte emozioni. Sembrava penetrarlo e fargli cenno. Pe run uomo di scienza tutto ciò era assolutamente inesplicabile.

Il pensiero di Sri Sathya Sai Baba rimase in lui molto dopo l'esperienza della candela. Egli decise di recarsi in India e di visitare Whitefield. La prima volta che vi andò, vide Sri Sathya Sai Baba apparire al balcone, e rimase senza fiato per l'aura e i colori che emanavano da lui. Larghe e spesse strisce bianche e rosse fluivano da lui: bianche, il colore dell'energia, e rosse, il colore dell'amore. E più ancora lo stupivano strisce d'oro e d'argento. Non aveva mai visto queste strisce sebbene sapesse che, in teoria, esistevano. Per la prima volta stava osservando una persona con un'aura d'oro brillante, che si muoveva e risplendeva come raggi di sole sull'acqua. Non riusciva a trarre respiro.

Osservò Sri Sathya Sai Baba nel parco di Brindavan per quasi una settimana. «Tanta energia e tanto amore fluivano da lui. Il rosso abbracciava la gente, andava e veniva. L'aura si diffondeva avvolgendo la zona come una massa o nube rossa. Era tutta energia in forma di amore che fluiva da lui. Molta di questa energia viene usata dalla gente: essa emana semplicemente da lui sugli uomini, ed essi la assorbono», disse con enfasi il professor Baranowski.

Ognuno ha un'aura. A volte essa ha un colore dominante. Ma una tale coloritura rossa in strisce larghe e spesse è qualche cosa di assolutamente straordinario. Una persona può avere questo tipo di aura solo se ama in modo totale, emanando ed esprimendo amore, parlando e vivendo amore.

Sri Sathya Sai Baba ha anche larghe strisce di aura blu, oltre il bianco. Questo è almeno il doppio di quanto appare in una persona comune. E tutte sono circondate di rosso. Sono colori buoni e combinazioni eccellenti. Il professor Baranowski spiega che vi sono cinque differenti sfumature di aura (in sanscrito teja) denotanti gli aspetti estetico, spirituale, intellettuale, fisico e morale. Questi possono essere spiegati scientificamente. Ma l'aura che circonda Sri Sathya Sai Baba va oltre ogni spiegazione.

Il professor Baranowski mi disse che l'aura di Sri Sathya Sai Baba è al suo massimo quando vengono cantati i bhajan. Allora il rosso abbraccia tutta la gente che canta nella stanza e si estende oltre di essa.

«Non posso trovare una spiegazione scientifica per questo fenomeno unico», mi disse. «L'amore che egli genera ci avvolge e penetra in noi. La sua energia è assorbita da moltissimi... sembra infinita come il suo amore. Altrimenti nessun essere comune potrebbe sopravvivere a tanta attività, dopo che tanti gli hanno portato via tanta forza».

Il professor Baranowski lo vide parlare con una ragazzina in una fila di folla che aspettava di vederlo. Ella era invalida, in una carrozzella. «L'aura di Sai Baba divenne immensa mentre egli la toccava con delicatezza, e il suo amore (prema) fluì nella fanciulla».

Nel guardare entro gli occhi di Sri Sathya Sai Baba, il professore ebbe un'esperienza indimenticabile. Perché, egli dice, «Gli occhi di Sai Baba risplendevano anche nell'interno, con il fulgore di un diamante. Ho visto molti occhi bruni, ma nessuno che potesse rifulgere come quelli nell'intimo, e tuttavia essi rifulgevano. Egli è amore. Egli è esattamente quello che dice di essere: una incarnazione di amore».

Sri Sathya Sai Baba creò un anello d'oro, con nove gemme, per il professor Baranowski quando egli meno se lo aspettava. Ed egli rimase sbigottito. «Il fatto avvenne a pochi pollici dai miei occhi, che sono scientificamente addestrati. E' incredibile come, usando energia, egli possa donare dell'oro».

«Io non sono cresciuto con credenze indù. Sono cattolico, educato nella fede cristiana. E appartengo alla comunità scientifica. Nel mio paese è difficile accettare qualcuno come Dio, perché non è scientifico. Quando dico di avere visto il volto della divinità i cui occhi erano luminosi, metto in giuoco la mia reputazione scientifica e i miei colleghi possono pensare che sia uscito di senno. Ma non vi bado. Perché, secondo il mio giudizio e la mia esperienza, Sai Baba è, quanto all'aura, esattamente quello che dice di essere e che vorrebbe che tutti noi fossimo. E' puro e semplice amore: un amore che cammina su due gambe. E un tale amore privo di ogni egoismo non è altro che divinità».

Tratto dal libro "Sai Baba. La divinità vivente" di Shakuntala Balu
Shakuntala Balu, Sai Baba. La divinità vivente. Milano, Armenia Editore, 1987, pp. 49-52