Sathya Sai Baba insegna che la vera devozione (bakti)
consiste nel mantenerecostantemente la mente focalizzata
su Dio, senza lasciarsi distogliere daalcuna faccenda od
oggetto dei sensi.
L'autentico devoto (bakta), pur curandosi dei suoi molteplici doveri, restadistaccato dalle cose esterne. La sua mente immersa nella Sorgente di
ogniconoscenza e di ogni stato di coscienza, è
silenziosa e stabile e puòaccedere alla totalità della
Conoscenza Superiore. Così egli è ad un tempojnani e
bakta. Non divide le azioni in buone e cattive perché questeclassificazioni sono categorie mentali e non provengono dal cuore. Non sipreoccupa delle conseguenze derivanti dalle azioni, bensì della purezza
del
movente. Non bada agli effetti esterni, ma alla purezza del cuore. Liberodalle qualità inferiori quali l'ira, la gelosia e la lussuria, di cui èresponsabile la mente non dominata, il vero bakta, che è anche jnani,
restastabile nella gioia costante che deriva dal divino
distacco.
Su questo punto l'insegnamento di Swami concorda ancora una volta con quellodel maestro Tibetano D. K. quando afferma "l'occultista include il
mistico".
Una semplice storia vera conferma l'univocità dei due messaggi che possonosembrare inconciliabili a prima vista:
-una giovanissima aspirante sannyasi attraversava un momento di vivoconflitto interiore, essendo allo stesso tempo fervente devota di Sai
Baba eassidua studiosa dell'insegnamento esoterico del
Maestro Tibetano D. K. edella teosofia, di cui divorava
i libri classici.
Questo dilemma non le dava pace, creandole dubbi e
incertezze sulla via daseguire. Un giorno, mentre era
assorta in profonda meditazione nel mandir(tempio)
del'Ashram di Sai Baba, ebbe una visione nitida e rivelatrice:vide Sai Baba in tutto il suo splendore e il Maestro Tibetano D. K.
emergeredalla Sua testa. Da quel momento ogni dubbio si
dissolse e la giovaneproseguì il suo sadhana fatto di
devozione unita a conoscenza. Ella compreseche i Grandi
Esseri non conoscono la competizione e la divisione. La loroopera mira unicamente a realizzare il Piano Divino, cui Tutti concorronoscevri da contese, rivalità ed esclusivismi, che sono faccende puramente
umane.
La devozione è una forza solare per eccellenza; appartiene alla forza-amoree sospinge all'unione-identità tra amante e Amato. E' la forza che
trascinail creato verso la perfezione del suo Creatore
ed è presente in tutti noi.Se autentica, è il frutto di
una Verità intuita, che ci parla di Unità dellaVita.
Essa esprime il desiderio di uniformarsi con ciò che rappresental'ideale della devozione stessa e che è percepito come superiore.
Il superiore include sempre l'inferiore e lo assorbe. Il movimento non puòessere inverso. Il punto non può comprendere l'Infinito, ma Questo
comprendeil punto che partecipa della Sua essenza, di
ogni potenziale e qualitàdell'Infinito.
L'inferiore non può dare al superiore se non la dedizione e la devozione.Può solo arrendersi ad esso ed esserne assorbito. Così per penetrare neisegreti dell'Infinito bisogna arrendersi ad Esso e lasciare che il Divino
siesprima attraverso noi.
"Ubi maior, minor cessat', dicevano i latini per esprimere tale verità, cheSai Baba afferma in questi termini: "Voi non potete comprendere il Divino.Potete solo arrendervi ad Esso". Il ruscello non può far altro cheprecipitarsi verso il mare e fondersi in esso, seguendo la linea di minorresistenza. L'oceano non risale la china, ma accoglie in sé il ruscello ealtri ne crea con l'emanazione di vapore che, a sua volta precipitando,perpetua il ciclo di allontanamento e di ritorno all'origine.
Come il ruscello, prima di fondersi nell'oceano, scende dalle alte vette dibalza in balza, acquistando sul suo percorso sostanze e qualità conformi
alterreno di scorrimento, così il Jiva individualizzato
nel suo processoevolutivo acquisisce quel tipo e quel
tanto di qualità e di esperienze cheera suo Dharma
acquisire.
Sia il ruscello che il Jiva devono infine gettarsi nell'oceano per vivere latotalità della possibilità. L'acqua del ruscello, perdendo le sue qualitàindividuali, guadagna tutte le qualità dell'acqua dell'oceano. Il Jivaindividuale perde la sua identità per fondersi, annullarsi e tuttavia
Esserenell'oceano di Beatitudine di Brahman, la Persona
Cosmica. La dissoluzionedel Jivatina nel Paramatma non è
perdersi nel nulla, bensì perdersi nellaCoscienza
Suprema Che pervade l'intero Universo.
Il Vivekacudamani [31] recita:
"Fra i mezzi che conducono alla liberazione, la devozione occupa un postoelevato. La ricerca costante della propria natura si chiama devozione."
Alla domanda "qual è la più rapida e sicura via di ritorno alla SorgenteSuprema?" Sai Baba risponde: "La mente può cercare la via lentamente e
congrande difficoltà, mentre la via dell'amore e della
dedizione a Dio é velocee sicura, poiché Dio é l'Amore
stesso. Fissate la vostra mente in Me e senzadubbio vi
fonderete in Me, Signore dell 'Amore Che dimoro nel vostro cuore."
Mettendo da parte ogni movente ed emozione autocentrata e dedicando ognipensiero, sentimento e azione al Supremo Spirito, colui che cerca Dioseguendo la via del cuore viene presto infuso dalla Sua Grazia. Raggiunge
laconoscenza di ATMA o conoscenza superiore che annulla
tutte le dualità,inclusa quella adoratore/adorato. La
vera conoscenza è al tempo stessocoscienza; è
riconoscere coscientemente la non dualità; è conoscenza diidentità, per cui Conoscere è Essere!
Realizzando che tutto è Uno e sacro, perché ogni cosa è Brahman stesso,colui che dianzi cercava Dio perviene al retto agire, all'Amore e alla
veracomprensione. Tutto questo è devozione.
Sathya Sai Baba parla spesso della via del Cuore. Egli dice : "Il cuore è ilcentro di Dio e genera sentimenti nobili. Dal cuore originano compassione,amore, sacrificio e tolleranza." Il cuore di cui Egli parla non è il
cuorefisico bensì il cuore spirituale, la sede (per così
dire) del Principio Vitao Spirito che anima ogni grado
di sostanza, dall'atomo ultimo alle Galassie.Esso è
localizzato in un punto, che ognuno deve trovare da sé, nella partedestra del torace.
Un altro grande Maestro, ispiratore della Società Teosofica, così si esprimenel sottolineare l'importanza rilevante dello sviluppo del cuore:
"Considerare che le persone non sempre riconoscano che il conseguimento piùelevato è lo sviluppo del cuore. La collaborazione e il vivere uniti
insiemesono basati sul cuore. Sembra che questa semplice
verità non possa essererealizzata; la meccanizzazione
impedisce le penetrazioni basilari nel mondodel Fuoco" (Morya).
Diverse e autorevoli voci proclamano all'unisono la stessa verità : c'è unaconoscenza che è inaccessibile ala mente umana. Essa si consegue
percorrendola via del Cuore, la via del Principio Vita e
non la via dei nomi e delleforme.
Quando ogni forma scompare, il relativo si dissolve nell'Assoluto, Che puòessere realizzato solo mediante esperienza e conversazione interiore e
nonseguendo scuole o rituali istituzionalizzati. Secondo
il Maestro D. K.1 inquesto sistema solare, durante il
ciclo dell'umanità, il corpo astrale è ilperno dello
sforzo spirituale, poiché ha un effetto riflesso sugli involucrifisico e mentale. Ora il corpo astrale è il luogo delle emozioni, da
quellepiù basse a quelle più elevate, come la devozione.
La devozione è l'emozione di colui che si pone in posizione di inferioritàrispetto all'entità cui la devozione è diretta. Presuppone quindi ilriconoscimento di un diverso livello di realizzazione della divinitàinteriore onnipresente. Il devoto si colloca umilmente al proprio postosulla scala evolutiva incontestabile, sapendo di non essere ancora
affermatonello stato di Unità.
Di fatto ogni Jiva possiede in sé al tempo stesso un doppio potere, per cuigli è impossibile sia l'unione assoluta che la separazione assoluta.L'intero processo evolutivo è una danza infinita tra questi due stati dicoscienza. All'interno di questa danza comica, il Jiva percepiscel'inferiore e il Superiore. Tra due Jiva è inferiore quello che si muove
verso l'altro, mentre quello che attrae è Superiore e possiede ciò che mancaa colui che mentre quello che attrae è Superiore e possiede ciò che manca
acolui che viene attratto. Il Superiore supplice con le
sue qualità allemancanze dell'inferiore elevando
quest'ultimo al suo livello e rendendo cosìpossibile
l'unione. L'unione perfetta implica l'identificazione assoluta ein questo stato, e solo in esso, l'Amore stesso, che é attrazione, cessa.
Quando la superiorità di un Jiva è marcata o straordinaria, come nel caso diSathya Sai Baba, è spontaneo mettersi in ginocchio o prosternarsi: il
Jivainferiore si arrende al Superiore e Lo adora. Sente
la spinta a colmare ladistanza per unirsi a Lui e si
sforza di assimilare sempre più la proprianatura alla
Sua fino a pervenire al punto in cui scompare la coscienzadell'esistere di due volontà separate e la volontà inferiore vienesottomessa alla Volontà Superiore. L emozione del devoto si traduce
allora
in queste parole: "Signore, non la mia ma la Tua volontà sia fatta." Questaè l'espressione dell'Amore perfetto: l'adorazione si è trasformata inestasi, grazie al sentimento di unione completa. Sostituendo la volontàsuperiore alla propria, il devoto arriva veramente a fondersi nel Divino,adorato attraverso una forma gloriosa Che Lo esprime totalmente.
Nell'unione ogni movimento scompare e si realizza quello stato cheappartiene all'Assoluto, o Paramatma, Che "é la sorgente della
contentezzaperché é l'incarnazione della più pura delle
emozioni".
L'approccio devozionale, che concentra tutta
l'attenzione sulla forma osulle qualità del Maestro, é -tra
i vari tipi di meditazione- quello cheproduce le
emozioni più elevate, provenienti dal piano buddhico.
Queste emozioni si riflettono nel corpo astrale, purché sia adeguato losviluppo dei corpi mentale e causale, che sono i veicoli intermedi tral'astrale e il buddhico. Tra questi due piani vi è uno stretto rapporto e
sipuò dire che il corpo astrale, sede delle emozioni e
dei sentimentidevozionali, sia in certo qual modo un
riflesso del piano buddhico. Quandovi è equilibrio tra
gli impulsi emozionali e la fermezza direttiva della
mente, la devozione cosciente produce precisi fenomeni.
In presenza di una straordinaria sorgente energetica qual è l'Avatar,potenti raggi di energia purissima da Questo emanati raggiungono
l'astralesuperiore dei devoti inducendovi intensa
brillantezza. Il veicolo buddhico,a causa dello stretto
rapporto con l'astrale, viene profondamenteinfluenzato e
attivato in qualche misura.
Quando un Grande Essere accetta o stimola la devozione dei discepoli, dàloro la grande occasione di sviluppare le qualità mancanti e di elevarsi
alSuo livello attraverso il servizio dedicato.
Secondo Bhagavan Das, la devozione recante con sé la ricerca dicollaborazione con il Maestro, la Deità adorata, o l'Istruttore,
conferisceal devoto, sia pure entro certi limiti,
l'uguaglianza con l'adorato. Lostabilirsi di un puro,
sincero e incondizionato amore tra l'aspirante e ilsuo
Maestro consente di raggiungere la vera conoscenza, o Jnana, che il
Maestro detiene e che è fondata sulla visione corretta (Sad-darshan),intuitiva : la visione del cuore per cui si percepisce l'Uno nei molti.
Essarende consapevoli della Suprema Verità, l'Uno
immanente nella molteplicità.Tale consapevolezza
conferisce liberazione (Moksha), la fine del dolore, il
raggiungimento della meta : Brahman, la Beatitudine. La Beatitudine senzaesperienze è al di là della mente e dei sensi. Quando la mente è calma,resta la Vita e la Beatitudine ; in esse gli opposti sono assenti.
In tale stato, la coscienza è nella Mente Superiore, che è associata alCorpo causale o Karana-sharira, il mondo delle cause, il quale è in seno
alDivino o Causa Prima (Mahakarana), Quel potere che
illumina ogni cosa nelmondo.
Alla luce di quanto sopra, il darshan, il contatto e la
collaborazione conl'opera di Sathya Sai Baba possono
essere visti come aspetti fondamentalidell'arte di
coltivare, coscientemente e deliberatamente, elevate emozionicapaci di annullare, trasmutandole, quelle inferiori. Così può essereraggiunto lo stato supremo di Unità lungo la via di minor resistenza per
gliesseri umani del presente Sistema solare.
Tratto da: Maria Luisa Donà,
Sathya Sai Baba, La
rivelazione continua,
Blu International Studio Edizioni, 1995 Il messaggio di cui sopra è stato pubblicato nella Lista Yahoo Sadhana e nella
Lista Sublimen.