Bhagavan
Sri Sathya Sai Baba
con i fratelli e le sorelle
Mi sono spesso
chiesto come fossero nella realtà i fratelli e le sorelle di Swami, e come
fosse l’entourage dei suoi parenti. Subito mi viene in mente Kondamma
Raju, il nonno di Swami. Kannam aveva due spose che non avevano figli, Subbamma
e Kamalamma, che furono per Swami, durante la Sua infanzia, due “Madri-Zie”, per
usare un termine concreto.
Seshamma Raju, fratello più anziano, viene spesso descritto poveramente nella
letteratura Sai (fu chiamato Telegu Pandit); recentemente ho chiesto in giro a
molte persone a Puttaparthi notizie su Seshamma Raju ed ho scoperto che era un
devoto di suo fratello. Certamente fu lo strumento Divino che ha portato il
giovane Sathyanarayana a Uravakonda dove il Divino Sé si è rivelato. Seshamma
Raju fu anche lo strumento occasionale della storica lettera del 25 Maggio 1947
dove Swami ha rivelato per la prima volta aspetti sconosciuti della Sua
missione, lo scopo, il voto, il lavoro, la ragione per cui ‘essere orgogliosi’ e
la definizione di ‘devoto’. So che Seshamma Raju ha tenuto qualche discorso e
che questi sono stati raccolti in un libro.
Le sorelle di Swami, Venkamma (1918-1993) e Pavathamma (1920-1996) hanno
dedicato a Swami tutta la loro vita.
Quando Sathyanarayana era un giovane fanciullo, Venkamma fu l’occasione di un
miracolo rigyardante la natura:
Era una sera, durante il tempo del Monsone del Nord (Uttara). Il cielo era scuro
e pieno di nuvole minacciose. In quei giorni la sorella di Raju, Smt. Venkamma
stava costruendo una casa. C’era ancora una grande quantità di mattoni da
essiccare che aspettavano di essere cotti nel forno. La legna era pronta ma il
fuoco sarebbe stato acceso solo il giorno seguente perché quello non era un
giorno propizio. Un acquazzone imminente avrebbe ridotto tutti quei mattoni in
un cumulo di fango.
Un vicino che
stava aiutando Venkamma, suggerì di coprire i mattoni con fasci di foglie di
canna da zucchero. Disse anche che un amico che abitava sull’altra riva del
Chithravathi avrebbe volentieri fornito le foglie. Una lunga catena di uomini,
donne e bambini corse sulla riva in modo caotico. Anche Raju si recò sul posto,
ultimo della catena di volontari. Ma quando fu a metà dell'alveo del fiume,
improvvisamente disse a tutti di fermarsi e poi rivolto alla sorella: "Venkamma!",
disse. "Vaanaraadu! (La pioggia non verrà). "
Tra lo stupore
di tutti, le nuvole si aprirono, il giorno divenne luminoso e la minaccia
scomparve.
Sathyam nutriva un grandissimo affetto per la sorella, Smt. Venkamma. Essa era stata con i fratelli a
Uravakonda. Spesso, sia Sathyam che Venkamma andavano a prendere insieme l’acqua
dal pozzo di acqua dolce o al pozzo vicino al bungalow dei viaggiatori a
Uravakonda.
Cedendo alle richieste insistenti di Venkamma, Subbamma chiese a Baba di
costruire un Ashram sulla loro terra. Per molti giorni Baba e Venkamma furono
soli a condurre i bhajans.
L’altra Sua
sorella, Parvathamma, si occupò del cibo di Baba fin da quando Baba si insediò
nel vecchio Mandir nel 1945; Baba ricorda spesso che in quei giorni il suo
corpo era sostenuto dal cibo di Parvathamma. Ella aveva perso il marito
prematuramente e Baba l'aveva seguita e aiutata attraverso un serie di tragiche
vicissitudini personali. Più Baba le era vicino in qualche tragedia, più
Parvathamma si dedicava con abnegazione al suo servizio.
Ci sono molte foto dell’altro fratello di Sathya Sai Baba nei dintorni di
Puttaparthi negli anni '40 e c’è la documentazione di Swami che conduce il
matrimonio di Janakiramiah. Ci sono inoltre informazioni di Janaki che da
giovane soffriva di asma e di come Swami lo avesse guarito. Mi viene in mente
una foto di Swami e Janaki con Lakshmi (il vitello).
Sathya Sai Baba con Suo fratello
Janakiramiah e Lakshmi (il vitello)
Più avanti nel
tempo, Janakiramiah divenne conosciuto per gli incontri che organizzava nei
pressi della porta dell’Ashram la mattina dopo il darshan; lo stesso Swami
sosteneva che era molto capace nell’intrattenere la gente. Molte decisioni prese
nel villaggio di Puttaparthi devono essere attribuite a Janakiramiah che in
questo modo prestò il suo servizio sia a Swami che a tutta la comunità. Ho visto
anche fotografie di Janakiramiah con la lampada dell’Arathi mentre inaugurava
progetti di servizi nella regione intorno a Puttaparthi.
Mi sono spesso chiesto cosa potesse significare avere per fratello un Poorna
Avatar. Ritornando indietro con il pensiero e guardano al grandissimo sviluppo
avuto dal piccolo villaggio di Puttaparthi fino alla magnifica Prashanthi
Nilayam attuale, deve essere stata una esperienza molto ispirante. E’ un vero
mistero, questo loro fratello Guru e Dio personale.
Forse sto un po’ speculando, ma immagino che ognuno di loro sia nato in quella
famiglia per i meriti acquisiti in vite passate, per svolgere un ruolo ben
preciso nella storia Divina. Certamente Suo Padre e Sua madre furono grandissimi
devoti. Swami, quando Suo padre morì, disse che Egli stesso aveva scelto Suo
padre e che questo è un privilegio concesso solo una volta in uno yuga. Un
privilegio molto raro.
La parentela si estende alle nostre stesse famiglie. Me lo sono detto spesso. Ho
letto un bel libro, molto vecchio, Sri Sathya Sai Anandamayi, la raccolta di una
vecchia devota e di sua figlia fin dai primissimi giorni. Spesso Swami viene
citato mentre dice che i meriti spirituali che uno ha acquisito vengono
trasferiti in tutta la famiglia per sette generazioni. Quando ho letto questo,
ho molto riflettuto sulla fede dei miei antenati. Cristiani molto devoti. Io
immagino come il Divino giochi tutti i ruoli nelle vostra famiglia, creando gli
incontri, le combinazioni e come tutto si intersechi e combaci perfettamente per
far nascere quel meraviglioso e perfetto viaggio che ci ha condotto ai piedi
dell’attuale Avatar. Oggi, questo nostro corpo è il risultato della Volontà
Divina.