Differenze ta
Gopikas e Yadavas
"E’ bene
comprendere la differenza esistente tra Gopikas e Yadavas. Gli Yadavas
consideravano Krishna un loro parente e affermavano con orgoglio che Krishna
era un loro congiunto. A causa del loro orgoglio, finirono per uccidersi
l’uno con l’altro in guerre intestine, dopo che Krishna ebbe lasciato il
proprio corpo. Al contrario le Gopikas si consideravano solo devote di
Krishna, ed erano umili e devote verso il Divino." Sai Baba, SS, 7/95, p.
188
'Significato di
Radha '
"Radha non
rappresenta soltanto la forma di una donna. E’ qualcosa di molto più
importante. Nel Suo nome c’è una confluenza di lettere molto importanti.
Nella parola RADHA, ci sono le lettere R-A-D-H-A. Se si leggono in modo
circolare e si comincia con la prima A si ha la parola 'Adhar'. Se invece si
comincia con D si ha la parola 'Dhara' e infine se partiamo dalla A finale
si ha Aradh. Pertanto la parola 'Radha' fa riferimento a una persona che
canta costantemente il nome del Signore. Chiunque fa Aradhana (canto del
nome del Signore) con continuità, può essere considerato Radha. Il nome
Radha non è un nome tipicamente femminile che indica il nome di una donna.
L’aspetto stesso di Krishna mostra che non esiste una tale diversità di
sessi quando si é alla presenza del Divino. In questo modo Krishna ha
diffuso il concetto di Amore Puro."
Sai Baba,
Summer Showers, 1978, p. 60
Resa totale di
Radha
"Per passare da
un posto interno ad un posto esterno si usa generalmente una porta. Se fuori
non c’è spazio disponibile non c’è alcuna necessità di una porta. Lo spazio
non è disponibile quando la Divinità non è presente. In che posto allora può
andare e venire la Divinità? Tali domande sono il risultato di una confusa
conoscenza libresca. Lo stato mentale di una persona confusa è descritto in
una canzone cantata da una Gopika. La mente dubbiosa grida di chiudere la
porta della mente (verso la verità). La persona di fede chiede al contrario
che la porta venga aperta. Vedendo la condizione della Gopika, che é
tormentata tra il dubbio e la fede, RADHA fu molto divertita e osservò:' Se
l’intero Universo é la casa del Signore, che bisogno c’é di una strada o di
una porta???' Quando il Signore Cosmico brilla dentro, che bisogno c’è di
una porta??' (Poem). Offrire tutta la sua vita al Signore e spargere lacrime
di beatitudine, questo é tutto ciò che serve. La porta e cose simili servono
fino a che non c’é questa resa totale." Sai Baba, SS, 1/92, p. 13

Relazione tra
Krishna e Radha
"Molto vicino a
Gokulam, c’era un villaggio di nome Verishabhapura. Radha viveva a
Vrishabhapura e sapeva fin dall’inizio di essere la incarnazione di Prakriti
e di essere in collegamento con il Paramatma. Poiché la intera creazione non
è altro che la proiezione del Paramatma, in quel contesto, Radha significa
creazione e Krishna significa Paramatma, il Creatore; la relazione di Radha
nel rapporto di Radha con Krishna fu come la relazione tra un oggetto e la
sua immagine. Radha, nella sua parte fisica, aveva nove anni più di Krishna.
Essa era inoltre una cugina di Nanda e quindi era molto legata a quella
famiglia. Fin da quando Krishna raggiunse la casa di Nanda e Yashoda, la
idea fissa di Radha fu quella di stare sempre più vicino a Krishna. In ogni
momento Radha pensava a Krishna e ripeteva il Suo nome. La sua routine
quotidiana era piena di lavoro dedicato a Krishna. Krishna a quel tempo
aveva solo sette anni. Ogni giorno appena alzato, Krishna era solito
prendere il latte da Sua madre, passeggiare fino a Vrishabhapura e tornare
indietro. La madre non sapeva nulla di tutto questo. Quando la madre gli
chiedeva dove stesse andando, le rispondeva che andava in cerca di mucche
smarrite. Se ci dovesse venire il dubbio che Krishna raccontasse una bugia
dobbiamo ricordare che mai, nella Sua vita, Krishna ha mentito.
Ad
alcune persone tra noi, come risultato della propria impurità dei pensieri
può sembrare che Krishna abbia raccontato una bugia, ma tutto ciò che veniva
detto da Krishna corrispondeva sempre alla Verità. Quando disse che stava
andando in cerca delle mucche, anche questa era Verità. Noi guardiamo la
terra, secondo gli insegnamenti Vedici, come una mucca poiché ci da tutto
ciò di cui l’uomo ha bisogno per sostenersi. La chiamiamo Madre terra, Madre
Vacca, madre Veda e cosi via. In questa visione delle cose tutti gli esseri
umani sono i cari figli di queste tre madri. Pertanto, per quel che riguarda
Radha, che é il simbolo della creazione, parlare di Lei come di una mucca
non é assolutamente una bugia. Considerando le cose da questo punto di
vista, la immagine di Radha fu impressa nella mente di Krishna fin dalla sua
nascita."
Sai Baba,
Summer Showers, 1978, p. 115
Simbolismo della
relazione tra Radha e Krishna
"Al fine di
insegnare alla gente portando gli esseri umani verso la unione con Dio, il
loro Creatore, Krishna che é il Paramatma si é incarnato in forma umana.
Dhara, la Natura ha preso la forma di Radha, una posizione simboleggiante
tutta la creazione. Pertanto dovremmo guardare a Radha come il messaggero
della Natia, simboleggiante tutto ciò che è caratteristico della Creazione.
Essa ha dato dimostrazione di molti ideali come esempio del preciso
obiettivo di raggiungere il Divino Signore nella forma di Krishna. In tutto
questo dovremmo cercare di comprendere la relazione intima che esiste tra
gli sforzi di Radha e le risposte di Krishna."
Sai Baba,
Summer Showers, 1978, pp. 114 & 115
"Radha esibì un
Amore completo. Prakriti (la natura) ha preso la forma di Radha. Se Radha fu
attaccata a Krishna e viceversa significa semplicemente che il Paramatma
(Dio) and Prakriti (natura) erano attaccati l’uno a l’altra. E’ come un
bicchiare d’argento. Non è possibile per noi togliere l’argento dal
bicchiere. Poiché l’argento e il bicchiere sono uniti assieme noi lo
chiamiamo bicchiere d’argento. Analogamente non è possibile separare Radha e
Krishna. Poiché Prakriti e Paramatma sono tra loro identici, non si tratta
di una singola entità. Senza Prakriti o creazione, non c’è Krishna. Senza
Krishna non saremmo capaci di vedere la creazione. Non si può avere un abito
se non c’è la stoffa e la stoffa non serve a nulla se non c’è l’abito
L’unione di stoffa ed abito esemplifica l’aspetto di Radha e Krishna.
Sai Baba,
Summer Showers, 1978, p. 60

Sul Palcoscenio
Cosmico sono tutte donne
"Nella
messinscena di qualche recita, alcuni attori possono ricoprire ruoli, ma
questi ruoli, interpretati dagli attori, non corrispondono alla realtà.
Servono solo per la finzione scenica e per il tempo della recita. In un
college femminile ruoli come quello di un marito, del re,di un vecchio o di
un ragazzo possono anche essere interpretati da attori donne. La parte del
marito e quella della moglie sono entrambe rappresentate da ragazze.
Pertanto nei fatti l’uomo e la donna appaiono cosi solo per il momento
della recita, ma entrambi sono interpretati da donne. Allo stesso modo,
l’intero mondo é un palcoscenico e tutte le persone sono gli attori che
recitano ognuno il suo ruolo. Il solo Purusha é Dio. Ogni altra persona é
'Abala' o una donna. Per questo motivo gli individui in questo mondo sono
sempre sofferenti e sono afflitti da una cosa o da un altra."
Sai Baba,
Summer Showers, 1978, p. 114
Ultimo momento
della vita di Radha
"Nel caso di
Radha, Krishna sconvolse il Suo cuore e le diede il nettare della Divina
Beatitudine. Radha non aveva attaccamenti a nessuno. Krishna apparve di
fronte a Radha poco prima che essa abbandonasse il suo corpo e le diede la
Sua benedizione. Dio darà tutto ad un vero devoto, incluso Sé stesso.
Nessuno può eguagliarlo nel sacrificio che è pronto a fare per Amore di un
Devoto. Krishna chiese a Radha cosa volesse nell’ultimo momento della Sua
vita. Radha disse: Non desidero altro che ascoltare la musica del tuo flauto
ancora una volta prima della mia morte.' (Canta, Oh Krishna, parlami e
riempi il mio cuore di Beatitudine', cantò Radha. 'Distilla l’essenza dei
Veda e falla scorrere nella eterna musica del Tuo flauto.
Oh Krishna!!).
Krishna prese il flauto e lo suonò.
Quando Radha
chiuse gli occhi, smise. Da allora non suonò mai più e dedicò il flauto a
dare gioia a Radha." Sai Baba, SS, 10/96, p. 257

Yashoda e
Radha
"Il potere
dell’Amore é bene illustrato in un episodio nella Bhagavatam. Una volta
Yashoda andò in cerca di Krishna e non riuscì a trovarlo in nessun posto.
Essa incontrò Radha e le chiese se avesse visto Krishna. Radha chiuse gli
occhi e meditò intensamente su Krishna. In quel preciso momento Krishna
apparve. Yashoda capì allora che l’Amore di un vero devoto, come Radha, per
Krishna era immensamente più grande del Suo amore materno.
Questo è il modo
con cui il Divino si rivela ai devoti. Krishna apparve istantaneamente di
fronte a Radha a causa del Suo Amore, puro intenso e privo di egoismo. Se il
cuore è inquinato o pieno di orgoglio, Dio non può essere sperimentato anche
provando per moltissimi anni.
Yashoda confessò
a Radha che la Sua devozione aveva rimosso il velo della ignoranza e
dell’orgoglio rendendo possibile la Sua visione. Ella ammise che c’erano
molte persone che amavano Krishna più di lei e chiese a Radha di insegnarle
come amare Krishna. Radha disse a Yashoda che questo Amore non può essere
insegnato da nessuno. Ognuno deve svilupparlo attraverso una devozione pura
e totale." Sai Baba, SS, 8/96, p. 204
Resa e
realizzazione di Krishna – Un episodio
"Al tempo di
Krishna-avatar, esistevano due sorelle Radha e Radhika. Radhika era una
Sagunopaasaka (colei che adora Dio con una ben precisa forma) mentre Radha
era Nirgunopaasaka (Colei che adora Dio senza una forma). Radha cantava
continuamente il nome di Krishna, mentre Radhika era completamente assorbita
dalla forma fisica di Dio. Ella era molto triste perché Krishna era andato a
Mathura. Smise di mangiare e bere e disse, 'Krishna! Nel mio cuore ho
mantenuto il tuo Loto fresco con le mie lacrime. Adesso le mie lacrime sono
finite. Come posso ora conservare la tua immagine nel mio cuore? Il Mio
cuore, che è un Tuo dono, è tutto per Te. Cosa altro posso offrire ai tuoi
piedi di Loto? Accetta i miei omaggi e me stessa.' Ella si abbandonò
completamente a Krishna. Radha vide tutto questo. Ella aveva sempre pensato
che Nirgunopaasana fosse superiore a Sagunopaasana, ma dopo avere visto
quell’abbandono totale di Radhika, essa comprese la grandezza di
Sagunopaasana. Dopo questo Radha costantemente meditò anche sul nome e
sulla forma di Krishna.
Avrete certamente
udito la canzone di Tulsidas: 'Nava Kanja Lochana Kanja Mukha Kara Kanja
Pada.' In questa canzone, le mani, i piedi, la faccia, gli occhi etc del
Signore sono paragonati ad un fiore di Loto. Egli pregò affinché quel fiore
di Loto risiedesse nel Suo cuore per sempre. Entrambe Radha e Radhika
pregarono Krishna affinché risiedesse permanentemente nei loro cuori. Una
devozione simile é molto rara ai nostri giorni." Sai Baba, SS, 10/99, p.
259

Grazia di
Krishna
"Solo Dio sa a
chi, in che circostanze, in che momento e fino a che punto e in che forma la
Sua Grazia dovrebbe essere concessa. Come esempio, considerate il caso di
Draupadi. Nella grande sala della sua corte, Duryodhana stava infliggendo
una grande umiliazione a Draupadi. Nel frattempo Krishna, nascosto agli
occhi della gente, dava a Draupadi un numero senza fine di Sari. Come può
una persona normale considerare una simile situazione? Alcuni potrebbero
dire: Come ha potuto Krishna tollerare che Draupadi venisse spogliata in
questo modo? Perché non ha incenerito Duryodhana proprio in quel momento?
Perché non ha fatto morire Sua moglie? Quando qualche devoto è in agonia non
potrebbe prendersi cura di lui in modo chiaro? La ignoranza può essere la
causa di tali domande.
Ma il Divino, che
é la incarnazione della pace, amore e verità, deve tener conto della causa
(karana), del rimedio (Kaarya) e della soluzione adottata (Kartavya). Nella
grande rappresentazione Cosmica, il Signore é anche un attore. Il tempo deve
sempre essere maturo per il ruolo che deve sostenere in una particolare
sequenza di avvenimenti. La Sua azione deve essere appropriata al Suo ruolo.
Non può agire diversamente.
Per esempio se
Krishna avesse deciso di uccidere Duryodhana nel momento dell’umiliazione di
Draupadi, sarebbe andato contro il ruolo che si era assegnato nella
rappresentazione. Egli doveva recitare la Sua specifica parte. Krishna
sapeva che la fine di Duryodhana era nelle mani di Bhima e non nelle Sue.
Sarebbe andato contro il Dharma se avesse fatto ciò che Bhima doveva fare.
Bhima soltanto avrebbe dovuto abbattere Duryodhana con la sua mazza. Krishna
attendeva solo gli eventi predestinati. Analogamente, in varie situazioni,
il Signore resta testimone degli avvenimenti." Sai Baba, SS, 9/93, p. 228

I nemici di
Krishna
"C’é sempre un
profondo significato interiore per le azioni di Krishna. Kansa provò ogni
immaginabile mezzo per ucciderLo. Ma il Signore è al di là della
comprensione di tutti. Persone di poca intelligenza, rose dall’odio e dalla
gelosia, possono prendere in considerazione tali progetti. Ma questi piani
maligni falliscono regolarmente e non possono recare danno alcuno al
Signore. Al contrario potranno solo aumentare la Sua Gloria.
In verità
esisteva una ragione precisa per l’odio di Kansa. Una voce eterea aveva
dichiarato che Kansa avrebbe incontrato la morte per mano dell’ottavo figlio
di Devaki. Dando sfogo al desiderio egoistico di salvare la propria vita,
Kansa tentò di eliminare Krishna in vari modi. Tutti i suoi sforzi furono
vani. Kansa fece una carneficina di tutti i bambini di Repalle nella
speranza di uccidere Krishna.. ma Krishna riuscì a salvarsi. L’intelletto di
un uomo diventa folle quando questi deve affrontare la propria distruzione.
A causa delle Sue azioni crudeli, Kansa andò incontro ad una fine
disastrosa.
Questa, tuttavia,
non é la fine della storia. Due altri uomini crudeli, Shishupala e
Dantavakra, si mossero contro Krishna. Dopo che questi due furono trucidati
da Krishna fu la volta di Jarasandha. Molti demoni, assumendo forma umana,
pensarono di eliminare Krishna, ma tutti fallirono miseramente portando sé
stessi alla rovina.
Così, di era in
era, il Divino si é sempre dovuto confrontare con questi elementi ostili. La
felicità non può essere raggiunta senza passare attraverso situazioni anche
molto diverse tra loro. La fama è un prodotto del biasimo.
Tali incidenti
accadono nella vita di ogni Avatar ed in ogni epoca. Servono solo a far
crescere la Sua fama e la Sua grandezza e non servono a fargli perdere il
Suo splendore." Sai Baba, SS, 9/93, pp. 227 & 228
Ruolo di Krishna
nella guerra del Mahabharata
"Krishna disse ad
Arjuna, 'Sebbene io non abbia desideri e non sia soggetto al Karma (azione),
faccio con molta attenzione il Mio lavoro. Ho preso parte a questa battaglia
e faccio il tuo auriga non perché non abbia cavalli di mia proprietà da
governare, ma perché ho fatto il voto di restaurare il Dharma. Sorgi O
Arjuna! Per la pace e la prosperità di questo mondo, il fragore delle armi e
la pioggia di frecce sono inevitabili."
Sai Baba,
Summer Showers in Brindavan-1979, p. 45
Date della
battaglia del Mahabharata e messaggio della Gita
"la battaglia del
Mahabharata ebbe luogo nell’anno 3141 B.C., quando Krishna aveva 86 anni."
Sai
Baba, Summer Showers in Brindavan-1979, p. 159
"La Bhagavad Gita
contiene la sacra conoscenza dello Spirito. Krishna , attraverso Arjuna,
diede alla umanità il messaggio della Gita sul campo di battaglia alle 10.30
a.m. nel giorno di 'Kaartika Bahula Amaavasya' . Questo fu il giorno di
inizio della guerra del Mahabharata."
Sai Baba,
Summer Showers in Brindavan-1979, p. 158
Età di Arjuna e
di Krisna al momento della Guerra del Mahabharata
"Al momento della
Guerra, Arjuna aveva 84 anni e Krishna 86. La differenza tra le loro età era
solo di due anni."
Sai Baba,
Summer Showers in Brindavan-1979, p. 48
Simbolismo del
qartetto malvagio
"Nel Mahabharata,
Shakuni rappresenta il dubbio (Anumaana). Kama é il simbolo della mancanza
di fede (Avishwaasam). Quando queste si presentano insieme, la invidia
(Asuuya) con la forma di Duryodhana si manifesta. L’invidia si manifesta con
la crudeltà nella forma di Dushaasana. Quando questi quattro compaiono
insieme, il destino dei Karauva è segnato. I Kauravas rappresentano i
cattivi pensieri, le cattive intenzioni e i cattivi attaccamenti. Krishna
vide con chiarezza il destino dei Kauravas molto prima della guerra del
Kukshetra. Egli disse ad Arjuna: 'Sorgi. Preaparati alla guerra. La
giustizia prevarrà. L’egoismo provocherà disastri. Questo é il Dharma di
ogni epoca." Sai Baba, SS, 9/93, p. 229
Nessuna salvezza
dalle conseguenze delle proprie azioni
"Con il passar
degli Anni, i Malvagi hanno assunto la forma dei Karauvas e sono andati
incontro al loro destino. Non c’é scampo per nessuno dalle conseguenze delle
proprie azioni. La morte può giungere in ogni momento, in ogni posto e in
ogni forma. Nessuno può predire il momento ed il modo della propria morte.
E’ tutto predestinato. Non c’è alcun senso ad analizzare il pro ed il contro
di tali avvenimenti. Perfino i buoni devoti, qualche volta hanno dubbi su
queste cose."
Sai Baba. SS,
9/93, p. 230
Differenza tra i
Kauravas e i Pandavas
"La differenza
tra i Kauravas e i Pandavas fu questa: I Kauravas non avevano fede in Dio e
si allontanarono da Krishna. Essi credevano solo ai piaceri mondani. I
Pandavas avevano una fede incrollabile in Krishna e non erano attratti da
niente altro. Nel conflitto tra i Kauravas e i Pandavas, i Kauravas furono
miseramente distrutti mentre i Pandavas furono vittoriosi. Il Mahabharata
rivela la differenza tra i Kauravas e i Pandavas nella loro attitudine verso
Krishna e in ciò che Krishna come Divino significava per i credenti. I
Pandavas mettevano Dio prima di tutto, il mondo solo secondo e l’IO (se
stessi) per ultimo. I Kauravas mettevano l’IO (interessi personali) come
prima cosa, il mondo come secondo e Dio solo ultimo. Chiunque metta Dio al
primo posto nelle cose della vita è destinato al successo. Questa fu la
lezione che Sanjay diede a Dhritarashtra alla fine della Bhagavad Gita. Fede
in Dio é garanzia di vittoria." Sai Baba, SS, 9/89, pp. 231 & 232
Dubbi su Krishna
Avatar
"Mentre Parikshit
stava ascoltando il racconto di Suka sui Leelas di Krishna, fu assalito da
moltissimi dubbi. Shuka risolse immediatamente questi dubbi.
'Parikshit!
Tu vedi le
cose con l’ottica del mondo scordando la tua fede. Nessuno può definire la
forma di Dio. Egli può assumere in qualunque momento una forma qualsiasi.
Ma, quando Dio ha voluto dimostrare la natura della Divinità all’Umanità, ha
preso una forma umana. L’uomo, a causa della Sua mente inquinata, è incapace
di riconoscere il Divino in forma umana.'
Perfino Yashoda,
nonostante le moltissime occasioni nelle quali Krishna aveva dimostrato la
Sua Divinità, continuava a vederlo come un essere umano e frequentemente
ringraziava il Signore per aver salvato il suo ragazzo da tanti pericoli.
Ma Krishna provò a modificare il suo punto di vista usando le parole che
aveva usato moltissime volte. Una volta Yashoda chiese a Krishna se fosse
vero, come affermato da Balarama, che avesse l’abitudine di mangiare il
fango. A questo Krishna rispose: "Madre! Sono forse un bambino o un
birichino o un pazzo per mangiare il fango? La gente è pazza di me. Io sono
venuto per curare il mondo dalla sua pazzia." Da queste parole Yashoda
cominciò a capire che Krishna non era certo un ragazzo come tutti gli altri
ma era una manifestazione del Divino." Sai Baba, SS, 10/94, p. 259
Ci sono molte
sottili verità relative ad un’incarnazione, che non possono essere
facilmente comprese. Basterebbe descrivere i divertimenti e gli exploits di
Krishna come fanciullo in poco tempo. Le vie del Signore sono infinite e
imperscrutabili. Nessuno può dire a Dio come dovrebbe comportarsi. Egli può
trasformare tutto e tutti in qualunque momento." Sai Baba, SS, 10/94, p.
259
Preghiere a
Krishna
Preghiera di
Kunti
"Krishna stava
lasciando Hastinapura per Dwaraka. Egli stava prendendo congedo da tutti i
parenti, da Dharmaraja e dagli altri. Ognuno in silenzio aveva accettato la
Sua decisione. Il cocchio era pronto per la partenza di Krishna. Ma il
Divino può cambiare il suo pensiero in qualunque momento. Dopo avere preso
congedo da tutti, si recò da Kunti. Kunti gli disse: "Krishna! Tutti i
problemi che abbiamo dovuto affrontare erano dovuti alle nostre illusioni.
Se Dharmaraja non fosse stato attratto dal gioco dei dadi, non avremmo mai
dovuto affrontare l’esilio nella foresta e tutti i problemi che abbiamo
dovuto affrontare. Quindi i miei figli non sono stati la causa principale di
tutti i nostri problemi. Tu sei sempre il loro protettore. Durante tutti
questi periodi neri io ti ho sempre ricordato. Nel mondo la gente si ricorda
di Dio solo nei momenti difficili e lo scorda nei momenti di felicità.
Pertanto, Krishna! Fino a che avrò il corpo, dammi sempre delle difficoltà
da affrontare. Tuttavia poiché sei stato con noi in tutti questi anni, siamo
tutti profondamente shoccati a vederti partire. Io non posso cambiare il tuo
modo di pensare. Ti prego solo di non scordare questa tua zia." Sai Baba,
SS, 10/94, p. 261
Preghiera di
Uttara a Krishna
"Sentendo che Krishna era in procinto di partire per Dwaraka, Uttara corse
da Krishna e si gettò ai suoi piedi.' Signore! Fin dalla morte di Abhimanyu,
io ho fatto di tutto per sopportare il dolore che squarciava il mio petto.
C’è un fuoco che arde nel mio ventre del quale non so spiegare la ragione.
Non dovresti partire per Dwaraka proprio adesso. Dovresti restare. Tu sei
stato il protettore dei miei antenati per molte generazioni. Tu sei il
salvatore dei Pandavas. Il fanciullo che porto nel grembo è la sola speranza
del clan dei Pandava. Se qualche cosa dovesse accadere a quel fanciullo la
dinastia dei Pandavas sarebbe estinta per sempre. Ti prego pertanto di non
partire.'
Krishna fu molto
commosso dalla profonda devozione di Uttara. Rinunciò al viaggio a Dwaraka.
Krishna fece una promessa a Uttara. "Io non partirò per Dwaraka fino a che
il tuo fancullo non sarà nato," la rassicurò Krishna.
In
quel momento Dharmaraja e i suoi fratelli, Draupadi e Subhadra lodarono la
devozione di Uttara al Signore. Sebbene fosse molto giovane Uttara
predominava per la Sua devozione. Questo fu perché quando era in cinta,
Krishna era entrato nel suo ventre per proteggere il feto da Brahma-astra di
Ashwathama. Ella vide in sogno Krishna che entrava nel suo ventre. Da quel
momento ella cantò incessantemente il nome di Krishna, vedendo Krishna in
ogni persona ed oggetto.
E’ evidente che i
Leelas Divini sono inesplicabili e grandissimi. E’ veramente ridicolo
cercare dove sia il Divino, che è onnipresente. Uttara fu una che riconobbe
la onnipresenza Divina. Riconoscendo la sua suprema devozione, Krishna fu
disponibile a modificare i Suoi piani. La gente dovrebbe comprendere che Dio
risponde solo alla devozione genuina e profonda. Le suppliche verbali non
sono sufficienti." Sai Baba, SS, 10/94, p. 261
Una lezione ai
Pandavas
"Dubbi su Dio
possono alcune volte nascere anche tra i più fedeli devoti. Questo può
essere illustrato dal racconto di un episodio del Mahabharata. Una volta
mentre i Pandavas erano in esilio nella foresta, Krishna fece loro visita.
Essi dissero a Krishna che abitualmente facevano turni di guardia per tutta
la notte per vigilare contro demoni e spiriti maligni. Una notte uno di
questi spiriti apparve davanti ad uno dei fratelli che ebbe grandissima
difficoltà a combatterlo. In considerazione di questo, Dharmaraja, il più
vecchio dei fratelli Pandavas, provò a dissuadere Krishna dal partecipare ai
turni di guardia. Krishna, tuttavia, insistette per sostenere la sua parte.
Durante quel periodo non apparve nessun spirito maligno. Poi venne il turno
di Arjuna e Krishna si mise ad osservarlo a distanza. Con grande sorpresa di
Arjuna nessun spirito comparve fino a che Krishna fu presente. Krishna
allora spiegò ad Arjuna che gli spiriti maligni erano solo il riflesso del
suo odio e delle sue paure. Quando si è liberi da questi nessuno spirito
potrà mai contrastare il nostro cammino. Krishna rivelò che il Divino esiste
anche nei cosiddetti Spiriti maligni e che se ci si libera delle cattive
qualità interiori, lo spirito maligno non potrà fare alcun danno. La propria
rabbia assume la forma di un demone. Se si sviluppa l’Amore tutto ciò che
viene considerato avrà la forma dell’Amore. Questa fu la lezione che Krishna
impartì ai Pandavas." Sai Baba, SS, 2/98, p. 41
Un altra lezione:
Il Dharma é destinato alla vittoria
"La battaglia tra
Pandavas e Kauravas durò nove giorni. Per tutti i nove giorni i Pandavas
sembravano sconfitti. Yudhishtra e Arjuna erano demoralizzati. Allora
Krishna disse loro: "perché siete tanto impazienti? L’ingiustizia in
principio riesce sempre a prevalere, ma gradualmente declina e le forze
della giustizia, della pace e della verità prendono il sopravvento. Pertanto
non preoccupatevi. Sorgi o Arjuna!!! La Giustizia è destinata alla
vittoria." Sai Baba, SS, 12/93, p. 332
Straordinario metodo del
Divino per aiutare i Suoi devoti
Come Krishna
protesse i Pandavas dalla maledizione di Romarishi
"In una occasione
i Pandavas , durante il loro esilio dal regno, si trovarono nella foresta di
Romarishi. Romarishi era un saggio il cui corpo era coperto da capelli tanto
lunghi da formare un tappeto che ricopriva la foresta tutto intorno. In
quella foresta c’era un albero santo, che produceva un frutto veramente
speciale. La rarissima qualità di quel frutto era che quando uno lo avesse
mangiato non avrebbe avuto più fame per anni ed anni. Purtroppo tale frutto
non poteva essere raccolto. Avrebbe potuto essere mangiato solo nel caso che
fosse caduto da solo. Per questo, attendendo che il frutto cadesse,
Romaarishi faceva Tapas in quella zona.
Un giorno, mentre
Dharmaraja e Draupadi girovagavano nel bosco, Draupadi vide questo
particolare albero e vide il frutto dolcissimo che pendeva da esso. 'Non
possiamo non prenderlo,' ella disse al marito, 'cosi potremo dividerlo tra
tutti noi oggi'. Allora Dharmaraja scoccò una freccia ed il frutto cadde al
suolo. Tenendo l’arco nella mano destra si recò a raccogliere il frutto con
la mano sinistra, ma questo era tanto pesante che non riuscì a sollevarlo.
Draupadi provò ad aiutarlo. Dharmaraja usò entrambe le mani ma ancora non
riuscì a sollevare il frutto. Nel frattempo giunse Arjuna e tutti e tre
insieme, Arjuna, Dharmaraja e Draupadi, provarono a sollevare il frutto. Ma
niente…. il frutto non si muoveva. Finalmente giunse Bhima che era il più
forte di tutti. Disse agli altri di spostarsi che lui da solo avrebbe colto
il frutto. Ma anche Bhima fallì il suo tentativo.
Nel frattemo i
capelli di Romarishi, che ricoprivano tutta l’area, si mossero. Poiché
quelle sei persone si stavano agitando nel tentativo di sollevare il frutto,
Romarishisi si senti disturbato perché in tutto quel movimento i suoi
capelli venivano stirati e scompigliati. Egli comprese subito che c’era
qualcuno che stava provando a portare via il frutto e questo lo fece andare
su tutte le furie. Immediatamente i suoi capelli si avvolsero intorno ai
Pandavas legandoli tra di loro.
Draupadi comprese il pericolo ed immediatamente pregò Krishna perché venisse
in loro aiuto. Draupadi si rivolgeva a Krishna ogni volta che fiutava un
pericolo. Krishna apparve immediatamente di fronte a lei. Draupadi si gettò
ai Suoi piedi di Loto e lo pregò affinché proteggesse i Pandavas dal
pericolo che si stava manifestando. Krishna disse a Draupadi che non avrebbe
potuto fare nulla poiché Romarishi era un grande Saggio. Come Signore, egli
risiede nel cuore dei Saggi, incluso Romarishi. Cosi come avrebbe potuto
fare qualche cosa contro il desiderio di quel Saggio? Ma Draupadi restando
ai Suoi piedi disse ' Solo Tu puoi salvarci. Tu puoi fare tutto ciò che vuoi
in tutti e tre i mondi.' Allora Krishna disse: 'Va bene io vi aiuterò, ma
voi dovrete restare rigorosamente in silenzio e non pronunciare neanche una
parola. Dovrete fare esattamente ciò che io vi dirò. Anche se avrete dubbi o
esitazioni dovrete fare esattamente ciò che io vi dirò.'
Draupadi promise che tutti avrebbero obbedito agli ordini di Krishna.
Krishna si avvicinò a ciascun Pandava e sussurrò il suo piano nelle loro
orecchie. Egli disse loro: 'Io adesso andrò all’Ashram di Romarishi. Voi mi
seguirete dopo poco tempo.'
Nel
frattempo Romarishi era furioso di rabbia e stava per lanciare la sua
maledizione contro coloro che volevano rubare il frutto. Proprio in
quell’istante, Krishna entrò nell’Ashram e immediatamente Romarishi si gettò
ai Suoi piedi. Egli era felicissimo di vederlo e gli chiese, 'Cosa posso
fare per te Mio Signore?' Krishna tenne Romarishi occupato facendo futili
domande fino all’arrivo dei Pandavas.
Non
appena i sei penetrarono nell’Ashram, Krishna si inchinò ai piedi dei
Pandavas. I Pandavas si sentirono molto imbarazzati, ma, ricordando gli
ordini di Krishna, non dissero nulla. Romarishi, vedendo Krishna cadere ai
piedi dei visitatori, si piegò anche egli ai loro piedi. Allora Krishna
presentò i Pandavas al Saggio. Non appena il Saggio sentì le parole di
Krishna tessere le lodi dei Pandavas, scordò completamente la Sua rabbia.
Quando poi Krishna spiegò che quelle erano le persone che avevano tentato di
prendere il frutto che egli attendeva, Romarishi era talmente trasformato
che disse, 'Lascia che essi prendano il frutto. Io sarò contento se lo
prenderanno.' Mangiando quel frutto i Pandavas potettero restare per molti
anni senza avere fame." Sai Baba, SS, 6/86, pp. 174 & 175
Come Krishna
Protesse i Pandavas da Ashwatthama
"Poco dopo la
battaglia del Kurukshetra, Krishna usò l’aiuto del saggio Durvasa per tenere
nascosti i fratelli Pandava, che Ashwatthama aveva fatto voto di sterminare,
prima dell’alba del giorno successivo. Krishna avvicinò il saggio, che era
conosciuto per i suoi modi spicciativi e per la sua aderenza alla verità, e
gli disse del pericolo che correvano i Pandavas, chiedendogli di tenerli
nascosti in un sotterraneo che era sotto la sua sedia. Il saggio disse a
Krishna che non avrebbe mai potuto mentire se Ashwatthama gli avesse
chiesto dove fossero i Pandavas. Krishna suggerì che il saggio avrebbe
potuto dire la Verità ma con un tono che avrebbe sviato Ashwatthama dal
chiedere maggiori spiegazioni. La strategia ebbe un grande successo. Quando
Ashwatthama dopo una inutile ricerca dei Pandavas venne dal saggio Durvasa e
gli chiese di rivelargli dove fossero nascosti, il saggio bofonchiò
rozzamente: 'I Pandavas? Essi sono sotto di Me!' La risposta lasciò tanto
perplesso Ashwatthama che non osò indagare ulteriormente.' Cosi i Pandavas,
sotto di lui, si salvarono." Sai Baba, SS, 6/86, p. 175
"Krishna si
appiglia ai piedi di Arjuna" – Un episodio
"Una volta Arjuna
si sentiva molto depresso. Egli era disgustato con la moglie e voleva
togliersi la vita quella notte stessa. L’Onniscente Signore, Krishna, decise
di prevenirlo. Si recò nella residenza di Arjuna e gli disse che voleva
discutere alcuni urgenti argomenti con lui e pertanto quel giorno voleva
pranzare con lui. Poiché Subhadra (moglie di Arjuna) e gli altri erano
impegnati in altre attività, Krishna incontrò Arjuna in una stanza privata.
Non appena Arjuna fu entrato, Krishna sprangò la porta, poi tenne fermamente
i Piedi di Arjuna. Arjuna immediatamente disse,' Swami! Che indegno atto ho
commesso mai? Perché ti stai comportando in modo tanto strano?' Krishna
disse, 'Con tutti i tuoi titoli e successi, é indegno di te pensare al
suicidio. Tu sei il più importante dei Pandavas, hai acquisito il Gandiva
(da Shiva) dopo essere passato attraverso pesanti penitenze e prove.
Dovresti essere il padrone dei tuoi sensi e non loro schiavo. Oggi sei stato
sopraffatto dalla tua mente e dai tuoi sensi. Questo è indegno di te. Dammi
il tuo impegno che in nessuna circostanza in futuro penserai al suicidio. La
tua vita è mia e la mia vita è tua. Il Divino è l’abitatore di tutti gli
esseri. Quindi io sono presente in tutti gli esseri. Se tu prendi in
considerazione il suicidio sarai colpevole di avere attentato alla vita del
tuo caro Krishna.' Arjuna disse: 'Swami! Io ignoravo le sottili verità che
tu ora mi hai rivelato. Perdonami ti prego. Da ora in poi io non penserò mai
più al suicidio." Sai Baba, SS, 9/87, pp. 238 & 239
Krishna indossa i
sandali di Draupadi
"Il Signore é
onnipresente: i suoi occhi, piedi e mani sono ovunque. Non c’è nulla di
basso o alto per Lui. In una occasione Egli indossò perfino i sandali di
Draupadi quando si accorse che cercava l’aiuto di Bhishma per salvare suo
marito dalla distruzione. Per diventare un esempio per il mondo, il Signore
fa molte cose nella Sua incarnazione umana." Sai Baba, SS, 9/87, p. 239
Insegnamento per
i Gopalas
"Krishna una
volta contestò i Gopalas (mandriani) radunati intorno a Lui, ' Chi è un vero
vincitore?' Uno di essi disse,' Chi emerge vittorioso dal campo di Battaglia
é il vero vincitore.'Chi afffronta le difficoltà e i problemi con fermezza e
coraggio é il vero vincitore', dissero alcuni. In questo modo ognuno di loro
diede una diversa risposta. Allora Krishna sorridendo disse, “0 Gopalas,
tutto ciò di cui parlate è per sua natura temporaneo. Nessuna di queste cose
può essere definita il vero vincitore.”
Il vero successo
consiste nel saper controllare i propri sensi. Colui che controlla i sensi
è da considerarsi il vero vincitore. I sensi appartengono al corpo. Fate sì
che questo corpo divenga il tempio di Dio." Sai Baba, SS, 9/98, p. 228
Perché Krishna
arrivo tardi a salvare Draupadi?
"Draupadi, dopo
avere parlato di tutti i suoi problemi e tribolazioni, stava seduta parlando
con Krishna come fosse un suo caro fratello e gli chese, 'Cosa é successo?
Io ricordo di essere stata in grossa difficoltà e di essermi rivolta a te
con tutto il mio cuore, pregandoti perché venissi a salvarmi. Ma tu sei
arrivato tardi. Tu non arrivi mai in ritado. Puoi spiegarmi cosa ti ha
impedito quella volta di arrivare in tempo a salvarmi?' Krishna allora
chiese a Draupadi, ' Tu dici di esserti rivolta a Me e di avermi chiamato.
Posso sapere in che modo lo hai fatto?' Allora ella rispose, 'Si, io dissi,
hei Krishna, hei Dwarakavasa.' Il Signore rispose ' Ti sei rivolta a Me come
Dwarakavasa. Dove é Dwaraka e dove é Hastinapur, posto nel quale sarei
dovuto venire? C’è una grandissima distanza tra i due posti. Se solo tu ti
fossi rivolta a me 'Hridayavasi' o come colui che vive nei vostri cuori, io
sarei apparso istantaneamente. A causa del modo con cui ti sei rivolta a Me
io ho dovuto viaggiare fino ad Hastinapur e non avrei mai potuto giungere in
tempo da una tale distanza."
Sai Baba,
Summer Showers in Brindavan - 1972, p. 42
"Una domanda
viene spesso fatta. Krishna è il Signore dell’Universo. Egli è
onnipervadente, eppure lo stesso Krishna è responsabile della distruzione di
4 milioni di uomini sul campo di battaglia. Questa è violenza o no??"
"Questa é la mia
risposta a questa domanda. Facciamo l’esempio di un uomo che abbia
sviluppato il cancro nella schiena. Ci sono milioni di germi in quel
cancro. Forse che il dottore chiede, 'Dovrei io uccidere milioni di germi?'
Non è forse dovere del dottore salvare la vita del paziente? Cosa ha la
massima priorità? Deve avere più considerazione per la vita del paziente o
per quella di milioni di germi? Il dottore arriva alla conclusione che
questi germi sono pericolosi e li uccide per salvare la vita del paziente.
In questo percorso il dottore ha fatto considerazioni sia di qualità che di
quantità. Allo stesso modo, a quel tempo il mondo aveva sviluppato un
cancro che aveva assunto la forma dei Karauvas. Quando Krishna si accorse
che i Kauravas erano come un cancro divenne un chirurgo, scelse Arjuna come
Suo assistente e realizzò una grande operazione. In quella operazione, 4
milioni di germi furono uccisi. Per queste cose dovremmo sempre tenere nella
massima considerazione il più importante obbiettivo che è quello della
protezione del Dharma. La protezione del Dharma è molto più importante di
tutto il resto."
Sai Baba,
Summer Showers-1972, pp. 249 & 250
Benedizioni
illimitate su Kuchela (Sudama)
"Quando Kuchela
(Sudama, amico di infanzia di Krishna) si trovò nel palazzo di Krishna, si
scordò di chiedere a Krishna ciò che era venuto a chiedergli. Ma non c’era
alcun bisogno di chiedere all’onniscente Signore. Dopo aver profuso tutta la
sua ospitalità, Krishna mandò indietro Kuchela con un palanchino. Dopo avere
fatto un po’ di strada, Kuchela si mise a riflettere sulla sua follia. 'Io
mi sono goduto tutta la suntuosa festa che Krishna ha dato in mio onore, ma
ho scordato tutta la triste condizione in cui versano i miei figli. Ho
scordato di chiedere a Krishna ciò che in realtà ero andato a chiedergli.
Che sciocco sono stato!' Ma quando si avvicinò alla sua vecchia casa, vide
che al suo posto c’era un bellissima dimora. Sua moglie era vestita con
abiti lussuosi e piena di gioielli. Ella uscì fuori a dare il benvenuto a
Kuchela come fosse una regina. Kuchela si chiese se si trattasse di una
principessa o di sua moglie. Essa si avvicinò a Kuchela e gli chiese,
'Signore, cosa ti ha detto Krishna?' Kuchela spegò come Krishna fosse stato
amorevole e lo avesse accolto abbracciandolo affettuosamente. 'Come posso
descriverti tutto l’amore con cui mi ha accolto? Egli stesso è l’Amore. C’è
forse qualche altro che possa benedirti in tale maniera per restituire un
pugno di riso secco come quello che Kuchela gli aveva portato.' 'Che
sciocco sono stato a non capire la grazia infinita di un tale Signore!'
Riflettendo su queste cose, Kuchela si avvicinò alla sua nuova casa,
profondamente commosso dall’Amore di Krishna." Sai Baba, SS, 11/96, pp.
282 & 283

"Krishna
costituisce un esempio nella eliminazione dell’IO" – L’episodio in cui
vengono lavati i piedi dei saggi e dei preti
"Quando il
Rajasooya Yajna cominciò, ciascuno dei fratelli fu incaricato di una
funzione specifica. Anche Krishna si avvicinò rispettosamente a Dharmaraja e
lo implorò di assegnare anche a Lui una funzione, dicendo 'Poiché in questo
momento tutto il mondo guarda a te, (Dharmaraja) tu sei il Signore ed io
solo un elemento. Quindi, ti prego assegnami un incarico in questo Yajna.'
Dharmaraja fu disorientato da questa richiesta che gli veniva da uno che
egli riconosceva come il Signore Onnipresente. Dharmaraja disse: 'Io Ti devo
tutto. Tu sei un dominatore ed io sono solo il tuo servo.' Krishna rispose:
'Ciò che tu dici come devoto é la verità. Ma dal punto di vista materiale,
come re devi rispettare tutti gli obblighi che un re deve rispettare. Devi
distinguere tra i tuoi obblighi verso Dio e i tuoi doveri secolari come
governante.'
Krishna
insistette affinché gli venisse assegnato un preciso compito. Dharmaraja
disse, 'Krishna! Scegli tu stesso il compito che preferisci.' Krishna
rispose: 'Se avessi voluto scegliere da solo il mio compito non avrei avuto
bisogno di chiedertelo. Io desidero fare ciò che Tu mi dirai di fare.' La
questione tra i due andò avanti per molto tempo e finalmente Krishna disse
che avrebbe voluto essere il responsabile del ricevimento dei dotti e dei
preti che avrebbero assistito allo Yajna, lavando loro i piedi e rendendo
loro tutti gli onori.
Questo é un
bell’esempio di eliminazione dell’EGO. Perché mai Krishna che era una grande
e potente personalità, avrebbe dovuto prendere su se stesso il compito
umilissimo di lavare i piedi ai pundits? La morale è molto chiara. Chi
aspira ad essere un leader deve prima dimostrare qualità di leadership in
ogni campo. Fu per dare un esempio a tutto campo che Krishna intraprese
molte attività diverse e non ne considerò mai nessuna sminuente o sciocca."
Sai Baba, SS, 9/87, p. 235

Krishna e Rama
"Se comprenderete
bene la differenza tra Krishna e Rama, apprezzerete meglio la natura di
Krishna. Krishna all’inizio sorride di fronte ad ogni situazione e solo in
un secondo tempo porta a termine il suo compito. Per Rama, il dovere viene
sempre prima di un sorriso. Krishna fece piangere le donne. Rama pianse per
Amore di una donna. Rama si gettò nella battaglia solo perché era fortemente
motivato per questa. Krishna provocò egli stesso il conflitto e poi
determinò il suo esito.
La dottrina di
Krishna diverte con gioia. La dottrina di Rama si basa sul concetto di ciò
che si deve o non si deve fare.
Il Ramayana ha lo
scopo di promuovere il regno della Verità e della giustizia sulla terra.
Krishna Avatar intese dare un messaggio perenne al mondo. Egli non fece
nulla per Sé stesso e diede tutto al popolo. Uccise il suo zio materno,
Kansa e poi mise su quel trono il padre Ugrasena. Egli non desiderò mai il
regno per sé stesso. Aiutò i Pandavas, sconfisse i Kauravas e incoronò
Dharmaraja come imperatore. Non si proclamò mai re. Egli era un re senza
corona. Era il re dei re. Non aveva nessun regno suo. Ma governò su milioni
di cuori. E’ questa la profonda verità proclamata dalla dottrina di Krishna
(Krishna Tatwa).
Se approfondite
il problema, vi renderete conto che ciascun Avatar ha incarnato uno
specifico messaggio ed ha portato avanti una missione ben precisa." Sai
Baba, SS, 10/96, p. 256

Messaggio della
Gita
"Il messaggio
della Bhagavad Gita é stato interpretato dalle persone più erudite in molte
e diverse maniere. Essi hanno discusso tra loro se il cammino più
importante sia il Karma Marga (Cammino della Azione), il Janana Marga
(Cammino della Saggezza) e il Bhakti Marga (Cammino della Devozione). Ma il
vero significato della Gita deve essere ricercato tra la prima e l’ultima
parola del primo sloka: La prima 'Dharma' e l’ultima 'Mama'. "Mama Dharma'
– Ciascun individuo deve comportarsi secondo il proprio dovere – questa é la
lezione della Gita. I padroni di casa dovrebbero seguire 'Grihasta Dharma'
(il dovere del padrone di casa), mentre le persone anziane dovrebbero
seguire il 'Vaanaprastha' Dharma (I doveri di coloro che non hanno più
responsabilità verso la famiglia). Ci sono poi il Sanyasa Dharma (doveri dei
rinuncianti) e il Brahmachaari Dharma ( doveri del celibato negli anni che
precedono il matrimonio). Questi doveri sono definiti per ogni periodo della
vita e non devono essere confusi tra di loro. La Gita ha insegnato questi
doveri alle persone in ciascun periodo della vita ('Ashramas')." Sai
Baba, SS, 11/91, p. 299
Gita-Jayanti
"La Bhagavad Gita
contiene le sacre conoscenze dello Spirito. Krishna diede all’umanità per
mezzo di Arjuna, l’essenza del messaggio della Gita sul campo di battaglia
alle 10.30 a.m. del giorno di 'Kaartika Bahula Amaayasya' . Questo fu il
giorno di inizio della guerra del Mahabharata. Dieci giorni dopo, quando
Bhishma cadde in battaglia, Sanjaya informava Dhritarashtra dell’andamento
della battaglia. Dhritarashtra chiese a Sanjaya:
'
Dharmakshetra Kurukshetra Samavetaah yuyutsavaha Mamakah Pandavashchaiva
kimakuvata Sanjaya'
( Riuniti nella
santa pianura del Kurukshetra, 0 Sanjaya, cosa stanno facendo il miei figli
e i figli di Pandu?)'
Questo è il
giorno di 'Margasira Suddha Ekadashi'. Alcuni considerano questo giorno come
'Gita Jayanti' o giorno in cui Krishna concesse il messaggio della Gita ad
Arjuna. Ma questo fu il giorno in cui Sanjaya narrò la storia della
battaglia a Dhritarashtra. La Gita fu donata da Krishna ad Arjuna nel giorno
di 'Kaartika Bahula Amaavasya'.
Perché mai
Krishna scelse proprio quel giorno per iniziare la battaglia e per insegnare
la Gita? Normalmente niente che sia di buon auspicio viene fatto il giorno
di Amaavasya. Tuttavia esistono anche altri esempi divinamente enigmatici,
presi da episodi della vita di Krishna. La Sua nascita il giorno di Ashtami
è un altro esempio."
Sai Baba,
Summer Showers in Brindavan- 1979, pp. 158&159
Bhagavatam
Nel Suo primo
discorso al corso estivo, tenuto a Brindavan dal 20 al 30 Maggio del 1995,
Bhagavan ha sottolineato “ le Quattro qualificazioni necessarie da ciascuno
per comprendere l’importante significato della Bhagavatam, che descrive la
devozione come un ponte tra il Divino ed il devoto”. Queste sono:
(1) Fuggi le
cattive compagnie
(2) Cerca i
tuoi amici tra le persone Pie
(3) Fai sempre
azioni meritorie
(4) Discrimina tra l’eterno ed il transitorio. "
Sai Baba, SS. 7/95, p. 175 & 176
"Nella
Bhagavatam, le lezioni che imparate dipendono dallo stato della vostra
mente. Per comprendere le Glorie del Signore, dovete gioire per i 'Leelas'
di Krishna e comprendere il loro significato interiore." Sai Baba, SS,
10/96, 257
Gita
Govidam
"Gita Govindam,
il libro dei canti di Govinda (Krishna) scritto dal grande mistico e poeta,
Jayadeva di Orissa, ci da un ritratto immortale di Radha nelle sue
manifestazioni molteplici.
Jayadeva seppe
esprimere queste cose con tale bellezza e chiarezza che qualunque uomo abbia
cantato queste canzoni ha sempre riempito il proprio cuore di divina
delizia. Colui che domina la terra, Lakshamana Sena, fu roso dall’invidia.
Egli preparò un suo libro di canti e ordinò che fossero cantati al posto di
quelli di Jayadeva in tutti i templi della terra, incluso il più grande di
tutti – Il Tempio di Jagannath a Puri. Poiché il suo ordine suscitò molte
proteste, il re pose entrambi i libri ai Piedi del Signore Jagannath in un
reliquiario che poi chiuse a chiave mettendolo sotto stretta sorveglianza.
Quando la stanza fu riaperta il re vide che il Signore aveva il libro di
Jayadeva (Gita Govindam) tra le Sue mani mentre il libro rivale scritto per
invidia e orgoglio era relegato in un angolo. Il Signore deve essere
annunciato con grazia e purezza interiore e non con pompa esteriore." Sai
Baba, 9/85, p. 232


Swami mostra la imagine di Krishna materializzata sulla spiaggia vicino a
Dwaraka,
Maggio 1968
Messaggio di Sai
nel giorno di Janmashtami nel 1996
" Oggi (4
settemre 1996), si celebra il compleanno di Krishna. Ma non è questa
celebrazione ad essere importante. Ciò che conta è l’aderenza agli
insegnamenti di Krishna. Krishna non può essere visto in modo separato dai
suoi insegnamenti. La Gita é Krishna e Krishna è la Gita." Sai Baba, SS,
10/96, p. 258
" I devoti
attuali hanno nelle loro menti una precisa forma della Divinità, ma
realizzano i rituali in modo meccanico senza alcuna consistenza. Tutte le
vostre opere di elemosina e devozione sono di nessuna importanza per il
Divino. Mostrate le vostra carità e ricchezza all’ufficio delle tasse. Dio
ha bisogno solo di amore. Non esistono tasse sull’Amore. Voi potete
affrontare ogni tipo di difficoltà e ostacoli. Il Signore stesso vi può
sottoporre a qualche prova. Non dovreste mai dubitare a causa di questi.
Tutto viene sempre fatto solo per il vostro bene. Non addoloratevi per
qualche perdita, né gioite troppo per qualche guadagno. L’equilibrio mentale
nelle perdite e nei guadagni é vera Sadhana. Ci sono alcuni che siedono in
meditazione (Dhyana), mentre le loro menti continuano a girovagare per il
mercato o a fare shopping nei negozi. Che tipo di Meditazione o Japa è mai
questa? La mente deve essere sempre immersa in Krishna. Invece è piena di
desideri (Trishnas ). Krishna verrà incontro a tutti i vostri desideri. Il
solo invocare il nome del Signore non è sufficiente. Offrite il vostro amore
a Dio. L’Amore non è una vostra proprietà. Di fatto è proprietà di Dio. Date
a Dio ciò che è di Dio. A che serve una vita lunga senza questo tipo di
offerta? Non avete il diritto di offrire il vostro amore a qualche altro che
non sia Dio. Se offrite tutto il vostro Amore a Dio, Egli si prenderà
carico delle vostre necessità. Non c’è nulla che Egli non possa fare in
questo mondo."
Sai Baba, SS,
10/99 (3 September 1999 on Krishna Janmashtami)
"Oggi
la gente venera Dio per Dio stesso, ma non prova a comprendere le qualità
umane ideali mostrate da un Avatar. E’ solo quando gli ideali umani
rappresentati da Krishna, dopo che egli si è incarnato come uomo, vivendo
tra gli uomini, vengono riconosciuti che la vita umana può essere resa
comprensibile. Sai Baba. SS, 9/87, p. 233
"Lord Krishna ha
mostrato con il Suo esempio che il Karma (azione) é responsabile sia della
nascita che della morte dell’uomo. L’uomo è vincolato all’azione nella sua
vita quotidiana. Dalla nascita alla morte, l’uomo impegna il suo tempo a
realizzare un’ azione o l’altra. Il cammino dell’azione é molto caro a Dio."
Sai Baba, SS, 10/99, p. 553
"Il Supremo
messaggio della vita di Krishna è la unicità della Principio dell’Amore
(Prema Tatwa). Questo messaggio è tutto ciò di cui il mondo ha necessità.
Krishna è la incarnazione dell’Amore. Questo Amore può essere compreso solo
attraverso l’Amore. Questo Amore, è forte, brillante e infrangibile come un
diamante.
Se c’è qualche
difetto nel vostro Amore, potrà essere rimosso solo attraverso l’Amore.
Amore genera Amore. L’odio può generare solo altro odio, mai l’amore. La
gelosia genera gelosia. La rabbia genera altra rabbia. Pertanto se volete
crescere nell’Amore, dovete alimentare l’Amore liberandovi dell’odio della
rabbia e della gelosia." Sai Baba. SS, 9/89. p. 232
Lampi delle
celebrazioni di Krishna Janmashtami a Prasanthi Nilayam - 1998
"La santa festa
di Krishna Janmashtami fu celebrata a Prasanthi Nilayam nella SAI Kulwant
Hall il 14 Agosto 1998 alla Divina presenza di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba.
Bhagavan è giunto
nella Sai Kulwant Hall, sede delle celebrazioni, alle 7.00 a.m. ed ha
benedetto la grande folla di devoti raccolti per l’occasione del Suo
Darshan. Dopo avere fatto il giro della Hall, Swami si é portato sotto la
Veranda per dare inizio al programma.
Il programma é
iniziato con il canto della Omkar e del Krishna Vandana da parte di alcuni
studenti. Gli studenti erano immersi in un grande fervore devozionale mentre
gli studenti hanno cantato alcuni Sanskrit Shalokas in modo molto melodioso
per rendere omaggio al Signore Krishna in questa fortunata occasione del
compleanno del Signore in modo che il 'Krishnam Vande Jagatgurum' è
diventato la eco del cuore di ciascuno. Dopo i Vandana Shalokas e i Sanskrit
Bhajans, gli studenti hanno iniziato I Bhajan normali con "Giridhara Gopala,
Hey Giridhara Gopala" in lode del Signore Krishna.
Mentre i Bhajan
procedevano tutti gli occhi si sono rivolti sul cancello principale della
Sala, dove, meravigliosamente decorata Sai Geeta, annunciata da Musicisti, é
entrata nella Sala alla testa di una processione di mucche del Gokulam
scortate d Studenti travestiti da mandriani. Anche Bhagavan si é diretto
verso il cancello per benedire e dare da mangiare a Sai Geeta ed alle
mucche. Egli le ha inondate di Amore dando loro personalmente da mangiare. I
devoti erano al colmo della gioia quando Sai Avatar ha assunto il ruolo del
Dwapara Yuga Avatar e cioè il Signore Krishna Gopala
Bhagavan ha poi
benedetto il Prasadam per la distribuzione. Nonostante il programma si fosse
concluso con l’offerta del Mangala-arati a Bhagavan, tuttavia Questi ha
continuato a muoversi tra le file di devoti supervisionando personalmente la
distribuzione del Prasadam che è continuata fin alle 8.20 a.m.
Nel pomeriggio,
è giunto nella Sai Kulwant Hall alle 15,30 ed ha reso felici tutti i devoti
con il Suo Darshan Divino. C’è stato un applauso spontaneo da parte di tutti
i devoti quando alle 15,45 Bhagavan si è seduto sulla Sua sedia.
Con il permesso
di Bhagavan, il programma è iniziato con il canto del Mantra dedicato a
Ganesh Vandana, Surya Vandana, da parte di sei studenti. Successivamente,
Dr.Sandipan Chatterji ha introdotto il primo speaker del pomeriggio. Prof.
G. Venkataraman, eminente scienziato e Vice preside del Sri Sathya Sai
Institute of Higher Learning.
Dopo avere
offerto i suoi omaggi ai piedi di Loto di Bhagavan, Prof. Venkataraman ha
enfatizzato il grande significato delle celebrazioni di questo giorno,
quando viene celebrato il compleanno di un Poorma Avatar, Lord Krishna, alla
Divina presenza del Poorma Avatar del Kali Yuga, Bhagavan Sri Sathya Sai
Baba. Soffermandosi sul concetto di Avatar, ha detto, "Dio è senza Forma, ma
ogni tanto ne assume una. Egli discende a livello umano in modo che l’uomo
possa ascendere al livello Divino. Questa azione compassionevole del Signore
è paragonabile all’atto di una madre che benedice il proprio bambino.
Dopo questo Dr.
Sandipan Chatterji ha fatto un brevissimo discorso. Egli ha sottolineato
come in tutta la India la forma di Bhagavan ha ricevuto una straordinaria
attenzione. Il Dr. Chatterji ha poi richiamato alcuni insegnamenti di
Bhagavan.
Dopo questi due
brevi discorsi, Bhagavan ha iniziato il Suo Divino discorso all 16,15 per
concluderlo alle 17,20 con il canto del Bhajan "Hare Rama, Hare Rama, Rama
Rama, Hare Hare" "Govinda Krishna Jai, Gopala Krishna Jai". Il programma si
è poi concluso con l’offerta del Mangala-arati a Bhagavan. Prima di tornare
alla Sua residenza Bhagavan ha alzato entrambe le mani in segno di
benedizione per tutto l’uditorio."
Editor. SS,
9/98, pp. 242-244
OM SAI AM
