Sathya Sai Baba

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Compleanno di Krishna (Krishna Janamashtami) - Parte 3
Una narrazione di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

 

Differenze ta Gopikas e Yadavas

"E’ bene comprendere la differenza esistente tra Gopikas e Yadavas. Gli Yadavas consideravano Krishna un loro parente e affermavano con orgoglio che Krishna era un loro congiunto. A causa del loro orgoglio, finirono per uccidersi l’uno con l’altro in guerre intestine, dopo che Krishna ebbe lasciato il proprio corpo. Al contrario le Gopikas si consideravano solo devote di Krishna, ed erano umili e devote verso il Divino." Sai Baba, SS, 7/95, p. 188

'Significato di Radha '

"Radha non rappresenta soltanto la forma di una donna. E’ qualcosa di molto più importante. Nel Suo nome c’è una confluenza di lettere molto importanti. Nella parola RADHA, ci sono le lettere R-A-D-H-A.  Se si leggono in modo circolare e si comincia con la prima A si ha la parola 'Adhar'. Se invece si comincia con D si ha la parola 'Dhara'  e infine se partiamo dalla A finale si ha Aradh. Pertanto la parola 'Radha' fa riferimento a una persona che canta costantemente il nome del Signore. Chiunque fa Aradhana (canto del nome del Signore) con continuità, può essere considerato Radha. Il nome Radha non è un nome tipicamente femminile che indica il nome di una donna. L’aspetto stesso di Krishna mostra che non esiste una tale diversità di sessi quando si é alla presenza del Divino. In questo modo Krishna ha diffuso il concetto di Amore Puro." Sai Baba, Summer Showers, 1978, p. 60

Resa totale di  Radha

"Per passare da un posto interno ad un posto esterno si usa generalmente una porta. Se fuori non c’è spazio disponibile non c’è alcuna necessità di una porta. Lo spazio non è disponibile quando la Divinità non è presente. In che posto allora può andare e venire la Divinità? Tali domande sono il risultato di una confusa conoscenza libresca. Lo stato mentale di una persona confusa è descritto in una canzone cantata da una Gopika. La mente dubbiosa grida di chiudere la porta della mente (verso la verità). La persona di fede chiede al contrario che la porta venga aperta. Vedendo la condizione della Gopika, che é tormentata tra il dubbio e la fede, RADHA fu molto divertita e osservò:' Se l’intero Universo é la casa del Signore, che bisogno c’é di una strada o di una porta???' Quando il Signore Cosmico brilla dentro, che bisogno c’è di una porta??' (Poem). Offrire tutta la sua vita al Signore e spargere lacrime di beatitudine, questo é tutto ciò che serve. La porta e cose simili servono fino a che non c’é questa resa totale." Sai Baba, SS, 1/92, p. 13

Relazione tra Krishna e Radha

"Molto vicino a Gokulam, c’era un villaggio di nome  Verishabhapura. Radha viveva a Vrishabhapura e sapeva fin dall’inizio di essere la incarnazione di Prakriti e di essere in collegamento con il Paramatma. Poiché la intera creazione non è altro che la proiezione del Paramatma, in quel contesto, Radha significa creazione e Krishna significa Paramatma, il Creatore; la relazione di Radha nel rapporto di Radha con Krishna fu come la relazione tra un oggetto e la sua immagine. Radha, nella sua parte fisica, aveva nove anni più di Krishna. Essa era inoltre una cugina di Nanda e quindi era molto legata a quella famiglia. Fin da quando Krishna raggiunse la casa di Nanda e Yashoda, la idea fissa di Radha fu quella di stare sempre più vicino a Krishna. In ogni momento Radha pensava a Krishna e ripeteva il Suo nome. La sua routine quotidiana era piena di lavoro dedicato a Krishna. Krishna a quel tempo aveva solo sette anni. Ogni giorno appena alzato, Krishna era solito prendere il latte da Sua madre,  passeggiare fino a Vrishabhapura e tornare indietro. La madre non sapeva nulla di tutto questo. Quando la madre gli chiedeva dove stesse andando, le rispondeva che andava in cerca di mucche smarrite. Se ci dovesse venire il dubbio che Krishna raccontasse una bugia dobbiamo ricordare che mai, nella Sua vita, Krishna ha mentito.

 Ad alcune persone tra noi, come risultato della propria impurità dei pensieri può sembrare che Krishna abbia raccontato una bugia, ma tutto ciò che veniva detto da Krishna corrispondeva sempre alla Verità. Quando disse che stava andando in cerca delle mucche, anche questa era Verità. Noi guardiamo la terra, secondo gli insegnamenti Vedici, come una mucca poiché ci da tutto ciò di cui l’uomo ha bisogno per sostenersi. La chiamiamo Madre terra, Madre Vacca, madre Veda e cosi via. In questa visione delle cose tutti gli esseri umani sono i cari figli di queste tre madri. Pertanto, per quel che riguarda Radha, che é il simbolo della creazione, parlare di Lei come di una mucca non é assolutamente una bugia. Considerando le cose da questo punto di vista, la immagine di Radha fu impressa nella mente di Krishna fin dalla sua nascita." Sai Baba, Summer Showers, 1978, p. 115 

Simbolismo della relazione tra Radha e Krishna 

"Al fine di insegnare alla gente portando gli esseri umani verso la unione con Dio, il loro Creatore, Krishna che é il Paramatma si é incarnato in forma umana. Dhara, la Natura ha preso la forma di Radha, una posizione simboleggiante tutta la creazione. Pertanto dovremmo guardare a Radha come il messaggero della Natia, simboleggiante tutto ciò che è caratteristico della Creazione. Essa ha dato dimostrazione di molti ideali come esempio del preciso obiettivo di raggiungere il Divino Signore nella forma di Krishna. In tutto questo dovremmo cercare di comprendere la relazione intima che esiste tra gli sforzi di Radha e le risposte di Krishna." Sai Baba, Summer Showers, 1978, pp. 114 & 115

"Radha  esibì un Amore completo. Prakriti (la natura) ha preso la forma di Radha. Se Radha fu attaccata a Krishna e viceversa significa semplicemente che il Paramatma (Dio) and Prakriti (natura) erano attaccati l’uno a l’altra. E’ come un bicchiare d’argento. Non è possibile per noi togliere l’argento dal bicchiere. Poiché l’argento e il bicchiere sono uniti assieme noi lo chiamiamo bicchiere d’argento. Analogamente non è possibile separare Radha e Krishna. Poiché Prakriti e Paramatma sono tra loro identici, non si tratta di una singola entità. Senza Prakriti o creazione, non c’è Krishna. Senza Krishna non saremmo capaci di vedere la creazione. Non si può avere un abito se non c’è la stoffa e la stoffa non serve a nulla se non c’è l’abito L’unione di stoffa ed abito esemplifica l’aspetto di Radha e Krishna. Sai Baba, Summer Showers, 1978, p. 60

Sul Palcoscenio Cosmico sono tutte donne

"Nella messinscena di qualche recita, alcuni attori possono ricoprire ruoli, ma questi ruoli, interpretati dagli attori, non corrispondono alla realtà.  Servono solo per la finzione scenica e per il tempo della recita. In un college femminile ruoli come quello di un marito, del re,di un vecchio o di un ragazzo possono anche essere interpretati da attori donne. La parte del marito e quella della moglie sono entrambe rappresentate da ragazze. Pertanto nei fatti  l’uomo e la donna appaiono cosi solo per il momento della recita, ma entrambi sono interpretati da donne. Allo stesso modo, l’intero  mondo é un palcoscenico e tutte le persone sono gli attori che recitano ognuno il suo ruolo. Il solo Purusha é Dio. Ogni altra persona é 'Abala' o una donna. Per questo motivo gli individui in questo mondo sono sempre sofferenti e sono afflitti da una cosa o da un altra." Sai Baba, Summer Showers, 1978, p. 114

Ultimo momento della vita di Radha

"Nel caso di Radha, Krishna sconvolse il Suo cuore e le diede il nettare della Divina Beatitudine. Radha non aveva attaccamenti a nessuno. Krishna apparve di fronte a Radha poco prima che essa abbandonasse il suo corpo e le diede la Sua benedizione. Dio darà tutto ad un vero devoto, incluso Sé stesso. Nessuno può eguagliarlo nel sacrificio che è pronto a fare per Amore di un Devoto. Krishna chiese a Radha cosa volesse nell’ultimo momento della Sua vita. Radha disse: Non desidero altro che ascoltare la musica del tuo flauto ancora una volta prima della mia morte.' (Canta, Oh Krishna, parlami e riempi il mio cuore di Beatitudine', cantò Radha. 'Distilla l’essenza dei Veda e falla scorrere nella eterna musica del Tuo flauto. Oh Krishna!!). Krishna prese il flauto e lo suonò. Quando Radha chiuse gli occhi, smise. Da allora non suonò mai più e dedicò il flauto a dare gioia a Radha." Sai Baba, SS, 10/96, p. 257

Yashoda e Radha

"Il potere dell’Amore é bene illustrato in un episodio nella Bhagavatam. Una volta Yashoda andò in cerca di Krishna e non riuscì a trovarlo in nessun posto. Essa incontrò Radha e le chiese se avesse visto Krishna. Radha chiuse  gli occhi e meditò intensamente su Krishna. In quel preciso momento Krishna apparve. Yashoda capì allora che l’Amore di un vero devoto, come Radha, per Krishna era immensamente più grande del Suo amore materno.

Questo è il modo con cui il Divino si rivela ai devoti. Krishna apparve istantaneamente di fronte a Radha a causa del Suo Amore, puro intenso e privo di egoismo. Se il cuore è inquinato o pieno di orgoglio, Dio non può essere sperimentato anche provando per moltissimi anni.

Yashoda confessò a Radha che la Sua devozione aveva rimosso il velo della ignoranza e dell’orgoglio rendendo possibile la Sua visione. Ella ammise che c’erano molte persone che amavano Krishna più di lei e chiese a Radha di insegnarle come amare Krishna. Radha disse a Yashoda che questo Amore non può essere insegnato da nessuno. Ognuno deve svilupparlo attraverso una devozione pura e totale." Sai Baba, SS, 8/96, p. 204

Resa e realizzazione di Krishna – Un episodio

"Al tempo di Krishna-avatar, esistevano due sorelle Radha e Radhika. Radhika era una Sagunopaasaka (colei che adora Dio con una ben precisa forma) mentre Radha era Nirgunopaasaka (Colei che adora Dio senza una forma). Radha cantava continuamente il nome di Krishna, mentre Radhika era completamente assorbita dalla forma fisica di Dio. Ella era molto triste perché Krishna era andato a Mathura.  Smise di mangiare e bere e disse, 'Krishna! Nel mio cuore ho mantenuto il tuo Loto fresco con le mie lacrime. Adesso le mie lacrime sono finite. Come posso ora conservare la tua immagine nel mio cuore? Il Mio cuore, che è un Tuo dono, è tutto per Te. Cosa altro posso offrire ai tuoi piedi di Loto?  Accetta i miei omaggi e me stessa.' Ella si abbandonò completamente a Krishna. Radha vide tutto questo. Ella aveva sempre pensato che Nirgunopaasana fosse superiore a Sagunopaasana, ma dopo avere visto quell’abbandono totale di Radhika, essa comprese la grandezza di Sagunopaasana.  Dopo questo Radha costantemente meditò anche sul nome e sulla forma di Krishna.

Avrete certamente udito la canzone di Tulsidas: 'Nava Kanja Lochana Kanja Mukha Kara Kanja Pada.' In questa canzone, le mani, i piedi, la faccia, gli occhi etc del Signore sono paragonati ad un fiore di Loto. Egli pregò affinché quel fiore di Loto risiedesse nel Suo cuore per sempre. Entrambe Radha e Radhika pregarono Krishna affinché risiedesse  permanentemente nei loro cuori. Una devozione simile é molto rara ai nostri giorni." Sai Baba, SS, 10/99, p. 259 

Grazia di Krishna

"Solo Dio sa a chi, in che circostanze, in che momento e fino a che punto e in che forma la Sua Grazia dovrebbe essere concessa. Come esempio, considerate il caso di Draupadi. Nella grande sala della sua corte, Duryodhana stava infliggendo una grande umiliazione a Draupadi. Nel frattempo Krishna,  nascosto agli occhi della gente, dava a Draupadi un numero senza fine di Sari. Come può una persona normale considerare una simile situazione? Alcuni potrebbero dire: Come ha potuto Krishna tollerare che Draupadi venisse  spogliata in questo modo?  Perché non ha incenerito Duryodhana proprio in quel momento? Perché non ha fatto morire Sua moglie? Quando qualche devoto è in agonia non potrebbe prendersi cura di lui in modo chiaro? La ignoranza può essere la causa di tali domande.

Ma il Divino, che é la incarnazione della pace, amore e verità, deve tener conto della causa (karana), del rimedio (Kaarya) e della soluzione adottata (Kartavya). Nella grande rappresentazione Cosmica, il Signore é anche un attore. Il tempo deve sempre essere maturo per il ruolo che deve sostenere in una particolare sequenza di avvenimenti. La Sua azione deve essere appropriata al Suo ruolo. Non può agire diversamente.

Per esempio se Krishna avesse deciso di uccidere Duryodhana nel momento dell’umiliazione di Draupadi, sarebbe andato contro il ruolo che si era assegnato nella rappresentazione. Egli doveva recitare la Sua specifica parte. Krishna sapeva che la fine di Duryodhana era nelle mani di Bhima e non nelle Sue. Sarebbe andato contro il Dharma se avesse fatto ciò che Bhima doveva fare. Bhima soltanto avrebbe dovuto abbattere Duryodhana con la sua mazza. Krishna attendeva solo gli eventi predestinati.  Analogamente, in varie situazioni, il Signore resta testimone degli avvenimenti." Sai Baba, SS, 9/93, p. 228

I nemici di Krishna

"C’é sempre un profondo significato interiore per le azioni di Krishna. Kansa provò ogni immaginabile mezzo per ucciderLo. Ma il Signore è al di là della comprensione di tutti. Persone di poca intelligenza, rose dall’odio e dalla gelosia, possono prendere in considerazione tali progetti. Ma questi piani maligni falliscono regolarmente e non possono recare danno alcuno al Signore. Al contrario potranno solo aumentare la Sua Gloria.

In verità esisteva una ragione precisa per l’odio di Kansa. Una voce eterea aveva dichiarato che Kansa avrebbe incontrato la morte per mano dell’ottavo figlio di Devaki. Dando sfogo al desiderio egoistico di salvare la propria vita, Kansa tentò di eliminare Krishna in vari modi. Tutti i suoi sforzi furono vani. Kansa fece una carneficina di tutti i bambini di Repalle nella speranza di uccidere Krishna.. ma Krishna riuscì a salvarsi. L’intelletto di un uomo diventa folle quando questi deve affrontare la propria distruzione. A causa delle Sue azioni crudeli, Kansa andò incontro ad una fine disastrosa.

Questa, tuttavia, non é la fine della storia. Due altri uomini crudeli, Shishupala e Dantavakra, si mossero contro Krishna. Dopo che questi due furono trucidati da Krishna fu la volta di Jarasandha. Molti demoni, assumendo forma umana, pensarono di eliminare Krishna, ma tutti fallirono miseramente portando sé stessi alla rovina.

Così, di era in era, il Divino si é sempre dovuto confrontare con questi elementi ostili. La felicità non può essere raggiunta senza  passare attraverso situazioni anche molto diverse tra loro. La fama è un prodotto del biasimo.

Tali incidenti accadono nella vita di ogni Avatar ed in ogni epoca. Servono solo a far crescere la Sua fama e la Sua grandezza e non servono a fargli perdere il Suo splendore." Sai Baba, SS, 9/93, pp. 227 & 228

 

Ruolo di Krishna nella guerra del Mahabharata

"Krishna disse ad Arjuna, 'Sebbene io non abbia desideri e non sia soggetto al Karma (azione), faccio con molta attenzione il Mio lavoro. Ho preso parte a questa battaglia e faccio il tuo auriga non perché non abbia cavalli di mia proprietà da governare, ma perché ho fatto il voto di restaurare il Dharma. Sorgi O Arjuna! Per la pace e la prosperità di questo mondo, il fragore delle armi e la pioggia di frecce sono inevitabili." Sai Baba, Summer Showers in Brindavan-1979, p. 45

Date della battaglia del Mahabharata e messaggio della Gita

"la battaglia del Mahabharata ebbe luogo nell’anno 3141 B.C., quando Krishna aveva 86 anni." Sai Baba, Summer Showers in Brindavan-1979, p. 159

"La Bhagavad Gita contiene la sacra conoscenza dello Spirito. Krishna , attraverso Arjuna, diede alla umanità il messaggio della Gita sul campo di battaglia alle 10.30 a.m. nel giorno di 'Kaartika Bahula Amaavasya' . Questo fu il giorno di inizio della guerra del Mahabharata." Sai Baba, Summer Showers in Brindavan-1979, p. 158

Età di Arjuna e di Krisna al momento della Guerra del Mahabharata

"Al momento della Guerra, Arjuna aveva 84 anni e Krishna 86. La differenza tra le loro età era solo di due anni." Sai Baba, Summer Showers in Brindavan-1979, p. 48

Simbolismo del qartetto malvagio

"Nel Mahabharata, Shakuni rappresenta il dubbio (Anumaana). Kama é il simbolo della mancanza di fede (Avishwaasam). Quando queste si presentano insieme, la invidia (Asuuya) con la forma di Duryodhana si manifesta. L’invidia si manifesta con la crudeltà nella forma di Dushaasana. Quando questi quattro compaiono insieme, il destino dei Karauva è segnato. I Kauravas rappresentano i cattivi pensieri, le cattive intenzioni e i cattivi attaccamenti. Krishna  vide con chiarezza il destino dei Kauravas molto prima della guerra del Kukshetra. Egli disse ad Arjuna: 'Sorgi. Preaparati alla guerra. La giustizia prevarrà. L’egoismo provocherà disastri. Questo é il Dharma di ogni epoca." Sai Baba, SS, 9/93, p. 229

Nessuna salvezza dalle conseguenze delle proprie azioni

"Con il passar degli Anni, i Malvagi hanno assunto la forma dei Karauvas e sono andati incontro al loro destino. Non c’é scampo per nessuno dalle conseguenze delle proprie azioni. La morte può giungere in ogni momento, in ogni posto e in ogni forma. Nessuno può predire il momento ed il modo della propria morte. E’ tutto predestinato. Non c’è alcun senso ad analizzare il pro ed il contro di tali avvenimenti. Perfino i buoni devoti, qualche volta hanno dubbi su queste cose." Sai Baba. SS, 9/93, p. 230

Differenza tra i Kauravas e i Pandavas

"La differenza tra i Kauravas e i Pandavas fu questa: I  Kauravas non avevano fede in Dio e si allontanarono da Krishna. Essi credevano solo ai piaceri mondani. I Pandavas avevano una fede incrollabile in Krishna e non erano attratti da niente altro. Nel conflitto tra i Kauravas e i Pandavas, i  Kauravas furono miseramente distrutti mentre i Pandavas furono vittoriosi. Il Mahabharata rivela la differenza tra i Kauravas e i Pandavas nella loro attitudine verso Krishna e in ciò che Krishna come Divino significava per i credenti. I Pandavas mettevano Dio prima di tutto, il mondo solo secondo e l’IO (se stessi) per ultimo. I Kauravas mettevano l’IO (interessi personali) come prima cosa, il mondo come secondo e Dio solo ultimo. Chiunque metta Dio al primo posto nelle cose della vita è destinato al successo. Questa fu la lezione che Sanjay diede a Dhritarashtra alla fine della Bhagavad Gita. Fede in Dio é garanzia di vittoria." Sai Baba, SS, 9/89, pp. 231 & 232

Dubbi su Krishna Avatar

"Mentre Parikshit stava ascoltando il racconto di Suka sui Leelas di Krishna, fu assalito da moltissimi dubbi. Shuka risolse immediatamente questi dubbi. 'Parikshit! Tu vedi le cose con l’ottica del mondo scordando la tua fede. Nessuno può definire la forma di Dio. Egli può assumere in qualunque momento una forma qualsiasi. Ma, quando Dio ha voluto dimostrare la natura della Divinità all’Umanità, ha preso una forma umana. L’uomo, a causa della Sua mente inquinata, è incapace di riconoscere il Divino in forma umana.'

Perfino Yashoda, nonostante le moltissime occasioni nelle quali Krishna aveva dimostrato la Sua Divinità, continuava a vederlo come un essere umano e frequentemente ringraziava il Signore per aver salvato il suo ragazzo da  tanti pericoli. Ma Krishna provò a modificare il suo punto di vista usando le parole che aveva usato moltissime volte. Una volta Yashoda chiese a Krishna se fosse vero, come affermato da Balarama, che avesse l’abitudine di mangiare il fango. A questo Krishna rispose: "Madre! Sono forse un bambino o un birichino o un pazzo per mangiare il fango? La gente è pazza di me. Io sono venuto per curare il mondo dalla sua pazzia." Da queste parole Yashoda cominciò a capire che Krishna non era certo un ragazzo come tutti gli altri ma era una manifestazione del Divino." Sai Baba, SS, 10/94, p. 259

Ci sono molte sottili verità relative ad un’incarnazione, che non possono essere facilmente comprese. Basterebbe descrivere i divertimenti  e gli exploits di Krishna come fanciullo in poco tempo. Le vie del Signore sono infinite e imperscrutabili. Nessuno può dire a Dio come dovrebbe comportarsi. Egli può trasformare tutto e tutti in qualunque momento." Sai Baba, SS, 10/94, p. 259

Preghiere a Krishna

Preghiera di Kunti

"Krishna stava lasciando Hastinapura per Dwaraka. Egli stava prendendo congedo da tutti i parenti, da Dharmaraja  e dagli altri. Ognuno in silenzio aveva accettato la Sua decisione. Il cocchio era pronto per la partenza di Krishna. Ma il Divino può cambiare il suo pensiero in qualunque momento. Dopo avere preso congedo da tutti, si recò da Kunti. Kunti gli disse: "Krishna! Tutti i problemi che abbiamo dovuto affrontare erano dovuti alle nostre illusioni. Se Dharmaraja non fosse stato attratto dal gioco dei dadi, non avremmo mai dovuto affrontare l’esilio nella foresta e tutti i problemi che abbiamo dovuto affrontare. Quindi i miei figli non sono stati la causa principale di tutti i nostri problemi. Tu sei sempre il loro protettore. Durante tutti questi periodi neri io ti ho sempre ricordato. Nel mondo la gente si ricorda di Dio solo nei momenti difficili e lo scorda nei momenti di felicità. Pertanto, Krishna! Fino a che avrò il corpo, dammi sempre delle difficoltà da affrontare. Tuttavia poiché sei stato con noi in tutti questi anni, siamo tutti profondamente shoccati a vederti partire. Io non posso cambiare il tuo modo di pensare. Ti prego solo di non scordare questa tua zia." Sai Baba, SS, 10/94, p. 261

Preghiera di Uttara a Krishna

"Sentendo che Krishna era in procinto di partire per Dwaraka, Uttara corse da Krishna e si gettò ai suoi piedi.' Signore! Fin dalla morte di Abhimanyu, io ho fatto di tutto per sopportare il dolore che squarciava il mio petto. C’è un fuoco che arde nel mio ventre del quale non so spiegare la ragione. Non dovresti partire per Dwaraka proprio adesso. Dovresti restare. Tu sei stato il protettore dei miei antenati per molte generazioni. Tu sei il salvatore dei Pandavas. Il fanciullo che porto nel grembo è la sola speranza del clan dei Pandava. Se qualche cosa dovesse accadere a quel fanciullo la dinastia dei Pandavas sarebbe estinta per sempre. Ti prego pertanto di non partire.'

Krishna fu molto commosso dalla profonda devozione di Uttara. Rinunciò al viaggio a Dwaraka. Krishna fece una promessa a Uttara. "Io non partirò per Dwaraka fino a che il tuo fancullo non sarà nato," la rassicurò Krishna.

In quel momento Dharmaraja e i suoi fratelli, Draupadi e Subhadra lodarono la devozione di Uttara al Signore. Sebbene fosse molto giovane Uttara  predominava per la Sua devozione. Questo fu perché quando era in cinta, Krishna era entrato nel suo ventre per proteggere il feto da Brahma-astra di Ashwathama. Ella vide in sogno Krishna che entrava nel suo ventre. Da quel momento ella cantò incessantemente il nome di Krishna, vedendo Krishna in ogni persona ed oggetto.

E’ evidente che i Leelas Divini sono inesplicabili e grandissimi. E’ veramente ridicolo cercare dove sia il Divino, che è  onnipresente. Uttara fu una che riconobbe la onnipresenza Divina. Riconoscendo la sua suprema devozione, Krishna fu disponibile a modificare i Suoi piani. La gente dovrebbe comprendere che Dio risponde solo alla devozione genuina e profonda. Le suppliche verbali non sono sufficienti." Sai Baba, SS, 10/94, p. 261

Una lezione ai Pandavas

"Dubbi su Dio possono alcune volte nascere anche tra i più fedeli devoti. Questo può essere illustrato dal racconto di un  episodio del Mahabharata. Una volta mentre i Pandavas erano in esilio nella foresta, Krishna fece loro visita. Essi dissero a Krishna che abitualmente facevano turni di guardia per tutta la notte per vigilare contro demoni e spiriti maligni. Una notte uno di questi spiriti apparve davanti ad uno dei fratelli che ebbe grandissima difficoltà a combatterlo. In considerazione di questo, Dharmaraja, il più vecchio dei fratelli Pandavas, provò a dissuadere Krishna dal partecipare ai turni di guardia. Krishna, tuttavia, insistette per sostenere la sua parte. Durante  quel periodo non apparve nessun spirito maligno. Poi venne il turno di Arjuna e Krishna si mise ad osservarlo a distanza. Con grande sorpresa di Arjuna nessun spirito comparve fino a che Krishna fu presente. Krishna allora spiegò ad Arjuna che gli spiriti maligni erano solo il riflesso del suo odio e delle sue paure. Quando si è liberi da questi nessuno spirito potrà mai contrastare il nostro cammino. Krishna rivelò che il Divino esiste anche nei cosiddetti Spiriti maligni e che se ci si libera delle cattive qualità interiori, lo spirito maligno non potrà fare alcun danno. La propria rabbia assume la forma di un demone. Se si sviluppa l’Amore tutto ciò che viene considerato avrà la forma dell’Amore. Questa fu la lezione che Krishna impartì ai Pandavas." Sai Baba, SS, 2/98, p. 41

Un altra lezione: Il Dharma é destinato alla vittoria

"La battaglia tra Pandavas e Kauravas durò nove giorni. Per tutti i nove giorni i Pandavas sembravano sconfitti. Yudhishtra e Arjuna erano demoralizzati. Allora Krishna disse loro: "perché siete tanto impazienti? L’ingiustizia in principio riesce sempre a prevalere, ma gradualmente declina e le forze della giustizia, della pace e della verità prendono il sopravvento. Pertanto non preoccupatevi. Sorgi o Arjuna!!! La Giustizia è destinata alla vittoria." Sai Baba, SS, 12/93, p. 332 

 

Straordinario metodo del Divino per aiutare i Suoi devoti

Come Krishna protesse i Pandavas dalla maledizione di Romarishi

"In una occasione i Pandavas , durante il loro esilio dal regno, si trovarono nella foresta di Romarishi. Romarishi era un saggio il cui corpo era coperto da capelli tanto lunghi da formare un tappeto che ricopriva la foresta tutto intorno. In quella foresta c’era un albero santo, che produceva un frutto veramente speciale. La rarissima qualità di quel frutto era che quando uno lo avesse mangiato non avrebbe avuto più fame per anni ed anni. Purtroppo tale frutto non poteva essere raccolto. Avrebbe potuto essere mangiato solo nel caso che fosse caduto da solo. Per questo, attendendo che il frutto cadesse, Romaarishi faceva Tapas in quella zona.

Un giorno, mentre Dharmaraja e Draupadi girovagavano nel bosco, Draupadi vide questo particolare albero e vide il frutto dolcissimo che pendeva da esso. 'Non possiamo non prenderlo,' ella disse al marito, 'cosi potremo dividerlo tra tutti noi oggi'.  Allora Dharmaraja scoccò una freccia ed il frutto cadde al suolo. Tenendo l’arco nella mano destra si recò a raccogliere il frutto con la mano sinistra, ma questo era tanto pesante che non riuscì a sollevarlo. Draupadi provò ad aiutarlo. Dharmaraja usò entrambe le mani ma ancora non riuscì a sollevare il frutto. Nel frattempo giunse Arjuna e tutti e tre insieme, Arjuna, Dharmaraja e Draupadi, provarono a sollevare il frutto. Ma niente…. il frutto non si muoveva. Finalmente giunse Bhima che era il più forte di tutti. Disse agli altri di spostarsi che lui da solo avrebbe colto il frutto. Ma anche Bhima fallì il suo tentativo.

Nel frattemo i capelli di Romarishi, che ricoprivano tutta l’area, si mossero. Poiché quelle sei persone si stavano agitando nel tentativo di sollevare il frutto, Romarishisi si senti disturbato perché in tutto quel movimento i suoi capelli venivano stirati e scompigliati. Egli comprese subito che c’era qualcuno che  stava provando a portare via il frutto e questo lo fece andare su tutte le furie. Immediatamente i suoi capelli si avvolsero intorno ai Pandavas legandoli tra di loro.

Draupadi comprese il pericolo ed immediatamente pregò Krishna perché venisse in loro aiuto. Draupadi si rivolgeva a Krishna ogni volta che fiutava un pericolo. Krishna apparve immediatamente di fronte a lei. Draupadi si gettò ai Suoi piedi di Loto e lo pregò affinché proteggesse i Pandavas dal pericolo che si stava manifestando. Krishna disse a Draupadi che non avrebbe potuto fare nulla poiché Romarishi era un grande Saggio. Come Signore, egli risiede nel cuore dei Saggi, incluso Romarishi. Cosi come avrebbe potuto fare qualche cosa contro il desiderio di quel Saggio? Ma Draupadi restando ai Suoi piedi disse ' Solo Tu puoi salvarci. Tu puoi fare tutto ciò che vuoi in tutti e tre i mondi.' Allora Krishna disse: 'Va bene io vi aiuterò, ma voi dovrete restare rigorosamente in silenzio e non pronunciare neanche una parola. Dovrete fare esattamente ciò che io vi dirò. Anche se avrete dubbi o esitazioni dovrete fare esattamente ciò che io vi dirò.'

Draupadi promise che tutti avrebbero obbedito agli ordini di Krishna. Krishna si avvicinò a ciascun Pandava e sussurrò il suo piano nelle loro orecchie. Egli disse loro: 'Io adesso andrò all’Ashram di Romarishi. Voi mi seguirete dopo poco tempo.'

 Nel frattempo Romarishi era furioso di rabbia e stava per lanciare la sua maledizione contro coloro che volevano rubare il frutto. Proprio in quell’istante, Krishna entrò nell’Ashram e immediatamente Romarishi si gettò ai Suoi piedi. Egli era felicissimo di vederlo e gli chiese, 'Cosa posso fare per te Mio Signore?' Krishna tenne Romarishi occupato facendo futili domande fino all’arrivo dei Pandavas.

 Non appena i sei penetrarono nell’Ashram, Krishna si inchinò ai piedi dei Pandavas. I Pandavas si sentirono molto imbarazzati, ma, ricordando gli ordini di Krishna, non dissero nulla. Romarishi, vedendo Krishna cadere ai piedi dei visitatori, si piegò anche egli ai loro piedi. Allora Krishna presentò i Pandavas al Saggio. Non appena il Saggio sentì le parole di Krishna tessere le lodi dei Pandavas, scordò completamente la Sua rabbia. Quando poi Krishna spiegò che quelle erano le persone che avevano tentato di prendere il frutto che egli attendeva, Romarishi era talmente trasformato che disse, 'Lascia che essi prendano il frutto. Io sarò contento se lo prenderanno.' Mangiando quel frutto i Pandavas potettero restare per molti anni senza avere fame." Sai Baba, SS, 6/86, pp. 174 & 175

Come Krishna Protesse i Pandavas da Ashwatthama

"Poco dopo la battaglia del Kurukshetra, Krishna usò l’aiuto del saggio Durvasa per tenere nascosti i fratelli Pandava, che Ashwatthama aveva fatto voto di sterminare, prima dell’alba del giorno successivo. Krishna avvicinò il saggio, che era conosciuto per i suoi modi spicciativi e per la sua aderenza alla verità, e gli disse del pericolo che correvano i Pandavas, chiedendogli di tenerli nascosti in un sotterraneo che era sotto la sua sedia. Il saggio disse a Krishna  che non avrebbe mai potuto mentire se Ashwatthama  gli avesse chiesto dove fossero i Pandavas. Krishna suggerì che il saggio avrebbe potuto dire la Verità ma con un tono che avrebbe sviato Ashwatthama dal chiedere  maggiori spiegazioni. La strategia ebbe un grande successo. Quando Ashwatthama dopo una inutile ricerca dei Pandavas venne dal saggio Durvasa e gli chiese di rivelargli dove fossero nascosti, il saggio bofonchiò rozzamente: 'I Pandavas? Essi sono sotto di Me!' La risposta lasciò tanto perplesso Ashwatthama che non osò indagare ulteriormente.' Cosi i Pandavas, sotto di lui, si salvarono." Sai Baba, SS, 6/86, p. 175

 

"Krishna si appiglia ai piedi di Arjuna" – Un episodio

"Una volta Arjuna si sentiva molto depresso. Egli era disgustato con la moglie e voleva togliersi la vita quella notte stessa. L’Onniscente Signore, Krishna, decise di prevenirlo. Si recò nella residenza di Arjuna e gli disse che voleva discutere alcuni urgenti argomenti con lui e pertanto quel giorno voleva pranzare con lui. Poiché Subhadra (moglie di Arjuna) e gli altri erano impegnati in altre attività, Krishna incontrò Arjuna in una stanza privata. Non appena Arjuna fu entrato, Krishna sprangò la porta, poi tenne fermamente i Piedi di Arjuna.  Arjuna immediatamente disse,' Swami! Che indegno atto ho commesso mai? Perché ti stai comportando in modo tanto strano?' Krishna disse, 'Con tutti i tuoi titoli e successi, é indegno di te pensare al suicidio. Tu sei il più importante dei Pandavas, hai acquisito il Gandiva (da Shiva) dopo essere passato attraverso pesanti penitenze e prove. Dovresti essere il padrone dei tuoi sensi e non loro schiavo. Oggi sei stato sopraffatto dalla tua mente e dai tuoi sensi. Questo è indegno di te. Dammi il tuo impegno che in nessuna circostanza in futuro penserai al suicidio. La tua vita è mia e la mia vita è tua. Il Divino è l’abitatore di tutti gli esseri. Quindi io sono presente in tutti gli esseri. Se tu prendi in considerazione il suicidio sarai colpevole di avere attentato alla vita del tuo caro Krishna.' Arjuna disse: 'Swami! Io ignoravo le sottili verità che tu ora mi hai rivelato. Perdonami ti prego. Da ora in poi io non penserò mai più al suicidio." Sai Baba, SS, 9/87, pp. 238 & 239

Krishna indossa i sandali di Draupadi

"Il Signore é onnipresente: i suoi occhi, piedi e mani sono ovunque. Non c’è nulla di basso o alto per Lui. In una occasione Egli indossò perfino i sandali di Draupadi quando si accorse che cercava l’aiuto di Bhishma per salvare suo marito dalla distruzione. Per diventare un esempio per il mondo, il Signore fa molte cose nella Sua incarnazione umana." Sai Baba, SS, 9/87, p. 239

Insegnamento per i Gopalas

"Krishna una volta contestò i Gopalas (mandriani) radunati intorno a Lui, ' Chi è un vero vincitore?' Uno di essi disse,' Chi emerge vittorioso dal campo di Battaglia é il vero vincitore.'Chi afffronta le difficoltà e i problemi con fermezza e coraggio é il vero vincitore', dissero alcuni. In questo modo ognuno di loro diede una diversa risposta. Allora Krishna sorridendo disse, “0 Gopalas, tutto ciò di cui parlate è per sua natura temporaneo. Nessuna di queste cose può essere definita il vero vincitore.”

Il vero successo consiste nel saper controllare i propri sensi.  Colui che controlla i sensi è da considerarsi il vero vincitore. I sensi appartengono al corpo. Fate sì che questo corpo divenga il tempio di Dio." Sai Baba, SS, 9/98, p. 228

Perché Krishna arrivo tardi a salvare Draupadi?

"Draupadi, dopo avere parlato di tutti i suoi problemi e tribolazioni, stava seduta parlando con Krishna come fosse un suo caro fratello e gli chese, 'Cosa é  successo? Io ricordo di essere stata in grossa difficoltà e di essermi rivolta a te con tutto il mio cuore, pregandoti perché venissi a salvarmi. Ma tu sei arrivato tardi. Tu non arrivi mai in ritado. Puoi spiegarmi cosa ti ha impedito quella volta di arrivare in tempo a salvarmi?' Krishna allora chiese a Draupadi, ' Tu dici di esserti rivolta a Me e di avermi chiamato. Posso sapere in che modo lo hai fatto?' Allora ella rispose, 'Si, io dissi, hei Krishna, hei Dwarakavasa.' Il Signore rispose ' Ti sei rivolta a Me come Dwarakavasa. Dove é Dwaraka e dove é Hastinapur, posto nel quale sarei dovuto venire? C’è una grandissima distanza tra i due posti. Se solo tu ti fossi rivolta a me 'Hridayavasi' o come colui che vive nei vostri cuori, io sarei apparso istantaneamente. A causa del modo con cui ti sei rivolta a Me io ho dovuto viaggiare fino ad Hastinapur e non avrei mai potuto giungere in tempo da una tale distanza." Sai Baba, Summer Showers in Brindavan - 1972, p. 42

"Una domanda viene spesso fatta. Krishna è il Signore dell’Universo. Egli è onnipervadente, eppure lo stesso Krishna è responsabile della distruzione di 4 milioni di uomini sul campo di battaglia. Questa è violenza o no??"

"Questa é la mia risposta a questa domanda. Facciamo l’esempio di un uomo che abbia sviluppato il cancro nella schiena. Ci sono milioni di germi in quel cancro.  Forse che il dottore chiede, 'Dovrei io uccidere milioni di germi?' Non è forse dovere del dottore salvare la vita del paziente? Cosa ha la massima priorità? Deve avere più considerazione per la vita del paziente o per quella di milioni di germi? Il dottore arriva alla conclusione che questi germi sono pericolosi e li uccide per salvare la vita del paziente. In questo percorso il dottore ha fatto considerazioni sia di qualità che di quantità. Allo stesso modo,  a quel tempo il mondo aveva sviluppato un cancro che aveva  assunto la forma dei Karauvas. Quando Krishna si accorse che i Kauravas erano come un cancro divenne un chirurgo, scelse Arjuna come Suo assistente e realizzò una grande operazione. In quella operazione, 4 milioni di germi furono uccisi. Per queste cose dovremmo sempre tenere nella massima considerazione il più importante obbiettivo che è quello della protezione del Dharma. La protezione del Dharma è molto più importante di tutto il resto."

Sai Baba, Summer Showers-1972, pp. 249 & 250 

Benedizioni illimitate su Kuchela (Sudama)

"Quando Kuchela (Sudama, amico di infanzia di Krishna) si trovò nel palazzo di Krishna, si scordò di chiedere a Krishna ciò che era venuto a chiedergli. Ma non c’era alcun bisogno di chiedere all’onniscente Signore. Dopo aver profuso tutta la sua ospitalità, Krishna mandò indietro Kuchela con un palanchino. Dopo avere fatto un po’ di strada, Kuchela si mise a riflettere sulla sua follia. 'Io mi sono goduto tutta la suntuosa festa che Krishna ha dato in mio onore, ma ho scordato tutta la triste condizione in cui versano i miei figli. Ho scordato di chiedere a Krishna ciò che in realtà ero andato a chiedergli. Che sciocco sono stato!' Ma quando si avvicinò alla sua vecchia casa, vide che al suo posto c’era un bellissima dimora. Sua moglie era vestita con abiti lussuosi e piena di gioielli. Ella uscì fuori a dare il benvenuto a Kuchela come fosse una regina. Kuchela si chiese se si trattasse di una principessa o di sua moglie. Essa si avvicinò a Kuchela e gli chiese, 'Signore, cosa ti ha detto Krishna?' Kuchela spegò come Krishna fosse stato amorevole e lo avesse accolto abbracciandolo affettuosamente. 'Come posso descriverti tutto l’amore con cui mi ha accolto? Egli stesso è l’Amore. C’è forse qualche altro che possa benedirti in tale maniera per restituire un pugno di riso secco come quello che  Kuchela gli aveva portato.'  'Che sciocco sono stato a non capire la grazia infinita di un tale Signore!' Riflettendo su queste cose, Kuchela si avvicinò alla sua nuova casa, profondamente commosso dall’Amore di Krishna." Sai Baba, SS, 11/96, pp. 282 & 283

"Krishna costituisce un esempio nella eliminazione dell’IO" – L’episodio in cui  vengono lavati i piedi dei saggi e dei preti

"Quando il Rajasooya Yajna cominciò, ciascuno dei fratelli fu incaricato di una funzione specifica. Anche Krishna si avvicinò rispettosamente a Dharmaraja e lo implorò di assegnare anche a Lui una funzione, dicendo 'Poiché in questo momento tutto il mondo guarda a te, (Dharmaraja) tu sei il Signore ed io solo un elemento. Quindi, ti prego assegnami un incarico in questo Yajna.' Dharmaraja fu disorientato da questa richiesta che gli veniva da uno  che egli riconosceva come il Signore Onnipresente. Dharmaraja disse: 'Io Ti devo tutto. Tu sei un dominatore ed io sono solo il tuo servo.' Krishna rispose: 'Ciò che tu dici come devoto é la verità. Ma dal punto di vista materiale, come re devi rispettare tutti gli obblighi che un re deve rispettare. Devi distinguere tra i tuoi obblighi verso Dio e i tuoi doveri secolari come governante.'

Krishna insistette affinché gli venisse assegnato un preciso compito. Dharmaraja disse, 'Krishna! Scegli tu stesso il compito che preferisci.' Krishna rispose: 'Se avessi voluto scegliere da solo il mio compito non avrei avuto bisogno di chiedertelo. Io desidero fare ciò che Tu mi dirai di fare.' La questione tra i due andò avanti per molto tempo e finalmente Krishna disse che avrebbe voluto essere  il responsabile del ricevimento dei dotti e dei preti che avrebbero assistito allo Yajna, lavando loro i piedi e rendendo loro tutti gli onori.

Questo é un bell’esempio di eliminazione dell’EGO. Perché mai Krishna che era una grande e potente personalità, avrebbe dovuto prendere su se stesso il compito umilissimo di lavare i piedi ai pundits? La morale è molto chiara. Chi aspira ad essere un leader deve prima dimostrare qualità di leadership in ogni campo. Fu per dare un esempio a tutto campo che  Krishna intraprese molte attività diverse e non ne considerò mai nessuna sminuente o sciocca." Sai Baba, SS, 9/87, p. 235

Krishna e Rama

"Se comprenderete bene la differenza tra Krishna e Rama, apprezzerete meglio la natura di Krishna. Krishna all’inizio sorride di fronte ad ogni situazione e solo in un secondo tempo porta a termine il suo compito. Per Rama, il dovere viene sempre prima di un sorriso. Krishna fece piangere le donne. Rama pianse per Amore di una donna. Rama si gettò nella battaglia solo perché era fortemente motivato per questa. Krishna provocò egli stesso il conflitto e poi determinò il suo esito.

La dottrina di Krishna diverte con gioia. La dottrina di Rama si basa sul concetto di ciò che si deve o non si deve fare.

Il Ramayana ha lo scopo di promuovere il regno della Verità e della giustizia sulla terra. Krishna Avatar intese dare un messaggio perenne al mondo. Egli non fece nulla per Sé stesso e diede tutto al popolo. Uccise il suo zio materno, Kansa e poi mise su quel trono il padre Ugrasena. Egli non desiderò mai il regno per sé stesso. Aiutò i Pandavas, sconfisse i Kauravas e incoronò Dharmaraja come imperatore. Non si proclamò mai re. Egli era un re senza corona. Era il re dei re. Non aveva nessun regno suo. Ma governò su milioni di cuori. E’ questa la profonda verità proclamata dalla dottrina di Krishna (Krishna Tatwa).

Se approfondite il problema, vi renderete conto che ciascun Avatar ha incarnato uno specifico messaggio  ed ha portato avanti una missione ben precisa." Sai Baba, SS, 10/96, p. 256

Messaggio della Gita

"Il messaggio della Bhagavad Gita é stato interpretato dalle persone più erudite in molte e diverse maniere. Essi hanno discusso tra loro se il cammino  più importante sia il Karma Marga (Cammino della Azione), il Janana Marga (Cammino della Saggezza) e il Bhakti Marga (Cammino della Devozione). Ma il vero significato della Gita deve essere ricercato tra la prima e l’ultima parola del primo sloka: La prima  'Dharma' e l’ultima 'Mama'. "Mama Dharma' – Ciascun individuo deve comportarsi secondo il proprio dovere – questa é la lezione della Gita. I padroni di casa dovrebbero seguire 'Grihasta Dharma' (il dovere del padrone di casa), mentre le persone anziane dovrebbero seguire il 'Vaanaprastha' Dharma (I doveri di coloro che non hanno più responsabilità verso la famiglia). Ci sono poi il Sanyasa Dharma (doveri dei rinuncianti) e il Brahmachaari Dharma ( doveri del celibato negli anni che precedono il matrimonio). Questi doveri sono definiti per ogni periodo della vita e non devono essere confusi tra di loro. La Gita ha insegnato questi doveri alle persone in ciascun periodo della vita ('Ashramas')." Sai Baba, SS, 11/91, p. 299

Gita-Jayanti

"La Bhagavad Gita contiene le sacre conoscenze dello Spirito. Krishna diede all’umanità per mezzo di Arjuna,  l’essenza del messaggio della Gita sul campo di battaglia alle 10.30 a.m. del giorno di 'Kaartika Bahula Amaayasya' . Questo fu il giorno di inizio della guerra del Mahabharata. Dieci giorni dopo, quando Bhishma cadde in battaglia, Sanjaya informava Dhritarashtra dell’andamento della battaglia. Dhritarashtra chiese a Sanjaya:

' Dharmakshetra Kurukshetra Samavetaah yuyutsavaha Mamakah Pandavashchaiva kimakuvata Sanjaya'

( Riuniti nella santa pianura del Kurukshetra, 0 Sanjaya, cosa stanno facendo il miei figli e i figli di Pandu?)'

Questo è il giorno di 'Margasira Suddha Ekadashi'. Alcuni considerano questo giorno come 'Gita Jayanti' o giorno in cui Krishna concesse il messaggio della Gita ad Arjuna. Ma questo fu il giorno in cui Sanjaya narrò la storia della battaglia a Dhritarashtra. La Gita fu donata da Krishna ad Arjuna nel giorno di 'Kaartika Bahula Amaavasya'.

Perché mai Krishna scelse proprio quel giorno per iniziare la battaglia e per insegnare la Gita? Normalmente niente che sia di buon auspicio viene fatto il giorno di Amaavasya. Tuttavia esistono anche altri esempi divinamente enigmatici, presi da episodi della vita di Krishna. La Sua nascita il giorno di Ashtami è un altro esempio." Sai Baba, Summer Showers in Brindavan- 1979, pp. 158&159

Bhagavatam

Nel Suo primo discorso al corso estivo, tenuto a Brindavan dal 20 al 30 Maggio del 1995, Bhagavan ha sottolineato “ le Quattro qualificazioni necessarie da ciascuno per comprendere l’importante significato della Bhagavatam, che descrive la devozione come un ponte tra il Divino ed il devoto”. Queste sono:

(1) Fuggi le cattive compagnie

(2) Cerca i tuoi amici tra le persone Pie

(3) Fai sempre azioni meritorie

(4) Discrimina tra l’eterno ed il transitorio. "

 

Sai Baba, SS. 7/95, p. 175 & 176

 

"Nella Bhagavatam, le lezioni che imparate dipendono dallo stato della vostra mente. Per comprendere le Glorie del Signore, dovete gioire per i 'Leelas' di Krishna e comprendere il loro significato interiore." Sai Baba, SS, 10/96, 257

Gita Govidam 

"Gita Govindam, il libro dei canti di Govinda (Krishna) scritto dal grande mistico e poeta, Jayadeva di Orissa, ci da un ritratto immortale di Radha  nelle sue manifestazioni molteplici.

Jayadeva seppe esprimere queste cose con tale bellezza e chiarezza che qualunque uomo abbia cantato queste canzoni ha sempre riempito il proprio cuore di divina delizia. Colui che domina la terra, Lakshamana Sena, fu roso dall’invidia. Egli preparò un suo libro di canti e ordinò che fossero cantati  al posto di quelli di Jayadeva in tutti i templi della terra, incluso il più grande di tutti – Il Tempio di Jagannath a Puri. Poiché il suo ordine suscitò molte proteste, il re pose entrambi i libri ai Piedi del Signore Jagannath in un reliquiario che poi chiuse a chiave mettendolo sotto stretta sorveglianza. Quando la stanza fu riaperta il re vide che il Signore aveva  il  libro  di Jayadeva (Gita Govindam) tra le Sue mani mentre il libro rivale scritto per invidia e orgoglio era relegato in un angolo. Il Signore deve essere annunciato con grazia e purezza interiore e non con pompa esteriore." Sai Baba, 9/85, p. 232


Swami mostra la imagine di Krishna materializzata sulla spiaggia vicino a Dwaraka,
Maggio 1968

Messaggio di Sai nel giorno di Janmashtami nel 1996

" Oggi (4 settemre 1996), si celebra il compleanno di Krishna. Ma non è questa celebrazione ad essere importante. Ciò che conta è l’aderenza agli insegnamenti di Krishna. Krishna non può essere visto in modo separato dai suoi insegnamenti. La Gita é Krishna e Krishna è la Gita." Sai Baba, SS, 10/96, p. 258

" I devoti attuali hanno nelle loro menti una precisa forma della Divinità, ma realizzano i rituali in modo meccanico senza alcuna consistenza. Tutte le vostre opere di elemosina e devozione sono di nessuna importanza per il Divino. Mostrate le vostra carità e ricchezza all’ufficio delle tasse. Dio ha bisogno solo di amore. Non esistono tasse sull’Amore. Voi potete affrontare ogni tipo di difficoltà e ostacoli. Il Signore stesso vi può sottoporre a qualche prova. Non dovreste mai dubitare a causa di questi. Tutto viene sempre fatto solo per il vostro bene. Non addoloratevi per qualche perdita, né gioite troppo per qualche guadagno. L’equilibrio mentale nelle perdite e nei guadagni é vera Sadhana. Ci sono alcuni che siedono in meditazione (Dhyana), mentre le loro menti continuano a girovagare per il mercato o a fare shopping nei negozi. Che tipo di Meditazione o Japa è mai questa? La mente deve essere sempre immersa in Krishna. Invece è piena di desideri (Trishnas ). Krishna verrà incontro a tutti i vostri desideri. Il solo invocare il nome del Signore non è sufficiente. Offrite il vostro amore a Dio. L’Amore non è una vostra proprietà. Di fatto è proprietà di Dio. Date a Dio ciò che è di Dio. A che serve una vita lunga senza questo tipo di offerta? Non avete il diritto di offrire il vostro amore a qualche altro che non sia Dio.  Se offrite tutto il vostro Amore a Dio, Egli si prenderà carico delle vostre necessità. Non c’è nulla che Egli non possa fare in questo mondo." Sai Baba, SS, 10/99 (3 September 1999 on Krishna Janmashtami)

 "Oggi la gente venera Dio per Dio stesso, ma non prova a comprendere le qualità umane ideali mostrate da un Avatar. E’ solo quando gli ideali umani rappresentati da Krishna, dopo che egli si è incarnato come uomo, vivendo tra gli uomini, vengono riconosciuti che la vita umana può essere resa comprensibile.   Sai Baba. SS, 9/87, p. 233

"Lord Krishna ha  mostrato con il Suo esempio che il Karma (azione) é responsabile sia della nascita che della morte dell’uomo. L’uomo è vincolato all’azione nella sua vita quotidiana. Dalla nascita alla morte, l’uomo impegna il suo tempo a realizzare un’ azione o l’altra. Il cammino dell’azione é molto caro a Dio." Sai Baba, SS, 10/99, p. 553

"Il Supremo messaggio della vita di Krishna è la unicità della Principio dell’Amore (Prema Tatwa). Questo messaggio è tutto ciò di cui il mondo ha necessità. Krishna è la incarnazione dell’Amore. Questo Amore può essere compreso solo attraverso l’Amore. Questo Amore, è forte, brillante e infrangibile come un diamante.

Se c’è qualche difetto nel vostro Amore, potrà essere rimosso solo attraverso l’Amore. Amore genera Amore. L’odio può generare solo altro odio, mai l’amore. La gelosia genera gelosia. La rabbia genera altra rabbia. Pertanto se volete crescere nell’Amore, dovete alimentare l’Amore liberandovi dell’odio della rabbia e della gelosia." Sai Baba. SS, 9/89. p. 232

Lampi delle celebrazioni di Krishna Janmashtami  a Prasanthi Nilayam - 1998

"La santa festa di Krishna Janmashtami fu celebrata a Prasanthi Nilayam nella SAI Kulwant Hall il 14 Agosto 1998 alla Divina presenza di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba.

Bhagavan è giunto nella Sai Kulwant Hall, sede delle celebrazioni, alle  7.00 a.m. ed ha benedetto la grande folla di devoti raccolti per l’occasione del Suo Darshan. Dopo avere fatto il giro della Hall, Swami  si é portato  sotto la Veranda per dare inizio al programma.

Il programma é iniziato con il canto della Omkar e del Krishna Vandana da parte di alcuni studenti. Gli studenti erano immersi in un grande fervore devozionale mentre gli studenti hanno cantato alcuni Sanskrit Shalokas in modo molto melodioso per rendere omaggio al Signore Krishna in questa fortunata occasione  del compleanno del Signore in modo che il 'Krishnam Vande Jagatgurum' è diventato la eco del cuore di ciascuno. Dopo i Vandana Shalokas e i Sanskrit Bhajans, gli studenti hanno iniziato I Bhajan normali con "Giridhara Gopala, Hey Giridhara Gopala" in lode del Signore Krishna.

Mentre i Bhajan procedevano tutti gli occhi si sono rivolti sul cancello principale della Sala, dove, meravigliosamente decorata Sai Geeta, annunciata da Musicisti, é entrata nella Sala alla testa di una processione di mucche del Gokulam scortate d  Studenti travestiti da mandriani. Anche Bhagavan si é diretto verso il cancello per benedire e dare da mangiare a Sai Geeta ed alle mucche. Egli le ha inondate di Amore dando loro personalmente da mangiare. I devoti erano al colmo della gioia quando Sai Avatar ha assunto il ruolo del Dwapara Yuga Avatar e cioè il Signore Krishna Gopala

Bhagavan ha poi benedetto il Prasadam per la distribuzione. Nonostante il programma si fosse concluso con l’offerta del Mangala-arati a Bhagavan, tuttavia Questi ha continuato a muoversi tra le file di devoti supervisionando personalmente la distribuzione del Prasadam che è continuata fin alle 8.20 a.m.

 Nel pomeriggio, è giunto nella Sai Kulwant Hall alle 15,30 ed ha reso felici tutti i devoti con il Suo Darshan Divino. C’è stato un applauso spontaneo da parte di tutti i devoti quando alle 15,45 Bhagavan si è seduto sulla Sua sedia.

Con il permesso di Bhagavan, il programma è iniziato con il canto del Mantra dedicato a Ganesh Vandana, Surya Vandana, da parte di sei studenti. Successivamente, Dr.Sandipan Chatterji ha introdotto il primo speaker del pomeriggio. Prof. G. Venkataraman, eminente scienziato e Vice preside del  Sri Sathya Sai Institute of Higher Learning.

Dopo avere offerto i suoi omaggi ai piedi di Loto di Bhagavan, Prof. Venkataraman ha enfatizzato il grande significato delle celebrazioni di questo giorno, quando viene celebrato il compleanno di un Poorma Avatar, Lord Krishna, alla Divina presenza del  Poorma Avatar del Kali Yuga, Bhagavan Sri Sathya Sai Baba. Soffermandosi sul concetto di Avatar, ha detto, "Dio è senza Forma, ma ogni tanto ne assume una. Egli discende a livello umano in modo che l’uomo possa ascendere al livello Divino. Questa azione compassionevole del Signore è paragonabile all’atto di una madre che benedice il proprio bambino.

Dopo questo Dr. Sandipan Chatterji ha fatto un brevissimo discorso. Egli ha sottolineato come in tutta la India la forma di Bhagavan ha ricevuto una straordinaria attenzione. Il Dr. Chatterji ha poi richiamato alcuni insegnamenti di Bhagavan.

Dopo questi due brevi discorsi, Bhagavan ha iniziato  il Suo Divino discorso all 16,15 per concluderlo alle 17,20 con il canto del Bhajan "Hare Rama, Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare" "Govinda Krishna Jai, Gopala Krishna Jai". Il programma si è poi concluso con l’offerta del Mangala-arati a Bhagavan. Prima di tornare alla Sua residenza Bhagavan ha alzato entrambe le mani in segno di benedizione per tutto l’uditorio." Editor. SS, 9/98, pp. 242-244

OM SAI AM