Giancarlo Rosati e' nato in Etiopia. Dopo avere conseguito il diploma di
maturita', presso l'Universita' di Oxford, sil aurea in medicina e Chirurgia, in
Italia, dove consegue sei specializzazioni. E' socio fondatore del Centro
Esperienze Psichiche di Parma e membro dell'Accademia Tiberina.
Ha partecipato a diversi congressi e incontri televisivi su Sai Baba e, sulla
scia della sua ricerca, ha pubblicato uno studio sulla vita e sulla
paranormalita' di Gesu', dal titolo "L'Uomo dei miracoli". Vive a Parma ed
esercita la professione medica.
Da "Sai Baba, l'Uomo venuto dal Cielo" - di Giancarlo Rosati, Edizioni Milesi,
Modena
[...]
I miracoli
I miracoli sul piano fisico
A titolo esplicativo i miracoli prodotti da Sai Baba possono essere distinti in
eventi che riguardano il piano fisico ed eventi che riguardano il piano
biologico.
I primi si riferiscono alle materializzazioni, dematerializzazioni,
trasformazioni e trasmutazioni; i secondi, prevalentemente alle guarigioni e
agli interventi di chirurgia paranormale.
A fianco dei miracoli di tipo psicocinetico, cosi' chiamati in quanto
presuppongono una manipolazione dell'energia o della materia, esistono quei
fenomeni cognitivi come la bilocazione, la chirurgia astrale, la telepatia, la
retrocognizione e la precognizione, con tutti gli annessi e connessi prodotti e
colorati dalla scienza.
Accanto a questi fenomeni che rientrano nello studio
della paranormologia, vi e' un evento che non trova una giusta collocazione in
quanto non previsto dalla scienza che studia il paranormale. Mi riferisco alla
rianimazione del cadavere, quel fenomeno piu' comunemente conosciuto come la
resurrezione del corpo.
Abbiamo visto come si possa arrivare ad ottenere il potere di manipolare la
materia e di arrivare alla conoscenza tramite la pratica della meditazione o la
ripetizione di un particolare mantra. Quando questo potere viene raggiunto
attraverso il risveglio di un chakra adeguato le preghiere vengono ascoltate,
gli ostacoli vengono superati, i desideri concretizzati.
Coloro che raggiungono questi poteri sovrannaturali vengono chiamati Jinanis,
termine sanscrito che significa semi-dio.
I poteri posseduti da Sai Baba, tuttavia, non sono il risultato di una conquista
raggiunta attraverso una qualsiasi pratica.
«Le materializzazioni e le guarigioni che io faccio non sono ne' trucchi da
prestigiatore e nemmeno siddhici (occulti). Questi poteri siddhici possono
essere ottenuti da tutti coloro che seguono una certa disciplina, o praticano
esercizi yogici, ma il mio potere di proteggere, di guarire e di salvare la
gente e di materializzare oggetti viene direttamente da Dio e possono essere
usati soltanto da un Avatar. Poteri simili non si ottengono ne' con discipline
spirituali, ne' vengono donati, ma fluiscono direttamente dal potere cosmico.
Non ho bisogno di comandare spiriti invisibili, poiche' la mia volonta' divina
stessa materializza gli oggetti. Io sono tutto, ovunque, onnisciente,
onnipotente ed onnipresente; qualunque cosa desideri immediatamente si avvera».
Le dichiarazioni di Sai Baba sono drammatiche e sconvolgenti. Ci troviamo di
fronte al Divino in persona, ma possiamo riconoscerlo come tale soltanto se
accertiamo che Egli possiede le caratteristiche che afferma di possedere:
l'onniscienza, l'onnipotenza, l'onnipresenza, al di la' di qualsiasi impressione
o sensazione che possa emergere dal contatto diretto con lo Swami.
Ci sono effettivamente cose che la mente non puo' spiegare, che le labbra non
possono dire. Sono sensazioni che nascono dal cuore, dal nostro inconscio, come
dettate dall'anima. Tuttavia, lo scienziato ha il dovere di proseguire sulla
strada della verifica per dimostrare ai dubbiosi che oggi siamo testimoni
dell'evento piu' straordinario che poteva capitare all'umanita': la discesa di
Dio sotto vesti umane, un Dio che parla con noi, mangia con noi, ride con noi e
ci guida verso un sentiero di luce che durera 'un'eternita'.
Lo scienziato che non ha mai assistito ad una materializzazione di Baba non puo'
accettare sic et simpliciter il fenomeno perche' va al di la' dei suoi schemi,
della sua preparazione e della sua comprensione. Non conosce leggi che possano
spiegare e riprodurre quel fenomeno per cui e' tentato di negarlo e se non lo fa
e' soltanto per la serieta' con cui conduce le sue indagini. Egli, infatti, non
potra' negare fino al momento in cui non dimostrera' il contrario.
«La mia non e' ipnosi», dice Baba, «non e' magia, non e' miracolo. Dio puo' fare
qualunque cosa. Egli possiede tutto il potere nel palmo della mano. Il mio
potere e' eterno, dominante e onnipervadente. Voi li chiamate miracoli, ma per
me sono soltanto la mia via e fanno parte della mia essenza».
Cibo per tutti
La moltiplicazione del cibo e' uno dei grandi miracoli effettuati da Gesu'. Il
pesce ed il pane che vengono moltiplicati per sfamare circa quattromila persone
e' un evento che impressiona il lettore.
Nel 1940 Sai Baba materializzo' un frutto. Lo fece
passare tra i devoti presenti, quindi ne materializzo' altri venti uguali. Li
pose in un canestro vuoto e comincio' la distribuzione. Ognuno dei duecento
devoti presenti ricevette un frutto pescato in quel cesto senza fondo.
Nei primi anni del suo apostolato capito' spesso che le
cucine chiedessero l'intervento dello Swami. Il cibo preparato non bastava per
tutti i devoti che affollavano il suo ashram. Allora Sai Baba spezzava una noce
di cocco e spruzzava l'acqua sul poco cibo che era stato preparato. Questo
bastava, poi, per sfamare tutti i presenti.
L'avvocato Pietro Marena di Asti, Chairman italiano
dell'Organizzazione Sathya Sai Baba, ha assistito alla moltiplicazione del riso.
Eravamo negli anni '80. Le donne addette alla cucina
avevano preparato cinque pentole di riso. Ma la folla che si era accalcata
attorno a Baba era di circa 250 unita', compresi gli studenti. Cinque pentole
non sarebbero state sufficienti nemmeno per sfamarne la meta'. Sai diede ordine
di procedere alla distribuzione nonostante le esitazioni delle donne ed i
sorrisi maliziosi degli stessi devoti. Il riso basto' per tutti e quando tutti
ebbero mangiato fino a saziarsi, molte pentole erano ancora piene.
Qualche volta e' capitato che Sai Baba affondasse la mano all'interno di alcune
pentole vuote e queste si riempissero spontaneamente di riso.
Le materializzazioni di oggetti avvengono di solito dopo la rotazione della mano
destra. Personalmente non ho mai visto lo Swami usare la mano sinistra.
Forse anche nel mondo dell'invisibile esistono delle
regole e delle leggi che vanno rispettate come le stesse leggi che governano il
nostro mondo fisico.
Gli oggetti che Baba materializza sotto gli occhi di tutti sono numerosi e di
forma e grandezza diverse. Anelli, collane, rosari di 108 brillanti, catenine,
medagliette, orologi, bracciali e tutto quello che la mente puo' e non puo'
immaginare viene ad essere creato dal palmo aperto del Maestro dopo una leggera
rotazione o ondeggiamento della mano.
Possono essere oggetti preziosi, come quelli donati alla signora Marena di Asti
o alla figlia Ninetta, alla signora Candiani di Busto Arsizio, alla signora Gege'
Martino di Roma; oppure, possono essere enormi patacche, come gli anelli che
recano la sua immagine, o raffinati gioielli di squisita fattura, come quelli
donati alle donne che unisce in matrimonio.
Possono essere oggetti preziosi e costosi, oppure semplici anellini d'argento. 0
medaglie smaltate. Qualche volta materializza un piccolo scrigno, oppure una
statuetta.
Ogni oggetto, al di la' del valore intrinseco, trasporta con se' la preziosita'
dell'origine e del messaggio divino e quindi non ha e non puo' avere prezzo.
Nessun devoto si separerebbe mai da un oggetto materializzato da Baba. L'oggetto
materializzato ha sempre un significato simbolico ben preciso che ogni devoto
deve scoprire e che si adatta alla psicologia dell'individuo, alla sua sete di
ricerca, al suo livello di coscienza.
Gli oggetti materializzati vengono donati per gratificare o per consolare, ma
possiedono anche un significato che va al di la' di tutte le interpretazioni
psicologiche.
«Le materializzazioni sono il mio biglietto da visita», dice Baba, «e mi inviano
istantaneamente dei flash sulla situazione di pericolo in cui si viene a trovare
il devoto che possiede l'oggetto da me materializzato.
Qualche volta questi doni sono stati materializzati per
il bene del devoto, per la sua salute, oppure perche' la pietra che portano
possa influenzare beneficamente il devoto con i suoi raggi, in ogni momento
della giornata. Vi diro' che ogni cosa che il Maestro fa ha un significato ed
uno scopo. Egli non fa mai nulla senza ragione».
Con questo non si deve pensare che chi possiede un
oggetto materializzato da Baba sia o debba sentirsi un privilegiato. Tutti hanno
pari dignita' e diritti di fronte a Sai Baba. C'e' chi ha bisogno di un
talismano e chi no.
Tutto qui.
Le materializzazioni avvengono di solito attraverso il movimento della mano
destra, ma qualche volta Baba si diverte a far scaturire oggetti dallo stesso
ambiente in cui si trova.
Dall'acqua dell'oceano fece affiorare una collana di diamanti, troppo corta
perche' qualcuno dei presenti potesse infilarla al collo. Allora Baba l'afferro'
ai due capi e la tiro' come un elastico fino a farle prendere la giusta
lunghezza perche' uno dei presenti potesse infilarla! Qualche volta un oggetto
puo' scaturire dall'interno di una parete. Questo avviene normalmente quando si
tratta di un oggetto che hai perduto o ti e' stato rubato.
Trasmutazioni
Come Sai Baba materializza oggetti, cosi' Egli puo' anche farli sparire sotto i
tuoi occhi. Durante un'intervista di gruppo Sai Baba materializzo' due anelli,
uno per un cardiologo astigiano e l'altro per un pranoterapista. I due vennero
poi invitati nel salotto accanto per un'intervista privata.
"Ora vi mostrerò come faccio sparire gli anelli», disse lo Swami e si fece
ridare l'anello appena materializzato al pranoterapista. Lo sollevo' tra due
dita e vi soffio' sopra. L'anello si dematerializzo' istantaneamente. Come era
venuto, era andato. Il motivo non lo conosciamo. Soltanto lui ed il
pranoterapista conoscono il motivo della disintegrazione.
Nell'agosto del 1988 Sai Baba invito' tutti gli occidentali all'interno del
cortile del Mandir, dove tenne un dicorso bellissimo indirizzato a tutti i
presenti; ai quali garantiva protezione e assistenza. Per spiegare la differenza
tra la realta' maya e quella vera materializzo' di fronte a tutti una grossa
pietra preziosa, che spari' di nuovo al suo soffio.
Le materializzazioni sono impressionanti, cosi' come sono impressionanti le
dematerializzazioni; ma, penso che sia ancora piu' sconvolgente vedersi
trasformare un oggetto che gia' possiedi e indossi da tanti anni.
Una ragazza di Roma chiese allo Swami di trasformarle il
suo orologio di plastica. Sai Baba lo afferro' e quell'orologio si trasformo'
istantaneamente in un bellissimo orologio d'oro, del tipo Omega.
Al dottor Polenghi, di Milano, Baba trasformo' un anello,
materializzato in precedenza.
L'immagine di Gesu' che figurava sull'anello venne
trasformata in quella di Sai Baba.
Le trasformazioni si sovrappongono alle trasmutazioni. La plastica diventa oro,
le perle diamanti, uno zaffiro un rubino; o, viceversa.
A Roberto Dall'Occo, di Padova, Sai Baba materializzo'
un anello d'argento col simbolo dell'OM e la statua di Shiva. Eravamo nel 1988.
Nel 1989 Roberto si reca a Whitefield. Sai Baba si fa consegnare l'anello, lo fa
passare tra i devoti e poi dice:
"Lo hai portato abbastanza. Vuoi che te lo cambi?".
Roberto rimane perplesso. Si e' affezionato a quell'anello, che aveva desiderato
così com'era ancor prima che venisse materializzato da Baba, il quale aveva
concretizzato l'anello secondo gli stessi desideri del devoto.
"Vuoi me, o l'anello?" Baba ripete la domanda.
"Li vorrei tutti e due". Ingenuamente, Roberto esprime un suo desiderio.
"Devi decidere se vuoi Me, o l'anello".
"Voglio Te, Swami!".
Sai Baba soffia due volte sull'anello e la trasformazione e' totale. Al posto
dell'immagine di Shiva compare l'effige del Maestro.
La manipolazione dell'energia puo' condurre a tutto, soprattutto quando si e'
padroni di questa energia, o si e' l'energia stessa. Entriamo in un campo minato,
dal quale potremmo uscire soltanto a brandelli.
I japamala, rosari indu' di 108 brillanti, scaturiscono
dalle sue mani aperte e galleggiano nell'aria come ruote spaziali, sfidando la
forza di gravita'. Tutte le leggi che governano il mondo materiale che cade
sotto i nostri sensi vengono trascese senza cerimoniali, senza strumenti, senza
calcoli. Istantaneamente.
Durante una festivita' Sai Baba lancio' in aria petali di fiori pescati da un
cesto che gli veniva offerto. I petali caddero a terra ed ecco verificarsi
l'incredibile. La folla dei devoti si precipito' sui petali. Ciascuno voleva
poterne raccogliere uno e conservarlo.
Nel momento in cui la donna allungava la mano per afferrare il petalo, questo si
trasformava in una medaglietta. L'uomo afferrava il petalo e lo vedeva
tramutarsi in una moneta d'argento. I bambini vedevano invece il petalo
trasformarsi in un candito. Ciascun devoto trasferiva sul petalo un desiderio
inconscio, che veniva immediatamente concretizzato attraverso quelle
trasformazioni e trasmutazioni.
La psiche dei devoti si era sintonizzata sull'amore di Sai Baba e quando questo
avviene, afferma il Maestro, tutto diventa possibile: la materializzazione, come
la guarigione. E' come se il polo negativo toccasse quello positivo per far
scoccare la scintilla. Sul piano sottile esistono dei legami invisibili che la
scienza molecolare intravede soltanto ora.
Telecinesi
Un devoto aveva dimenticato gli occhiali da vista a casa e non riusciva a
leggere un biglietto. Lo Swami ondeggio' la mano e gli occhiali comparvero li',
tra le sue dita. E non c'era dubbio, erano i suoi occhiali: stesse lenti, stessi
segni, stessa marca, stessa montatura.
"La prossima volta non te li scordare", fu il breve commento di Sai Baba. A casa
del devoto gli occhiali erano scomparsi.
Ora, provate ad immaginare un uomo che scova un paio di
occhiali in uno dei miliardi di cassetti che esistono al mondo, tra milioni di
citta' e villaggi, tra milioni di abitazioni; li dematerializza, li trasporta
istantaneamente la' dove vuole trasportarli e li rimaterializza per la
gratificazione di un devoto. Immaginate questa potenza e riflettete un attimo su
cio' che si nasconde dietro la tunica arancione di Sai Baba, un uomo che sa
entrare dentro di noi e per la vita non ci abbandona piu':
"Voi siete miei ed io sono vostro. Non dibattete sulla natura di Dio, sulla Mia
realtà. I pesci non possono raggiungere il cielo, l'occhio non riesce a vedere
l'orecchio, anche se è cosi' vicino. Visto che non riuscite ad affondare nella
vostra stessa realta', perche' sprecate tempo per esplorare l'essenza di Dio?
Mantenete il pensiero costantemente legato all'anima che e' la sostanza del
mondo oggettivo, la realta' fondamentale che va al di la' dell'apparenza».
In una occasione Sai Baba ha ribadito l'importanza degli oggetti da lui
materializzati.
"Quando un cardiopatico ha problemi di ritmo si rende necessario applicargli un
pacemaker", dice lo Swami, "cosi', quando il cuore lancia il suo grido di
allarme, il pacemaker entra in funzione, ripristinando un ritmo alterato. Nello
stesso modo quando il devoto e' in pericolo e' sufficiente che invochi il mio
nome perche' io intervenga istantaneamente per proteggerlo. Le batterie del
pacemaker possono anche esaurirsi e lo strumento fallire. Io non fallisco mai".
Alcuni devoti di Sai Baba, anche tra coloro che sono rimasti a stretto contatto
con lo Swami per alcuni anni, affermano che le produzioni soprannaturali di tipo
psicocinetico, riferibili alle materializzazioni realizzate dal Maestro, sono
sempre inevitabilmente delle materializzazioni.
Questa tesi non e' del tutto esatta in quanto Sai Baba produce anche degli
apporti, cioe' il trasferimento di un oggetto da un luogo all'altro, in maniera
istantanea.
Abbiamo gia' preso in considerazione l'apporto degli occhiati da vista di un
devoto distratto. Vengono riferiti apporti di shivalingam, che restano per
qualche tempo "in visione" allo spettatore e quindi ritrasferiti nel luogo in
cui sono normalmente custoditi.
Lo stesso Sai Baba dichiaro' tempo fa (se non vado errato, la dichiarazione
venne fatta al dr. Hislop) che Egli prende gli oggetti dove sono reperibili,
trasferendoli all'istante.
E' chiaro che l'apporto non dovra' mai danneggiare le industrie manifatturiere,
o i rivenditori, e anche se portano il marchio di questa o quella fabbrica
nessun danno viene recato al produttore.
E' molto significativo il racconto fatto da un devoto al quale Baba aveva
materializzato un orologio. Grazie alle indicazionì trovate sulla cassa era
riuscito a rintracciare il probabile rivenditore. Questo ricordo' perfettamente
di avere venduto quell'orologio ad un distinto signore, il quale era entrato nel
suo negozio sicuro di cio' che voleva acquistare.
Il signore aveva scelto l'orologio, lo aveva pagato e se
ne era andato. Il giorno e l'ora corrispondevano al momento della
materializzazione.
Tempo e spazio sono effettivamente una nostra realta'. Per lo Swami non esistono
dimensioni che possano arginare, ritardare o modificare il Suo volere. Sai Baba
ferma il tempo per qualcuno intervenendo sulla sua mente. Cosi' fece Krishna,
durante una battaglia; e lo stesso Baba spiego' il meccanismo attraverso il
quale si verifico' quell'improvviso arresto temporale.
Poteri sulla natura
I fenomeni fisici soprannaturali di cui Baba si rende responsabile non si
limitano alle materializzazioni, moltiplicazioni o trasmutazioni. Viene riferito
il dirottamento delle acque del fiume Chitravati, durante la stagione dei
monsoni. Le acque avevano superato gli argini naturali e avevano inondato il
villaggio. Sai Baba usci' sul balcone, fece un gesto e le acque si ritirarono
nel proprio letto.
Mi sembra molto preziosa la testimonianza del signor Calandruccio, di Roma, il
quale riferisce un episodio in cui Baba e' intervenuto per arrestare la pioggia.
Pioveva a dirotto. I devoti aspettavano l'uscita dello Swami, accalcati sotto
una tettoia.
Sai Baba sarebbe dovuto uscire dal luogo in cui si
trovava e fare un tratto allo scoperto, prima di entrare sotto la tettoia.
Quindi sarebbe dovuto uscire di nuovo per entrare nella scuola, dove gli
studenti attendevano il Suo discorso. I devoti si domandavano che cosa avrebbe
fatto Baba di fronte a quella pioggia torrenziale. Avrebbe usato l'ombrello? Si
sarebbe fatto trasportare in auto per fare cinquanta metri? L'attesa era grande.
Ed ecco spuntare Baba, il quale, senza nemmeno guardare se pioveva, usci' allo
scoperto.
La pioggia cesso' di cadere. Si attribui' il fatto al
caso. Baba supero' la tettoia e, mentre percorreva quel tratto al coperto, la
pioggia riprese a cadere.
Sai Baba usci' dalla tettoia e ancora una volta la pioggia improvvisamente cesso'
di cadere e riprese nel momento in cui lo Swami entro' nella scuola. Poteva
trattarsi di una coincidenza.
Dopo circa mezz'ora Baba usci' dalla scuola, mentre la
pioggia continuava a scendere a dirotto. Appena il Maestro mise il piede allo
scoperto, la pioggia cesso' istantaneamente; per riprendere, mentre percorreva
la tettoia in senso inverso.
La pioggia si arresto' nuovamente quando Baba uscì dalla tettoia, per riprendere
quando Egli scomparve all'interno dell'abitazione.
Per ben quattro volte la pioggia aveva cessato di cadere proprio nel momento in
cui Baba usciva allo scoperto.
Questo racconto di Calandruccio non e' l'unico caso che viene testimoniato da
migliaia di persone.
La mano aspiratrice
Un episodio, capitato all'avvocato Pietro Marena di Asti, presenta un interesse
scientifico notevole e l'osservazione merita di essere riferita.
L'avvocato Marena si trova al darshan del mattino, in prima fila. Sai Baba passa
davanti a lui e lo invita all'interno del Mandir, dove avrebbe concesso
l'intervista al gruppo.
L'avvocato cerca di alzarsi dalla scomoda posizione in
cui si trova. Ai darshan si e' seduti sulla sabbia, alla moda indiana, gomito a
gomito con altri devoti e lo spazio che abbiamo a disposizione e' molto limitato.
Mentre Marena manovra per sollevarsi, Sai Baba sta gia'
ruotando la mano destra per materializzare della vibhuti al devoto vicino.
Marena si alza e urta il gomito destro di Baba, proprio nell'attimo in cui il
braccio ondeggia nella magica produzione di cenere.
Migliaia di cristalli grossolani vanno a cadere sulla sabbia. Sono cristalli di
una certa dimensione, di gran lunga piu' voluminosi dei piccolissimi cristalli
della cenere che Baba dona ai devoti.
Dalla folla si leva un brusio. Sai Baba non si scompone. Fa un gesto con la mano
e tutti i cristalli che erano caduti al suolo vengono risucchiati dalla sua mano,
che si trova ad un'altezza di circa un metro da terra. Come erano caduti, cosi'
i cristalli venivano recuperati, al di la' della forza di gravita' e di
qualsiasi spiegazione scientifica.
Evidentemente il processo della materializzazione della
vibhuti, che noi osserviamo soltanto nel suo atto finale, comporta stadi diversi.
Cosi', dalla materializzazione grossolana dei cristalli si passa ad una fase
successiva, in cui questi vengono raffinati e ridotti in polvere.
In queste occasioni Sai Baba mostra i Suoi veri poteri.
Chi altro avrebbe potuto raccogliere tutti i cristalli in una frazione di
secondo, con un semplice gesto della mano?
Chi avrebbe avuto il potere di risucchiare migliaia di cristalli dispersi nella
sabbia e soltanto i cristalli da lui materializzati, mentre gli altri cristalli
di silicio rimanevano sul terreno? Un aspiratore avrebbe risucchiato cenere e
sabbia.
Baba ha discriminato il tutto in pochi secondi, con un semplice atto della
volonta'.
Piu' ci addentriamo nella fenomenologia paranormale di Sai Baba e piu' scopriamo
poteri nuovi, una capacita' illimitata di governare la natura e tutti i processi
e i fenomeni che avvengono nel mondo materiale.
"lo posso traferire le montagne dove c'e' il mare e
mettere il mare al posto delle montagne".
La dichiarazione di Baba potrà sembrare folle a coloro che non lo hanno mai
visto all'opera, ma diventa una inevitabile conclusione per coloro che hanno
osservato quello che accade all'interno del Suo mondo. E' un mondo magico, dove
il ricercatore si aspetta di scoprire da un momento all'altro la lampada di
Aladino con la quale realizzare e concretizzare i propri desideri.
La nostra realtà non ha piu' senso. All'interno dell'ashram di Sai Baba si vive
proiettati in una dimensione diversa, a livelli spirituali piu' elevati, dove
anche la nostra mente scientifica e' costretta a rivedere molte cose e ad
abbandonarsi ad un mistero insondabile dove gli ingranaggi del nostro cervello
fanno fumo nel tentativo disperato di trovare una spiegazione che non potra' mai
affiorare se non ci si immerge totalmente negli abissi del proprio io. Li', nel
silenzio della nostra anima, troviamo le risposte che la scienza non sa e non
puo' dare. Nella quiete del nostro essere piu' intimo e profondo affiorano le
informazioni necessarie per capire chi siamo e quello che possiamo fare. Il
nostro cervello rimane all'interno di una scatoletta grigia e opaca, ma dentro
brillano gioielli di incredibile bellezza ed una potenza che farebbe tremare i
nostri piu' agguerriti scienziati atomici.
Il sasso magico
Durante una manifestazione, Sai Baba venne a trovarsi in mezzo a migliaia di
pellegrini provenienti da tutte le parti del mondo.
Suppongo (ma nessuno potra' mai provarlo) che un devoto volesse mettere alla
prova i poteri soprannaturali dell'Avatar.
"Se e' veramente Dio", avra' pensato quell'uomo, "riuscira'
a difendersi dalla pietra che ora Gli lancero'. Se la pietra Lo ferira', Lui
sapra' certamente come guarirsi istantaneamente. Le profezie dicono che nulla
potra' fermarlo e nessuna potenza potra' ucciderlo. Proviamo!". E l'uomo
lancio' la sua pietra con tutta la forza di cui poteva disporre. La gente vide
partire la pietra, la segui' nel suo tragitto verso il bersaglio arancione. Il
silenzio cadde su quella folla in fermento. Qualcuno lamento' un profondo
dispiacere.
Ormai la pietra stava colpendo con violenza il corpo
minuto di Sai Baba, ma il Maestro non sembro' nemmeno accorgersi di quello che
stava accadendo.
Restava impassibile, con il viso dolce e quel sorriso che e' un abbraccio
costante a tutti coloro che lo circondano.
A pochi centimetri di distanza dal corpo di Baba la pietra subi' improvvisamente
e altrettanto misteriosamente una profonda trasmutazione. Al posto di quella
rozza pietra si materializzo' uno splendido fiore, che il Maestro afferrò al
volo con la mano.
La pietra infame era stata trasformata e trasmutata in un omaggio floreale, nel
giro di una frazione di secondo.
Il messaggio di cui sopra è stato pubblicato nella Lista Yahoo Sadhana e nella
Lista Sublimen.