Sai Baba da effettivamente insegnamenti per diventare come
lui...
Dovremmo "semplicemente" diventare coscienti della nostra divinità. Egli
afferma: "Io sono Dio... ma anche voi. L'unica differenza fra voi e Me è
che io so di esserLo, voi no!".
Sai Baba ci da quello che desideriamo (oggetti preziosi, guarigioni
fisiche miracolose etc.) per attirarci a Lui, dopodiché Lui ci darà ciò che
Lui desidera darci" (insegnamenti per il progresso spirituale).
In altre parole, egli ci vuole insegnare che il Regno dei Cieli è dentro di
noi. Ma non è poi quello che disse Gesù?: "Il regno dei cieli è dentro di
voi. Scopritelo!"
Dio è più vicino a noi di quanto mai abbiamo potuto immaginare. Ma più che
di Dio dovremmo parlare di divinità in quanto non si tratta di un
personaggio al quale avvicinarsi, ma di uno stato coscienziale in cui
immergersi.
Non c'è dubbio. Il Regno dei Cieli è dentro di noi. Che cosa può esserci
nell'interiorità dell'uomo se non uno stato coscienziale? E se lo stato di
coscienza nel quale ci troviamo non è sufficiente per consentirci di
conoscersi, è chiaro che soltanto uno diverso ci porterà alla Conoscenza.
Quella conoscenza corrisponde al Regno dei Cieli e a Dio.
Filippo ci fornisce in termini psicologici anche quello che, conoscendosi,
si diventa (61,30):
"In questo luogo vedi ogni cosa ma non vedi te stesso; ma in quel luogo tu
vedrai te stesso e diventerai quello che vedi." Ciò significa: "In quello
stato di consapevolezza -non-cosciente (di te stesso - del tuo ego -) sei
omnisciente e onnipotente e diventi ciò che hai desiderato, ma non sei
cosciente di te".
"Come" possiamo raggiungere lo stato coscienziale della Divinità?
Sai Baba dice che non è la parola che rivelerà Dio, non è il rituale, il
cerimoniale, l'azione, ma soltanto il SILENZIO. Il silenzio e la quiete
mentali sono le uniche caratteristiche della divinità e gli unici strumenti
capaci di attrarlo.
Per accedere alla divinità bisogna uccidere il Dio formale e personale
proposto dalle religioni. L'idea di un Dio personale può essere utile
soltanto per muovere i primi passi nella ricerca di se stessi o per
superare un certo disagio psicologico transitorio. Non ha alcuna utilità
negli stadi successivi. Dopo, il Dio formale diventa un ostacolo ai fini
della salvezza. per andare oltre il formale, occorre uccidere la
forma.Uccidere il Dio formale significa spengere la nostra immaginazione.
Se l'uomo trova se stesso, ha trovato Dio; ma trovando se stesso, non avrà
pií bisogno di Dio.
Dio è il testimone che NON interviene nelle nostre vite e nelle nostre
decisioni. Come dice Mosè, Egli è " Colui che è", e questo pensiero biblico
trova conferma e comprensione nel momento in cui ci rendiamo conto che Dio è uno stato di coscienza.
L'insegnamento di Sai Baba è volto a farci trovare in quello stato di
coscienza. Ed in quello stato c'è onniscienza ed onnipotenza.
Soltanto con lo spegnimento dell'ego si accede a questo stato coscienziale
supremo. La mente non va disciplinata, perché altrimenti si ribella e chi è
agonizzante diventa ancora più aggressivo; essa va semplicemente osservata
con distacco. Il distacco interromperà il suo nutrimento ed essa morirà.
Quando la mente muore, affiora la coscienza pura.
La realizzazione non richiede dunque alcuno sforzo. Bisogna solo diventare
degli osservatori, dei testimoni, perché l'uomo non deve conquistare
proprio niente; deve solo far emergere ciò che è sempre stato. Se vogliamo
vedere come è fatta una giostra dobbiamo fermarla.
L'obiettivo della ricerca è il Sé interiore, ma la conoscenza del Sé è
possibile unicamente attraverso una ricerca interiore e non esteriore o
religiosa.Il religioso che ad un certo punto della sua vita si è realizzato
nella divinità (S.Giovanni della Croce e Ramakrishna) è riuscito
nell'intento solo perché ad un certo punto della ricerca ha cambiato strada
e dalla religiosità è passato alla spiritualità; da una ricerca esteriore è
passato ad un a ricerca interiore.
Le antiche Scritture erano state chiare. Non dice forse l'Antico Testamento
che per ottenere i poteri di Dio basta mangiare dall'albero della
conoscenza? E che per ottenere l'immortalità basta mangiare dall'albero
della vita? Gli annunci erano stati dati, le rivelazioni erano state fatte.
Che altro avrebbero potuto dire i profeti antichi per indurci a capire che
Dio è soltanto Conoscenza e che la Conoscenza è interiorità???
"Il serpente disse alla donna: "Mangiando dall'albero della sapienza voi
"non morirete affatto. Dio sa che nel giorno in cui voi ne mangerete , si
"apriranno i vostri occhi e voi diventerete come Dio, conoscitori del bene
"e del male". "
E poi, non appena Adamo ed Eva ne ebbero mangiato i frutti:
"...si aprirono gli occhi di ambedue e conobbero che erano nudi."
È la conoscenza che rende Adamo ed Eva simili a Dei, con gli stessi
attributi e gli stessi poteri.
La conoscenza rende l'uomo simile a Dio perché potenzialmente egli è Dio.
Egli possiede già tra le pieghe della propria psiche l'anima universale di Dio.
"Le persone stolte ed ignoranti sono legate agli oggetti sensibili con la
fune del desiderio." annuncia Ramana Maharishi. "Queste persone non
potranno mai liberarsi e sarà come se attraversassero il fiume attaccati al
corpo di un coccodrillo."
Nonostante i messaggi forniti ripetutamente dai maestri spirituali, le
religioni continuano ad adorare un Dio personalistico senza pensare di
puntare a decifrare il Dio informale, l'Assoluto, il Pensiero eterno, la
Forza primigenia. Il Dio personalistico è il padre delle Chiese, è la causa
delle divisioni delle religioni, delle guerre fratricide, delle separazioni
e delle persecuzioni. Nel vecchio Testamento esiste un comandamento secondo
il quale l'uomo non deve avere altri dei all'infuori del Supremo Assoluto.
Le Scritture non dicono che bisogna onorarlo; dicono solo che non ci si
deve lasciare intrappolare e ingannare dall'adorazione della forma.Quando
ci si rende conto che Dio altro non è che il Sé interiore, si comprende
anche che non avrebbe senso onorare se stessi, mentre ha significato
cercare di recuperare la memoria e la consapevolezza della propria essenza.
Sai Baba dice:
"Nessuno è Guru all'infuori di Dio. E Dio è solo interiore"
La domanda finale affiora prepotente:
"Dunque, Dio esiste?" Ciò che esiste è la divinità; non esiste
un'Entità ma
uno stato di coscienza supremo.
Dio viene indicato anche con il termine più appropriato di Coscienza
Universale, la stessa coscienza che alloggia in ogni struttura pulsante di
energia che si trova nell'universo, compreso l'uomo, ma non solo nell'uomo.
Nell'uomo questa coscienza è inquinata, ossidata, incrostata, e per tale
motivo non può funzionare al cento per cento né può esprimere la sua
potenzialità. Si parla allora di coscienza individuale.
La differenza che esiste tra coscienza umana o individuale e quella
Universale o divina sta proprio nella purezza dell'ultima rispetto alla
prima. La coscienza umana, essendo ossidata, non avrà dei contatti
elettrici adeguati e quindi solo occasionalmente potrà accendere le
lampadine ad essa collegate, e quando riuscirà ad accenderne anche soltanto
una, la luce sarà fioca.Basterà togliere l'ossido della coscienza
individuale perché essa acquisti di colpo l'omnicità. Le lampadine ad essa
collegate allora si accenderanno di colpo di luce intensa ed essa diventerà
omnicomprensiva e creativa. La coscienza, da egocentrica diventerà cosmica.
La linguetta ossidata di una pila rende del tutto inservibile una torcia.
Se leveremo l'ossido che si è formato nel tempo, quella stessa torcia ci
toglierà dal buio in cui si troviamo. Togliere le incrostazioni della
coscienza individuale significa recuperare la propria divinità.
Non abbiamo dunque bisogno di alcun intermediario e di alcun rituale.
ABBIAMO BISOGNO SOLTANTO DI SILENZIO.
La patina che ricopre la Coscienza pura si chiama mente. La mente è
costituita dai pensieri e dai desideri. Spegnendoli gradualmente, si toglie
l'ossido che vela la Coscienza e le impedisce di brillare. Il processo di
disossidazione si chiama silenzio.
Allora il culto che abbiamo esercitato fino ad oggi non è servito a nulla?
Solo a quietare la mente, cosa non del tutto trascurabile. Chi dunque si sarà salvato in queste migliaia di anni? La risposta
è sottile e comporta
la comprensione di quel grande mistero rivelato dai Veda, sostenuto da Gesù, ribadito da S.Agostino:"ognuno diventa quello che pensa e l'ultimo
pensiero della vita si concretizza nel nostro immediato futuro".
"Liberazione significa soltanto riportare a galla la memoria antica"
(G.Rosati, "Il mistero di Dio"). Ci siamo identificati con il mondo senza
sapere che il mondo è solo il nostro sogno, ci siamo identificati con
questo corpo e questo corpo è soltanto la sonda che penetra il sogno. Siamo
gli artefici di un sogno che possiamo interrompere quando vogliamo. Basta
sedersi in silenzio, basta scendere nella nostra interiorità per
impossessarsi dello stato di consapevolezza non cosciente, che è Dio.
Il Divino Principio opera attraverso tre forme, come Padre, Figlio e
Spirito Santo, onde manipolare e completare il processo di diventare un
essere chiamato IO.
(Sai Baba, BVP p. 149)
In questi giorni viene postato in lista "La Vita Impersonale". Ne ho
copiato qualche passo:
"A te non resta che entrare nella onniscienza della mia Mente e dimorarvi con
me, come io dimoro nella mia Idea nella tua mente; allora tutte le cose
saranno tue, come ora sono mie, essendo solo l'espressione esterna della mia
Idea, ed esistendo solo in forza della coscienza che io diedi loro quando le
pensai in esistenza.
E' soltanto questione di coscienza, di pensiero cosciente. Tu sei separato
da me, solo perché pensi di esserlo. La tua mente non e' che un punto focale
della mia Mente. Solo che tu lo comprenda, cio' che chiami la tua coscienza
e' la mia coscienza. Tu non puoi neppure pensare ed ancor meno respirare ed
esistere, senza che la mia coscienza sia in te. Non lo comprendi?
Ebbene, allora, pensa. credi che tu sei lo, che noi non siamo separati, che
non possiamo essere separati; perche' siamo Uno: Io dentro di te e tu dentro
di me. Pensa che è così; immagina risolutamente che e' cosi' e veramente
all'istante in cui tu sei conscio di questo, tu sei con Me nel Cielo."
Om Sai Ram
G.
Postata nella ex Lista Yahho "Kriya"
e riproposta nella Lista Yahoo Sadhana, 20 Febbraio 2004