Sathya Sai Baba

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Insegnamenti di Sai Baba


Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

Sai Baba da effettivamente insegnamenti per diventare come lui... Dovremmo "semplicemente" diventare coscienti della nostra divinità. Egli afferma: "Io sono Dio... ma anche voi. L'unica differenza fra voi e Me è che io so di esserLo,  voi no!".

Sai Baba ci da quello che desideriamo (oggetti preziosi, guarigioni fisiche miracolose etc.) per attirarci a Lui, dopodiché Lui ci darà ciò che Lui desidera darci" (insegnamenti per il progresso spirituale).
In altre parole, egli ci vuole insegnare che il Regno dei Cieli è dentro di noi. Ma non è poi quello che disse Gesù?: "Il regno dei cieli è dentro di voi. Scopritelo!"

Dio è più vicino a noi di quanto mai abbiamo potuto immaginare. Ma più che di Dio dovremmo parlare di divinità in quanto non si tratta di un personaggio al quale avvicinarsi, ma di uno stato coscienziale in cui
immergersi.

Non c'è dubbio. Il Regno dei Cieli è dentro di noi. Che cosa può esserci nell'interiorità dell'uomo se non uno stato coscienziale? E se lo stato di coscienza nel quale ci troviamo non è sufficiente per consentirci di
conoscersi, è chiaro che soltanto uno diverso ci porterà alla Conoscenza. Quella conoscenza corrisponde al Regno dei Cieli e a Dio.

Filippo ci fornisce in termini psicologici anche quello che, conoscendosi, si diventa (61,30):

"In questo luogo vedi ogni cosa ma non vedi te stesso; ma in quel luogo tu vedrai te stesso e diventerai quello che vedi." Ciò significa: "In quello stato di consapevolezza -non-cosciente (di te stesso - del tuo ego -)  sei
omnisciente e onnipotente e diventi ciò che hai desiderato, ma non sei cosciente di te".

"Come" possiamo raggiungere lo stato coscienziale della Divinità? Sai Baba dice che non è la parola che rivelerà Dio, non è il rituale, il cerimoniale, l'azione, ma soltanto il SILENZIO. Il silenzio e la quiete mentali sono le uniche caratteristiche della divinità e gli unici strumenti capaci di attrarlo.

Per accedere alla divinità bisogna uccidere il Dio formale e personale proposto dalle religioni. L'idea di un Dio personale può essere utile soltanto per muovere i primi passi nella ricerca di se stessi o per superare un certo disagio psicologico transitorio. Non ha alcuna utilità negli stadi successivi. Dopo, il Dio formale diventa un ostacolo ai fini della salvezza. per andare oltre il formale, occorre uccidere la forma.Uccidere il Dio formale significa spengere la nostra immaginazione. Se l'uomo trova se stesso, ha trovato Dio; ma trovando se stesso, non avrà pií bisogno di Dio.

Dio è il testimone che NON interviene nelle nostre vite e nelle nostre decisioni. Come dice Mosè, Egli è " Colui che è", e questo pensiero biblico trova conferma e comprensione nel momento in cui ci rendiamo conto che Dio è uno stato di coscienza.

L'insegnamento di Sai Baba è volto a farci trovare in quello stato di coscienza. Ed in quello stato c'è onniscienza ed onnipotenza.

Soltanto con lo spegnimento dell'ego si accede a questo stato coscienziale supremo. La mente non va disciplinata, perché altrimenti si ribella e chi è agonizzante  diventa ancora più aggressivo; essa va semplicemente osservata con distacco. Il distacco interromperà il suo nutrimento ed essa morirà. Quando la mente muore, affiora la coscienza pura.

La realizzazione non richiede dunque alcuno sforzo. Bisogna solo diventare degli osservatori, dei testimoni, perché l'uomo non deve conquistare proprio niente; deve solo far emergere ciò che è sempre stato. Se vogliamo
vedere come è fatta una giostra dobbiamo fermarla.

L'obiettivo della ricerca è il Sé interiore, ma la conoscenza del Sé è possibile unicamente attraverso una ricerca interiore e non esteriore o religiosa.Il religioso che ad un certo punto della sua vita si è realizzato
nella divinità (S.Giovanni della Croce e Ramakrishna) è riuscito nell'intento solo perché ad un certo punto della ricerca ha cambiato strada e dalla religiosità è passato alla spiritualità; da una ricerca esteriore è
passato ad un a ricerca interiore.

Le antiche Scritture erano state chiare. Non dice forse l'Antico Testamento che per ottenere i poteri di Dio basta mangiare dall'albero della conoscenza? E che per ottenere l'immortalità basta mangiare dall'albero
della vita? Gli annunci erano stati dati, le rivelazioni erano state fatte. Che altro avrebbero potuto dire i profeti antichi per indurci a capire che Dio è soltanto Conoscenza e che la Conoscenza è interiorità???
"Il serpente disse alla donna: "Mangiando dall'albero della sapienza voi "non morirete affatto. Dio sa che nel giorno in cui voi ne mangerete , si "apriranno i vostri occhi e voi diventerete come Dio, conoscitori del bene
"e del male". "

E poi, non appena Adamo ed Eva ne ebbero mangiato i frutti: "...si aprirono gli occhi di ambedue e conobbero che erano nudi."

È la conoscenza che rende Adamo ed Eva simili a Dei, con gli stessi attributi e gli stessi poteri.

La conoscenza rende l'uomo simile a Dio perché potenzialmente egli è Dio. Egli possiede già tra le pieghe della propria psiche l'anima universale di Dio. "Le persone stolte ed ignoranti sono legate agli oggetti sensibili con la fune del desiderio." annuncia Ramana Maharishi. "Queste persone non potranno mai liberarsi e sarà come se attraversassero il fiume attaccati al corpo di un coccodrillo."

Nonostante i messaggi forniti ripetutamente dai maestri spirituali, le religioni continuano ad adorare un Dio personalistico senza pensare di puntare a decifrare il Dio informale, l'Assoluto, il Pensiero eterno, la Forza primigenia. Il Dio personalistico è il padre delle Chiese, è la causa delle divisioni delle religioni, delle guerre fratricide, delle separazioni e delle persecuzioni. Nel vecchio Testamento esiste un comandamento secondo
il quale l'uomo non deve avere altri dei all'infuori del Supremo Assoluto. Le Scritture non dicono che bisogna onorarlo; dicono solo che non ci si deve lasciare intrappolare  e ingannare dall'adorazione della forma.Quando
ci si rende conto che Dio altro non è che il Sé interiore, si comprende anche che non avrebbe senso onorare se stessi, mentre ha significato cercare di recuperare la memoria e la consapevolezza della propria essenza.

Sai Baba dice: "Nessuno è Guru all'infuori di Dio. E Dio è solo interiore"

La domanda finale affiora prepotente:

"Dunque, Dio esiste?" Ciò che esiste è la divinità; non esiste un'Entità ma uno stato di coscienza supremo.

Dio viene indicato anche con il termine più appropriato di Coscienza Universale, la stessa coscienza che alloggia in ogni struttura pulsante di energia che si trova nell'universo, compreso l'uomo, ma non solo nell'uomo.
Nell'uomo questa coscienza è inquinata, ossidata, incrostata, e per tale motivo non può funzionare al cento per cento né può esprimere la sua potenzialità. Si parla allora di coscienza individuale.

La differenza che esiste tra coscienza umana o individuale e quella Universale o divina sta proprio nella purezza dell'ultima rispetto alla prima. La coscienza umana, essendo ossidata, non avrà dei contatti elettrici adeguati e quindi solo occasionalmente potrà accendere le lampadine ad essa collegate, e quando riuscirà ad accenderne anche soltanto una, la luce sarà fioca.Basterà togliere l'ossido della coscienza individuale perché essa acquisti di colpo l'omnicità. Le lampadine ad essa collegate allora si accenderanno di colpo di luce intensa ed essa diventerà omnicomprensiva e creativa.  La coscienza, da egocentrica diventerà cosmica. La linguetta ossidata di una pila rende del tutto inservibile una torcia. Se leveremo l'ossido che si è formato nel tempo, quella stessa torcia ci toglierà dal buio in cui si troviamo. Togliere le incrostazioni della coscienza individuale significa recuperare la propria divinità.

Non abbiamo dunque bisogno di alcun intermediario e di alcun rituale. ABBIAMO BISOGNO SOLTANTO DI SILENZIO.

La patina che ricopre la Coscienza pura si chiama mente. La mente è costituita dai pensieri e dai desideri. Spegnendoli gradualmente, si toglie l'ossido che vela la Coscienza e le impedisce di brillare. Il processo di
disossidazione si chiama silenzio.

Allora il culto che abbiamo esercitato fino ad oggi non è servito a nulla? Solo a quietare la mente, cosa non del tutto trascurabile. Chi dunque si sarà salvato in queste migliaia di anni? La risposta è sottile e comporta
la comprensione di quel grande mistero rivelato dai Veda, sostenuto da Gesù, ribadito da S.Agostino:"ognuno diventa quello che pensa e l'ultimo pensiero della vita si concretizza nel nostro immediato futuro".

"Liberazione significa soltanto riportare a galla la memoria antica" (G.Rosati, "Il mistero di Dio"). Ci siamo identificati con il mondo senza sapere che il mondo è solo il nostro sogno, ci siamo identificati con questo corpo e questo corpo è soltanto la sonda che penetra il sogno. Siamo gli artefici di un sogno che possiamo interrompere quando vogliamo. Basta sedersi in silenzio, basta scendere nella nostra interiorità per impossessarsi dello stato di consapevolezza non cosciente, che è Dio.


Il Divino Principio opera attraverso tre forme, come Padre, Figlio e Spirito Santo, onde manipolare e completare il processo di diventare un essere chiamato IO. (Sai Baba, BVP p. 149)

In questi giorni viene postato in lista "La Vita Impersonale".  Ne ho copiato qualche passo:

"A te non resta che entrare nella onniscienza della mia Mente e dimorarvi con me, come io dimoro nella mia Idea nella tua mente; allora tutte le cose saranno tue, come ora sono mie, essendo solo l'espressione esterna della mia Idea, ed esistendo solo in forza della coscienza che io diedi loro quando le pensai in esistenza.

E' soltanto questione di coscienza, di pensiero cosciente. Tu sei separato da me, solo perché pensi di esserlo. La tua mente non e' che un punto focale della mia Mente. Solo che tu lo comprenda, cio' che chiami la tua coscienza e' la mia coscienza. Tu non puoi neppure pensare ed ancor meno respirare ed esistere, senza che la mia coscienza sia in te. Non lo comprendi?

Ebbene, allora, pensa. credi che tu sei lo, che noi non siamo separati, che non possiamo essere separati; perche' siamo Uno: Io dentro di te e tu dentro di me. Pensa che è così; immagina risolutamente che e' cosi' e veramente all'istante in cui tu sei conscio di questo, tu sei con Me nel Cielo."

Om Sai Ram

G.


Postata nella ex Lista Yahho "Kriya" e riproposta nella Lista Yahoo Sadhana, 20 Febbraio 2004