Sathya Sai Baba

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Meditazione

I segni di una buona Meditazione

Dopo i canti della sera, siete soliti fare dieci minuti di Meditazione. Sin qui, tutto bene. Ma, lasciate che vi domandi se, quando vi alzate dopo quei dieci minuti, scorgete negli altri una maggiore luminosità, come fossero circonfusi da un' aura divina. In caso contrario avete solo perduto tempo. È aumentata in voi la capacità di amare? Parlate di meno? Vi dedicate al prossimo con maggiore sollecitudine? Questi sono tutti segni del buon successo nella Meditazione.

Il progresso spirituale deve trovar conferma nel miglioramento del carattere e del comportamento e la Meditazione deve mutare il vostro atteggiamento verso gli esseri viventi e verso le cose; altrimenti è un'ipocrisia. Anche un macigno, sotto l'azione del sole, della pioggia e del freddo, si disintegra nel terreno e si trasforma in alimento per l'albero.

Anche il cuore più duro può essere intenerito, perché vi germogli il Divino.

Meditare per amare

L'Amore crea l'unione, mentre l'odio separa. L'Amore trasferisce l'attenzione di se sull'altro, in modo che i due pensano, parlano ed agiscono come fossero uno. Quanto più
l'Amore abbraccia, tanto più le varie entità si riducono all'Uno. Amando Me, amate tutti, perché incominciate a percepire e a conoscere che Io sono in tutti. La
Meditazione vi renderà consapevoli che Io sono Colui che risiede in tutti i cuori, che sono lo stimolo, la motivazione, la guida, la meta. Apritevi a quella visione, a quella consapevolezza e fatene vostro inestimabile possedimento. Allora avrete ciò che spesso Mi chiedete, "Sakshatkara". Il vostro amore deve essere libero e puro da ogni velo, da ombra o macchia di ego come lo è il Mio, in modo che possa fondersi in Me.

(SSS VII, 502)

Si può insegnare a meditare?

Alcune istituzioni pretendono di addestrare delle persone nella Meditazione e, a tal fine, organizzano dei corsi! Ma come fidarsi di loro? Tutt'al più si possono insegnare esercizi per stare seduti in modo corretto o per esercitarsi nelle varie posture; ma come può qualcuno aiutare un altro a rimanere intensamente concentrato? Amate Dio e nessuna distrazione potrà deviare da Lui il vostro pensiero. (...)

Per avere buon esito dalla Meditazione e dalla preghiera non c'è bisogno di appoggiarsi ad altri, o di prendere contatto con un saggio per farsi suggerire un mantra da recitare. Pregate Dio, che è in voi, e da Lui avrete la guida di cui avete bisogno.

Rivolgete la vostra mente a Dio, dedicatevi a Lui e scoprirete che la vita è una corrente ininterrotta di beatitudine. Se disponete di un ventilatore, dovete orientarlo verso di voi, per trarne sollievo. Allo stesso modo, la mente orientata con risolutezza verso Dio, potrà darvi la beatitudine della Liberazione.

(SSS VII, 338)

Le ultime esortazioni sul tema

Oggi la gente sta sprecando il proprio tempo in nome della Meditazione. Costoro sanno forse tener ferma la propria mente per un solo minuto? No! Si siedono in una postura particolare per mezz'ora, un'ora, ma non fanno che perdere tempo. Siete forse capaci di rimanere con una mente ferma per un'ora? La mente corre all'impazzata come una scimmia! Mentre sprecate tempo nel respingere questa scimmia impazzita e nel cercare di tenerla a freno, essa se ne scappa ancora via.

Considerate il vostro dovere come Dio e intraprendete ogni attività per amor Suo. Allora il lavoro si trasformerà in adorazione (In inglese si gioca sull'assonanza dei due termini "work" = lavoro e "worship" = adorazione, NdT).

Considerate ogni lavoro come il lavoro di Dio. Quella è vera Meditazione! Non raggiungerete la Meditazione chiudendo semplicemente gli occhi e mettendovi in posizione meditativa. La gioventù d'oggi sta sprecando il proprio tempo prezioso, a causa di questo equivoco sulla Meditazione.

Considerate qualunque lavoro facciate come un lavoro di Dio.

Considerate il vostro corpo come uno strumento.

Sviluppate la convinzione che Dio sta servendosi del vostro corpo come di uno strumento per compiere quel lavoro.

Qualunque servizio intraprendiate con l'ausilio dell'egoismo non può essere servizio gradito al Signore. Sacrificate il vostro egoismo, considerate tutto come divino. Un approccio del genere all'attività è reale Meditazione. Con quell'altro genere di Meditazione si spreca tempo, vita, energie, tutto. Continuate a fare tutto recitando il Nome di Dio. Tutte le azioni saranno santificate da questo approccio.

Non confinate Dio in un luogo. Qualunque cosa vedete, vi trovate dentro Dio. Se vi mettete a meditare, considerando Dio come fosse limitato in un luogo, rimpicciolite Dio, che pervade ogni cosa e dimostrate di avere una mente ristretta. Siate di larghe vedute. Solo con questo tipo di discriminazione, giungerete alla saggezza.


I cinque involucri e l'io

Terra, Acqua, Fuoco, Aria, Etere, Mente, Intelletto ed Ego sono i primi elementi con cui si formò l'Universo. I1 fango, o la creta, è l'elemento base con cui si modella un vaso e, perciò, è la causa materiale del vaso. Il vasaio, senza la cui idea (sankalpa) e applicazione non potrebbe nascere il vaso, è la sua causa efficiente. Allo stesso modo, Prakriti è la causa materiale dell'Universo e Brahman la sua causa efficiente. È per volere di Brahman che nella creazione hanno avuto origine infinite sfaccettature di questo Universo dinamico dalle molteplici forme e innumerevoli oggetti. E tuttavia dobbiamo ricordare che è Brahman colui che ha manifestato Se stesso in questo Infinito. Krishna esortò Arjuna ad ignorare la diversità nell'unità e a discernere l'unità nella diversità. Si deve comprendere la non dualistica natura atmica di questo mondo
molteplice.

Dhyana conferisce all'uomo la capacità di riconoscere questa unità e di discernere sia l'Immanenza che la Trascendenza di Dio.

I quattro stati di coscienza

L'unico onnipervadente Brahman permea tutto l'Universo degli oggetti animati ed inanimati. Questo Brahman onnicomprensivo ha assunto la forma udibile della parola primordiale AUM. In questo Sommo Parabrahman sono sintetizzati quattro inseparabili elementi: Vishva, Taijasa, Prajna e Turiya.

Lo stato di veglia (Jagratavasta), è lo stato di coscienza ordinario ed è in relazione col mondo grossolano della materia. Fornisce una conoscenza empirica del mondo fenomenico, servendosi di sensazioni e di percezioni. Possiede diversi modi di conoscenza ed essi sono costituiti dai cinque organi di azione (Karmendriya), dai cinque organi di percezione (Jnanendriya), le cinque energie vitali (Prana), la mente (Manas), l'intelletto (Buddhi), la coscienza (Citta) e l'ego (Ahamkara). Questi 19 aspetti della conoscenza sensoriale o empirica nello stato di veglia si integrano fra loro. In sostanza, è questa conoscenza che brama ardentemente i piaceri del mondo materiale.

Lo stato di coscienza di sogno (Svapnavasta), ha la facoltà di riconoscere ed avere a livello subconscio una pallida idea della sacra esperienza di divinità e santità. È correlata ad aspetti più sottili della conoscenza ed esperienza umane. In questo stato si hanno impressioni più sottili delle esperienze di veglia.

Lo stato di Prajna (Prajnavasta) e quello di Turiya (Turiyavasta) hanno caratteristiche differenti. Il Prajnavasta è uno stato di coscienza trascendentale, in cui la dicotomia fra il grossolano ed il sottile scompaiono nella supercoscienza: rimane il puro "Prajna", ossia la coscienza di Divinità. In questo stato, le facoltà di differenziazione e
diversificazione della mente sono inattive. Ecco perché si sostiene che il Prajnana è Brahman. È per venire incontro allo scalatore di questa vetta della Divinità che Krishna ha esposto nella Bhagavad Gita la "Sadhana di Dhyana", il sentiero della Meditazione. Nel Prajnavasta tutti i desideri mondani e le smanie vengono sublimati nella beatitudine di un'esperienza spirituale. La brillante luce del Prajnana risplende stabilmente in questo stato di coscienza più elevata.

Il Turiyavasta è il più alto stato di coscienza, dove si sperimenta l'essenza dell'Atma. Il discepolo fa esperienza della tranquillità, della Divinità e della non-dualità. Si tratta di uno stato di supercoscienza puro, placido e stabile, in cui tutti gli attributi discriminanti e differenziali sono trascesi e assorbiti nell'eterna ed assoluta Realtà di Brahman.

La recita o il canto dell'AUM (Omkara) contempla la fusione dei tre suoni primordiali: A, U e M. Queste tre lettere rappresentano rispettivamente lo stato di coscienza di veglia, di sogno e di sonno profondo e simboleggiano anche Brahma, Vishnu e Mahesvara, la Trinità che pe rsonifica le realtà corrispondenti ai tre stati di coscienza sopra
menzionati. Come in un rosario un filo trapassa i grani per tenerli insieme, così Brahman trapassa tutte le anime e le fa essere interdipendenti e correlate fra loro.

L'autorealizzazione consiste nell'immediata, intima e uniforme comprensione dell'Assoluto, suprema ed integrale realtà di Brahman: è una mistica esperienza che oltrepassa mente, spazio e tempo. Dhyana è un sussidio per raggiungerla. L'occhio non può vedere se stesso. Allo stesso modo, I'Atma non può vedersi. Se una bambolina di sale viene perduta nelle profondità del mare, vi si scioglie e diventa irrecuperabile. Così pure, il Jivatma che cerca il Paramatma perde la propria individualità e identità.
Brahman è un oceano che non si può scandagliare. L'anima di una persona che va in cerca di Dio diviene una con Dio. L'Atma e il Paramatma sono ontologicamente identici e non duplici. Non sono che aspetti del livello di coscienza più elevato.

Nella Meditazione, la mente, l'intelletto e i vari sensi sono trascesi per mezzo dell'autocontrollo. Nello stato superconscio di Dhyana, tutti i dualismi, le dicotomie, le differenze e le relatività scompaiono. Dhyana è sinonimo della conoscenza assoluta della Divinità: è una visione ed una via verso il Divino, che conduce al Sat-Cit-Ananda, ossia alla Realtà integrale dell'Essenza-Coscienza-Beatitudine. Essa fa raggiungere la beatitudine senza fine, conferisce la beatitudine dell'Atma ed ottiene
all'uomo la suprema beatitudine e la beatitudine dell'assenza di dualismo.

Esperienze di Meditazione

Un discepolo avrà diversi tipi di esperienze durante la meditazione. Quando egli è assorto nella Divinità ode suoni di ogni genere. È come se sviluppasse una specie di percezione extrasensoriale. Sente dei suoni di strumenti musicali come la vina, il mirdanga ed il flauto. Queste dolci melodie sono simbolo di Dio che prende forma. Sono i
risultati iniziali di Dhyana. Durante i primi stadi della meditazione, tutti gli organi sensoriali diventano ipersensibili e questa acutizzazione della sensibilità fa sì che il meditante abbia delle reazioni ai suoni e alle visioni straordinarie. Col passare del tempo questa ipersensibilità, ovvero questa facoltà di percezione extrasensoriale si raffina nella più alta facoltà di ascoltare la Voce stessa del Silenzio, il suono primordiale del Divino Pranava. Il discepolo è in ascolto della ripetizione e dell'eco della Voce Primeva: AUM. Così egli sperimenta l'ineffabile ed inesprimibile beatitudine dello stato di Supercoscienza o Turiya.  Durante la meditazione profonda, alcuni praticanti sentono come se il loro corpo fosse diventato molto pesante e non riescono a muoversi liberamente. Alcuni altri, invece, sperimentano una sensazione di estrema leggerezza e levitano verso l'alto. Altri ancora hanno la sensazione di tremore e brividi. Il discepolo dalla mente tenace e salda non si farà innervosire da
queste fantastiche esperienze paranormali, ma continuerà indisturbato la sua disciplina

Paramahansa Ramakrishna attraversò tutti questi stadi di meditazione, dall'avente forma al privo di attributi. Nel corso della sua evoluzione spirituale la Madre Divina gli Si rivelò sotto la forma di Kah. Ma l'Atma è privo di forma. Perciò si consiglia al discepolo di lasciare alle proprie spalle tutte le forme e i nomi e di tentare l'esperienza del
Brahman Senza Forma. L'Assoluto Brahman privo di forma e attributi concede la più elevata estasi spirituale. Il meditante rimane incantato e rapito dal divino afflato del Brahman senza attributi e sperimenta la beatitudine perfetta.

Un novizio deve incominciare la meditazione su una forma di Dio. Osservi tutte le norme, sia puntuale e regolare nella sua disciplina. Un alberello deve essere protetto dagli animali. Bisogna mettergli attorno una recinzione, affinché possa crescere fino a divenire un grosso albero. Il recinto non sarà più necessario quando sarà un enorme albero. Similmente, norme e regolamenti sono necessari ad uno che si trova alle prime armi con la meditazione, mentre un discepolo avanzato non dipende da sostegni
esteriori, perché può andare in trascendenza ogni volta che lo desidera. La meditazione gli è spontanea ed abituale.
 
Dhyana non va confusa con Dharana, che è semplice concentrazione. Il primo stadio di concentrazione dovrebbe essere portato a termine dalla contemplazione e dal fatto che si è assorti. Questo essere assorti conduce alla meditazione.

La Meditazione non è monopolio di qualche particolare religione. È un programma universale e pratico per ottenere la conoscenza uniforme di Dio.

La mente trema, è agitata, difficile a sorvegliare, difficile a drenare, L'intelligente la scaglia alla mira come un arciere la freccia.

Come un pesce tratto dall'acqua e buttato sulla sponda, si scuote la mente Per sfuggire al dominio della mente.


Tratto da: DHYANA, La meditazione, negli insegnamenti di Sri Satya Sai Baba, Mother Sai Publications
(Il volume è disponibile presso Mother Sai Publications)
Il messaggio di cui sopra è stato pubblicato nella Lista Yahoo Sadhana e Lista Sublimen.


Un giorno, un rappresentante di classe Gli fece avere un foglietto, sul quale era scritta la proposta di formare a Prashanti Nilayam dei corsi permanenti per preparare degli insegnanti di meditazione, al fine di diffonderla in tutto il Paese.

"Mi sono messo a ridere quando lessi questa proposta - commentò Swami - C'è qualcuno che può insegnare ad un altro a meditare? Si può forse insegnare la Meditazione? È possibile insegnare la postura, come tenere gambe, mani, collo, testa o schiena; si possono tenere lezioni sul modo, o sul ritmo del respiro. Ma la Meditazione è un aspetto interiore dell'uomo; richiede una profonda quiete del soggetto, lo svuotamento della mente per riempirsi della Luce originata dalla Scintilla Divina che sta dentro. È una disciplina che nessun libro di testo può insegnare e nessun corso può diffondere.

Corsi di meditazione! Chi istituisce corsi di meditazione non sa cosa voglia dire Dhyana, né ha interesse a saperlo! Purificate le vostre emozioni; distillate i vostri impulsi; coltivate l'amore. Solo in quel caso potrete divenire padroni di voi stessi: questo dominio è il fine, il processo della Meditazione, ovvero di Dhyana.

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Una madre può sedersi accanto a suo figlio e sussurrargli delle parole per incoraggiarlo a parlare; ma il bambino dovrà servirsi della sua propria lingua e del suo sforzo personale. Similmente, potrà esservi chi vi insegna il modo di stare seduti e di tenere il tronco diritto, le gambe piegate, le mani distese con le dita incrociate, il respiro lento e costante; ma chi potrà insegnarvi a tenere sotto controllo la mente ribelle?" (SSS VII,- 380-381)


Il messaggio di cui sopra è stato pubblicato nella Lista Yahoo Sadhana.