Sathya Sai Baba
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Dasara e il Grâmasevâ, il servizio nei villaggi La parola ‘madre’ evoca immediatamente immagini di amore e calore nel cuore di ogni persona. Se quello che noi abbiamo sperimentato è l’amore di una madre umana, quanto più grandi saranno l’amore, l’attenzione e la compassione che una Madre Divina riverserà sui Suoi figli? Per sperimentare proprio questo amore, migliaia di devoti si sono riuniti a Prashânti Nilayam, dimora della nostra Divina Madre Sai, per celebrare la festa di Dasara o Devî Navarâtrî, e offrirLe obbedienza. Per molti anni, a Prashânti Nilayam, la festa di Dasara è stata strettamente associata al rito sacrificale del Veda Purusha Saptâha Jñâna Yajña, che dura una settimana ed è officiato alla Divina Presenza, per il benessere di tutto il mondo ed, in aggiunta a questo, è stato condotto un altro Yajña, quello del Grâma Sevâ o ”Servizio nei villaggi” (il servizio rurale). Nell’ambito di tale servizio, gli studenti delle scuole e delle università di Baba visitano i villaggi vicini a Puttaparthi e distribuiscono il Suo prasâdam, che consiste in cibo e indumenti, quale simbolo del Suo Amore e delle Sue Benedizioni per tutti. (Cronaca delle giornate). Il mattino del 17 ottobre
migliaia di devoti e studenti si sono radunati nel Sai Kulwant Hall per avere il
darshan di Baba. Egli è giunto alle 7,20 accompagnato da canti vedici e dalla
benaugurale melodia del Nâdasvaram. Poi, diciotto pandit (studiosi dei Veda),
seguiti dagli studenti di Baba, vestiti con dhothî di seta arancione e bianchi
angavastram (abbigliamento tradizionale indiano, consistente in un drappo
avvolto intorno alle spalle N.d.T.), hanno marciato in processione fino al
Pûrnachandra Auditorium sede dello Yajña il quale è iniziato alle 9 con lo
sfregamento di pezzi di legno per accendere il fuoco nel modo più naturale. Il
sacro fuoco è stato posto sullo Yajña Kunda (l’altare sacrificale). La parte più
importante dello Yajña è il Rudra Yaga, allorché sull’altare vengono poste le
offerte al Signore Shiva al canto degli inni dello Shrî Rudram. Insieme ad esso,
vengono officiati simultaneamente altri riti, quali il Sûrya Namaskâra, il
Sahasralinga Archana, lo Shrîmad Bhâgavata Pârâyana, il Râmâyana Pârâyana e il
Devî Mâhâtmyam, mentre alcuni pandit cantano ininterrottamente inni vedici
assieme agli studenti di Baba. La sessione pomeridiana si è svolta nel Sai
Kulwant Hall con gli auspici del Prashânti Vidvan Mahâsabhâ. Molti oratori, in
primo luogo studenti e funzionari delle istituzioni di Bhagavân, si sono rivolti
al rispettabile pubblico con vari argomenti di filosofia e spiritualità,
Insegnamenti di Bhagavân ed esperienze di devoti. A seguire, esaudendo le
preghiere dei devoti, Swami ha benedetto tutti con un Suo Discorso Divino. La
sera del 18 ottobre i bambini Bâl Vikâs di Hyderabad hanno presentato una
commedia intitolata “Ashtaguna Pushpamulu”, gli otto fiori che rappresentano le
otto virtù da offrire a Dio, come ricordato dal Signore Krishna nella Bhavagad
Gîtâ. Baba, nei Suoi Discorsi, ha spesso affermato che i fiori da offrire a Dio
non sono quelli che crescono sulle piante ma le virtù, quali la non violenza, il
controllo dei sensi, l’amore e la compassione verso tutti gli esseri, la
tolleranza, la veridicità, l’austerità, la meditazione su Dio, la pace e
l’equanimità che devono venir coltivate nel cuore. I bambini si sono dilungati,
su ognuna di queste virtù, rappresentando scene tratte da storie mitologiche in
cui i personaggi le incarnano e le praticano nella loro vita, guadagnandosi così
eterna fama e onore. La sera del 22, c’è stato un pubblico dibattito in cui un
gruppo, composto da sei signore insegnanti e alcuni alunni degli istituti
educativi di Bhagavân, ha trattato alcune massime dei Veda e delle Upanishad e
le ha messe in relazione con gli Insegnamenti di Baba. Essi hanno detto che i
Veda non sono soltanto una fonte di saggezza spirituale ma anche un tesoro di
conoscenza del mondo per quanto riguarda la vita quotidiana dell’essere umano e
comprendono l’intera gamma dell’umana conoscenza. Le devote hanno ampiamente
avvalorato le loro affermazioni con numerose citazioni tratte dai Veda, dalle
Upanishad e dai Discorsi di Swami, ed hanno poi concluso con una nota di
gratitudine nei Suoi confronti per la Sua Guida sul sentiero divino e per il Suo
profondo Insegnamento, fatto di parole semplici, sui Veda e sulle Upanishad.
Senza di Lui l’immensa sapienza delle Scritture sarebbe rimasta totalmente al di
là della nostra comprensione e assimilazione. Il dibattito è stato seguito da un
recital di musica carnatica, da parte della signora Anuradha Krishnamurthy che
ha cominciato con un’interpretazione della famosa composizione del Santo
Tyâgarâja “Endaro Mahânubhâvulu” ef ha poi proseguito cantando altre due canzoni
per concludere poi con il bhajan “Koti Pranam Shata Koti Pranam”. La
celebrazione di Dasara è giunta felicemente a termine il 23 ottobre. Quel
mattino il Pûrnâhuti, rituale conclusivo dello Yajña, è iniziato alle 8,10 con
Baba Stesso seduto di fronte allo Yajña Kunda tra i sacerdoti. Dopo aver chiesto
la Sua benedizione, questi hanno fatto l’ultima offerta, consistente in burro
chiarificato nel fuoco, cantando gli inni del Chamakam e pregando per il
benessere fisico e spirituale di tutti gli esseri. Il pomeriggio, l’Ala Giovani
della ‘Shrî Sathya Sai Sevâ Organization’ dell’Andhra Pradesh ha presentato un
lavoro teatrale, dal titolo “Lakshala…Lakshyâla?” (Denaro… o Ideali?), che ha
evidenziato gli interrogativi affrontati oggi dai giovani. [In esso] Ravi, che
si è appena laureato con medaglia d’oro, è assillato dall’interrogativo: la
carriera, il denaro ecc. possono dare un appagamento duraturo o nella vita c’è
qualcosa di più elevato? Il suo insegnante lo guida a comprendere che la vera
felicità consiste nel servire il prossimo. La rappresentazione ha messo in luce
alcuni fra i più elevati aspetti del servizio che va reso senza ego con il cuore
pieno d’amore e va offerto solo dove è necessario senza attaccamento ai suoi
frutti. Alla fine del programma Sai Baba ha concesso di farsi fotografare con i
partecipanti. |