bentornati a questi incontri dal tema 'Perle di Saggezza Sai'. Ci incontriamo di
nuovo dopo una interruzione di circa sei mesi. Sono molto contento e grato a
Swami per aver reso così popolari queste 'Perle'. Molti hanno usato la posta
elettronica per esprimere il loro gradimento. Dato che non tutti possono
partecipare ai colloqui che si svolgono sulla veranda tra Swami e gli studenti e
che la gente è ansiosa di conoscerne il contenuto, ve ne faremo un resoconto in
ordine cronologico. Io vi ringrazio tutti per il cortese interesse dimostratomi
e per il costante incoraggiamento che mi avete dato affinché proseguissi questa
attività. Cominciamo dal mese di agosto del 2003. Swami tornò qui attorno al 9
luglio ed iniziò solo ad agosto, perché precedentemente, come sapete, non era
possibile avere un contatto con Lui. Fu solamente ad agosto che Egli decise di
passare del tempo con noi. Vorrei condividere con voi alcuni dei punti
importanti che furono trattati il giorno 11 di quel mese.
SIMPOSIO PER GLI INSEGNANTI
In quel periodo, l' Istituto d'Istruzione Superiore 'Sathya Sai' organizzò un
simposio per insegnanti. Come sapete, il suddetto Istituto è stato giudicato il
migliore nel paese e la stessa 'University Grants Commission' (la Commissione di
controllo delle Università; N.d.T.) ha chiesto allo stesso di tenere dei corsi
di orientamento affinché gli insegnanti possano apprendere l'insegnamento dei
Valori Umani ed applicarlo nelle scuole. Il primo gruppo era composto di
cinquanta docenti di varia provenienza. Ai docenti della 'Sathya Sai University'
furono proposti degli argomenti ed ognuno di loro ne affrontò uno in
particolare. Devo dire, senza una briciola di esagerazione, che il simposio si
svolse in modo ottimale, con grande soddisfazione degli organizzatori e degli
astanti. Il colloquio serale dell'11 agosto 2003 fu incentrato su questo. Da
tempo non avevamo Bhagavan tra noi e eravamo entusiasti. Essendo stati
fisicamente lontani da Lui per un paio di mesi, eravamo molto eccitati nel
vederLo seduto lì sulla sedia a parlare con ognuno di noi. Swami era altrettanto
contento di parlare con noi, e si fermò a lungo. Non si mosse neanche quando fu
ora di cantare i Bhajan, il che accade raramente. Di solito, all'approssimarsi
dell'ora stabilita, Egli chiude la conversazione e si dirige verso la sala dei
canti ma, quella volta, il colloquio andò avanti ed anche noi ci trattenemmo per
una parte del tempo destinato al canto. Questo la dice lunga sull'entusiasmo
degli studenti e sull'Amore di Bhagavan.
UNITA' DELLE RELIGIONI
Bhagavan cominciò ponendoci delle domande. Si rivolse direttamente a me e
disse:"Quale è stato l'argomento che hai trattato? Quale argomento hai
affrontato con quegli insegnanti?" Io risposi: "Bhagavan, ho parlato dell'unità
delle religioni." Oh, vedo. Come hai spiegato questa unità? Quali esempi hai
portato a sostegno dell'argomento?" "Bhagavan, i Tuoi discorsi mi vengono in
soccorso ogni volta. Tutte le cose preziose che sento da Te e le perle che
raccolgo ai Tuoi Piedi di Loto sono per me di valore immenso. Ho usato questa
letteratura ed ho illustrato le sei maggiori religioni sulla base dei valori e
non su quella dei rituali. È su questi ultimi che esse differiscono ma, quando
prendiamo in considerazione la spiritualità, le religioni sono unite ed in
armonia. Se guardiamo i rituali siamo divisi ma, se pensiamo alla spiritualità,
siamo tutti insieme. I Valori di cui ci parli, 'Verità, Rettitudine, Pace, Amore
e Non Violenza', sono comuni a tutte le religioni per cui, basandoci su di essi,
possiamo raggiungere l'unità. Swami, ho ricordato ciò che Tu hai detto in
proposito e ne ho resi partecipi quegli insegnanti." Swami ha proseguito: "Di
quali religioni hai parlato?" "Delle sei maggiori religioni, Swami." "Quali
sono?" "Le sei maggiori religioni seguite in questo paese sono l' induismo, il
buddismo, il jainismo, il cristianesimo, l'islamismo ed il sikhismo".
L'ORO E' LO STESSO MA I GIOIELLI SONO MOLTI
Quindi Egli chiese: "Bene, come hai proceduto?" Ed io: "Swami, ho citato tre
punti. Innanzitutto ho esaminato i cardini di ogni religione; poi ho illustrato
che cosa singolarmente ciascuna dice sui Valori Umani e quindi ho riferito il
Tuo pensiero su di esse. Ho seguito un prospetto, Swami. Ho cominciato con i
dieci principi, poi ho parlato dei Valori e di ciò che significano ed infine di
ciò che dici Tu su queste religioni." Bene, potei notare
una espressione di soddisfazione sulla Sua Faccia. (Risate) A questo punto
Bhagavan chiese: "Quali esempi hai portato per sostenere che l'unità delle
religioni è necessaria? Come hai potuto dimostrare che l'unità esiste?" Swami,
ho usato un esempio preso dalla Tua letteratura: 'l'oro è uno ma i gioielli sono
molti, i fiori sono molti ma l'adorazione è la stessa, dalla stessa creta si
fanno moltissime giare, il fine è uno anche se le strade sono molte e c'è un
solo cielo, sebbene le stelle siano molte'. Tu hai dato molti esempi, Swami, ed
io li ho citati tutti. Sembra che si siano convinti." Allora Swami ha posto una
domanda molto pertinente: "E tu, dove hai appreso questa unità delle religioni?"
"Swami, devo ammettere che l'ho imparata dopo essere arrivato da Te." "Oh, e
come hai potuto imparare? (Risate) Tu dici che hai appreso questa unità delle
religioni dopo che sei arrivato da Me. Ma come hai fatto?"
L'HO IMPARATA QUI
"E' qui che l'ho imparata. Swami, il posto stesso comunica un messaggio
eloquente. Quando arriviamo in questo luogo, vediamo lo stadio con le statue di
Krishna, del Signore Shiva, di Gesù, di Guru Nanak, del Signore Buddha Tutte
queste statue, alte da sette a dieci metri, parlano dell'unità delle religioni.
Andando in giro, troviamo il Museuo, il 'Chaitanya Jyothi', che, tramite
illustrazioni su carta e presentazioni al computer, parla anch'esso dell'unità
delle religioni. Poi entriamo a Prasanthi Nilayam: c'è il 'Sarva Dharma' che è
un simbolo dell'unità di tutte le religioni. Non si può non vederlo dietro l'
Auditorium 'Purnachandra'. La colonna con il fiore di loto è un simbolo
dell'unità delle religioni e le loro importanti affermazioni sono scolpitesu
ogni lato della sua base. Nel Purnachandra troviamo tutte queste cose
raffigurate sul muro: c'è Cristo circondato dalle pecore, il guru Granth, il
Libro sacro del Sikhismo, la Sacra Fiamma di Zoroastro ed il Signore Krishna che
parla con Arjuna. Anche questo luogo parla dell'unità delle religioni. Io l'ho
imparato solamente qui, Swami." Questo è ciò che ho detto.
COME LA DIVERSITÀ È SCATURITA DA QUESTO
Allora Swami disse: "Bene, tu dici che c'è unità; spiega come ne è scaturita la
diversità." A questo punto tutte le risposte erano esaurite ed io dovetti alzare
le mani in segno di resa, per via della mia impotenza. Non c'era altra
alternativa che arrendersi ai Suoi Piedi di Loto. Allora Swami cominciò a
parlare di questo argomento: "Guardate, voi avete occhi, orecchie, mani e gambe;
tutte queste parti del corpo appartengono solo a voi. Gli arti e gli organi sono
molti, ma appartengono tutti a voi, non è vero? Nello stesso modo, tutte queste
religioni sono come organi e parlano tutte dello stesso Dio: questa è Unità.
Inoltre, se conoscete chiaramente una persona, siete in grado di conoscere
chiunque altro. Ecco un semplice esempio: ogni studente di medicina studia le
parti di una singola persona ma le stesse parti sono presenti in ogni altra; la
struttura del Mio occhio è la stessa del vostro ed anche quella del Mio orecchio
è uguale alla vostra. In tal modo, se conoscete una persona, conoscete tutti.
Ecco che cosa è l'Unità." Questo ha detto Bhagavan. Pertanto, anche se ci sono
moltissime lampadine che fanno luce, la meravigliosa corrente che le alimenta è
una soltanto. Ecco come potete certamente stabilire l'Unità, come ha detto
Bhagavan.
COME OTTENERE L'UNITÀ
"Swami, va bene. Una domanda semplice."
"Sentiamo."
"Swami, come si ottiene l'Unità? Io l'ho compresa teoricamente ma ciò che vedo è
la diversità. Come otteniamo l'Unità? Come la acquisiamo? Questo è il mio
quesito." Bhagavan disse: "Il Principio che non si vede è l'artefice del
funzionamento di tutto il corpo che vedete: le mani che vedete lavorano grazie
alla Divinità, ed è la Divinità che fa camminare le gambe e fa vedere gli occhi.
Questi organi si vedono ma la Divinità non si vede. Quando voi pensate a questo
unico ed invisibile principio della Divinità potete naturalmente ottenere
l'Unità. Noi non possiamo comprendere l'Unità perchè la nostra visione, la
nostra comprensione, è separata e quindi non pensiamo alla Fonte Primaria. Se la
teniamo presente, otteniamo naturalmente l'Unità. Questo è ciò che ha detto
Bhyagavan. Allora io ho fatto un commento... perché in ogni occasione vogliamo
scioccamente esibire la nostra cultura o conoscenza e crearci dei problemi.
Questo accade specialmente con Swami. Bisogna stare molto attenti, ma io sono
noto per queste cose, per fare ogni volta delle domande in modo da ottenere da
Lui un' informazione che possa essere utile a tutti. A volte la domanda può
apparire molto sciocca, fuori luogo ed irrilevante, ma il chiarimento che
ottengo sarà di valore immenso per tutti.
IL SEGRETO DELL'EDUCAZIONE
A questo punto io dissi che c'è un personaggio nel Bhagavatha, un ragazzo di
nome Prahlada, che dice a suo padre: " Oh, padre, penso di conoscere il 'marma'
(termine sanscrito che significa "segreto" o mistero") di tutta la conoscenza."
Ora Baba mi aveva proprio in Suo potere! Egli chiese:" Che cosa significa
'marma'?" "Essenza, Swami. Prahlada disse che pensava di conoscere il 'marma' o
l' essenza dell'educazione." "No, non è l'essenza, è un segreto. 'Marma'
significa 'segreto dell'educazione'." Poi aggiunse: "Bene, ora dimmi il segreto
dell'educazione. " (Risate) Che cosa potevo dire? "Swami, io non so niente oltre
a ciò che ricordo, nient'altro oltre ciò che Tu hai detto, che mi è capitato di
udire e tradurre; che cosa posso fare, Swami?" "Va bene, di' quello che sai.
Avanti!" "D'accordo, Swami, citerò una Tua poesia. Una volta Tu hai detto: '
L'essenza di tutti i testi sacri del mondo può essere espressa in una singola
frase; questa è il segreto dell'educazione. Che cos'è? Il Sé in te è lo stesso
Sé che si trova in ogni altro. Ecco il segreto.' Oh Swami, è così
semplice!" Swami commentò ulteriormente: "Esatto! Perché esiti nel dire ciò che
sai? Perché hai paura di dire ciò che ritieni giusto? Hai dato la risposta
corretta.
LA VIA VERSO L'UNITÀ È LA RICERCA INTERIORE
Poi Swami ha chiesto: "Che cosa è accaduto al college?" "Swami, al college si è
tenuto un simposio." "Che cosa è un simposio?" "Swami, un simposio è un
processo, un avvenimento, in cui vari partecipanti esprimono differenti
prospettive e punti di vista su di un particolare argomento. Il tema è uno solo
ed ognuno dice la sua." "No, sei in errore. Ma sí, va bene, va bene." (Risate)
"Allora Swami, che cos'altro è un simposio?" "Sei in errore; un simposio non è
'divisione'. Hai detto che si esprimono visioni differenti di uno stesso
argomento. Stai sbagliando. La divisione non è un simposio: l'unione è un
simposio. S-Y-M significa 'unione' e 'simposio' è qualcosa in cui le persone si
uniscono e non, come tu hai detto, in cui si dividono. (Risate) Quindi sei in
errore: esse si uniscono."
"Oh, Swami, capisco."
Questo è ciò che disse Swami: "L'indagine sul Sé è la sola via per raggiungere
l'Unità." Gli chiesi allora altre cose, per provocarLo (Risate) . "Swami, che
cosa dovrei fare? Che pratica dovrei seguire per sperimentare l'Unità? La gente
dice che la penitenza (japa), la meditazione (dhyana), l'adorazione (puja) e la
preghiera sono sentieri differenti, differenti esercizi spirituali che si fanno
per raggiungere l'Unità. Quale dovrei seguire?" "Nessuno di essi." (Risate)
"Nessuno di essi?"
"Già!"
"Swami... e allora, che cosa devo fare?" (Risate)
Baba rispose: "Indagine, il sentiero dell'indagine. Poni a te stesso la domanda
'Chi sono io? Io non sono il corpo, io non sono la mente, io non sono
l'intelletto. Io sono il Sé'. L'indagine sul Sé è la sola via per raggiungere
l'Unità."
A questo punto non volevo stare zitto: "Swami, questo significa che la
meditazione è inutile? Vuoi dire che l'adorazione è un processo che non serve a
nulla? Devo quindi abbandonare queste pratiche?" Baba rispose: "No. Questi sono
i processi che ti renderanno 'capace' di indagare dentro te stesso." Spero di
essere chiaro: attraverso la meditazione, la mente sviluppa la concentrazione
che aiuta ad indagare sul Sé. L''adorazione rende la mente pura ed adatta allo
stesso scopo. Tutte le pratiche che noi adottiamo preparano quindi il terreno,
preparano la mente a rivolgersi all'interno e a seguire il cammino
dell'indagine. Vedete, questa è l'unicità di Baba: dice una cosa senza rigettare
l'altra. Queste cose sono tutte necessarie per ottenere la gioia. Questo è
Bhagavan Baba.
LA DEVOZIONE E L'AZIONE SONO AMBEDUE PRESENTI SUL SENTIERO DELLA SAGGEZZA
Quindi, questa indagine sul Sé è veramente necessaria. Ma, per poterla fare,
anche la meditazione ed i Bhajan sono necessari. L'indagine sul Sé ci rende
capaci e ci fornisce gli strumenti. "Swami, eccellente! Ho un'altra domanda."
"Qual è?" "Si dice che il sentiero dell'indagine, che è il sentiero della
saggezza, o' jnana', sia il più alto. E' quindi sufficiente che io proceda in
quella direzione, visto che è quella di livello più alto? E' come un volo
diretto: a che scopo cambiare a Mumbay o a Francoforte? Non è necessario;
andiamo diritti! Quindi, Swami, devo procedere lungo la via dell'indagine, che è
il cammino dello yoga della conoscenza, direttamente? La gente dice che è il più
elevato." Baba disse: "No, sei di nuovo in errore: anche sulla via della
saggezza è presente l'azione, o 'karma', ed anche la devozione, o 'bhakthi'.
Esse sono lì, anche sulla via della saggezza." La semplice saggezza è solo
collezione di fatti, è solo conoscenza, senza l'azione. E se non c'è devozione,
la conoscenza vi rende anche arroganti. Quindi, la saggezza troverà il suo
compimento, darà i suoi frutti, solo se accompagnata dall'azione e dalla
devozione." Questo è ciò che ha detto Baba.
NELLA SPIRITUALITA' NON ESISTONO UN LIVELLO INFERIORE ED UNO SUPERIORE
Io volli comunque fare un'altra domanda. " Swami, scusami se chiedo ancora.
Vuoi, per favore, dirmi qual è il metodo migliore nella pratica spirituale o
'sadhana'? Qual è la via più adatta? Qual è più elevata delle altre?" (Dato che
noi vogliamo essere sempre in alto nella vita, lo sapete, io ho chiesto 'Quale è
superiore? - Fammelo sapere.') Baba disse: "Ricorda sempre che nella
spiritualità non esiste niente di superiore od inferiore, non esistono un
livello alto ed uno basso. Questi due termini sono competitivi, comparativi, e
sono usati nel linguaggio del mondo, in senso mondano. Nella spiritualità non
c'è niente di superiore od inferiore, nessun livello più alto o più basso. E'
tutto uguale; devi comprendere questo." "Swami, come faccio a sapere? Io penso
di essere un po' più in alto degli altri (Risate) perché sono seduto su di una
sedia. (Risate) Baba disse allora: "Se siete nell'acqua fino alle ginocchia,
potete vedere e parlare con chiunque. Se siete nell'acqua fino al collo potete
ancora parlare con la gente ma, se siete completamente sott'acqua, non potete
comunicare niente a nessuno. (Risate) Allo stesso modo, l'esperienza finale è il
silenzio. Fintantoché parlate di superiore ed inferiore, non avete raggiunto
niente. È quando rimanete in silenzio, senza parole, che avete raggiunto
l'Unità. L'armonia è l'Unità, senza nessun tipo di paragone."
DOPO L'INDAGINE SUL SÉ, CHE COSA SI DIVENTA?
"Un'altra domanda, Swami."
"Si, qual è?"
"Swami, benissimo. Dopo l'indagine sul Sé, dopo aver realizzato il Sé, che cosa
mi accadrà? (Risate) Dopo aver ottenuto un master in scienze, che cosa accade?
Si diventa docenti. Dopo aver ottenuto un dottorato in filosofia, che cosa
accade? Si è professori. E dopo l'indagine sul Sé, che cosa mi accade? Che cosa
divento... dopo?" Baba rise e disse: "Non diventerai niente (Risate) e non c'è
niente da diventare." (Risate)
"Oh Swami, capisco. E come?"
Baba: "E' come un pappagallo di zucchero che vuol misurare la profondità
dell'oceano: va sulla riva e si getta in acqua ma, mentre scende, si scioglie.
In egual modo, nel processo di indagine, ti perdi, scompari, divieni Uno con
l'immenso universo, con l'infinito, con il cosmo. Non sei più separato così da
poterdire 'ho ottenuto questo o quello, sono divenuto questo o quello.' Coloro
che dicono ' ho ottenuto questo, sono diventato quello' non hanno ottenuto altro
che ignoranza." Dobbiamo capire questo con chiarezza.
COME PUO' IL FINITO CONOSCERE L'INFINITO?
"Un'altra domanda, Swami. Perdonami, so che l'ora dei Bhajan si avvicina ma non
so quando avrò di nuovo l'occasione di porre queste domande, per cui permettimi
di approfittarne. (Risate) Swami, il Sé è infinito ed io sono finito. La
Divinità è vastissima, illimitata ed io sono limitato. Come può il limitato
conoscere l'illimitato? Come può, il finito, comprendere l'infinito? E'
possibile questo? Come?" Baba disse: " E' solo il finito che può comprendere
l'infinito, solo il limitato può capire l'illimitato perché l'infinito non ha
necessità di conoscere l'infinito. Esso è Uno. La tua mente è finita ed il Sé è
infinito ma, con l'aiuto della mente che è finita o limitata, tu devi essere
capace di conoscere l'infinito ed illimitato." Quindi, con l'aiuto del limitato,
si può conoscere l'illimitato. La mente limitata può farci sperimentare il Sé
che è illimitato. Questo ha detto Swami.
VIBRAZIONE E VOCE INTERIORE
"Swami, oggi molti usano due parole importanti che io non comprendo, in cui non
trovo alcun senso, ma non posso rifiutarle apertamente, perché non voglio
apparire ignorante sull'argomento. Posso almeno far finta di sapere anche se, in
realtà, non è così. Io non conosco il significato né ho esperienza di queste due
parole; vuoi, per piacere, spiegare che cosa rappresentano?" Swami: "Quali sono
queste due parole? Sentiamo." "Una è 'vibrazione' e l'altra è 'voce interiore'.
Vorrei sapere, Swami, se questa 'voce interiore' è presente in tutti o è
prerogativa di alcuni soltanto. Alcuni dicono: 'Swami me lo ha detto tramite la
voce interiore'; perché non lo dice anche a me allo stesso modo? Perché dovrebbe
dirlo solo a te? Pensi di avere la voce interiore e che io abbia solo rumore
esterno? Che cosa vuoi dire? Questa voce interiore è comune a tutti o monopolio
di pochi? Poi vediamo gente che cambia di posto a sedere: perché? 'Non sento
buone vibrazioni.', dice. (Risate) Oh, capisco. Com'è che tu senti queste
vibrazioni ed io non sento niente? Quindi tu hai le vibrazioni ed io ne sono
privo? Tu sei un campione di 'voce interiore' ed io non ce l'ho? Swami, non
capisco. Che cos'è tutto questo? Spiegaci gentilmente di che cosa si tratta!"
Swami lo spiegò in modo semplice e vorrei che lo comprendeste e lo apprezzaste
anche voi, perché nessuno ha mai dato questa risposta.Egli disse che il corpo ha
i sensi che rappresentano il 'primo livello' o ciò che noi definiamo 'conscio'.
Il 'conscio' rappresenta il corpo con i sensi. In ognuno di noi c'è la Divinità.
L'anima individuale è ciò che noi chiamiamo 'coscienza'. Baba dice che la
connessione tra 'conscio' e 'coscienza' è vibrazione. Essa nasce al confine tra
i due, tra il corpo e l'anima individuale. E' lì che si ha questa vibrazione.
"E la 'voce interiore',Swami?"
"Aspetta, prima capisci questo."
"Swami, ho capito. Che cos'è la voce interiore?"
" L'anima individuale è la coscienza, va bene? L'anima cosmica, o anima
universale, è la 'Consapevolezza'. Il tramite tra le due è la voce interiore."
"Oh, perché allora nel mio caso non c'è la voce interiore? Perché?!"
Bhagavan disse: "Tu non hai collegato l'anima individuale con quella cosmica."
"Come si fa a collegarla, Swami?"
"Tu hai un bicchiere pieno d'acqua. Bene, vuotalo, versa l'acqua nell'oceano.
Che cosa accadrà? Quest'acqua e l'oceano diverranno uno. Similmente, quando
l'anima individuale, la coscienza, è una con l'Anima Universale, la
Consapevolezza, in quella Unità, tu senti la voce interiore. Tu sei rimasto al
livello della coscienza perché hai limitato te stesso come l'acqua nel
bicchiere. Non sei andato al livello della Consapevolezza. Sono stato chiaro?
Non senti la vibrazione perché non hai connesso il corpo o 'conscio' con la
coscienza, o Sé individuale. "
NON ESISTE NIENTE COME 'BUONO' E 'CATTIVO'
"Swami, fantastico! Nessuno aveva mai dato questa interpretazione. Allora,
Swami, com'è che certe cose sono definite buone ed altre cattive? Si dice che
questo è buono e quello è cattivo, ma ciò che è buono ora diventa cattivo dopo.
(Risate) Che cosa devo fare? Buono e cattivo sono relativi; non si può dire che
questo sia totalmente buono e quello sia del tutto cattivo. Chi sono io per
asserirlo?" Swami disse: "Non esiste niente come il buono ed il cattivo. Perché?
Buono e cattivo sono fattori definiti e determinati dalla mente. È la mente che
decide, che distingue, che differenzia e divide il buono dal cattivo, ma la
spiritualità è al di là della mente, è trascendente. A quel livello non esiste
niente come il buono ed il cattivo."
"Quindi, Swami, ora possiamo avere una vita libera? (Risate) Buono e cattivo non
esistono (Risate,) per cui noi possiamo avere una vita spensierata e festosa."
"No." (Risate)
"Perché?"
"Perché voi non avete ancora trasceso la mente, non siete andati al di là. La
vostra mente è piena di desideri quanto basta per dieci vite! E' a causa della
mente che siete così egoisti, così orgogliosi, possessivi ed attaccati.
Lussuria, possesso, avidità, ego, rabbia... queste sono le qualità della vostra
mente, e voi operate al suo livello. È a tale livello che avete il buono ed il
cattivo ed a questi siete legati. Una volta trascesa la mente, ciò non trova più
applicazione."
"Come, Swami?"
" Gesù Cristo parlava ai buoni ed ai peccatori; per Lui non c'erano quindi
peccatori e santi, erano la stessa cosa, essendo Egli andato al di là dello
stato mentale." Questo è l'esempio che ha dato Bhagavan.
FAI AGLI ALTRI CIÒ CHE VORRESTI FOSSE FATTO A TE
Swami proseguì: "Qualunque sia la vibrazione o la voce interiore, Io voglio che
ricordiate una cosa: 'Ciò che ferisce voi, ferisce anche gli altri e ciò che vi
rende felici, rende felici anche gli altri nello stesso modo."
Quindi, se considero ciò che mi è doloroso, devo essere cosciente che è doloroso
anche per gli altri e ciò che mi dà gioia e piacere dà gioia e piacere anche
agli altri. Fa' quindi agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te, tratta gli
altri come vorresti essere trattato tu. Con questo si concluse la sessione di
quel giorno (l'11 agosto).
IL NOSTRO DIO CHE SA TUTTO
Ora vi riferirò la conversazione del 12. Swami venne nel pomeriggio, si sedette
e cominciò a fare domande. "Come state?" Poi, all'improvviso, si rivolse ad un
ragazzo: "Come sta tua madre?" "Swami, la stanno curando." Baba replicò
immediatamente: "Quella cura non è corretta. Ella soffre di un problema ai reni
che i medici non hanno diagnosticato. Ora ti dò della vibhuthi che le spedirai
immediatamente e questa risolverà il problema." Amici, questo è un miracolo che
voglio condividere. Grazie alla Sua onniscienza, nonostante il ragazzo non
avesse mai detto che la madre fosse ammalata, Swami gli chiese come stava. E lo
studente non era
seduto in prima fila, era molto indietro. Egli è Dio, e sa tutto. Noi siamo in
compagnia dell'Onnisciente, Onnipotente Dio. Inoltre Egli disse: "Prendi questa
vibhuthi." Che cosa significa? Egli conosce la causa e la cura, Egli conosce la
diagnosi e la terapia. Per questo Swami ha potuto dire che il trattamento era
errato. E' stata una rivelazione per tutti.
BHAGAVAN E' IL CANTANTE IN OGNUNO DI NOI
Alcuni ragazzi del College di Musica, che sedevano in prima fila, cominciarono a
cantare. Il canto, insegnamento tramandato tramite la voce, o "Sruthi", è basato
sul tono, sulla melodia. Bisogna accordare la voce con tutto il resto, e gli
strumenti devono essere in accordo con la voce. Prima che i ragazzi
cominciassero a cantare, Egli dette la nota esatta e disse al suonatore di
armonium: "Questa è la tonalità della sua voce; avanti, accordati su di essa."
Il ragazzo era sorpreso e non cominciava a cantare. Baba disse ai suoi compagni:
"Accordatevi; questo è la tonalità giusta, accordatevi ad essa." Bhagavan è il
cantante in ognuno di noi, il Canto della vita, la voce di ognuno di noi. Per
questo aveva potuto parlare a quel modo.
EGLI È IL MEDICO DIVINO
Questo accadde il 13 agosto 2003. Baba chiese ai ragazzi di cantare. Mentre
cantavano fece cenno ad uno dei quattro di avvicinarsi: "La tua voce non va
bene. Hai la tosse, vero?" "Si Swami; il problema è la tosse." "Vedo; stai
tranquillo". Oscillando la mano, materializzò delle pastiglie. Tutti lo vedemmo,
anche le centinaia di ragazzi. " Prendi queste pillole per due giorni tre volte
al giorno; ti libereranno da tutti i problemi di gola." Al terzo giorno la sua
voce non solamente era ristabilita, ma era migliorata, era diventata una voce
metallica. Quindi l'intervento di Swami non è semplicemente curativo, ma
migliorativo, perché Egli è il Divino Medico in Persona. Questo è ciò che
vedemmo.
PERCHÈ GRIDI COSÌ?
Questo si riferisce al 5 agosto. (Stando alla data, so che questa storia avrei
dovuto raccontarvela prima. Ma il suo significato è importante.) Mentre Swami
stava attraversando la veranda per andare a sedersi, si rivolse a me dicendo:
"Perché laggiù hai parlato forte?" "Swami? Dove, Swami?" "Durante la conferenza,
stamane. Che voce esagerata! Pensi che siano tutti sordi? Perché gridi così?"
(Risate) "Swami, conosco il mio difetto; ho cercato per tutti questi anni di
abbassare il volume della mia voce, senza successo. (Risate) Prima era proprio
orribile ma ora (Risate) penso sia abbastanza moderata." "No, no, no. E' ancora
troppo alta." (Risate) Egli mi rimproverava, ma io sorridevo. Allora Lui per mi
chiese:"Che cos'hai da essere così contento?" "Swami, la mia voce può essere
forte e molesta, ma io sono felice che Tu abbia ascoltato il mio discorso."
(Risate)
LA RELIGIONE È AMORE
Baba continuò: "Hai parlato sull'unità delle religioni; che cos'è la
'religione'? Lo sai?" "Swami, la 'religione' è il cammino verso Dio." "Sei in
errore." "Allora che cos'è la religione?" (Risate)
"La religione è Amore. La religione è Amore." "Oh, Swami, la religione è Amore?"
"Si. La religione è detta anche 'realizzazione'. Che cosa hai tu da realizzare?
Tale religione è Amore. Questo avresti dovuto dire a quegli insegnanti." "Va
bene, Swami, la religione è Amore. Ma allora perché ci sono tante religioni?
L'Islam, l'Induismo e tutte le altre. Se c'è solo la religione dell'Amore,
perché così tante?" "Se smetterai di discutere sperimenterai l'Unità." (Risate)
L'unità delle religioni può essere sperimentata smettendo di polemizzare, è la
sola strada. Questo ha detto Bhagavan. Allora io dissi: "Swami, perché ci sono
differenti interpretazioni? Cattolici, Protestanti, Induisti, Shivaiti,
Vishnaviti... perché tante interpretazioni?"
"E' solo per le discussioni; finchè si va avanti con le interpretazioni, finché
si procede per vie così anguste, non si potrà mai sperimentare l'Unità."
PRENDETE IL MEGLIO DAL MONDO
"Swami, ho un dubbio."
"Qual è?"
"Swami, la gente dice che il Buddismo è ateismo, che i Buddisti non credono in
Dio. Dico bene?"
Swami disse: "No. (Risate) No. Buddha dice: 'Si ricevono messaggi dai sensi: un
messaggio visivo attraverso gli occhi, un messaggio sonoro tramite le orecchie.'
Il mondo esterno è avvertito grazie ai sensi, non è vero? Buddha dice 'Vedi solo
ciò che è buono, abbi una buona visione, fa' che gli occhi siano finestre da cui
entri solo il buono. Odi ciò che è buono, ascolta ciò che è buono.' Quindi il
Buddismo suggerisce di prendere il meglio del mondo attraverso i sensi. Essi non
sono dei non credenti. Non dite che che sono atei, no." Questo è ciò che ha
detto Bhagavan commentando il Buddismo. In effetti, noi pensiamo di sapere le
cose ma, ascoltando Swami, ci sorprende scoprire di non saperle. Ascoltare ciò
che dice Swami è quindi indispensabile per conoscere la verità.
ADI SHANKARA INTEGRÒ IL BUDDISMO E L'INDUISMO
Ora vorrei attrarre la vostra attenzione su altri argomenti. "Swami, la storia
dice che Adi Shankara contraddisse e condannò il Buddismo. E' vero questo?"
Quelli di voi che sono studiosi di religioni comparate devono aver constatato e
converranno con me che quello che dice Adi Shankara è proprio il contrario di
ciò che dice Buddha. Alcuni sono dell'opinione che Shankaracharia abbia
precisamente condannato il Buddismo. Swami disse: "No, egli non ha condannato
Buddha."
"Swami, vuoi dire che l'ha sostenuto?"
"No, non ho detto questo. Egli ha integrato il Buddismo e l'Induismo. È un fatto
di integrazione e non di contraddizione. Adi Shankara ha saputo cogliere lo
spirito del Buddha. Buddha è ora spiegato meglio."
Guardate, non sentiremo mai Bhagavan condannare nessuna religione, non Lo
sentiremo mai negarla o denigrarla. Al contrario Egli le esalta, le innalza
moltissimo! E' una cosa grande.
ADI SHANKARA SEGUÌ ANCHE IL SENTIERO DELLA DEVOZIONE
"Swami, ho una domanda su Adi Shankara."
"Sentiamo."
"Egli sostiene il non dualismo, una scuola di filosofia che crede nella saggezza
antica, la via della saggezza, o 'jnana marga', è vero questo?" Bhagavan disse
subito: "Lo stesso Adi Shankara ha scritto molti canti ed inni in lode della
Dea. Che cosa sitgnifica? Che egli seguì anche il cammino della devozione,
quindi non dite che abbia sostenuto solo la saggezza. Sì, egli ha seguito anche
il sentiero della devozione ed ha composto i bellissimi versi 'Bhaja Govindam'
basati appunto su di essa. Perché discutete in questo modo? Capite che l'uno è
corollario dell'altro, che sono consequenziali. Un frutto appena nato diventa
gradualmente un frutto acerbo e questo pian piano matura. Il frutto maturo di
oggi era immaturo ieri ed un frutto giovane ed acerbo ancor prima. Quindi l'uno
conduce all'altro e questo non è contraddittorio, dovete capirlo."
THYAGARAJA NON EBBE ATTACCAMENTI
A questo punto i ragazzi del Music College cominciarono a spostarsi avanti.
Sapete come sono i ragazzini: la gente lotta per occupare le prime file ed essi
fanno la stessa cosa. Io ebbi un'ispirazione: "Perché non chiedere qualcosa
sulla musica?". Sommessamente dissi: "Swami, il tono o raga è molto importante
nella musica. Nell'Andhra Pradesh ci sono due musicisti molto popolari,
Thyagaraja ed Annamacharya. Qual è il più grande dei due, Swami?" (Risate) Che
cosa fa la mente! (Risate) Essa non vuole accettare le cose così come sono, vuol
giudicare, vuol valutare, comparare, e la mia non fa eccezione. Baba disse:
"Thyagaraja è certamente più grande di Annamacharya."
"Perché Swami?"
Seguitemi, per favore: 'tono' o 'melodia' in Sanscrito si dice 'raga' ma
questa parola significa anche 'attaccamento', cioè ha due significati. Baba
disse: "Thyagaraja non ebbe attaccamento. o 'raga', ma solo melodia, cioè 'raga'
nel significato musicale, mentre Annamacharya, l'altro popolare compositore,
aveva del 'raga' o attaccamento anche se i suoi 'raga' o melodie sono molto
popolari." "Swami, che gioco hai fatto con una singola parola (Risate)
connettendo melodia ed attaccamento! Solo Tu puoi farlo e nessun altro. Swami,
Thyagaraja è grande per il suo distacco ('vairagya')?" "Non soltanto; tutte le
sua composizioni erano basate sulla sua personale esperienza. Ogni sua
esperienza gli ispirò un canto, per cui essi sono diventati una leggenda che ha
fatto epoca Per questo è così grande."
TUTTI SONO UNO
"So che è tardi, Swami. Ho solo un'altra domanda: si parla di tante cose come la
mente, l'intelletto, l'ego, il senso interiore e così via. Dove sono? Se seziono
il corpo, dov'è l'ego? Non lo si trova in laboratorio. In sala operatoria,
quando si incide il corpo, dov'è l'intelletto? Non lo si può evidenziare. Dov'è
la mente? Dov'è l'ego? Non possono essere evidenziati. Dove sono? Che cosa
sono?" Baba disse: "In realtà essi sono uno. Quando pensi lo chiami mente,
quando decidi lo chiami intelletto, quando dici 'questo è mio', o ti presenti
come 'io', è l'ego o 'ahamkara', quando provi sentimenti o passioni lo chiami
'chittha'. Sono tutti la stessa cosa anche se, in
relazione ai ruoli che sostengono, sono chiamati in modo diverso: l'ego è
'ahamkara', il sentimento e la passione sono 'chittha', il pensiero o mente è
'manas', l'intelletto o facoltà decisionale è 'buddhi'."
IL REGNO DEI CIELI È NEL NOSTRO CUORE
Ora vi porto al 15 ggosto 2003, che è il giorno in cui in tutto il Paese viene
commemorato il giorno dell'Indipendenza dell'India. Al College avemmo la nostra
celebrazione, alzammo la bandiera, ricevemmo i dolci e corremmo al darshan di
Bhagavan. Quando arrivammo ci dissero che il Darshan era finito. "E' accaduto di
nuovo, che cosa posso farci? Sono comunque sicuro che Swami non ci deluderà. Va
bene, sedetevi, per favore. Vedremo. Aspettiamo fino all''Arathi' e vediamo se
Dio verrà o no." Credetemi, vi prego: Swami venne! Stando alla mia conoscenza ed
esperienza, Swami non parla mai di politica, non sostiene mai nessun particolare
partito; tutti i capi di partito vengono da Lui, tutti hanno bisogno della Sua
benedizione, sono tutti Suoi figli. Quindi non c'è alcun Partito Repubblicano o
Democratico, solo i Suoi figli. Sul piano personale, io comincio la giornata
leggendo il giornale e la mia testa è piena di politica; ho questa abitudine e
lo leggo attentamente, per cui so che cosa succede dovunque. Molte volte ho
cercato di far parlare Baba di politica, di metterLo nell'angolo: ho fallito
totalmente. Egli dice: "Hmmm, vedo. Hmmm, bene, vedo." Nessun commento, tutto
qui. "Swami, nel tale stato sta accadendo questo."
"Uh, uhu, bene."
"Swami, sta succedendo che..."
"Uh, bene, bene."
La mia idea è di stringerlo nell'angolo in un modo o nell'altro e vedere che
cosa ha da dire su questo argomento. No. Perché? Egli parla di democrazia in un
altro senso. L'eguaglianza non si considera in termini di esenzioni o di diritto
di voto: è l'eguaglianza fra gli uomini, è l'equanimità della mente. Bhagavan
parla di democrazia in termini di sentimenti, di emozioni ed ideologia. Egli si
riferisce al Regno dei Cieli. Dov'è il Regno dei Cieli? Nel nostro cuore.
Bhagavan vuole che siamo dei "re del nostro regno"... ma noi siamo schiavi.
Vogliamo essere democratici ma non abbiamo equanimità mentale, non abbiamo
spirito di eguaglianza. Tutto questo lo riserviamo solo per la politica e porre
domande sulla politica è una follia.
SII INDIPENDENTE PER ESSERE UN CAPO
Comunque dissi: "Swami, approvi i leader politici come Tilak e Bose, liberi
combattenti che lottarono per l'indipendenza di questo paese?"Questa volta non
si controllò: "Si. Guarda, Anil Kumar, Io so quello che vuoi! (Risate) Ora te lo
dirò in una semplice frase. Dividi la parola 'indipendenza' in due: 'in' più
'dipendenza'. Quando sei 'in' 'dipendenza', sei schiavo; quando sei
indipendente, sei un capo." "Swami, molto bene, molto bene. Sono estremamente
contento." Essendo dipendente, devi sempre ricorrere all'aiuto degli altri, per
cui l'indipendenza è importante per ogni individuo, per ogni nazione od
istituzione. C'erano ancora cinque minuti prima dell'ora dei Bhajan perciò,
avendo fallito tutti i precedenti tentativi, potei ottenere solo una frase sulla
dipendenza ed indipendenza; ma ancora:
"Swami!"
"Si?"
"Sembra che da ragazzo, nei Tuoi anni verdi, Tu abbia composto alcuni canti in
lode di questa nazione. Hai composto dei canti patriottici negli anni
giovanili!"
"E quindi?"(Risate)
"Swami, più o meno, che età avevi a quel tempo?" Sapete che cosa disse Baba?
"La Mia età a quel tempo? Vuoi dire nei Miei anni giovanili? Come posso dirlo?
Io sono senza età; come posso dire la Mia età? Io sono eterno."
Nonostante la mia intenzione di trascinarLo sul terreno politico, Egli mi ha
riportato alle altezze spirituali, rivelando con questo di essere al di là del
tempo e dello spazio. La conversazione con Swami non è, quindi, un semplice
fatto di godimento e rivelazione, è anche molto rischiosa ed impegnativa, ma
vale la pena di correre tale rischio perché, alla fine, se ne trae beneficio.
Questo è tutto ciò che è accaduto nel mese di agosto.
Anil Kumar termina il discorso con il Bhajan "Govinda Gopala Hey Nandalala".