Sathya Sai Baba
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Satsang di Anil Kumar del 25-1-2004
Il discorso
domenicale di Anil Kumar
25 gennaio 2004
DALL'IO AL SE'
Cari fratelli e sorelle,
per il discorso di questa mattina ho scelto l'argomento
'Dall' 'io' al 'Sé''. Amici miei, sono certo che siamo tutti
consapevoli di trovarci alla presenza del Maestro Divino. Essere vicini al
Divino Maestro non è cosa di tutti i giorni. Non è certamente un'
acquisizione umana. La Sua vicinanza non può essere 'acquisita'. Non
possiamo assicurarcela tramite una laurea, non si può misurare in termini di
denaro, dollari o rupie... La vicinanza di Dio, la vicinanza del Maestro
Divino, non è uno 'status symbol'. Non è una posizione elevata. È su questo
sfondo che desidero trasmettervi un paio di pensieri sul ruolo del Maestro
Divino nella nostra vita.
LA VICINANZA DEL MAESTRO DIVINO
Vi riferirò alcune cose dette ieri sera dalla preside
della scuola elementare 'Sri Sathya Sai'. Alcuni insegnanti selezionati
hanno seguito un corso di orientamento ad Anantapur. La sessione conclusiva
si è tenuta ieri, e Bhagavan ha concesso loro un'intervista personale ed un
Discorso Divino. Entrerò nei dettagli più tardi. Ciò che voglio dirvi ora è
che la preside della scuola elementare, verso la fine di un colloquio con
Swami, ha cominciato improvvisamente a parlare al pubblico. Swami stava
parlando con lei, quando all'improvviso ella si è volta verso il pubblico
ed ha cominciato a parlare, piangendo! Io ero estremamente felice di questo
(risate). Le cose preparate in anticipo, programmate, pianificate...
le cose prese dai libri, sono tutte informazioni di seconda mano. Ciò che è
spontaneo, istantaneo, fresco, che sgorga come da una fontana, è pieno di
profondità ed intensità. La preside ha fatto alcune affermazioni che mi
hanno reso eccitato e che ancora mi ronzano nelle orecchie. Bhagavan l'ha
guardata e ha detto: "Perché non torni dai tuoi genitori?" I suoi genitori
al momento sono a Delhi. Se voi ed io ci trovassimo nella sua posizione,
prenoteremmo i biglietti per Delhi all'istante, e ci godremmo una bella
vacanza in compagnia dei nostri genitori. Ma questa signora non lo ha fatto.
Invece ha immediatamente risposto a Swami a questo modo: "Sei Tu i miei
genitori, Bhagavan. Sei mio padre e mia madre. Non ho nessun altro a questo
mondo." Bhagavan ha chiesto, ridendo: "Perché dici questo?! Perché?" Lei ha
risposto: "Swami, quanti avranno la possibilità di stare in compagnia
dell'Avatar? Per centinaia di vite, la gente ha pianto per star vicina a
Dio. Chi vorrebbe lasciare questa opportunità d'oro? Chi vorrebbe lasciare
la compagnia del Maestro Divino?" Baba le ha chiesto: "Come fai a dire che
questo è l'Avatar?" (Risate) Lei ha risposto subito: "Me l'hai fatto
sapere Tu." E Bhagavan: "Bene! Te l'ho fatto sapere! Ma la gente può andare
ovunque, Swami è dappertutto! E tu puoi fare il tuo dovere ovunque tu ti
trovi. Perché vuoi rimanere qui?" Lei ha detto: "Swami, Tu sei ovunque come
Dio, in qualità di 'Divino'. Ma 'fisicamente' sei qui, ed io devo stare
vicina a te" (risate). Con le lacrime che le scorrevano sul viso
(piangeva a dirotto) ha continuato: "Bhagavan, non parlare così. Non mi far
cadere nell'illusione, non permettere che io venga sopraffatta
dall'illusione. Io so benissimo che Tu sei Dio e non Ti lascerò. E dico
anche a tutte le mie sorelle in questa sala di non lasciarTi, perché noi Ti
vogliamo."
Con questa nota, comincio il discorso di questa
mattina.
RICARICARE LE PROPRIE BATTERIE
Una volta che capiamo di essere in compagnia del
Maestro Divino, e ne comprendiamo il valore, o quanto preziosa sia la sua
vicinanza, decidiamo di non lasciarlo mai più. Non sto dicendo che non
dovremmo più andarcene da questo posto! No! Ma mentre siamo qui, dobbiamo
vivere nella piena consapevolezza del Suo valore. Ci troviamo qui non solo a
fare una visita, o a rompere la nostra routine. Non si tratta di fare una
scampagnata spirituale. È una ricompensa, è un premio. È una benedizione. È
un'opportunità, questo trovarsi vicini a Lui, esserGli vicini fisicamente.
Noi siamo con Lui per godere della Sua vicinanza fisica, affinchè possiamo
continuare a pensare a Lui una volta che ce ne andiamo da questo posto. Per
citare Bhagavan, noi veniamo qui a 'ricaricare le nostre batterie'. E quando
le abbiamo ricaricate, abbiamo più energia per funzioanre, ovunque ci
troviamo. Quindi: la Sua vicinanza fisica equivale a ricaricarsi le
batterie!
IL MAESTRO DIVINO È UN ALCHIMISTA
Amici miei, il Maestro Divino non è una persona e non
deve essere visto nella cornice di una personalità fisica. Il Maestro Divino
non è solo un corpo: egli è al di là di esso, lo trascende. Il Maestro
Divino è un alchimista. Ci sono due branche della conoscenza: una è chimica,
e l'altra è alchemica. La chimica implica cambiamenti graduali. I
cambiamenti chimici hanno luogo in modo sequenziale, mentre l'alchimia è un
cambiamento magico degli eventi per mezzo di un solo tocco! Il Maestro
Divino è un alchimista. Il mero tocco di un Maestro Divino, il solo sguardo
di un Maestro divino, un Suo solo pensiero, apportano una trasformazione
totale. Ma allora, che cosa è il Maestro Divino? Il Maestro Divino è un
alchimista. Egli apporta un cambiamento con il solo tocco, con il solo
pensiero, con il solo sguardo. È sufficiente. Non ci deve bruciare
dappertutto, non c'è bisogno di un'esposizione prolungata. Dobbiamo essere
pronti. Tutte le nostre pratiche spirituali (sadhana) tutti i nostri
canti, i nostri Bhajan (canti devozionali di gruppo; N.d.T.), tutte le
nostre meditazioni, servono a renderci ricettivi e sensibili, affinché ci
sia possibile ricevere la radiosità, la brillantezza e le onde elettriche
emanate dal Maestro Divino.
IL MAESTRO DIVINO È UN SALVATORE
Il Meatro Divino è un Salvatore. Che cosa significa? Da che cosa dobbiamo essere salvati? Amici miei, noi siamo affogati nei piaceri materiali. Siamo affondati nel profondo dei possedimenti mondani, pensiamo che il denaro sia tutto. Pensiamo che una buona condizione sociale sia il fine ultimo. Ci sembra che non esista altro, al di fuori della posizione, delle proprietà e della politica. A questo modo, noi perdiamo il treno. Perdiamo il vero scopo della vita. Tutti noi veniamo distratti dai capricci e dai divertimenti della vita, al punto da dimenticarci perché ci troviamo qui. Perché siamo nati? Qual è lo scopo della vita? Siamo felici? Siamo infelici? E perché siamo infelici? Come fare a diventare felici? Perché la felicità in noi non dura a lungo? Se siamo felici al mattino, siamo infelici al pomeriggio. Oppure siamo infelici al mattino e felici alla sera. Che cosa c'è di sbagliato in noi? Perché mai non riusciamo ad essere felici in modo stabile? Tutti vogliono essere eternamente felici. Tutti vorrebbero essere sempre pieni di gioia. Perché non ci riusciamo? Perché? Queste cose non ci vogliono entrare in testa, perché siamo sempre troppo coinvolti nelle cose del mondo. Lottiamo continuamente per trovare la felicità, ma ne siamo tagliati fuori. Più voglio essere felice, più sono infelice. Perché? Non ci pensiamo perché siamo troppo occupati, occupati a viaggiare da casa all'ufficio; occupati con la politica, occupati a manovrare, a manipolare, a trovare una banca che ci offra migliori interessi, occupati a cercare di evitare un superiore, a cercare di ottenere una posizione più alta nell'organizzazione. Per questo motivo non abbiamo tempo di pensare a quale sia il vero scopo della vita. Come risultato, anche se riusciamo ad avere tutto ciò che ci sembra di volere, continuiamo ad essere infelici. Lotto arduamente per ottenere una buona posizione sociale, ma quando la ottengo mi sento più miserabile di prima. Sacrifico tutto per guadagnare denaro. Ma quando ne ho abbastanza, non riesco ad essere minimamente felice. Anzi, sono la vera e propria impersonificazione della tristezza. Anche se ottnego tutto ciò che voglio, sono infelice. Anche se riesco ad avere il denaro che desidero, sono infelice. Anche se riesco ad avere molti amici e a stare in loro compagnia, sono infelice. Sono infelice nonostante le amicizie e le relazioni. Sono triste. Ho tutte le comodità ed i lussi, ma continuo ad essere insoddisfatto. Perché? Il motivo è che non abbiamo capito il segreto della felicità. Il Maestro Divino ci mostra il sentiero per la felicità. Studiare ingegneria o medicina, o letteratura, ci potrà far imparare solo come essere felici in questo mondo. Ma la felicità mondana è temporanea. Il Maestro Divino mi concederà la felicità eterna, mi insegnerà a conquistarla e mi mostrerà il sentiero da percorrere per raggiungerla. Perché? Lo impareremo nel corso di questo nostro incontro.
IL MAESTRO DIVINO È UN FACILITATORE
Il Maestro Divino ci mostra quindi il modo di diventare
felici in eterno. Il Maestro Divino è un alchimista ed un salvatore.
Fornisce una situazione, un'atmosfera, che incoraggia lo sviluppo personale.
Alcuni si lamentano: "Signore, perché quella persona si comporta a tal modo?
Perché non è educata? Perché urla? Perché...?" Non lo so... (risate),
non lo so... aaahhh (risate)... Perché la gente urla? Perché la gente
si arrabbia mentre è in compagnia del Divino maestro? C'è gente che è qui da
molti anni, ma dopo che avete parlato un po' con loro, volete solo evitarli.
Baba dice sempre: "Non potete sempre fare favori; ma potete parlare
gentilmente." La gente invece non solo non fa favori, ma non parla neppure
gentilmente. Perché? La sola ragione, amici miei, è che Dio non
può apportare alcun cambiamento in voi se voi non lo volete e non
collaborate. Dovete partecipare, essere positivi e pronti a cambiare. In
altre parole, il Maestro Divino è un catalizzatore, un facilitatore.
Egli vi 'facilita' le cose, vi fornisce l'opportunità di crescere, ma poi
siete voi stessi a doverlo fare. La compagnia del Maestro Divino è
un'opportunità per effettuare una 'propria' crescita. La compagnia del
Maestro Divino ci fornisce una situazione in cui noi stessi siamo messi
nella condizione di poter aiutare noi stessi. Se non cresco e non agisco per
aiutare me stesso, se sono negativo, anche se mi siedo sulle ginocchia del
Maestro Divino come risultato avrò un grande zero! C'è tanta gente qui che
si comporta in un modo che non ci piace. A volte c'è gente che ci disgusta.
Il motivo per cui veniamo delusi da queste persone è che esse non hanno
tratto alcun beneficio dalla vicinanza, dall'atmosfera o dalla situazione
che il Divino Maestro ha offerto loro.
IL MAESTRO DIVINO SCEGLIE
Il prossimo punto è che il Maestro Divino sceglie.
Non dovete pensare di essere voi a scegliere il Maestro Divino. No - vi
prego. Se qualcuno mi dice: "Io ho scelto Baba", io replico: "Mi dispiace,
tu non puoi mai scegliere." Io non ho scelto di fare ciò che sto facendo! (Risate)
Se non ho neppure scelto di fare questo, come posso pensare di scegliere
Dio?! (Risate) Allo stesso modo, amici miei, dire che ho scelto
Bhagavan Baba come Maestro Divino è un segno di ego. Non potete essere
voi a scegliere Lui, è Lui a scegliere voi! È Lui a scegliervi.
Per favore, convincetevi di questo. Il Maestro Divino sceglie la Sua gente.
Noi tutti veniamo scelti da Lui. Non credo che siamo abbastanza grandi,
intelligenti o furbi da poter scegliere il Maestro Divino! Noi scegliamo
sempre coloro il cui nome è meglio non nominare... ; la nostra scelta è
sempre sbagliata. Noi non siamo orgogliosi delle nostre scelte.
IL MAESTRO DIVINO PROVOCA
Sì, il Maestro Divino provoca. Provoca! Come? Quando il
Maestro Divino parla ripetutamente con voi, io mi sento non desiderato,
divento geloso, molto invidioso. Egli provoca la mia invidia e la mia
gelosia, ed esse vengono in superficie. Tutto ciò che si trova dentro di noi
(ardente gelosia, superbia, ego) devono esser fatte uscire. Egli fa sì che
ciò succeda. Un semplice esempio: io sono un uomo pieno d'ego, perciò sono
il migliore dei giocattoli nelle mani di Dio. Che cosa fa? Mi parla al
mattino ed alla sera, sempre... affinché io diventi ancora più egoico.
Capite? Proprio come un pallone, che viene gonfiato sempre di più. Se sono
egoico, Gli permetto di giocare con me come con un pallone. Mi parla, mi fa
sentire molto importante. Ed io mi gonfio! Ego!!! Poi... Lui mi fa una
piccola puntura da qualche parte (risate)! E che cosa succede?! Io...
mi sgonfio. A questo modo Egli permette all'ego di uscire fuori
completamente. Se l'ego è là sotto, nascosto, è più pericoloso. "Bene",
dice, "hai un'uscita, vai fuori e urla a tutti. Rendi tutti infelici. Bene.
Continua. Continua." Per quanto tempo? Sai Ram! Fino a quando l'ego
finisce. Lì finisce la cosa. Dio vi provoca affinché tutti i vostri
sentimenti innati, che sono dentro di voi, escano fuori, affinché voi
veniate finalmente ripuliti. Conoscete la sensazione provocata dalla lavanda
gastrica: dovete vomitare. È meglio che permettere ai veleni di diffondersi
nel vostro sistema. Allo stesso modo, Dio vi provoca affinché facciate
uscire tutte le vostre negatività. Supponete di avere delle gelosie. Che
cosa farà? Parlerà alle persone vicine a voi. Non perché quelle persone
godano di particolari benedizioni da parte Sua, ma per farvi diventare
ancora più gelosi. L'altra persona pensa che sia un premio per le penitenze
che fa da una vita. Invece no! È una cura per il suo vicino di posto che è
geloso! (Risate) Così, Egli continua a parlare con una persona, come
se non avesse nulla da dire al vicino geloso. "Che cos' hai mangiato oggi a
colazione?" (Risate) "Da quanto sei qui?" "Quanti figli hai?" Nel
frattempo vi guarda, perché la cura è per voi. Mi seguite? È così che vi fa
crescere. Vi tira fuori tutta la gelosia e tutta l'invidia, affinché ci
rinunciate e ve ne liberiate. Quando siete malati e avete la febbre, è
pericoloso farla scendere immediatamente. È bene che la febbre scenda da
sola. Allo stesso modo, Dio 'provoca'. Questo accade molte volte. Un giorno,
la preside di Anantapur, la Signora Jayamma Gopinath, era qui. Swami mi
guardò e disse: "Anil Kumar, com'è la traduzione di Jayamma?" Anche lei
traduce i Discorsi di Bhagavan in inglese, e vive con Swami da 50 anni. "Io
risposi: "Eccellente, Swami." "Oho. E com'è la tua traduzione?" (Risate)
"Come posso giudicarlo, Swami?" E Swami: "Qual è la tua opinione?" (Risate)
"Chi dici che sia meglio fra di voi?" (Risate) "Tu o lei...?"
Credendo di aver capito dove voleva arrivare, pensai bene di trovare una via
d'uscita non facendo paragoni. (Risate) Così dissi: "Swami, non c'è
paragone. Lei è laureata in letteratura inglese ed ha avuto una medaglia dal
college 'Queen Mary' di Madras. È professoressa d'inglese ed è specializzata
in letteratura inglese - con tanto di dottorato). Inoltre, insegna inglese
da cinquant'anni! Io sono solo un insegnante di scienze! (Risate) È
già abbastanza se riesco ad esprimermi e a farmi capire. Mi basta, Swami."
E Swami ha esclamato: "Oh!" Poi io ho aggiunto: "Swami, ci sono letterati,
uomini di cultura... come traduttori, ti farebbero un miglior servizio del
mio." Baba ha risposto: "Sono contento di te. Non voglio altri."(Risate)
(Applausi) Ho chiesto: "Ma perché, Swami?" E Swami ha risposto:
"Perché se ci fosse un uomo di gran cultura a tradurre per Me, i devoti
dovrebbero ascoltare due discorsi, prima il Mio e poi quello separato del
traduttore. Questo confonderebbe le idee... tu sei sufficiente." (Risate)
Vi dico queste cose per farvi capire come Dio provoca, così che voi
diventiate capaci di mantenere un equilibrio. Tutto ciò che si trova dentro
di voi troverà espressione, fino a quando tutto sarà uscito, e non ci sarà
più invidia, o gelosia. Ecco la situazione. Supponete di avere un nemico che
vi abbia danneggaito la carriera. Swami vi chiede di incontrarlo per dargli
un messaggio. Lo avete evitato per anni perché ha rovinato la vostra vita.
Da tempo non aspettate altro che un'opportunità per vendicarvi. E Swami vi
dice: "Vai da lui e digli di venire qui. Dovete venire qui tutt'e due. " Le
persone non possono andarsene in giro silenziosamente come dei soldati.
Devono dirsi 'Sai Ram' l'un l'altro. Ecco come funziona. Dio è un
catalizzatore. Dio è un alchimista. Dio provoca.
IL MAESTRO DIVINO RAPPRESENTA LA TRASCENDENZA
Il Maestro Divino, Dio, rappresenta la trascendenza.
Una parola su questo. Alcuni dicono: "Swami ha una macchina molto costosa."
"Swami indossa vestiti di seta." "Swami ha gusti di lusso." Vi prego di
stare molto attenti a questo. Dio trascende. Dio non è né povero né ricco.
Può permettersi di girare sulla macchina più costosa, ma non Gli importa
nulla se deve camminare a piedi nudi. Può permettersi di avere ottimo cibo,
ma mangia le cose più semplici. Questo è perché Dio non è né ricco né
povero. Egli è entrambe le cose ed è al di là di esse. Il Maestro
Divino rappresenta la trascendenza.
IL MAESTRO DIVINO È PRIVO DI EGO
Voglio attirare la vostra attenzione su un ulteriore punto, prima di passare a quello successivo. Vi prego di essere molto cauti, amici miei, perché queste sono cose serie, da applicare su noi stessi. Noi non ci incontriamo qui solo per divertirci. Ogni discorso deve illuminarci ed incoraggiarci a riflettere - dobbiamo trarre da esso una lezione. È con questa prospettiva che vi parlo di questi aspetti in questa bella mattina. Questo è il punto più importante. Voi siete collegati al Maestro Divino, ma il Maestro Divino non è collegato a voi. Questo è il problema. Io sono collegato al Maestro, ma il Maestro non è collegato a me. Perché? La risposta è semplice. Questo mio 'io' è l'ego. 'Io' esisto qui come ego. Che cos' è l'ego? Molti dicono: "Io non ho ego". Dire: "Io non ho ego" indica abbondanza di ego. (Risate) Alcuni dicono: "Io sono un uomo molto umile". Questo è l'ego dell'umiltà. Perciò, dire: "Io sono questo..." indica che c'è ego. Il massimo livello di espressione dell'ego è la superbia. Che cos'è l'ego? Questo ego, questo 'io', esiste come ego, cioè come una persona con un nome ed una forma. E se io esisto come persona con un nome ed una forma, naturalmente ho una relazione. Sono stato chiaro? Io, come ego, ho una relazione con il Maestro Divino. Di conseguenza penso che anche il Maestro Divino abbia una relazione con me. Il punto è che io penso che Baba mi ami, dimenticando però che Baba ama tutti. Lo sapete? Penso che mi ami perché c'é un ego. Giusto? Come ego, penso che mi ami. No. Perché pensate che Swami ami in particolare voi? 'Penso di essere vicino a Swami'. No. Tutti sono vicini a Swami. Per favore, capitemi. C'è tanta gente che dice: "Sono vicino a Swami." Se Gli siete vicini, Egli non può essere Dio! Perciò è il vostro ego che proclama di essere vicino a Swami. È il vostro ego, che vi fa dire che Baba vi ama. Quindi, amici miei., tutti noi (ed io non sono un' eccezione) siete in relazione con Baba attraverso il vostro ego. (Non dovete pensare che io mi trovi su un piedistallo. Noi tutti pensiamo insieme, esploriamo insieme e ci aiutamo vicendevolmente a crescere. Tutto qui.) Quindi, la nostra relazione con il Maestro Divino parte dal nostro ego. Ma il Maestro Divino non ha alcuna relazione con noi, perché il Maestro Divino non ha ego, il Maestro Divino è privo di ego. Se non ha ego, come può avere una relazione con me? Una relazione è possibile solo se c'è ego. Niente ego, niente relazione. Dato che io esisto come ego, ho una relazione con Lui. Sono chiaro? Lui non ha una relazione con me. Sono chiaro, amici miei? Dobbiamo cercare di uscire da questo ego. Dobbiamo innanzitutto capire questa posizione: io rappresento l'ego. Inoltre, io impongo questo ego al mio Maestro Divino. Perché ci sono persone che dicono: "Swami ha guardato direttamente verso di me, lo sai?" Ci sono migliaia di persone sedute là. Lui guarda quelle migliaia di persone, non solo voi. Ma voi pensate che stia guardando solo voi. Egli, invece, guarda tutti. Recentemente è venuto qui un mio parente stretto. Si è messo a discutere con me: "No, Anil Kumar, non dire così. Lui è venuto solo per vedere me. Non mi dire di no. Si è seduto là solo per guardare me. Era estremamente felice di vedermi!" Io risposi: "Grazie, lasciami in pace. " (Risate) Infatti è inutile parlare con certa gente. È perché avete l'ego che imponete il vostro ego anche al Maestro Divino. Dire che vi guarda, che vi ama, che voi siete vicini a Lui, è solo ego. Voi siete un ego ed imponete questo ego anche al Maestro Divino. Che grande, grande disgrazia! Una volta una persona ha detto: "Signor Anil Kumar, Swami si è perso la sua presenza, perché lei non era a Prasanthi Nilayam." (Risate) Gli risposi: "Come sarei stato fortunato a non incontrarla, stamattina!"(Risate) Perché? Dio non perde la presenza di nessuno! Siamo noi a perdere la Sua, Lui non può perdere niente e nessuno, perché è in tutti. Quindi, amici miei, questo 'io', nella sua qualitá di 'ego,' sta cercando di capire il Maestro Divino, che non ha ego. È possibile? No! È impossibile! Di conseguenza, dato che non sono in grado di capire il Maestro senza ego, dato che non arrivo a capirLo, impongo il mio ego su di Lui. "Mi ama. Non ha nessun altro fuorché me!" Ooh! (Risate) Questo è il livello da romanzo dell'ego, che non ha significato, che esprime ignoranza. Quindi, amici miei, il Guru non ha una relazione con il discepolo. È solo il discepolo ad avere una relazione con il Maestro. Il discepolo ha un ego, il Maestro Divino no. Quel che vorrei che tutti voi ripeteste a voi stessi è questo: "Devo perdere l'ego per essere con il Maestro Divino che non ha ego, per essere con Lui in modo totale. Solo se perdo l'ego io e Lui possiamo essere uno. Sì. Io sono separato dal Maestro Divino a causa del mio ego. Quando l'ego non c'è più, io sono uno con Lui. Il Maestro ed io siamo uno, perché in verità, il Maestro non c'è." Una signora ieri ha chiesto a Swami: "Swami, come stai?" (Risate) Swami l'ha guardata in modo strano. "Io sto sempre bene.", ha risposto. "Sto sempre bene." Swami non può mai stare male, perché non ha ego. In Lui non c'è ego.
DIO, IL MAESTRO DIVINO, COME PERSONA NON ESISTE
Il Maestro Divino esiste solo per l'uomo. La Sua forma
fisica è solo uno spettacolo, un'apparenza. Egli non esiste. Perché? Perché
il Maestro Divino è puro spirito. Il Maestro Divino è un fenomeno che
pervade tutto. Sathya Sai Baba, la forma fisica che vediamo davanti a
noi, è un fenomeno, un'onda spirituale elettromagnetica, l'Energia
Cosmica Divina presente ovunque. Allora, a che cosa serve la forma
fisica? La forma fisica è solo per la nostra soddisfazione. Egli non
esiste. Dov'è l'elettricità? Se dicessi che l'elettricità è solo qui, la
gente mi manderebbe in un manicomio (Risate). L'elettricità è
dappertutto. Allo stesso modo, Baba è ovunque. La forma fisica è solo per
scopi pratici. Il ventilatore è qui allo scopo di muovere un po' l'aria. Il
microfono è qui per farvi sentire meglio la mia voce. Ma l'elettricità è
ovunque. Allo stesso modo, la Divinità di Baba è ovunque. Egli è nella forma
fisica per darci il beneficio della vicinanza fisica. Ma Egli è
onnipresente. Dio, il Maestro Divino, come persona, non esiste! Non esiste
con un nome ed una forma, perché non ha ego. Come si fa a capire questo
stato? Come raggiungere questo stato? Siamo così felici quando possiamo
raccontare i miracoli: "Swami mi ha salvato da un incidente." Oppure: "Swami
ha salvato..." Ehi! Swami non è qui solo per salvare le vostre vite! (Risate)
Siamo interessati a queste esperienze, a queste storie. Ma dietro queste
cose, c'è una filosofia più ampia, un messaggio più profondo, che
prima o poi dovrete assimilare. Prima o poi dobbiamo assaggiare e toccare il
messaggio del Maestro Divino. Ma il Maestro Divino può essere compreso solo
da chi non ha ego. L'esperienza attuale è solo a livello egoico.
LA VITA INCLUDE SIA IL BENE CHE IL MALE
Potete chiedervi: "Ma allora, che cosa devo fare
adesso?" La cosa più importante è che riconosciamo la vita come un tutto.
La vita è un tutto, nel senso che comprende sia il bene che il male.
La gente pensa che la Divinità sia solo bontà. Mi spiace deludervi: anche
la 'cattiveria' è inclusa. Non c'è niente che sia assolutamente cattivo e
niente che sia assolutamente buono. Ciò che oggi è buono, domani può
diventare cattivo. Della verdura buona e fresca oggi, domani può essere già
marcia. Solo il tempo crea la differenza. Quel che alla mattina a tavola
era buono, alla sera viene gettato nella spazzatura. È solo questione di
tempo. Ma che cos'è la totalità? La totalità sono il male ed il bene,
insieme. Il modo per capire il Guru senza ego, o il Maestro Divino,
consiste nel conoscere il punto di vista totale, olistico, della vita, il
male ed il bene insieme. Se pensate che qualcuno sia buono, è solo perché
non conoscete il suo altro lato. Se qualcuno vi dice che una persona è
cattiva, aspettate fino a quando ne vedrete la parte buona. Il bene ed il
male sono sempre presenti nella stessa persona. Non esiste alcun Paese in
cui esistano o solo il giorno, o solo la notte. Il giorno e la notte fanno
parte di uno stesso ciclo. Allo stesso modo, la vita è composta dal bene e
dal male, insieme.
IMPARIAMO A CONOSCERE LA VITA IN MODO OLISTICO
Per conoscere il Maestro Divino, per goderLo
totalmente, per essere uno con Lui che non ha ego, dobbiamo imparare a
conoscere la vita in modo olistico - il bene ed il male, il successo ed il
fallimento. Come sviluppare una visione olistica? Molto semplice! Devo
imparare ad amare me stesso, perché chi non sa amare se stesso non sa amare
gli altri. Devo rispettare me stesso. Chi non rispetta se stesso non sa
rispettare gli altri. Devo perdonarmi, per poter perdonare. Sono impaziente
con me stesso, e sarò impaziente anche con le debolezze altrui. Perdoniamo
noi stessi! Amiamo e rispettiamo noi stessi. Sviluppiamo uno stato mentale
equilibrato, così da poter trascendere il bene e d il male. Solo allora
saremo in grado di sperimentare una visione olistica della vita. Alcuni
vengono da me e mi dicono: "Signor Anil Kumar, lei non conosce il mio
passato." Rispondo: "E perché mai dovrei essere interessato al suo passato?"
(Risate) Io mi vergogno del mio passato, perché dovrebbe interessarmi
il tuo? Il passato è passato. (Risate) Perché preoccuparsene? Una
persona si vergogna del proprio passato, ed allora dice: "Lei non conosce il
mio passato." Lo dice perché non riesce a perdonare se stesso. Non sa
perdonare il proprio passato. Per sperimentare la totalità della vita, per
coglierne l'aspetto olistico, si deve cambiare la propria visione,
trascendere, scusare e perdonare se stessi, riconoscendo il fatto che tutti
abbiamo in noi il bene ed il male. Quando, come un lampo, il bene viene
fuori, il male vi farà sentire psicologicamente deboli. Quando la debolezza
vi domina, la bontà vi farà sentire inferiori. Quando il bene domina, il
male crea una sorta di paura in voi, la paura di ridiventare cattivi in
futuro. Noi non siamo né totalmente buoni né totalmente cattivi. Ciò che
dobbiamo fare proprio ora è accettare la nostra debolezza. Non
saremo in uno stato di debolezza per sempre. Ma dobbiamo accettare noi
stessi. "Forse posso accettare me stesso solo se sono come te, che ho preso
come modello per come canti i Bhajan, o per come mediti, o per come lavori
alla canteen (la mensa dell'ashram; N.d.T.). Se non riesco ad essere
come te, sono triste." Ma siate voi stessi! Siate quel che siete! Non siate
come gli altri! Se un altro medita di più o di meno, perché dovreste fare
come lui?! Quella persona può cantare i Bhajan in modo eccellente, ma perché
mai dovreste essere come lui? Impariamo a vivere 'noi stessi'.
Accettiamo i nostri lati positivi e negativi. Qusto atteggiamento ci porterà
a trascendere la nostra situazione attuale ed a trarre beneficio dalla
totalità dell'esistenza del Maestro Divino.
SIAMO NATI CON LA FEDE
- Questo è possibile se sviluppiamo la fede... - Sto
aspettando che qualcuno corregga ciò che ho appena detto! Infatti, ho detto
'se sviluppiamo la fede', ma... la fede non si può 'sviluppare'!
'Sviluppiamo la fede' è un'espressione sbagliata, perché la fede non può
essere di più o di meno. Alcuni dicono: "Ho una forte fede." Ohh! Questo
significa che prima non ce l'avevano? Esiste qualche apparecchiatura per
misurare la fede? Come si può misurare la fede? Non ha senso dire che si ha
una forte fede. Se qualcuno dice di avere 'una forte fede', questo significa
che dentro di lui è nascosto un dubbio. Alcuni dicono: "Ti amo tanto."
Questo significa che dentro hanno un odio nascosto. (Risate) Non
dovete mai credere a chi vi dice di amarvi tanto, perché questo significa
che dentro ha una profonda ostilità, una gelosia nascosta, un sentimento
occulto che gli fa desiderare di non vedervi, ma dice: "Ti amo tanto..."
Amici miei, eccovi il modo di avere un'ideologia corretta, di dare una
direzione giusta ai vostri pensieri: la fede è fede. Essa non è né forte né
debole, non si ottiene in regalo, non si acquisisce dai libri. Siamo nati
con la fede, ma dopo un certo periodo di tempo, la perdiamo. Che tragedia!
Diventiamo dei 'senza fede'. Da bambini avevamo tanta fiducia. Poi siamo
diventati senza fede. Invece di dire 'Sviluppare la fede', la metterò in un
altro modo. "Perché sei diventato senza fede? Perché hai perso la
fede?" La fede, amici miei, è la 'restaurazione di un diritto di nascita'.
Avere fede significa riprendersi il nostro diritto di nascita. Tutto qui.
Questa è la fede. Non dev'essere acquisita in qualche modo speciale. È come
quando rimuovete la sabbia, il fango ed i sassi e scavate profondamente. Che
cosa trovate? La falda acquifera, che si trova più sotto. Dobbiamo solo
rimuovere le barriere, gli ostacoli. La fede è sotto il fango del dubbio,
sotto i sassi dell'ambiguità, sotto la sabbia dell'illusione, che ricoprono
l'acqua sottostante, che è la fede. Amici miei, rimuoviamo queste barriere,
affinché la fede, che è già là, e con la quale siamo nati, possa emergere.
DALL'ŒIO¹ AL SÈ
Dall'ego, posso arrivare alla stato senza ego. Non devo
andare da nessuna parte. Non ho bisogno di nessuno. Devo viaggiare dentro me
stesso. Devo raggiungere la mia interiorità. Tutto qui. Dall' 'io' al 'Sé'.
Il mio 'io' è la mia parte egoica, il mio 'Sé' e senza ego. Una volta che il
Sé prende piede, voi non esistete più. Quando l'ego se n'è andato, voi non
ci siete più. Per favore, capitemi. Io sono così e così, sono alto così,
peso così, le mie qualifiche... è tutto ego. Ma quando l'ego non c'è più,
voi non esistete. Il Maestro Divino è non esistenza. Perché? Perché
non ha ego. Quando perdete l'ego, vi unite al Maestro Divino, che non ha
ego. Due spazi vuoti, uniti. Ecco quindi ciò che dovete fare: diventare
cavi, vuoti. Quando siete vuoti, potete ricevere la Divina Melodia, come un
flauto. Dovete muovervi dal vostro 'io' egoico al vostro 'Sè' che non ha
ego. Il Sè è Divino, è il Maestro Divino Stesso. L' 'io' egoico è la cornice
fisica.
NELLA SPIRITUALITÁ NON C'É POSTO PER IL
RAGIONAMENTO
Vorrei convergere la vostra attenzione su altri due
punti importanti. Alcune persone dicono: "Signore, tutto ciò che Egli dice
si basa sul ragionamento." Mi dispiace. La ragione non trova spazio nella
religione. 'Nessun ragione per amare, nessuna stagione per amare'. Se un
discorso si basa sulla ragione, è un discorso di logica e non di religione.
Sono chiaro? Se si ragiona di meno, la spiritualità si comprende meglio. Con
il ragionamento si capisce il mondo, ma per capire Dio si deve andare al
di là dei limiti della ragione. Un semplice esempio: è sorprendente che
Swami parli regolarmente ad alcune persone. Io penso: 'Quello lo conosco
bene, non è assolutamente migliore di me. Anzi, sotto molti aspetti è
decisamente molto peggiore di me. Perché parla a lui e non a me?!' La parola
'perché' non ha niente a che vedere con la spiritualità. Nessun perché! La
religione non ha risposte per le domande razionali. Qualcuno ha chiesto a
Swami: "Perché parli con loro così spesso? Perché? È giusto?" Baba ha
risposto: "Non c'è giustizia nella legge Divina." Allora, il Divino è
ingiusto? No! È una questione di meriti (prapti). Le cose
vengono 'conferite' e non 'acquisite'. Chiaro? Non possiamo far altro che
andare 'al di là' della ragione. Non dobbiamo fare domande a Dio. Mentre ero
a Hyderabad qualcuno mi chiese: "Ma quand'è che Baba camminerà di nuovo
normalmente?" Proprio una bella domanda! (Risate) Io risposi a questo
modo: "Non mi ha detto in anticipo neppure che non avrebbe camminato
bene!" (Risate) Non mi ha detto: "Anil Kumar, dal prossimo mese non
camminerò bene." Se lo avesse fatto, forse conoscerei anche la data in cui
camminerà di nuovo senza problemi. (Risate) Non so. Chi sono io per
giudicare? Io posso solo accettare. Devo stare solo attento che in me non
sorga alcun 'perché'. 'Perché Swami parla con quello? Perché non dà
l'interview a me che sono molto migliore di quello? Perché non cammina?
Perché?' Basta con i 'perché'! Se smettiamo di fare domande saremo felici.
Siamo infelici a causa delle nostre domande. Nella spiritualità i 'perché'
sono assolutamente senza rilievo e fuori posto.
QUANDO SI HA A CHE FARE CON LA DIVINITÀ, LA
PRATICITÀ E LA RAZIONALITÀ FALLISCONO
Noi vogliamo essere pratici. Alcuni dicono: "Quello è
un uomo pratico!" Questo non funziona nella spiritualità, perché nella
spiritualità non esiste qualcosa come l' 'essere pratici'. Quando pensate di
essere pratici, volete 'manovrare'. Per esempio:' Come posso intrufolarmi
nella prima fila? Come posso accaparrarmi un postoproprio davanti? Come
posso arrivare a sedermi nella veranda? Quale meccanismo, quale tecnica
potrei escogitare, quale tecnologia e quale mezzo potrei utilizzare, quale
programma potrei mettere in atto per piazzarmi lì, proprio accanto a Lui?'
No, questo non funziona. Una volta che cominciate a fare programmi, Baba
farà in modo che tutti i vostri piani vadano a monte. Il pomeriggio in cui
resco finalmente a sedermi in primissima fila, il darshan viene
cancellato! (Risate) Quando sono pronto con il mio quadernetto ed
alcuni fogli bianchi per la traduzione, non ci sarà alcun discorso! (Risate)
Se sono lì senza penna e fogli, Lui comincia a parlare, guardandomi in modo
buffo! (Risate) Non si possono fare programmi. La praticità, la
capacità pratica, non hanno posto nella spiritualità. La vita in compagnia
del Maestro Divino non è 'prosa', ma 'poesia'. Non è logica, è Amore,
romanzo, musica, estasi. Il nostro dovere consiste nell'eseguire quella
musica, e questo é possibile solo attraverso la resa totale. L'abbandono
allo stato presente. Non fatemi pensare a Swami come farebbe un
intellettuale. Alcuni dicono: 'Circoli di studio per intellettuali'. Gli
intellettuali possono avere un circolo, non uno studio. (Risate) Sì,
l'intelletto è un circolo nel senso di cerchio, uno zero - ecco che
cos'è. Nel momento in cui l'intelletto si ferma, o fallisce, solo da quel
momento in poi potete cominciare a capire Dio, e non prima. Sono chiaro? Non
voglio essere un intellettuale. Non voglio valutare Dio con la mia mente. È
proprio quando la mente si ferma che l'esperienza comincia. Non voglio
applicare la logica, perché le cose sono irrazionali ed illogiche.
All'improvviso farà freddo, o pioverà. Ma chi sono io per dirlo?
All'improvviso si alzerà un venticello leggero. Io non so spiegarlo. Tutta
la creazione è illogica ed irrazionale. La razionalità nella logica
appartiene a voi, alla vostra mente, ma non alla mente cosmica, alla mente
Divina.
L'ABBANDONO
Amici miei, mi accomiato da voi con una nota: viaggiamo
tutti insieme. Andiamo tutti sugli aerei 'Sai', godiamoci il volo sulla
'Sathya Sai Intercontinental', che ci porterà ai limiti del conosciuto. I
sottomarini 'Sai' ci condurranno a profondità incommensurabili. I Suoi aerei
ci porteranno all'orizzonte, al firmamento, al di là di tutte le misure e
le esperienze conosciute. La vita con Sathya Sai è beatitudine, è estasi, è
un fenomeno organico. Ma il solo modo di avere questo fenomeno organico è
l'abbandono! Una volta che mi abbandono, 'io' non ci sono più, smetto di
esistere. Quando lo zucchero è totalmente dissolto, lo zucchero non esiste
più. L'acqua e lo zucchero diventano una cosa sola. Se dico: 'Mi sono
abbandonato', il mio è un abbandono politico. (Risate) È tutta
politica. Perché chi si è veramente arreso, abbandonato... non esiste.
A meno che non vi siate persi, vuol dire che non si tratta di abbandono. L'
'io' dev'essere sparito, andato. "Che cosa ha abbandonato, signore?" "Non lo
so". Perché? Perché non ci sono. Amici miei, abbandoniamoci. Abbandoniamo
questo 'io', l'ego, affinché resti solo il Sé Cosmico, il vero Sé.
Questo è stato l'argomento di oggi: 'Dall' 'io' al '
Sé'.
Tante grazie (Applausi)
OM SAI RAM
Fonte: Sathya Sai It - Lista Yahoo |