|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Alba | |
Ti ho visto venire verso
di me.
Apparivi come mandorlo in fiore nella piana di Agrigento, oh primavera delle primavere! Mi hai baciato nell'ombra,
e il mondo intero risplendeva.
Un crescendo di flauti
e violini
il mondo si è fatto
musica,
nelle mie vene pulsanti,
nei miei
a un lungo, confessato
desiderio,
so che nulla potrà
distoglierti
sono vivo e vibrante.
Nessuno
Ho perso conoscenza, in
quest'alba
La stanza è spoglia.
|
![]() . . .
|
. |
Dimmi,
ora, Pier Paolo...
.
giaci, con voce rotta
di pianto
a questa città
priva di sentimenti, di
tra denti verdi, con lo
spavento negli occhi, rende
Qual è il messaggio?
non l’aver conosciuto.
Dà angoscia
Ho avuto fede in te, dolce
e crudele poeta.
Ho udito immigrati poveri
sfruttati maledire,
L’anima mia è cresciuta,
come tu
profondo, alle persecuzioni
alle derisioni
un amore, solitario orfano
impotente,
leale soltanto una morte
selvaggia, purché
volteggiando immemore,
leggero, con ali candide,
ora che ho raggiunto,
con
ora, ora, subito! che cos’hai da dirmi? |
|
Domani sarò lontana,
in terra straniera,
ma vibrante ogni attimo
come un blues
che traggono da una tastiera
semplici simboli
Domani mi circonderà
solamente il silenzio:
Da questo straziato silenzio
chiederò al sole, al limpido
chiederò al vento,
a un tiepido zefiro,
di tenerti solo per un
attimo sospeso,
chiederò alla pioggia,
a una pioggerellina
chiederò alla luna,
a un pizzico di luna dispettosa,
E infine chiederò
alla terra, alla grande madre
allora riavrò un
sorriso e, sconfitto il silenzio, farò ritorno
e ci stringe fra le braccia.
|
|
.
![]() ![]() ![]() ![]() |
(pagina 5) . |
|