LOTTARE CONTRO LA PENA DI MORTE Chi lotta CONTRO la pena di morte lo fa aldilà del fatto che una persona sia o meno colpevole perché la pena di morte è una barbarie inaccettabile, una vendetta di stato che, mentre non riporta in vita chi è morto, aggiunge altro dolore ed altro odio.
Io sono in corrispondenza con Eugene da molti anni, ci scriviamo con regolarità e posso ben dire che Eugene è uno dei miei migliori amici. Eugene è forte, generoso, sensibile, pieno di premure e di attenzioni per tutti gli amici che gli scrivono.
Ma, come penso sia facile capire anche per chi è d’accordo con la pena di morte, vivere così tanti anni in una piccola cella in attesa dell’esecuzione, è una esperienza terribile e disumana.
Malgrado ciò Eugene non ha mai perso la fiducia, ha continuato a combattere per dimostrare la sua innocenza. Ora, grazie a un’indagine aperta dall’Attorney General del Texas John Cornyn, attraverso una ricerca investigativa durata due mesi riguardante la testimonianza, in più di 100 casi, dello psicologo Walter Quijano, è stato scoperto che, in almeno 8 casi, tra cui quello di Eugene, la testimonianza è stata inficiata da pesanti pregiudizi razziali.
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Questo significa che Eugene potrebbe avere un nuovo processo in quanto quella testimonianza è stata determinante per definire la sua supposta pericolosità sociale e, quindi, per convincere la giuria a comminare la pena di morte e NON l’ergastolo.
Vedi il documento in inglese intitolato Perché Eugene potrebbe avere un nuovo processo
Purtroppo, anche nel secondo processo, Eugene è stato ancora condannato a morte da una giuria composta da tutti bianchi.
Noi, gli amici di Eugene, abbiamo deciso di continuare la raccolta di fondi per poter permettere al nostro amico di avere una vita leggermente migliore.
Eugene, come la maggior parte dei detenuti, è senza soldi, senza una famiglia: può contare solo sugli
amici che gli scrivono da molti Paesi ma, soprattutto dall'Italia.
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