Dedicato a Eugene Broxton
un innocente condannato a morte
Eugene Broxton
La mia speranza è che la verità trionfi, alla fine
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VIVERE IN UN CARCERE DEL TEXAS -2
Thomas Miller-El. One week after a stay of execution. (©Ken Light)
La fotografia è stata prelevata dal sito
Ken Light Texas Death Row (©Ken Light)

Ma, per avere una vita che non sia ancor peggiore dell’inferno in cui vivono, questi uomini e queste donne devono avere almeno il minimo per mantenersi esseri civili e cioè uno spazzolino da denti, il dentifricio, la carta igienica, la carta da lettere, le buste, i francobolli, gli assorbenti, dei giornali o delle riviste.

Tutto, ovviamente, deve essere pagato di tasca propria. Queste forniture possono essere ordinate solo se non si è in uno dei due Livelli di punizione superiori al primo Livello in cui stanno i detenuti che non hanno commesso alcuna infrazione ai rigidissimi regolamenti carcerari.

Chi, tra i carcerati, ha la fortuna di avere un parente o un amico che vada a trovarli, deve, ancora una volta, sottomettersi ad altri regolamenti: ogni carcerato deve comunicare una lista di persone che potranno andare al carcere a visitarlo e non potrà modificare questa lista se non dopo sei mesi dalla sua comunicazione.

I visitatori, sottoposti a controlli severissimi, non possono portare con sé nulla né, ovviamente, possono dare al carcerato alcunché. Altrettanto vietato è inviare qualcosa ai carcerati nelle buste della corrispondenza. Chi volesse far recapitare qualcosa, dovrà rivolgersi a negozi esterni al carcere, presentare una lista e pagare quanto acquistato che, poi, sarà recapitato, sempre che ciò che si ordina sia accettato dal carcere all’atto dell’arrivo della merce.

Per dirvi gli assurdi rigori di queste ispezioni, vi dirò che una mia amica aveva inserito, in un certo numero di libri ordinati in una libreria del Texas, un piccolo segnalibro con una dedica: ebbene, questo segnalibro è stato sequestrato!

Vi è poi la questione relativa alla salute di chi sta chiuso nelle celle della morte. Per avere la visita di un medico, infatti, bisogna attendere anche 15 giorni da quando si è comunicata la necessità alle guardie carcerarie; poi occorre pagare il medico, tre dollari per ogni visita (!!!) e, anche se questa può apparire una piccola somma, bisogna ricordarsi che molti dei detenuti NON hanno alcun aiuto né da parenti, né da amici. Il mio amico Eugene soffre di due problemi fisici: ha una dolorosa artrite alle mani ed è diabetico; quindi, spesso deve chiamare il medico per avere le cure idonee.

Il medico, quando arriva, se prescrive, ad esempio, un antidolorifico o un antinfiammatorio per le mani, la confezione di questi medicinali, che una volta conteneva ad esempio 20 pastiglie, ora, per una nuova disposizione carceraria, ne contiene solo 10. Quindi Eugene, se vuole proseguire la sua cura o non avere più dolori alle mani, deve continuamente chiamare il medico, aspettare 10-15 giorni e sborsare altri 3 dollari. Per il diabete, invece, l’iniezione quotidiana di insulina per lui assolutamente vitale per non rischiare uno choc insulinico, gli viene praticata in piena notte!

Varie associazioni italiane, anche in base al fatto che si sono verificate situazioni gravi rispetto alle condizioni sanitarie, hanno scritto lettere di protesta alle autorità carcerarie del Texas (Texas Department of Criminal Justice) lamentando l’assenza o l’inadeguatezza delle cure prestate ai carcerati. Identica iniziativa è stata effettuata contro le continue vessazioni a cui sono sottoposti i condannati. (1*) Le risposte ricevute (perché va detto che esiste una sorta di fair play per cui, spesso, le autorità americane rispondono) sono state totalmente deludenti e piene di informazioni su quanto le autorità facciano, sulla carta, ovviamente, in favore dei carcerati, con la richiesta di fornire dati precisi riguardanti i casi all’origine della lamentela. Ma nessuno fornirà mai questi dati per non esporre i carcerati ad ulteriori maltrattamenti e vessazioni.

Un capitolo a parte riguarda, poi, i maltrattamenti subiti dai carcerati da parte del personale di vigilanza che, salvo poche e lodevoli eccezioni, tratta tutti quegli uomini e quelle donne come se fossero delle belve. Vi sono continue ispezioni alla celle e, chi fa resistenza, viene malmenato o “gassato” con speciali bombolette semi asfissianti il cui gas invade tutte le celle vicine. La tensione tra le guardie ed i carcerati, alle volte, arriva a momenti di grande tensione e degenerazione e, anche recentemente, alcuni carcerati hanno sequestrato qualche vigilante e lo hanno pestato. Ogni guardia può redigere una denuncia a carico dei carcerati, anche per motivi futili oppure inesistenti, con l’assoluta sicurezza che, anche eventuali ricorsi da parte dei carcerati, verranno regolarmente respinti o, del tutto, non considerati.


(1*) Se vuoi partecipare a questa protesta, scrivi anche tu alle autorità del Texas Department of Criminal Justice usando la lettera (in inglese) alla quale basterà aggiungere la data, il tuo nome, cognome e indirizzo.

  • Vai qui per avere maggiori informazioni sui Livelli nelle carceri del Texas)

  • Handr Questo articolo, pubblicato da un quotidiano di Washington, ti spiegherà le condizioni tremende in cui vivono i condannati.


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