Ma, per avere una vita che non sia ancor peggiore dell’inferno in cui vivono, questi uomini e queste donne devono avere almeno il minimo per mantenersi esseri civili e cioè uno spazzolino da denti, il dentifricio, la carta igienica, la carta da lettere, le buste, i francobolli, gli assorbenti, dei giornali o delle riviste.
Tutto, ovviamente, deve essere pagato di tasca propria. Queste forniture possono essere ordinate solo se non si è in uno dei due Livelli di punizione superiori al primo Livello in cui stanno i detenuti che non hanno commesso alcuna infrazione ai rigidissimi regolamenti carcerari.
Chi, tra i carcerati, ha la fortuna di avere un parente o un amico che vada a trovarli, deve, ancora una volta, sottomettersi ad altri regolamenti: ogni carcerato deve comunicare una lista di persone che potranno andare al carcere a visitarlo e non potrà modificare questa lista se non dopo sei mesi dalla sua comunicazione.
I visitatori, sottoposti a controlli severissimi, non possono portare con sé nulla né, ovviamente, possono dare al carcerato alcunché. Altrettanto vietato è inviare qualcosa ai carcerati nelle buste della corrispondenza. Chi volesse far recapitare qualcosa, dovrà rivolgersi a negozi esterni al carcere, presentare una lista e pagare quanto acquistato che, poi, sarà recapitato, sempre che ciò che si ordina sia accettato dal carcere all’atto dell’arrivo della merce.
Per dirvi gli assurdi rigori di queste ispezioni, vi dirò che una mia amica aveva inserito, in un certo numero di libri ordinati in una libreria del Texas, un piccolo segnalibro con una dedica: ebbene, questo segnalibro è stato sequestrato!
Vi è poi la questione relativa alla salute di chi sta chiuso nelle celle della morte. Per avere la visita di un medico, infatti, bisogna attendere anche 15 giorni da quando si è comunicata la necessità alle guardie carcerarie; poi occorre pagare il medico, tre dollari per ogni visita (!!!) e, anche se questa può apparire una piccola somma, bisogna ricordarsi che molti dei detenuti NON hanno alcun aiuto né da parenti, né da amici.