Da una lettera del 1.11.2003
"Il 22 ottobre 2003, per portarmi davanti alla Corte che avrebbe iniziato la sua seduta alle 10 del mattino, mi hanno svegliato alle 4, mi hanno messo le catene ai polsi e alle caviglie e mi hanno lasciato in una cella da solo fino alle 9.30.
La Corte ha deciso che il processo inizierà il 10 novembre e dovrebbe durare 10 giorni. La giuria sarà composta da 8 uomini bianchi, 2 donne bianche e due messicani.
Da una lettera del 2.9.2003 "Ho visto i miei avvocati: il mio processo dovrebbe iniziare il 20 ottobre 2003. Sono in questa prigione ormai da 16 mesi in isolamento totale: non posso parlare con nessuno e, ogni volta che mi fanno uscire dalla cella, mi mettono le manette e le catene e mi lasciano così anche durante l'ora d'aria. Io non violato alcun regolamento, eppure vengo trattato crudelmente e subisco punizioni inusitate.
Da una lettera del 27.7.2003
"Sono ammalato dal 14 luglio, ma non so di cosa: quando è arrivata l'infermiere le ho detto che ero ammalato e lei m'ha dato un paio di pastiglie. Ho cercato di vedere un medico e, nel frattempo, per far calare la febbre alta, ho comperato allo spaccio delle pastiglie e ora sto meglio. Quando il 25 luglio è arrivato il dottore, ha aumentato la dose delle medicine per il diabete ed ha ordinato un esame del sangue, due volte al giorno, per 4 giorni. E' arrivato un infermiere per l'esame del sangue, l'ho visto una sola volta, e poi basta. Per la visita del dottore pago 16 dollari, più altri 3 se mi prescrive qualche medicina. Finora non ho avuto alcuna novità sul mio nuovo processo: certo, sono ammalato e stanco di questa lunga attesa".
Da una lettera del 27.7.2003 "Sono ammalato dal 14 luglio, ma non so di cosa: quando è arrivata l'infermiere le ho detto che ero ammalato e lei m'ha dato un paio di pastiglie. Ho cercato di vedere un medico e, nel frattempo, per far calare la febbre alta, ho comperato allo spaccio delle pastiglie e ora sto meglio. Quando il 25 luglio è arrivato il dottore, ha aumentato la dose delle medicine per il diabete ed ha ordinato un esame del sangue, due volte al giorno, per 4 giorni. E' arrivato un infermiere per l'esame del sangue, l'ho visto una sola volta, e poi basta. Per la visita del dottore pago 16 dollari, più altri 3 se mi prescrive qualche medicina. Finora non ho avuto alcuna novità sul mio nuovo processo: certo, sono ammalato e stanco di questa lunga attesa".
Da una lettera del 12.4.2003 "Per quanto riguarda lo stato di lock-down (situazione di chiusura totale del carcere) le autorità non ci hanno detto il perché, né noi lo abbiamo chiesto. Questa gente fa quello che vuole e non possiamo farci nulla. Non tutti i carcerati, quando lasciano le loro celle, hanno le catene ai polsi ed ai piedi, ma solo quelli che hanno avuto atteggiamenti aggressivi verso le guardie, ma questo avviene a insindacabile giudizio delle guardie stesse che sono così di cuore duro da violare anche i regolamenti pur di rendere la nostra vita la più dura possibile. Quando vado per una visita mi legano le braccia dietro la schiena con le catene. Questa è una punizione crudele e eccezionale: ho cercato in tutti i modi di far loro cambiare idea, ma senza alcun risultato"
Da una lettera dell'8.3.2003 "Come sai il C.C.A. (Court of Criminal Appeal) ha ordinato che la Corte statale avvii il nuovo processo entro 180 giorni a partire dal 15 ottobre 2002, oppure che emanino una sentenza di condanna all'ergastolo.
Il processo era stato fissato per il 3 marzo del 2003, ma il mio avvocato era già impegnato in un altro processo capitale. Così lui ha presentato una richiesta per avere più tempo riguardo al mio caso. Io, consigliato dal mio avvocato, ho presentato alla Corte un'altra istanza in cui sottolineavo che non era certo per colpa mia se il nuovo processo non poteva avere luogo. Perciò, se la Corte non avvierà il mio processo entro metà aprile, dovrebbero condannarmi all'ergastolo. Ma nessuno sa cosa la Corte deciderà"
Da una lettera del 6.2.2003 "Questa nuova prigione è ben peggio della precedente: se fai la doccia, si allaga tutta la cella, la presa elettrica non funziona e, quindi, non posso avere acqua calda per il caffè. Ci sono 24 prigionieri e, molti, sembrano avere seri problemi mentali"
Da una lettera del 26.1.2003 "Ieri le autorità hanno spostato tutti noi da questa, ad una nuova prigione.
(Per conoscere l'indirizzo di Eugene, vai qui).
Nella nuova prigione c'è un gran rumore, c'è una TV fuori dalle celle, appesa al muro e, quando l'accendono, io posso vederla stando accanto alla porta della cella, ma non sento quasi nulla. Ti mando questo disegno su come è fatta la mia cella che non ha alcuna finestra.

(In basso a sinistra, il letto, a fianco un piccolo tavolino e la zona per la doccia. Di fronte al letto c'è la porta e, a destra, il WC. Nel disegno sotto, si vede la porta della cella: un piccolo rettangolo di vetro da cui entra la luce e, sotto, la feritoia da dove viene passato il cibo)
"Quando mi hanno trasferito, mi hanno tolto tutte le medicine per il diabete e dovrò aspettare fino al 5 febbraio per averne altre"
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