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il Quaderno del 10 novembre

Due dicembre/Tutti a Roma, contro Prodi

L'appuntamento del 2 dicembre, a Roma, in piazza San Giovanni è cruciale: la Casa delle Libertà scende in piazza contro la Finanziaria e contro il governo Prodi per dare un segnale forte. Ovunque, in tutto il Paese, c'è un profondo malumore, misto a rabbia, per come la sinistra sta governando l'Italia, massacrando tutti i settori della società italiana, nessuno escluso. E la voglia di cambiare non la si respira solo in ogni città e paese, la si percepisce anche dai sondaggi: la Cdl al 55%, Forza Italia al 29,8%, uno 0,4 in più rispetto alla massima quota mai toccata dal partito di Berlusconi, che nel 2001 (anno del suo massimo risultato) arrivò al 29,4%. Ecco spiegato perché la buona riuscita della manifestazione è fondamentale.

Bisogna fare in modo che malessere e voglia di mandare a casa Prodi vengano veicolati in una direzione precisa: il 2 dicembre devono scendere in piazza centinaia di migliaia di persone ed è fondamentale una buona comunicazione, perché oltre alla quota di presenze garantita e organizzata dai partiti è necessario un fortissimo movimento spontaneo, che va spronato e agevolato.

Se tanta gente è furibonda e vuole al più presto un cambiamento, la stessa gente deve essere motivata a presentarsi in piazza. Occorre quindi che il partito sia mobilitato non solo in sede nazionale (tra l'altro il comitato organizzatore è già a regime per mettere a punto la macchina organizzativa) ma in sede locale, perché è dalle varie regioni che dovranno arrivare i manifestanti. Tutte le difficoltà devono essere messe da parte, il pensiero fisso deve essere la buona riuscita della manifestazione.

Non deve essere lasciato nulla al caso, perfino ogni dichiarazione pubblica dei nostri politici (alle agenzie, ai giornali, alle tv) deve contenere un riferimento alla grande manifestazione del 2 dicembre (è una sorta di spot gratuito e non va sottovalutato).

Se dopo cinque mesi di governo Prodi, i cittadini sono così arrabbiati e riescono ad evidenziarlo con una manifestazione di massa, allora la spallata potrebbe non essere così lontana: un segnale del genere colpirebbe anche la sinistra.

Manovra/Salvano solo i frigo di Merloni

Ma come? Ricordiamo male oppure è vero che l'Unione, in campagna elettorale, ha agitato con veemenza la bandiera dell'Università e della ricerca? Non ricordiamo male. Pagina 236 del programma di governo: "Investire in formazione e ricerca è l'unico modo per recuperare consistenti squilibri economici e sociali". Pagina 237: "Aumentare e quantificare decisamente la spesa per l'università e la ricerca".

Il rapporto sullo stato delle Università italiane, presentato dal presidente dei Rettori, apre un nuovo capitolo del libro delle promesse mancate di questo governo. Una delle tante "priorità", di carta e non di sostanza, del programma dell'Unione. Il decreto Bersani, che impone di risparmiare il 20% delle spese, "non è un taglio, ma una taglia", dice il rettore della Statale di Milano. Ci saranno Atenei che non potranno chiudere il bilancio, l'Università va verso il "baratro", manca anche "il denaro per il quotidiano, per le spese ordinarie".

Nel giorno in cui anche il governatore di Bankitalia lancia il suo grido di dolore sulla formazione, le parole di fuoco dei Rettori si rovesciano su un attonito ministro, uno dei tanti "di lotta e di governo" della squadra prodiana.

Così Mussi scarica tutto su Bersani, il cui decreto "è stato un errore madornale". Supplica l'opposizione di "dare il suo contributo" per cancellare quel provvedimento. Aveva minacciato le dimissioni contro i tagli alla ricerca, ma naturalmente non ribadisce il concetto e tiene gelosamente custodita nel cassetto la lettera di rinuncia all'incarico. Protesta con il segretario di Rifondazione perché "non ha speso un parola per difendere i fondi della ricerca", confermando così il potere di interdizione e di persuasione di quel partito su Prodi.

Fa di più. Dice ai rettori: "Mi accontento in cinque anni di arrivare a stanziamenti per l'università pari all'1,2% e all'1,5% per la ricerca". Stracciando di fatto gli impegni messi nero su bianco nel già citato programma dell'Unione: "Occorre varare un piano d'incremento che permetta di raggiungere, entro la fine della legislatura, l'attuale media europea, pari al 2% del Pil" (pagina 242). Incassati i voti, si ridimensionano i traguardi.

L'opposizione può fattivamente collaborare anche aiutando il governo a trovare i fondi per salvare le università. Una proposta per tutte: abolire l'articolo 24 del decreto fiscale, che prevede contributi per la rottamazione dei frigoriferi, indirizzando quella spesa (peraltro non specificata) verso gli atenei. Vittorio Merloni, la cui azienda figura tra i finanziatori della campagna elettorale di Prodi, è uomo di mondo e se ne farà una ragione. Al pari della figlia, deputata dell'Ulivo e membro della commissione Attività Produttive.

Meglio tenersi il frigo vecchio piuttosto che rottamare le nostre Università. O no?

Manovra/Protestano tutti, governo assediato

Al cammino della finanziaria in Parlamento, difficile e tortuoso, fa riscontro nel Paese un'ondata di proteste che vede mobilitati gli esponenti di categorie numerose e diverse. L'Italia che lavora, sia nel settore pubblico che in quello privato, respinge la manovra giudicandola punitiva, inadeguata e dannosa, tale da frenare la ripresa e lo sviluppo.

Con l'inasprimento del prelievo fiscale, con la creazione di nuovi balzelli e controlli, il governo delle sinistre guidato da Romano Prodi è riuscito a saldare, in un unico blocco di dissenso e di critica, la stragrande maggioranza degli italiani, quali che siano il loro ceto e gli interessi specifici. Il governo del Professore è sotto assedio.

Diplomatici

Il personale diplomatico è pronto a dare battaglia contro i tagli che mettono in crisi il bilancio della Farnesina. Sono a rischio l'efficienza delle ambasciate e i servizi assicurati dai consolati. Con le restrizioni decise sarà molto più difficile rappresentare gli interessi italiani nel mondo. Dopo la protesta del ministro D'Alema c'è stato qualche ritocco, ma i diplomatici e i responsabili dei consolati giudicano assolutamente insufficienti le correzioni apportate.

I diplomatici scenderanno in piazza per protestare il 7 dicembre prossimo.

Rettori

In un serrato confronto con il ministro Mussi, i rettori delle università italiane hanno espresso tutta la loro insoddisfazione per il modo in cui il governo trascura la ricerca e gli atenei. I tagli disposti col decreto Bersani, hanno spiegato, mettono a rischio i bilanci delle università, costrette a ridurre attività e servizi. E questo nel momento in cui il governatore di Bankitalia, Draghi, sottolinea che aumentare la qualità di scuola e istruzione superiore è indispensabile per far recuperare competitività al sistema Italia. I rettori non escludono forme di protesta pubblica.

Polizia penitenziaria

Anche gli appartenenti al corpo di polizia penitenziaria incroceranno le braccia il 15 novembre prossimo in segno di protesta contro la finanziaria. Gli agenti sottolineano l'esiguità degli organici e il carico di lavoro – delicato e rischioso – che sono costretti a svolgere. I tagli impediscono alla polizia penitenziaria di svolgere il suo ruolo.

Autotrasportatori

Con la finanziaria vengono cancellate le misure di sostegno all'autotrasporto, settore vitale in un Paese dove il trasporto su rotaia non è mai decollato. I "padroncini" sono in agitazione e hanno già deciso che, se le loro richieste non saranno accolte, si fermeranno per due giorni. Questo significherà il blocco dei rifornimenti di combustibili, e il mancato arrivo di merci e prodotti ai negozi e alle fabbriche.

Commercianti

"Una finanziaria da cancellare, perché tassa lo sviluppo". Sarà questo il motivo conduttore dell'assemblea straordinaria della Confcommercio in programma per martedì prossimo. Mille delegati testimonieranno il disagio e le preoccupazioni di un'intera categoria, di tantissime piccole e medie imprese che si sentono direttamente minacciate dalla manovra, dalle tasse, dalla "presunzione di colpevolezza fiscale" che colpisce tutti i lavoratori autonomi.

Metalmeccanici

Anche le "tute blu" contestano la manovra. I metalmeccanici della Uil hanno preannunciato uno sciopero di due ore. Il loro segretario, Antonino Regazzi, ha scritto ai colleghi della Cisl e della Cgil un lettera in cui definisce la finanziaria "confusa, sbagliata, inaccettabile. Non tiene conto dei problemi reali del Paese, ha trovato solo il modo di aumentare le tasse".

Manovra/Si affidano agli spot, sono disperati

Come in un programma televisivo, per il governo Prodi è arrivato il momento della pubblicità. E il prodotto da "vendere" è la finanziaria: operazione difficile perché la manovra, assimilata all'infelice slogan "anche i ricchi piangano", ha scontentato tutti.

Per sopperire ad un prodotto "cattivo", i signori della sinistra - che rimproveravano a Berlusconi di vendere la politica come se fosse una lattina di Coca Cola e a se stessi di non aver saputo comunicare e spiegare la finanziaria – ora cambiano strategia.

D'Alema dice di sentirsi "corresponsabile di aver venduto male un prodotto che alla fine sarà meno negativo di come è stato percepito", Rutelli parla di una finanziaria "antipatica ma meno brutta di quanto sembra". Dichiarazioni alle quali nessuno è disposto a dare credito ma che nella logica della sinistra servono da una parte a spostare in avanti l'orologio delle riforme, dall'altra a dire che l'aumento delle tasse è dettato dall'eredità berlusconiana e che i sacrifici di oggi saranno ripagati dalla felicità di domani.

Stesso concetto per la cartellonistica: un gruppo di bambini che corre e lo slogan: "un po' di fatica, novità e coraggio, torna il futuro". Il quotidiano della Margherita parla di "manifesti onesti" e Prodi precisa che a gennaio si vedranno i benefici. Non per i cittadini ma per loro stessi, che con l'inizio del nuovo anno svuoteranno le tasche degli italiani.

Accanto all'offensiva pubblicitaria, l'altra operazione è "distrarre l'attenzione" dalla manovra economica e, fallito il tentativo del complotto spionistico ai danni di Prodi, ognuno dà un contributo.

D'Alema solleva la questione dell'Afghanistan e parla di un ritiro che non è ritiro, Rutelli fa il ministro Cicerone e invita a vedere due quadri del Caravaggio, Melandri passa dalla passerella calcistica a quella di moda e lancia l'allarme anoressia con la richiesta di abolire la taglia 38.

E mentre cercano di buttare fumo negli occhi degli italiani, loro discutono di una finanziaria ancora in progress i cui sviluppi non fanno sorridere. Ne' i ricchi e nemmeno i poveri.

Manovra/Bonaiuti: a primavera altre tasse

"A primavera avremo un'altra manovra correttiva, altre tasse, altri prelievi dalle tasche dei cittadini. Come non bastassero tutte le stangate della finanziaria. Lo nega il viceministro Visco. Quello che giurò in campagna elettorale che mai il governo avrebbe toccato Bot e Cct. Il suo 'non faremo nessuna manovra', più che una promessa da marinaio è il segnale del si salvi chi può". Così Paolo Bonaiuti, portavoce del presidente di FI, Silvio Berlusconi, replica in una nota al viceministro dell'Economia Vincenzo Visco.

Manovra/"Si toglie a chi ha già di meno"

Agenzia Ansa del 9 novembre, h. 18,41

Una finanziaria iniqua che toglie a chi ha meno, ad esempio aumentando il bollo sulle auto di media cilindrata, mentre ai ricchi "non fa un baffo". È tranchant il giudizio di Giulio Tremonti, vice presidente di Forza Italia ed ex ministro dell'Economia del governo Berlusconi, sulla manovra all'esame del Parlamento. "Ai ricchi non fa un baffo - ha detto Tremonti intervenendo alla registrazione del programma Rai Telecamere - ai ceti medi fa pagare di più e quelli bassi li rende più poveri".

Con questa manovra, ha aggiunto, "ti danno con una mano e ti tolgono con l'altra". Tremonti ha citato alcuni esempi di una "famiglia tipo".

L'aumento del bollo non riguarda solo le vetture di lusso, ha sostenuto il vice-presidente della Camera, ma anche auto medie: "Sulla Fiat Punto - ha osservato, sottolineando di citare dati del ministero dell'Economia - si pagheranno 183 euro in più di bollo". Certo, ha aggiunto, "spero di essere smentito, visto che sui bolli c'è un tale caos che persino il viceministro Visco ha detto che la colpa è del Parlamento".

L'ex ministro ha quindi citato alcuni fattori che, secondo la sua analisi, peseranno sulle casse delle famiglie italiane: l'aumento del riscaldamento, quello dell'Ici per la revisione degli estimi catastali, quello delle ricette mediche. Insomma, ha concluso, in questa finanziaria "non c'è equità, non c'è risanamento e non c'è sviluppo".

Forza Italia/Pronti al rilancio, con i congressi

Il clima politico sta cambiando e lo dimostra la vittoria in Molise anche per la netta affermazione elettorale di Forza Italia. Ora però occorre gestire al meglio questa condizione favorevole e trarne le dovute e logiche conseguenze.

È auspicabile, in questo momento, il rafforzamento organizzativo e la maturazione di Forza Italia come un vero e proprio partito, radicato nel territorio attraverso una nuova stagione congressuale.

L'obiettivo finale non è solo quello di garantire l'espletamento di funzioni democraticamente previste dallo Statuto, come lo svolgimento dei congressi, ma soprattutto quello di far nascere il partito, con una propria sezione e coordinamenti eletti, in ognuno degli ottomila comuni italiani.

Per la tornata congressuale dovranno essere ammessi all'elettorato attivo e passivo, oltre ai soci che abbiano optato per l'adesione triennale, anche quelli che abbiano scelto l'iscrizione annuale e che risulteranno quindi in regola con il tesseramento 2006.

Per completare la campagna-adesione sulla base di questi criteri, e in tempo utile per svolgere i congressi nella primavera del 2007, è necessario prorogare i termini delle adesioni al 31 gennaio.

Per quanto riguarda la celebrazione dei congressi essi avranno luogo a partire dal prossimo mese di marzo, per i livelli comunali, per poi consentire lo svolgimento di quelli provinciali entro maggio-giugno, con l'eccezione delle realtà interessate dal voto amministrativo 2007, dove la stagione congressuale potrà partire dopo l'eventuale turno di ballottaggio salvo parere diverso dei coordinatori regionali.

Stampa/Si stringe il cerchio su Prodi

Diversi segnali indicano che si sta stringendo il cerchio intorno a Prodi, ma chi li lancia non sembra ancora avere pronto il ricambio.

Secondo Stefano Folli, su Il Sole 24 Ore, lo scarto di D'Alema sull'Afghanistan ("intervento da ripensare") contiene un preciso messaggio a Prodi, al quale il vicepresidente del Consiglio ricorda di non essere l'unico in grado di tenere un buon rapporto con l'ala sinistra dell'Unione e lo diffida dall'usarla contro la parte moderata della stessa e in particolare contro i Ds.

Il segnale è che Prodi non può più permettersi di appoggiarsi all'ala sinistra dell'Unione.

Massimo Franco, sul Corriere della Sera, scrive che porre la fiducia sulla Finanziaria "metterebbe Prodi in imbarazzo nei confronti del Quirinale" e che se supererà la Finanziaria "potrebbe avere qualche mese di minore affanno", dando appuntamento alle elezioni amministrative di primavera cui parteciperanno 11 milioni di elettori: una sconfitta del centrosinistra sarebbe una sconfitta di Prodi e questo potrebbe indurre Ds e Margherita ad abbandonarlo.

Secondo Paolo Passarini, su La Stampa, Prodi teme che il Quirinale, che non vorrebbe il voto di fiducia sulla Finanziaria, sia favorevole a un esecutivo dalle larghe intese. Aggiunge che i rapporti di Napolitano con Prodi "sono formalmente buoni, anche se hanno lievemente risentito di qualche sospetto reciproco".

Mentre il Corriere accenna a un breve scambio di battute tra Prodi e Veltroni, La Stampa sostiene che Veltroni abbia un asso nella manica per il congresso Ds: la presentazione di una mozione che lo faccia diventare polo di riferimento alternativo alle attuali strategie e agli attuali leader.

Quanto a La Repubblica, sottolinea il ruolo sempre più europeo di D'Alema, che in tal modo toglie referenti a Prodi; arruola Bertinotti tra coloro che non vogliono che il governo ponga la fiducia sulla Finanziaria alla Camera, che sarebbe per Prodi un modo per compattare la maggioranza; evidenzia il giudizio negativo di D'Alema sul modo in cui è stata condotta la redazione della Finanziaria ("sembra un suk arabo dove ciascuno cerca qualcosa"); infine valorizza il movimentismo nell'ala sinistra dell'Unione, Radicali, Sdi, Verdi, facendo intendere che le loro ansie (soprattutto in vista della riforma elettorale) potrebbero mettere Prodi in difficoltà.

In conclusione, sembra di assistere alla confezione di una cambiale con scadenza per Prodi, la cui sopravvivenza è sempre più legata al fatto che nella sinistra non c'è accordo su chi debba sostituirlo perché un tale accordo implicherebbe un patto di stabilizzazione politica con vincenti ed esclusi per un periodo che i secondi ritengono comunque troppo lungo.

Annozero/La precisazione di Santoro

Agenzia Ansa del 9 novembre

In apertura della puntata di Annozero, Michele Santoro ha letto la nota di precisazione che l'ex premier Silvio Berlusconi aveva inviato la scorsa settimana sul caso Mills. "Tutti aspettano - ha detto Santoro, subito dopo l'ingresso in studio - le famose precisazioni di Berlusconi. Le ho ricevute alla fine della scorsa puntata e perciò non le ho trasmesse, sono ben contento di farlo stasera".

Berlusconi, ha spiegato il giornalista leggendo la nota del leader di Forza Italia, "voleva precisare tre punti.

In primo luogo, dice che 'l'avvocato Mills ha raccontato di aver ricevuto il regalo da Berlusconi per non dover spartire con i suoi soci di studio quello che era un compenso professionale derivante dall'imprenditore Attanasio'.

Secondo punto: 'i documenti che provano che quei 600mila dollari venivano non da Bernasconi ma da Attanasio sono già depositati al processo e sono inoppugnabili'.

Terzo, dice ancora Berlusconi, 'il processo è destinato alla prescrizione tra un anno e quindi è inutile ed è fatto per gettare fango gratuito su Berlusconi"'.

   

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