ti trovi in: Motore Azzurro » il Quaderno » il Quaderno del 13 novembre

il Quaderno del 13 novembre

Il film sulle elezioni: solo falsità

Il Corriere della Sera (pag. 14) rilancia la tesi del film di Deaglio e Cremagnani sul "broglio" elettorale del 9-10 aprile: un programma informatico avrebbe trasformato le schede bianche, da un certo livello percentuale in poi, in schede a favore di Forza Italia. Scoperto appena in tempo, il risultato si sarebbe fissato a 24 mila voti a favore dell'Unione.

I punti su cui si basa questa assurda tesi sono due:

L'intervento del Corriere fa temere che questo tema sarà sviluppato con grande forza per ridare legittimità politica a un centrosinistra in affanno, ma soprattutto per screditare Berlusconi e Forza Italia in vista di una crisi sempre più probabile del governo Prodi.

Questa operazione si inquadra nel disegno più generale di spingere Berlusconi fuori dalla politica e rimescolare le carte del panorama politico italiano.

Le elezioni del 9-10 aprile, infatti, se hanno segnato la sconfitta del centrodestra, non hanno intaccato il prestigio e il ruolo di Berlusconi. Anzi: Forza Italia ha raccolto tanti voti quanti quelli di tutti gli altri partiti di centrodestra e quindi non può essere emarginata.

Per la sinistra è normale scatenare battaglie politiche sui complotti perché, secondo la sua visione, la destra ha sempre le armi - dal denaro ai media e ai segmenti di servizi deviati - per organizzare complotti contro la sinistra.

Vale la pena, però, di ricordare che se ci sono stati brogli questi non sono venuti dal centro-destra, anzi Forza Italia si è battuta - ed ha ottenuto - una commissione d'inchiesta per accertare se ci sono state irregolarità nelle elezioni di aprile.

Il film sulle elezioni di aprile. Bonaiuti: calunnia inaccettabile

Dichiarazione dell'on. Paolo Bonaiuti, portavoce del presidente Silvio Berlusconi.

"Come si può definire il film pubblicizzato oggi in una pagina del Corriere? Un film di cattiva fantascienza? Un semplice falso? Un'operazione fraudolenta? In parole povere una clamorosa bufala, o ancor di più una calunnia inaccettabile? Purtroppo ‘uccidete la democrazia', questo è il titolo del film che ribalta la verità e cerca davvero di uccidere la democrazia, non è soltanto falsità. Niente di quello che viene raccontato è infatti mai avvenuto: telefonate, liti, grida, riunioni nella notte, imbrogli informatici. Proprio per queste inverosimiglianze, il film appare come un tentativo di depistaggio: perché se brogli ci sono stati nelle elezioni politiche - e lo accerterà la commissione d'inchiesta voluta proprio da noi - non sono certo venuti da parte nostra".

"Un depistaggio per sviare l'attenzione sul controllo dei voti e la verifica di quanto è successo il 9 aprile" che arriva fino alla "calunnia, tanto che interverranno gli avvocati di Forza Italia e della Casa delle Libertà, ha successivamente aggiunto Bonaiuti ai microfoni di ‘Radio Radio'.

"Temo che dietro un film come questo - ha concluso il portavoce del presidente Berlusconi - ci sia molta carica ideologica".

L'esito delle elezioni, la calunnia di Sartori

In modo ineffabile, sconcertante e senza nessun contraddittorio, la trasmissione di ieri sera sulla terza rete Rai dal titolo "Parla con me", ci ha regalato una chicca avvelenata del professor Giovanni Sartori, accademico italo-americano ospite della signora Serena Dandini. Il professore ad un certo punto della trasmissione, dedicata al commento delle emozioni americane di mid term, si è spostato sulla politica italiana. Ed ha sferrato con apparente indifferenza uno degli attacchi più subdoli e velenosi al leader di Forza Italia, della Casa delle Libertà e capo dell'opposizione.

"Sappiamo bene che Berlusconi ha provato a falsare il risultato elettorale e che si è rivolto per questo al ministro dell'Interno Pisanu…l'ex premier lo ha ammonito e criticato, ridicolizzandolo come capo del Viminale che non è in grado di recuperare il extremis 24mila voti di differenza!".

Risatina di circostanza della Dandini, nessun commento nel merito perché passasse la vulgata che è stato Silvio Berlusconi a tentare di falsificare, coinvolgendo un suo ministro, l'esito elettorale sfavorevole al centrodestra.

La gravità della circostanza è duplice: per il fatto in sé, per come è avvenuto, e quel che è peggio, per l'indifferenza e la nonchalance con cui il politologo fiorentino ha affermato una cosa tanto grave.

Manovra/Nessun aumento per gli statali

Un accordo segreto fra governo e sindacati fa sparire le risorse per il rinnovo del contratto degli statali. Pochi osservatori se ne sono accorti, ma nella relazione tecnica che segue l'emendamento del governo alla finanziaria sull'argomento, non vengono previste maggiori risorse per i contratti pubblici. Gli incrementi economici -scrive la relazione tecnica - saranno del 2% nel 2007 e del 2,46% nel 2008. Esattamente come prima.

L'accordo segreto, raggiunto fra Cgil, Cisl e Uil e Padoa Schioppa prevede che se nel corso del 2007 dovessero mancare le risorse per il rinnovo dei contratti, il ministero dell'Economia dovrebbe fare un decreto per recuperarle.

Con un particolare. La trattativa vera e propria fra le parti inizierà non prima di marzo. Il decreto arriverà (se arriverà) a giugno. Con il risultato che per oltre sei mesi, gli statali non vedranno alcun beneficio in busta paga.

Se qualcuno cercava una conferma di come i sindacati abbiano smesso di essere la cinghia di trasmissione dei partiti della sinistra, eccola servita. Ora sono diventati la cinghia di trasmissione del governo. In questo modo, diventano un'arma dei Ds e della Margherita in chiave anti Rifondazione. Un'altra. Con buona pace degli statali, che non riceveranno nessun aumento contrattuale. In compenso, dovranno pagare più tasse (con la riforma Irpef), più contributi (almeno lo 0,3% in più), e per chiedere l'anticipo sulla liquidazione dovranno rivolgersi all'Inps.

Manovra/La Montalcini presa in giro

Dopo la fallita operazione Pallaro, il governo ci riprova con la Montalcini. Il senatore sudamericano aveva annunciato che se il governo non avesse aumentato di 14 milioni di euro le risorse per gli imprenditori italiani nel mondo, non avrebbe votato la finanziaria. Il governo ha subito presentato un emendamento che aumentava di tale entità i trasferimenti agli italiani all'estero. Ma sottraeva le risorse allo stesso capitolo di bilancio. "Mi hanno preso per il culo", commentava (testuale) el senador. E continua a dire che non vota la manovra.

Idem la Montalcini: senza soldi alla Ricerca non voto la finanziaria, ha minacciato nei giorni scorsi il premio Nobel e senatore a vita. Ieri alla Camera compare un emendamento che stanzia 207,5 milioni per la ricerca. Di questi, però, 140 sono soldi già previsti dalla finanziaria. Gli altri arrivano da altrettanti tagli alla Ricerca. Insomma, una partita di giro: ad essere eleganti. "Una presa in giro", ha commentato Fabio Mussi. Il ministro dell'Università e della Ricerca si sente come Pallaro: gli promettono soldi e poi li recuperano dallo stesso fondo di bilancio.

Con il risultato che con la manovra il Cnr si vedrà ridurre gli stanziamenti di oltre il 12%; e le somme per i consumi intermedi (cioè le spese di funzionamento) non saranno sufficienti nemmeno per coprire gli stipendi.

Manovra/Il Vescovo preso a prestito

Bruno Forte, vescovo di Chieti, già consigliere di Giovanni Paolo II, spesso usato dalla sinistra per la sua condanna della società consumistica, viene ancora assunto come difensore del governo Prodi e della sua finanziaria che, a detta di tutti, è penalizzante per l'economia e per i cittadini.

Il Tg1 di Riotta gli riserva un'ampia intervista in cui il teologo esprime la sua condanna per chi non paga le tasse e invita i politici a spiegare ai cittadini che è giusto pagarle: un aiuto insperato e inatteso per Prodi e Padoa Schioppa. Un aiuto che l'Unità ha voluto enfatizzare offrendo alle parole dell'alto prelato una machette rossa in prima pagina, sotto la testata: "Non pagare le tasse è peccato. Chi lo fa ruba ai poveri, perché toglie allo Stato risorse da destinare ai più deboli. E nello steso tempo toglie agli onesti, perché essi devono pagare di più visto che altri non pagano".

Queste le parole del vescovo che diventano alla bisogna un bel manifesto di cui la sinistra radicale statalista enfatizza il sostegno alle tasse. In effetti l'alto prelato condanna l'evasione fiscale, un male che affligge il nostro paese e che ha nella classe politica due diverse forme di lotta: quella liberale che intende debellarla (e in parte il governo Berlusconi ci è anche riuscito) con una pressione fiscale equa e, quella comunista-statalista che invece vi provvede con uno stato di polizia e di repressione.

Ma il vescovo di Chieti questo non lo precisa così come l'anticlericale quotidiano di Antonio Gramsci non scrive che le tasse sono un obbligo sociale, prima che cristiano. E così capita che in un momento in cui si rischia di affogare, ci si aggrappi a tutto, anche alla sottana di un vescovo se questo ci aiuta a "galleggiare", con buona pace di Guareschi e del suo Peppone e Don Camillo. Ma soprattutto con buona pace della verità e del buon senso: questo sì, un vero peccato!

Manovra/"Colpisce tutti, indiscriminatamente"

Agenzia di Stampa Apcom del 13 novembre, h. 12,41

Io che non sono un tifoso juventino auguro alla squadra di Prodi di fare come la Juventus che ha recuperato lo svantaggio".

"Ma loro non sono la Juve, questo è un governo che ha predicato bene prima delle elezioni e poi ha razzolato malissimo".

Paolo Bonaiuti, portavoce di Silvio Berlusconi, usa la metafora calcistica per rispondere alle dichiarazioni del presidente del Consiglio.

Intervistato da ‘Radioradio' Bonaiuti ha aggiunto che "questo governo invece di prendere coscienza e ammettere che qualche errore è stato fatto, invece di fare autocritica e provare a cambiare, ogni volta butta le colpe addosso agli altri e va avanti lungo la strada del muro contro muro e del contrasto severo".

La Finanziaria del governo, ha concluso Bonaiuti "colpisce tutti indiscriminatamente".

"Ma si era mai visto protestare contemporaneamente magistrati e rettori, piccoli imprenditori e grandi imprenditori, notai e i farmacisti?".

"Questo è un governo che ha predicato bene ma ha razzolato malissimo".

Bonaiuti: manovra terribile e tutta tasse. Agenzia Ansa dell'11 novembre, h. 16,30

Paolo Bonaiuti, portavoce del presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi definisce "terribile" la manovra finanziaria, sostenendo che è una legge di bilancio "tutta tasse" e tesa a "frugare nelle tasche degli italiani". È la conferma, ha aggiunto il deputato di Forza Italia, che "questo è il peggior governo del dopoguerra. Sfido chiunque a trovare qualche italiano pronto a dire che nella manovra ci sono dei lati buoni". "L'impressione - ha proseguito - è che il governo stia cercando di mettere le mani nelle tasche degli italiani".

Manovra/Loro, grande confusione

Si apre una settimana cruciale per le sorti del governo: giovedì il Senato sarà chiamato a votare la pregiudiziale di costituzionalità presentata dalla Cdl contro il decreto fiscale collegato alla Finanziaria. Se questo passasse, si bloccherebbe anche l'iter della manovra, e le dimissioni del governo sarebbero inevitabili.

L'Unione è sull'orlo di una crisi di nervi: i focolai di malessere dentro la maggioranza, infatti, aumentano in modo esponenziale, e si teme un sempre possibile incidente di percorso. Pare però improbabile, al momento, che cinque senatori del centrosinistra siano già pronti a dare la famosa spallata a Prodi, come si sostiene in alcuni ambienti dell'opposizione. E poi - come ha malignamente ipotizzato Cossiga su Libero, dopo la visita a Berlusconi - Prodi può fare affidamento su un eventuale soccorso occulto dell'Udc, anche se Casini ha subito smentito, dicendo che non è all'ordine del giorno il suo appoggio a un governo di centrosinistra.

E' certo, comunque, che l'ultimo week-end è stato campale per il Professore: il senatore De Gregorio ha minacciato di non votare (con altri) la Finanziaria a causa del taglio delle spese militari; le ali estreme di Rifondazione, Verdi e Pdci sono in sofferenza per la causa esattamente opposta (troppe spese militari). E poi c'è il caso Montalcini, che sta assumendo dimensioni grottesche e conferma quanto la situazione nella maggioranza resti "caotica". Il Consiglio dei ministri di venerdì si è diviso praticamente su tutti i punti all'ordine del giorno. Con il ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero (Prc), che ha votato contro il decreto presentato dal titolare del Lavoro Damiano, Ds, sul Tfr e i fondi pensione. E che poi, insieme a Mussi e Pecoraro Scanio, ha detto no alla relazione per dar via libera al Mose presentata da Di Pietro. Bertinotti getta acqua sul fuoco, sostenendo che non ci saranno conseguenze politiche, ma il suo partito è in allarme, perché il decreto sul Tfr conferma di fatto la riforma Maroni. La sinistra radicale sospetta che dietro questa accelerazione improvvisa sul Tfr ci siano le pressioni di Rutelli sulla 'fase due' del governo e sul piano di liberalizzazioni. Ma non basta: uno schiaffo ai comunisti del governo è arrivato anche da Amato, che ha deciso di rinviare il disegno di legge per la regolarizzazione dei lavoratori immigrati vittime di sfruttamento, sostenendo che si tratta di una misura che crea contrasti con i ministri dell'Interno europei.

Come si vede, la maggioranza è una polveriera che però potrebbe anche non esplodere a breve. Bertinotti si sente talmente sicuro della sua determinante forza politica da aver sfidato perfino il Capo dello Stato sulla natura bellica della missione italiana in Iraq. E il governo, in politica estera, sta riposizionando l'Italia su posizioni distanti non solo dagli Usa e da Israele, ma dalla stessa Nato, pagando così la sua cambiale alla sinistra estrema. Tanto da indurre Panebianco a chiedersi, sul Corriere da sempre schierato al fianco di Prodi, quanto potrà continuare "un governo dotato di una maggioranza risicata e ballerina a rimanere a lungo così impermeabile e chiuso alle istanze dell'altra metà del Paese".

Antimanovra/Noi, grande manifestazione

La manifestazione del 2 dicembre a Roma contro la Finanziaria è la risposta a quanti, elettori e simpatizzanti del centrodestra, chiedono insistentemente di poter manifestare in piazza contro questo governo.

E, spostare la manifestazione romana da piazza del Popolo a piazza San Giovani in Laterano, quella dei grandi raduni di massa della sinistra, conferma la previsione di una partecipazione imponente a questa manifestazione indetta da Forza Italia, Alleanza Nazionale, dalla Lega, e da tutti gli altri partiti dell'opposizione, con la sola eccezione dell'Udc che manifesterà a Palermo.

Nessun governo è crollato in seguito ad una manifestazione riuscita, ma in questo clima di caos, con un governo in preda a fibrillazioni continue, e con un Senato in balìa di pochi voti di maggioranza, tutto può accadere.

Una manifestazione impressionante può avere l'effetto di dimostrare che l'opposizione è in ottimo stato di salute, che la leadership di Berlusconi è più forte che mai e che il governo è contestato dalla maggioranza del Paese e sicuramente avrà un forte impatto politico se oltre ai militanti organizzati dalle forze politiche vedrà la partecipazione spontanea di cittadini da tutta Italia.

Naturalmente per favorire questa partecipazione spontanea occorrerà sviluppare una forte campagna di comunicazione, sia con i manifesti che attraverso l'appello diretto di Berlusconi e degli altri leader della Casa delle Libertà.

Nel caso di un successo oltre le aspettative della manifestazione, il percorso, già accidentato, della Finanziaria sarà sottoposto ad ulteriori tensioni e difficoltà di ordine politico.

A questo punto, anche se non imploderà nei prossimi mesi, in attesa delle elezioni amministrative parziali della prossima primavera, il governo riceverà un'ulteriore segnale di sfiducia. E allora, la crisi non potrà essere ulteriormente rinviata.

   

« numero precedente