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il Quaderno del 19 ottobre

Berlusconi: determinato a liberarmi di Prodi

Agenzia Ansa del 19 ottobre h. 00,05

"Ci sono tanti senatori della sinistra che ogni giorno di più hanno delle delusioni sulle proposte e sull'operato di un governo che é succube della sinistra radicale e massimalista". Così Silvio Berlusconi al termine di una cena con i senatori del suo partito ha risposto alla domanda se la maggioranza possa cadere in Senato sul voto alla legge finanziaria. L'ex premier ha quindi aggiunto che il suo partito é pronto ad accogliere questi scontenti "a braccia aperte".

"Siamo pronti - ha aggiunto l'ex premier - a fare una opposizione durissima su tutte le cose che non ci piacciono e sono tantissime".

Silvio Berlusconi ha chiesto ai suoi senatori di verificare "se e dove lo scontento che serpeggia nel Paese" sia presente anche in Parlamento e in particolare a Palazzo Madama. Nel corso di una cena da ‘Fortunato al Pantheon' con gli eletti a Palazzo Madama, il leader di FI ha ribadito che nel Paese "c'é grande insoddisfazione" nei confronti di questa manovra. Per questo, il Cavaliere ha invitato i suoi senatori a verificare se questo scontento sia presente anche fra i senatori della maggioranza.

"É certamente una cosa non commendevole che siano gli stessi ministri a presentare degli emendamenti alla finanziaria: é una cosa che non dovrebbe succedere con un governo serio".

"É il segnale - ha aggiunto - di uno scontento e di una insoddisfazione all' interno della maggioranza, che ormai sono ben visibili".

Berlusconi, l'entusiasmo del combattente

Quando arriva al ristorante romano i suoi senatori hanno già iniziato a gustare l'antipasto, ma al suo ingresso c'è animazione e un gran battere di mani per accogliere un Berlusconi che si presenta più in forma che mai. "Mi sento come se vivessi una seconda gioventù" dirà più tardi al momento dei saluti, e il messaggio che infonde alla pattuglia dei guastatori del governo appare quasi l'opposto di quanto diceva qualche mese fa.

Dopo le elezioni e la delusione per aver mancato la vittoria per un pelo e per tutta l'estate, il leit-motiv di Berlusconi si alternava tra delusione e forza di volontà: "sono stufo di questa politica - diceva - ma sono costretto a restare in campo perché non posso tradire il consenso del 50% degli italiani".

Da ieri la costrizione non c'è più e l'entusiasmo del combattente è tornato quello di dodici anni fa. Ed è con quell'entusiasmo che Silvio Berlusconi distribuisce tra i tavoli a ciascuno dei senatori, come fosse un volantino, le due pagine del sondaggio condotto da Euromedia Research, l'unico istituto che alle scorse elezioni aveva fatto centro.

Più del divario attuale, dove Berlusconi risulta 15 punti avanti al suo successore, colpiscono le tendenze: in costante ascesa la curva in azzurro della fiducia in Berlusconi e in parallelo calo la curva in rosso della fiducia in Prodi. Per quanto riguarda, poi, le coalizioni, la Casa delle Libertà vince la sfida, con la CdL al 52,5% e Forza Italia al 29%.

Così ai suoi dice quello che ripeterà fuori ai cronisti e ai passanti che alla sua uscita formano un capannello: "State tranquilli, sono determinatissimo a liberarmi di Prodi. Siamo pronti a fare un'opposizione durissima su tutte le cose che non ci piacciono e che sono tantissime". E la guerra al governo, oltre che in Senato, dove il governo è costantemente appeso a un filo, si porta in Molise, dove Berlusconi prevede di andare in altre due occasioni e dove chiede ai senatori, come aveva chiesto ai deputati, di fare campagna elettorale scegliendo uno dei 136 comuni della piccola regione dove è indispensabile confermare l'azzurro Michele Iorio.

Nell'agenda di Berlusconi non c'è solo il Molise. "Non dobbiamo perdere un colpo, come abbiamo fatto dal 1996 al 2001, quando abbiamo vinto tutte le elezioni intermedie" dice, alludendo però al fatto che stavolta all'opposizione si resterà meno di allora, al massimo due anni, quando il governo cadrà sotto i colpi dell'opposizione e dei conflitti che lo stanno dilaniando, molto maggiori di quello che appaiono.

Infine l'appuntamento per i prossimi incontri: "Sono a disposizione di tutti voi. Negli anni di governo abbiamo dedicato tutte le nostre energie al lavoro delle istituzioni. Oggi dobbiamo far ripartire il lavoro di tutti gli organismi di Forza Italia, che si riuniranno periodicamente. E io vorrei partecipare alle vostre riunioni di gruppo al Senato, almeno una volta al mese". E per congedo un grido di incoraggiamento: "Siate orgogliosi di questo simbolo e portatelo sempre con voi" dice toccando la spilla in argento con la bandiera di Forza Italia appuntata sul bavero della giacca, per concludere, tra strette di mano e applausi: "per cinque anni, da Presidente del consiglio di tutti gli italiani non l'ho indossata, ma ora sono tornato a essere, con fierezza, il presidente di Forza Italia".

Governo/Prodi precipita nei sondaggi

Il ciclista Prodi ha forato, il treno dei suoi ministri è in panne. In soli tre mesi, la fiducia degli italiani verso il governo è crollato di 18 punti, da quota 63 a quota 45. Il premier ne ha persi nove. Un'enormità.

A dircelo è un sondaggio Ipr-Repubblica, che conferma altre rilevazioni e, soprattutto, un calo dei consensi partito subito, all'indomani delle elezioni, e che appare costante e senza freni, mese dopo mese. Dopo l'incredibile balletto delle nomine ministeriali, gli italiani già avevano negato a questo governo la "luna di miele". Ora, davanti a questa finanziaria, mostrano di avergli tolto direttamente la fiducia. Il significato di questo crollo è ancora più evidente, se si considera la fonte del sondaggio e il fatto che l'Unione ha "vinto" le elezioni grazie a soli 24mila contestatissimi voti.

Quanto ai ministri, in testa al crollo dei consensi c'è quello dell'Economia, Padoa Schioppa, che perde venti punti. Il più gradito è invece D'Alema (immaginiamo con quanta soddisfazione del premier). Mentre a conquistarsi la medaglia d'argento è il "giustizialista" e guastatore Di Pietro. Mastella è naturalmente in coda ("i lettori di Repubblica non sono i miei elettori"), il che legittima l'interrogativo su cosa ci faccia dentro questa coalizione ostaggio della sinistra radicale.

Crolla Fioroni, è nelle posizioni di coda Pecoraro Scanio. Ma un po' tutti, per riassumere, ne escono con le ossa rotte. Sarebbe stato interessante e istruttivo conoscere l'opinione su Visco, che pure non è difficile immaginare, ma purtroppo i "ministri ombra" non sono in classifica.

Repubblica segnala che "la percentuale di conoscenza di ogni singolo ministro da parte dell'opinione pubblica è in aumento, in pratica aumenta la conoscenza e diminuisce la fiducia". Come dire: questi qui, se li conosci li eviti.

Governo/Prodi attaccato dagli "amici"

Scrive oggi Massimo Giannini su La Repubblica:

Scriveva ieri Sebastiano Messina su La Repubblica:

"Ammettiamolo: mai una finanziaria era stata così emozionante, così avvincente, così piena di suspence. La riforma Irpef, per esempio, doveva colpire i ricchi (oltre i 70 mila euro). Poi la soglia della ricchezza è salita a 75 mila. Poi è scesa a 40 mila. Ieri si è scoperto che ci rimetterà anche un semplice impiegato con moglie a carico e 29 mila euro di reddito. Lui però è contento: è ricco e non lo sapeva.

"Nella scuola, 50 mila insegnanti dovevano essere espulsi. Poi il governo ci aveva ripensato. Ieri mattina sono stati di nuovo messi "in esubero". Ieri sera avevano riconquistato il loro posto(ma tre di loro, nel frattempo, hanno avuto un infarto).

"Brillante la performance automobilistica: "Più tasse sui Suv, esonero dal bollo per le euro4". Ieri mattina è caduto l'esonero. Nel pomeriggio sono svanite le tasse sui Suv. Alle 8 di sera le tasse sui Suv sono rispuntate, ma l'esonero per le euro4 no. Boom delle vendite di biciclette.

"Novità positive invece per le tasse di successione. Prima venivano colpiti anche i trivani di periferia, da ieri sono esentati gli attici in centro. È una buona notizia per gli agonizzanti (ai quali il governo raccomanda comunque di aspettare il voto finale)".

Dice Daniele Capezzone, presidente della Commissione attività produttiva della Camera e segretario di Radicali italiani:

"Il governo farebbe bene a compiere un atto di ragionevolezza: quello di riscrivere la finanziaria sulla base delle indicazioni del governatore Draghi, tornando alla direzione di marcia fissata dal Dpef"'.

"Sono in corso danni gravissimi (e, temo, difficilmente riparabili) nel rapporto con ampi settori di opinione pubblica. Con lealtà, avevamo non solo avvisato di questi rischi, ma avevamo ed abbiamo cercato di operare, anche con il "tavolo dei volenterosi", per ridurre il danno e introdurre qualche elemento di saggezza".

Governo/Prodi ha per amico Riotta

Governo/Prodi è solo contro tutti

La situazione in cui ieri si è trovato Tommaso Padoa Schioppa - prigioniero per qualche minuto nel suo ufficio a causa di un corteo di dipendenti ministeriali che protestavano su impulso della Cgil - può essere letta come una metafora. Questo governo, come dimostrano la struttura e la rapace durezza della Finanziaria, è ostaggio della sinistra radicale, ma questa condizione non gli garantisce per niente la "pace sociale": il baratto consumato per puntellare una coalizione traballante non è servito a nulla.

I dipendenti del ministero dell'Economia protestano per i tagli che cancellano i fondi destinati a premiare la produttività. Sempre i tagli al bilancio sono sul piede di guerra i dipendenti della Farnesina, mentre il mondo della scuola è in rivolta per la riduzione annunciata di 50 mila posti di lavoro.

Non c'è settore del pubblico impiego che non sia in agitazione e a promuovere la protesta sono proprio le centrali di quella Cgil che si era affrettata a "rivendicare" come sua la manovra.

E il peggio deve ancora venire: perfino la stampa amica del governo si è accorta che i decantati sgravi derivanti dal taglio del "cuneo fiscale" riguarderanno, con gradualità e prudenza, le imprese e non i lavoratori dipendenti.

Questi non avranno nemmeno le briciole: dovranno contentarsi, si fa per dire, delle nuove aliquote Irpef, che come è stato dimostrato anche dal governatore della Banca d'Italia bastoneranno pure i redditi medio-bassi.

Insomma, Prodi e il suo governo sono soli contro tutti, in un crescendo di critiche e contestazioni. Il Professore è in rotta di collisione soprattutto con la sua maggioranza, chiamiamola pure così. C'è un dato significativo, che dovrebbe fa riflettere tutti: dalle file della maggioranza sono stati proposti ben 254 emendamenti.

I ministri che tre settimane fa hanno votato la manovra, e i dirigenti politici che l'hanno difesa con menzogne e cavilli, ne chiedono adesso la riscrittura, forse perché incalzati dalla delusione e dallo scontento dei loro stessi elettori. I sondaggi sono impietosi e i ripensamenti sono tardivi.

I primi a non credere nella manovra così com'è, dunque, sono gli esponenti della maggioranza.

E allora il ricorso alla fiducia appare come un espediente rivolto a tappare la bocca, con sovrano disprezzo della democrazia, all'opposizione, ma anche un mezzuccio per richiamare all'ordine, con durezza, la fronda interna che s'allarga e s'irrobustisce.

Riuscirà il Professore a guardarsi dagli amici?

Governo/Prodi ha il Paese contro

Forse è vero che non si governa con i sondaggi, ma nemmeno contro un Paese.

I giornali stanno dicendo che Prodi sta governando contro il Paese. Sta governando contro gli italiani. E gli italiani se ne sono accorti. I sondaggi non vengono fatti nel salotto buono della finanza italiana; ma fra la gente. E la gente è frastornata, confusa, delusa.

In questi giorni tutti si stanno facendo i conti su quante tasse pagheranno in più. Lo stanno facendo gli artigiani, i commercianti, i lavoratori dipendenti. E tutti hanno notato che, a differenza di quel che dice il governo, pagheranno più tasse; perderanno servizi; avranno meno libertà.

Questa finanziaria mette le mani nelle tasche dei cittadini. Il governo entra direttamente nei bilanci familiari di oggi, ed ipoteca quelli di domani.

Questa finanziaria è inemendabile. Pensare di intervenire in Parlamento per migliorarla non sarà facile.

Per tre motivi, tecnici e politici.

Il Paese si è reso contro che Prodi sta governando contro gli italiani. Lo dicono i sondaggi. Lo dicono i giornali. Lo dicono tutte le categorie, tutti i ceti sociali (dal metalmeccanico all'avvocato), tutti i gruppi rappresentativi. Insomma, tutto il Paese. E non si può governare contro un Paese, soprattutto se questo Paese, come l'Italia, fa parte del G-7.

Noi/Torniamo in piazza, il 28 e 29

Gli ultimi avvenimenti politici, e in particolare la presentazione di una Finanziaria che peggio non poteva essere concepita, hanno allarmato gran parte dell'opinione pubblica, a partire dai vertici dell'economia e dell'industria sino ad arrivare ai semplici cittadini.

La sinistra ha confermato di essere il "partito delle Tasse", le menzogne raccontate da Prodi in campagna elettorale sono state smascherate, l'opinione pubblica è in fermento.

Non solo i cittadini che hanno votato la Casa delle Libertà, ma anche una parte sempre più ampia dell'elettorato moderato di centrosinistra si sente tradita dall'operato del governo e guarda al futuro con preoccupazione e angoscia.

Il governo Prodi ha mostrato la propria prevedibile fragilità con il continuo ricorso ai voti di fiducia su tutti i temi principali dell'agenda politica.

In questo scenario complesso e ricco di possibilità, occorre che sia i vertici di Forza Italia, sia chi è impegnato direttamente sul territorio si mobiliti per spiegare ai cittadini quanto sta accadendo, e in particolare per informarli dei pericoli e delle storture insiti nel decreto di Legge Visco-Bersani e nella proposta di legge finanziaria del governo Prodi. Entrambi i provvedimenti, infatti, si caratterizzano per la loro illiberalità, e la loro applicazione avrebbe gravi conseguenze sia per l'economia in generale, sia per la vita dei privati cittadini e per la loro privacy, oltre a rappresentare un primo passo verso un consistente aumento della pressione fiscale.

Con questi due provvedimenti il governo ha ideato un perverso sistema di controllo sulla vita di ciascun cittadino che prefigura la creazione di un vero e proprio "Stato di polizia", nel quale ciascuno sarebbe spiato, controllato e sottoposto a una serie infinita di verifiche burocratiche e di assoggettamenti fiscali.

Si tratta di norme che tartassano indistintamente tutti i cittadini e colpiscono al cuore il ceto medio produttivo del nostro Paese.

Per tutte queste ragioni è necessario dare seguito alla decisione che Forza Italia ha adattato nel corso dell'ultima riunione dei coordinatori: organizzare due giornate di mobilitazione nazionale sabato 28 e domenica 29 ottobre in tutte le piazze d'Italia con la presenza di gazebo e di banchetti attraverso cui distribuire il materiale informativo.

La macchina organizzativa gira a pieno regime e nei prossimi giorni varerà un calendario particolareggiato di questa iniziativa con la quale Forza Italia si rilancia come primo partito d'Itala e leader dell'opposizione. Vale la pena poi sottolineare che nel corso di queste due giornate di mobilitazione, saranno organizzate iniziative di confronto e di dibattito sui temi della Finanziaria alla presenza dei parlamentari e dirigenti politici azzurri.

   

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