peter patti

La Città dell'Alfabeto (Web version)

- I -

Fremendo di rabbia e di malinconia, seguii con gli occhi il ragazzotto viziato e ben nutrito che, più spingendo con i piedi che tirando, si portava nella sua stanza la sventurata Fiordaliso. I suoi di lei occhi con la loro spiccata globosità... e le trecce che stavano in posizione quasi orizzontale dopo la doccia di neuroni... Povera, povera amica mia, la pelle bruna di una razza disgraziata e la lingua di una cultura di secoli sepolti! Pare che non ci sia nulla da fare: poiché il tuo corpo è così ben fatto e i tuoi sguardi sono capaci di alterare la respirazione di un uomo, il destino tuo rimarrà sempre quello di merce vendibile, di bibló da usare a piacimento e poi scaricare.

Quante volte ti avevo posseduta, nella luce parallela di pomeriggi oziosi, io stesso compratore, io stesso usufruitore... innamorato della tua persona però, e del tuo indomabile orgoglio. Prima del sottoscritto c’erano stati molteplici altri, per lo più vecchi decrepiti, schifosi a vedersi. Una legione di maschi. Ti avevano trattata abominevolmente, come mi raccontasti; e io che non volevo sentir nulla, io che mi tappavo le orecchie! Oh, saresti dovuta essere tu la donna della mia vita, tu la mia dolce sposa esotica, la mia gattina... Ma ci avrebbero mai concesso la felicità? Avrebbero mai accordato un matrimonio "misto"?... Non riuscii più a sapere la risposta a questi miei dubbi, in quanto io stesso caddi allora in disgrazia: insieme al mondo intero.

Ad un certo punto la giostra si mise a girare vorticosamente, ognuno stabiliva la propria misura, sorsero nuovi parametri... polverizzazione della realtà. E il crollo definitivo di Wall Street.

Un forte strattone interruppe questa ridda di pensieri. E iniziò per me un penoso cammino lungo lustri e interminabili corridoi.

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   T r a n s i t s : novella di fantascienza di franc'O'brain

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