Milano 1994. Nei decenni precedenti il 1789, due grandi potenze furono governate da donne: Maria Teresa d'Austria e Caterina II di Russia. Facendo un paragone, nemmeno troppo azzardato, sarebbe come se oggi i presidenti di Francia e Stati Uniti (va bene, sembra che la moglie di Clinton di potere ne abbia molto, ma il titolare rimane sempre lui) fossero donne. Perché, malgrado tanti buoni propositi, leggi, ecc., una donna al potere rimane un'eccezione - anzi é evidente una regressione rispetto al Settecento - anche nei paesi più democratici? La pubblicazione da parte della Mondadori dell'ottima biografia "Maria Teresa" mi offre l'occasione di porre la domanda alla sua autrice, la giornalista e scrittrice Edgarda Ferri. Una donna che mi pare assai adatta a rispondermi per il fatto - tra l'altro - che, pur vivendo ai nostri giorni, ha convisssuto per 2 anni (il tempo necessario a raccogliere la documentazione - in archivi austriaci, italiani, praghesi e ungheresi - e a scrivere il libro) con una delle più grandi statiste di tutti i tempi.
R: Le donne non si sono quasi mai messe nella condizione di contendere il potere all'uomo proprio perché sono donne. La donna ha un potere enorme, quello della maternità. Non soltanto porta il figlio dentro di sé, ma lo cresce e lo plasma come vuole. Un simile potere, il più forte di tutti, insito anche nella donna senza figli, la tiene istintivamente distante dall'esercizio di quelli pubblici. Io credo che oggi le donne contendono il potere all'uomo perché quello della maternità sta affievolendosi.
D: Ma allora come é stato possibile che una buona madre di 16 figli governasse in modo eccellente e per ben 40 anni una paese vasto e eterogeneo come l'impero asburgico?
R: Maria Teresa ha compiuto un'enorme fatica, e lo dimostrano gli stralci di lettere pubblicati nel mio libro, dove descrive con somma pena la sua giornata. Non sono d'accordo che sia stata una buona madre. Come sovrana, non delegava nulla a nessuno. Come madre, invece, delegava tutto. Basti leggere gli appunti che consegnava giornalmente agli educatori: il pensiero era suo, ma non c'era la sua presenza.
D: Resta, comunque, uno dei pochissimi grandi personaggi storici non controversi, praticamente quasi tutte luci e poche ombre, o no?
R: Maria Teresa ha molte ombre, invece. Infatti, era una donna vera. Passionale e romantica. Ma anche impaziente, brusca, testarda. Mi sono divertita a raccontarla proprio perché piena di sfaccettature, contraddizioni, sbalzi d'umore, colpi di scena. Del resto, cantava e recitava benissimo. E certi episodi - come si presenta agli ungheresi per chiedere aiuto, come si taglia i capelli e si veste per la morte del marito, come muore, infine - mi convincono sempre di più che fosse guidata "anche" da un grande senso dello spettacolo.
D: Quali considera le più grandi realizzazioni - o fallimenti - di questa despota illuminata?
R: Ha lasciato segni ancora validi come riformatrice. Sanità, educazione, tassazione, agricoltura, industria, esercito: tutto si rinnova con lei, avviandosi ai tempi moderni. Più che "illuminata", direi che era una donna di buon senso. Capiva il nocciolo delle cose e si faceva aiutare a realizzarle da persone più esperte di lei. Come madre, ha fallito. Le figlie: una più scapestrata dell'altra. Per non parlare dell'erede, Giuseppe. Qui, il conflitto é stato enorme.
D: Il catasto, la rapida costruzione della Scala...nei possedimenti italiani di Maria Teresa si ricorda ancora il suo "buon governo". Mito o realtà?
R: C'é molto mito nel cosiddetto "buon governo" di Maria Teresa. Ma c'é anche molta verità. Era una donna che non stava mai ferma. Badava moltissimo a che la macchina dello Stato si perfezionasse. Studiava ogni espediente perché i suoi popoli vivessero meglio. Del resto, anche nei suoi Stati in Italia, aveva trovato una situazione assai simile a quella odierna: ruberie, "tangenti", nepotismi, favoritismi. La storia si ripete.
D: A parte i motivi politici, come il tormentone della Slesia, non ha l'impressione che nel suo grande antagonismo con Federico II di Prussia ci fosse anche una componente di natura umana?
R: Mi sono appassionata a raccontare il "duello" di Maria Teresa con Federico II. Questi due che dovevano sposarsi, che si rifiutano vicendevolmente, che non si vedono mai, che si fanno la guerra per tutta la vita. E poi, all'ultimo, quando Maria Teresa gli chiede di ritirarsi, perché vuol morire in pace, Federico non solo l'accontenta, ma, come regalo di compleanno, ordina il ritiro di tutte le truppe. Mi pare una grande storia, interessantissima, di amore/odio.
D: I tradimenti dell'amatissimo marito, i dissidi col figlio primogenito, ecc., ovvio che nemmeno il massimo potere dà la felicità, o no?
R: Sono convinta che Maria Teresa abbia sofferto moltissimo. Soprattutto, era una donna sola. La sua battuta finale, prima di morire, mette i brividi. E' stata, la sua, una morte fiera e dignitosa. Ma, anche, l'espressione di una solitudine intollerabile. Tutti pregavano e piangevano, mentre moriva. Lei sapeva, però, che non si trattava di amore.
Intervista realizzata da Giuseppe Serpagli
LA PAGINA DEGLI AMICI DELLA STORIA E GUESTBOOK

INDICE
MARIA TERESA D'AUSTRIA
Pagina 2  - Intervista a Edgarda Ferri
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