| MONARCHIE EUROPEE (dal 1900 ad oggi) |
| Milano 1995. Nel 1914, l'Europa era prevalentemente monarchica. Per contare gli stati repubblicani le dita di una mano erano troppe. Infatti - ad eccezione di Francia, Portogallo e Svizzera -, tutti gli altri capi di stato portavano in testa una corona. Senza contare l'impero ottomano che in Europa aveva ormai solo un lembo di terra, vi erano ben quattro grandi imperi, di cui due intercontinentali (Gran Bretagna e Russia). L'applicazione di principi costituzionali o comunque democratici scemava man mano che da ovest si andava verso est. Oggi, la situazione é molto cambiata, ma non capovolta. Malgrado siano in molti a considerare anacronistiche le monarchie e sebbene queste siano numericamente superate dalle repubbliche, resta il fatto che la metà degli stati che compongono l'Unione Europea ha ancora come capi di stato re o regine. E stranamente, la Francia, la più antica repubblica del continente (a parte la Svizzera, che però é un caso a sé per vari motivi), é anche uno dei paesi dove più vivo é il culto per gli antichi monarchi e dove il presidente (la dice lunga il fatto che qualcuno chiami Mitterand "Francesco III") ha poteri più ampi che qualsiasi altro capo di stato europeo. Comunque sia, ecco ora in libreria una carrellata sull'evoluzione delle monarchie nel vecchio continente durante il nostro secolo: il saggio "Gli ultimi re d'Europa" (Da Nicola II Romanov a Juan Carlos: le grandi dinastie nella bufera della storia), scritto dallo storico francese Pierre Miquel. |
| A seguito della prima guerra mondiale o durante la stessa, perdono la corona alcune tra le più illustri dinastie regnanti, come gli Asburgo (Austria-Ungheria più annessi e connessi), gli Hohenzollern (Germania) e i Romanov (Russia). Anche se queste dinastie hanno commesso errori nel corso dei secoli o nella bufera della grande guerra e non sempre sono state degnamente rappresentate, tutte e tre possono vantare validissimi antenati (che hanno contribuito non poco al benessere - misurato con i metri dei loro tempi - dei loro stati o sudditi) come, rispettivamente, Maria Teresa, Federico II e Pietro il Grande o Caterina la Grande, per non citarne che alcuni. Gli Asburgo e gli Hohenzollern se la cavano con l'esilio. Invece, Nicola II, ultimo zar di "tutte le Russie", cui era toccato di affrontare non solo la guerra ma anche la rivoluzione comunista, finisce massacrato (nonostante abbia già rinunciato al trono) con gran parte della sua famiglia. All'autocratico impero zarista, se ne sostituisce poco a poco un altro ancora più vasto e potente, quello totalitario sovietico. Nell'Europa tra le due grandi guerre, comunque, le teste coronate sono ancora tante e c'é anche chi, come il re di Serbia, si vede più che raddoppiare l'estensione del suo regno, grazie alla sconsiderata creazione della Iugoslavia. Ma c'é anche chi la corona la perde (per motivi interni) proprio in quel periodo, come il re di Spagna nel 1931. |
| Alla fine della seconda guerra mondiale, c'é un'altra cacciata di re, che più o meno erano saltati sul carro nazifascista o comunque si erano appoggiati a regimi dittatoriali, nell'Europa meridionale. La più illustre dinastia che ora perde la corona é senza dubbio quella italiana dei Savoia. Analoga sorte spetta a tutte le case regnanti (d'origine germanica o danese) nei Balcani; resiste ancora per qualche decennio quella greca, ma anch'essa alla fine (1967) deve lasciare il posto alla repubblica. Ma non é mai detta l'ultima parola! Il processo del passaggio dalla monarchia alla repubblica non é irreversibile ed ecco che nel 1975 si ha, con l'incoronazione di Juan Carlos di Borbone, una restaurazione monarchica in Spagna (e un ritorno alla democrazia dopo tanti decenni di dittatura). |
| Oggi, oltre che in Spagna, le monarchie costituzionali continuano a prosperare - in modo generalmente discreto e certamente ultrademocratico - nei paesi attorno ai mari del nord e baltico, dalla Gran Bretagna (dove la grande "professionalità" della regina Elisabetta II sembra averla, comunque, sempre vinta sulle bufere sentimental-sessuali che di tanto in tanto colpiscono la sua prole) alla Svezia. Anche se tutte le dinastie deposte (dagli Asburgo ai Romanov) sono vive e vegete, non sembra che il modello spagnolo sia esportabile ed é difficile anche soltanto intravvedere un'altra possibile restaurazione monarchica altrove in Europa. In quasi tutte le odierne repubbliche europee, l'idea monarchica é ormai inesorabilmente sbiadata o limitata a gruppi di nostalgici, quando non associata a tristi ricordi d'un passato da dimenticare. E anche in Russia, "il ricordo degli zar non é affatto coltivato se non da quelli che amano il canto profondo dei pope e l'odore d'incenso", per concludere con le parole dell'autore del saggio. Giuseppe Serpagli |
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| STORIA E STORIE by bard842 Giuseppe Serpagli Mail: bard842@yahoo.com |
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