PAOLINA BONAPARTE BORGHESE |
Milano 1995. Anche se non giochò un gran ruolo nella storia, Paolina Bonaparte (1780/1825), sorella di Napoleone, gode ancora di buona fama per una serie di motivi: dalla sua leggendaria bellezza alle sua grande leggerezza sessuale, dalla sua vita capricciosa alla celebre statua che di lei (come Venere Vincitrice) fece il Canova. E naturalmente per aver appartenuto al gran clan dei Bonaparte che nel primo decennio dell'Ottocento dominò e sconquassò mezza Europa. Scritta da Antonio Spinosa una quindicina d'anni fa, la biografia di questa ammaliatrice, che vinse altrettante battaglie a letto di quante ne vinse il celebre fratello in guerra e in politica, é recentemente riapparsa nelle librerie in edizione economica. Dentro c'é la Storia, naturalmente, ma c'é anche un approfondito e umanissimo ritratto di una donna, bellissima e fragile, a cui la sorte riservò una vita breve ma eccezionale. Un libro interessante e piacevole che può essere accostato senza timori anche da chi non ama troppo la storia (magari per dimenticare per qualche decina d'ore il pollaio della politica italiana e i relativi strombazzamenti ed emergenze, vere o fasulle, di cui rigurgitano i media italiani). |
Nata ad Ajaccio, come tutti i numerosi figli di Carlo Maria Bonaparte e Letizia Ramolino, Paolina crebbe tra la Corsica e la Provenza, anche in relativa povertà, prima dell'ascesa al potere del geniale fratello. Nel 1797, mentre la carriera di Napoleone procedeva a vele spiegate, sposò il giovane generale Leclerc e nemmeno un anno dopo mise al mondo il suo unico figlio, Dermide (che doveva poi morire ancora bambino), a Milano. Dopo aver incominciato a brillare alla corte del fratello, ormai primo console, e a concedersi vari amanti, Paolina seguì il marito, inviato a sedare la rivolta degli indigeni di Santo Domingo. Morto Leclerc di febbre gialla nel 1802, Paolina rientrò in Francia, pronta per nuovi amori e nuovi onori, mentre Napoleone procedeva nella sua strabiliante carriera, culminata nel 1804 con la sua proclamazione di imperatore dei Francesi. Nel frattempo (1803), Paolina era convolata a nuove nozze con il principe Camillo Borghese. Un idillio (se mai lo fu) di brevissima durata che si risolse presto in una separazione di fatto, in una serie di amanti per Paolina, a cui ora oltre le sue bellezza e grazia dava smalto il fatto di essere la sorella di uno dei più potenti monarchi d'Europa. Paolina era la sorella preferita da Napoleone (tanto che non mancarono le voci, quasi certamente infondate, di incesto), gli assomigliava psicologicamente e come lui era "instancabile, insonne, maniaca dell'ordine minuzioso, accentratrice, combattiva e prepotente". |
Nominata duchessa di Guastalla, durante i fasti del decennio circa d'impero, tenne una specie di corte nel suo castello di Neuilly, ma non cessò mai di errare da una stazione termale all'altra o da una località all'altra, di concedersi sempre un nuovo capriccio, di passare da una malattia vera a una immaginaria o dalla braccia di un amante a quelle di un altro. Nel momento del bisogno, seppe però essere vicino al fratello meglio di tutti gli altri napoleonidi. Lo raggiunse nell'esilio all'isola dell'Elba e, dopo la sconfitta di Waterloo, se le fosse stato concesso, avrebbe fatto altrettanto in quello successivo e definitivo di S. Elena. Finito il primo impero francese, nel 1815 Paolina, dopo aver temuto un trattamento peggiore da parte delle potenze vincitrici, poté stabilirsi a Roma, dove papa Pio VII accolse magnanimamente anche altri Bonaparte, tra cui la madre del deposto imperatore e i fratelli Luciano e Luigi. |
Dopo un inizio finanziariamente difficile, Paolina riuscì a crearsi un'altra piccola corte a villa Sciarra (poi chiamata villa Paolina). Ma non dimenticò mai il fratello lontano e fece quel poco che poteva per rendergli l'esilio meno doloroso. Quando nel luglio del 1821 arriva in Europa la notizia della morte di Napoleone a S. Elena, Paolina ne é profondamente addolorata e per settimane si chiude in se stessa. Poi si riprende un pò, anche grazie alle "assiduità" della sua ultima fiamma, il giovane (ha sedici anni meno di lei) ma già celebre compositore catanese Giovanni Pacini, da lei chiamato Nino. Abbandonata verso il 1822 dal suo ultimo amore, Paolina, che ormai non é che l'ombra della splendida donna che era stata, ha una crisi spirituale e, anche grazie all'intervento del Papa, può ricongiungersi con il marito Camillo Borghese che, nel 1825, l'accoglie nella sua villa di Firenze, dove lei muore serenamente solo pochi mesi dopo il suo arrivo. Non é sopravvissuta che quattro anni al celebre fratello e una decina al primo impero (di cui fu degna rappresentante nel bene come nel male). Se le fosse stato concesso di vivere ancora qualche decennio, avrebbe potuto assistere alla rinascita dei fasti bonapartisti quando Napoleone III, figlio di suo fratello Luigi, fondò il secondo impero francese. Giuseppe Serpagli |
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STORIA E STORIE by bard842 Giuseppe Serpagli Mail: bard842@yahoo.com |
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