| Milano 1993. Talvolta neanche sapendo di barare, molti politici s'appellano al verdetto della storia sul loro operato. Ma la storia non é una scienza esatta. A scriverla sono gli uomini e non ci sono formule, equazioni o algoritmi che la possano rendere "matematica". In genere, il verdetto é favorevole a chi vince. Salvo, in certi casi, posteriori revisioni. Chissà ad esempio, come sarà scritta la storia dell'attuale "rivoluzione" italiana (i cui esiti sono tutt'altro che scontati), così atipica e bizantineggiante? Per intanto, accontentiamoci di un lontano passato e di venire a conoscenza delle mitizzazioni, da una parte, e dei maltrattamenti, dall'altra parte, di cui sono stati eroi e vittime i primi imperatori romani. Il libro é "I dodici Cesari" (Dal mito alla realtà) ed é scritto da Régis F. Martin. Interessantissimo non tanto perché racconta le biografie del dittatore Giulio Cesare e dei primi undici imperatori di Roma (da Ottaviano Augusto a Domiziano), quanto per il modo in cui le racconta. Non ritratti a se stanti, personaggio per personaggio, ma mosaici trasversali che vanno via, via formandosi nell'evolversi della narrazione per argomenti: aspetti fisici, vite quotidiane, sessualità, malattie fisiche e psichiche, rapporti con il potere, ecc. Inoltre, contrapponendo le varie fonti e servendosi dei più moderni metodi storiografici, il Martin offre immagini molto più realistiche dei soliti stereotipi a cui ci hanno abituato non tanto (o non solo) la storia o la divulgazione storica, quanto anche la letteratura e il cinema. |
| Celeberrimi alcuni (Cesare, Augusto, Tiberio, Caligola, Claudio, Nerone), assai meno noti altri che governarono per breve tempo (Galba, Otone, Vitellio), mediamente famosi gli ultimi tre (Vespasiano, Tito, Domiziano), tutti godettero di un potere enorme ma spesso effimero perché assai intaccabile (molto più che nelle monarchie consolidate) dalle congiure e dagli intrighi. Tanto che soltanto quattro morirono di morte naturale (Augusto, Tiberio, Vespasiano e Tito), sebbene anche per loro non mancarono voci di assassinio (specialmente per Tiberio), ma la maggioranza delle prove lo esclude. Claudio morì per avvelenamento. Nerone e Otone si suicidarono quasi per necessità o comunque per evitare una morte più vergognosa, ma mentre il primo lo fece dopo mille titubanze, facendosi aiutare e piangendo l'artista che con lui moriva, il secondo si gettò risolutamente su una spada. Trucidati a seguito di congiure furono Cesare, Caligola e Domiziano. L'anno 69 d.C. vide l'esecuzione pubblica di due imperatori: Galba (in gennaio) e Vitellio (in dicembre). Anch'essi affrontarono l'analoga triste sorte in modo diametralmente opposto: Galba con grande dignità e quasi offrendosi come vittima sacrificale in nome del bene pubblico, Vitellio umiliandosi nei modi più abietti pur di essere risparmiato. |
| La sessualità di questi dodici uomini é senza dubbio il campo che ha dato adito alle più grandi acrobazie di voci, leggende, denigrazioni e lodi. In un periodo di crescente libertà sessuale e di criteri morali assai diversi dai nostri, pare certo che quasi tutti la praticarono copiosamente e che alcuni si spinsero ad esplorarne ogni varietà. Parecchie mogli o concubine le ebbero tutti. Esperienze omosessuali attive le ebbero in molti, forse anche l'austero Galba durante le sue tante campagne militari. A praticarne di passive furono in pochi (e sembrerebbe che le famose accuse rivolte a Cesare al proposito non siano molto fondate) e tra questi il più probabile é Otone. Le dissolutezze e gli eccessi di Caligola e Nerone sembrano assai fondati. Sembra certo che il primo arrivò anche all'incesto (con una sorella, ma forse anche con altre due), mentre il secondo probabilmente non arrivò a tanto (con la madre Agrippina, secondo certe accuse). Sicuri i due matrimoni omosessuali di Nerone (in altri campi ingiustamente denigrato, come ormai si sa, oltre ogni limite) che del resto ebbe anche tre mogli donne. Ad un'analisi approfondita, sembrano infondate le tante accuse di dissolutezze rivolte a Tiberio durante il suo lungo ritiro a Capri, quando sull'isola sarebbe stato instaurato qualcosa come un regime di terrore sessuale. In definitiva, i ritratti dei dodici Cesari, sfrondati di molti miti e di alcune reputazioni fin troppo scandalose, sembrano non solo molto più umani ma anche assai più verosimili. E' quasi certo, comunque, che alla verosimiglianza l'immaginario collettivo continua a preferire quell'eccezionalità (anche fittizia) dei personaggi (nel bene come nel male, ieri come oggi) che tanto lo solletica. Giuseppe Serpagli |
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| 12 IMPERATORI ROMANI |
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