Sesso
PompadourSTORIE D'AMORE E DI SESSO NELLA STORIA DI FRANCIA |
Milano 1991. Complice l'estate, una volta tanto non ci occupiamo di un libro recente. Stavolta si tratta invece di un "long seller", uscito per la prima volta una trentina di anni fa in Francia e, a quanto ci risulta, mai tradotto in italiano. Nell'edizione tascabile sono dieci tomi di circa 300 pagine l'uno. Il suo titolo é "Histoires d'amour de l'Histoire de France" e il suo autore é Guy Breton. Divertente e spiritoso, assolutamente non pornografico (pur se qui e là un pò piccante), é un libro che offre una lettura molto rilassante e un buon esempio di come si può allargare la base di lettori di Storia rendendola appetitosa. Naturalmente, nonostante il suo buon livello, il libro presenta una visione parziale e limitata della Storia e, se ci si fermasse a questa, il mondo (o la Francia nella fattispecie) potrebbe sembrare un pò strano e frivolo. D'altra parte, va riconosciuto che l'amore e il sesso hanno spesso avuto la loro importanza nello svolgimento della Storia, talvolta maggiore di quanto comunemente si creda. In questo libro, tale importanza é invece spesso esagerata, ma dato il suo tono (a volte scanzonato, comunque sempre intriso di humour) - e il suo assunto, la cosa di pare più che comprensibile e scusabile. |
Il lungo viaggio inizia ai tempi dei Merovingi, verso il quinto secolo dopo Cristo, e termina nei primi anni della Terza Repubblica, poco più di un secolo fa. Circa 13 secoli quindi, di cui i più sostanziosi sono gli ultimi (a partire cioé dal tardo medioevo), a cui del resto sono riservati ben nove dei dieci tomi. I primi ad apparire sulla scena sono il re Clodoveo e la moglie Clotilde, l'ultimo é il politico Gambetta, le cui storie amorose per la verità non sono tra le più interessanti del libro. Ma tra questi due estremi un pò scialbi, ce n'é per tutti i gusti. Dalle storie fosche tipo quella d'amore e morte alla Tour de Nesle (forse in parte leggendarie) o quella di amori e intrighi della crudele regina Isabella di Baviera (la cui storia fece scrivere un libro anche al marchese di Sade). A quelle, in genere molto più gioiose, delle tante favorite reali. La prima grande di questa schiera fu Agnès Sorel, favorita di Carlo VII. L'ultima vera grande favorita fu invece la sfortunata contessa du Barry sotto Luigi XV. |
Non mancarono i favoriti sotto Enrico III ( i famosi "mignons") e, meno apertamente o chiaramente, sotto Luigi XIII (il padre del re Sole), ma non riuscirono mai ad avere molto potere politico. Anche perché alcuni quando lo stavano per agguantare o consolidare, furono fatti fuori o allontanati dalle opposizioni. Enrico III sarebbe stato iniziato "all'amore all'italiana" (allora in Francia dicevano anche così) tramite la cortigiana Veronica Franco, quando egli passò per Venezia al suo rientro dalla Polonia, di cui era stato brevemente re prima di diventarlo di Francia. Tra i motivi poco politici che spinsero Carlo VIII ad abbandonare l'Italia in gran fretta vi potrebbe essere stato anche il nuovissimo (appena giunto dall'America) "mal di Napoli", chiamato dagli italiani "mal francese" (si sa che le colpe sono sempre degli altri!), che aveva mietuto molte vittime nel suo esercito. E chi potrebbe negare con certezza che non fu davvero il giovanile ardore di Maria Stuarda a provocare la prematura morte di Francesco II? O che una lotta tra dame non fece perdere il Milanese a Francesco I, uno dei re più galanti della storia? O ancora che la strana morte per impiccagione dell'anziano duca di Condé, nel 1830, non fu dovuta a un gioco erotico troppo spinto? |
Non che i tre re o i due imperatori successivi non abbiano avuto delle amanti (a parte forse il casto Luigi Filippo), solo che nessuna ebbe più l'ascendente sul sovrano o il potere anche politico di certe donne dell'Ancien Régime. La stessa contessa di Castiglione intrigò sì nel letto di Napoleone III a favore del Piemonte, ma la sua influenza durò poco e non può essere paragonata alle grandi del passato (tipo la Pompadour e la Maintenton). Quanto alle repubbliche dell'ultimo secolo, il libro - come già detto - non se ne occupa se non per i primissimi anni. |
Che una divulgazione storica del genere piaccia o no, una cosa é certa: un tal libro non poteva venire che dalla Francia per una serie di motivi (un pò c'entra forse anche la "grandeur", ma certamente molto la passione per la storia tutta, anche quella un pò frivola) che sarebbe troppo lungo enumerare qui. Il materiale per qualcosa di analogo sulla storia italiana non mancherebbe certo (anzi!), ma nessuno ci ha ancora pensato e probabilmente ci penserà mai...tanto la storia, grande o piccola che sia, in Italia interessa a ben pochi! Giuseppe Serpagli |
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