L'ULTIMA IMPERATRICE
(Zita di  Borbone-Parma e d'Austria-Ungheria)
Milano 1992. E' da poco arrivata in libreria "L'ultima imperatrice" (La vita e l'epoca di Zita d'Austria-Ungheria 1892-1989) dello storico inglese Gordon Brook-Shepherd. Un'interessante biografia, tradizionale e molto documentata (con anche nuovissimi apporti, provenienti specialmente dagli archivi privati degli Asburgo), su colei che per solo un paio d'anni della sua vita quasi centenaria sedette su quello che allora sembrava ancora uno dei troni più importanti, se non stabili, del mondo. Quante diversità tra Zita e quella Elisabetta (detta Sissi) di Wittelsbach che l'aveva preceduta su quel trono! Arrivata alla duplice corona di Vienna e Budapest per fatalità a seguito della morte violenta dei due eredi (il suicidio di Rodolfo a Mayerling e l'assassinio di Francesco Ferdinando a Sarajevo) che precedevano il marito Carlo nei diritti di successione, Zita era al tempo stesso ammirevole madre di famiglia e politica di buon livello, coraggiosa nelle tante avversità e sempre consapevole del suo rango persino nei periodi di quasi povertà che acconpagnarono il suo lungo esilio in vari paesi del mondo. Laddove Zita cercò per tutta la sua vita di recuperare il trono (o parte di esso e cioé quello ungherese soprattutto) prima per il marito e poi per il suo primogenito, Elisabetta nella sua maturità non aveva fatto che fuggire per mari e isole alle responsabilità familiari e del suo rango. Figura con i piedi per terra Zita, morta di vecchiaia nel suo letto quando ormai era la rispettata matriarca di numerosa prole; tragica e poetica eroina Elisabetta, assassinata, durante uno dei suoi tanti vagabondaggi per il mondo, a Ginevra da un anarchico italiano.
Nata nel 1892 a Villa Pianore, vicino a Viareggio, Zita discendeva per parte di padre dalla famiglia ducale dei Borbone-Parma (spodestata alla formazione dell'Italia unita) e per parte di madre da quella reale dei Braganza del Portogallo. La sua famiglia risiedeva abitualmente a Schwarzau in Austria, per cui poteva considerarsi già un pò austriaca quando nel 1911 sposò l'arciduca Carlo d'Asburgo, pronipote dell'imperatore Francesco Giuseppe. L'unione riuscì bene anche dal punto di vista sentimentale. La coppia ebbe otto figli in poco più di un decennio. Diventato imperatore in piena guerra nel 1916 alla morte di Francesco Giuseppe, Carlo fu costretto, nel 1918, ad abbandonare il suo trono dopo la sconfitta e la suddivisione del plurisecolare impero asburgico in tanti piccoli stati. Il fatto più saliente del brevissimo e travagliato periodo di regno di Carlo fu il fallito tentativo del sovrano (ispirato da Zita, aiutata dal fratello Sisto) di concludere al più presto una pace separata (all'insaputa della Germania) con le potenze nemiche. Dall'esilio in Svizzera, nel 1921 Carlo e Zita tentarono due volte di riprendere il potere (anche con la forza) in Ungheria, dove la situazione sembrava più favorevole alla causa legittimista. Il fallimento del loro sogno ungherese ebbe come conseguenza anche il loro più lontano esilio nell'isola portoghese di Madera, dove Carlo, già di salute cagionevole, morì a soli trentacinque anni nel 1922.
Rimasta sola a trent'anni (la sua ultima figlia nacque dopo la morte del marito), Zita seppe guidare la famiglia attraverso i vari, successivi esili in Spagna, Belgio, Stati Uniti e Canada senza mai rinunciare a interessarsi al suo precedente reame, specialmente negli anni in cui questo cadde per gran parte nella mani di Hitler. Svanite anche le speranze di una restaurazione monarchica nella nuova sistemazione europea seguita alla seconda guerra mondiale e delegata poco a poco la guida della sua grande famiglia al primogenito Otto (attualmente deputato per la Germania al parlamento europeo), nel 1963 Zita si ritirò in un piccolo appartamento nella casa di riposo per anziani di Zizers, non lontano da Coira in Svizzera. A partire dal 1982, il governo di Vienna le permise di compiere varie visite in Austria. E quando morì, nel 1989, le furono tributate solenni onoranze funebri a Vienna, dove fu sepolta nella cripta dei Cappuccini, la famosa ultima dimora degli Asburgo che già ne ospitiva ben 144, di cui 12 imperatori e 16 imperatrici. Alle onoranze di Vienna, seguì qualche giorno dopo un requiem solenne in suo onore nella chiesa di Budapest dove Carlo e Zita erano stati incoronati re e regina d'Ungheria. Alla luce degli ultimi avvenimenti in gran parte di quelli che un tempo erano i territori dell'impero di Zita (diventati più simili a un litigiosissimo condominio - a dir poco - che a un pezzo di "casa comune"), é inevitabile chiedersi se forse non era meglio (naturalmente con le opportune modifiche dettate dal cambiar dei tempi) quel "mondo di ieri" tanto caro a Stefan Zweig e ai tanti altri che brillavano negli ultimi tempi di quell'impero che era stato una specie di grande "confederazione" imperniata sugli Asburgo.
Giuseppe Serpagli
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