T-essere Mondo |
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Anna Maria Pellegrini Se è vero, com’è vero, che "la linea retta è assolutamente sovrastrutturale e imposta alla natura che non la prevede nelle sue forme visibili", come dice Antonella Prota Giurleo, meravigliandosi per prima che il quadrato sia la forma su cui ama lavorare, è altrettanto vero che questa forma può essere contenuta perfettamente nel cerchio, e può contenerlo a sua volta, e che le nostre proporzioni umane – ricordiamo il famoso disegno leonardesco – si ritrovano contenute a loro volta in queste forme, così diverse eppure complementari. Su questa ricerca della perfetta proporzione, dell’armonia, si sono interrogati, alla scoperta della "sezione aurea", i nostri antenati del Quattrocento, che più di chiunque altro, nella storia della nostra cultura, hanno creduto nella umana possibilità di dominare le storie attraverso la logica, la ragione, il numero. Allora forse Antonella, che è molto disordinata, perciò stesso sente il bisogno di riordinare la sua vita e la Storia (che è ben più disordinata!) tagliando e sistemando i quadrati, in una eterna ricerca di armonia, dentro e fuori di sé. Per questo non mi sento di condividere il giudizio di chi giudica "troppo armonici" i lavori di Antonella. Da sempre, mi sembra noi chiediamo all’arte di superare le disarmonie del reale: lo chiedevano i Greci antichi, col creare forme umane perfette (attraverso il "canone"), e si è continuato in questa ricerca, utilizzando le più varie scelte espressive, sia attraverso un’ " imitazione della natura iperurania", come è stato nella nostra tradizione estetica, che mediante colore e forme geometriche, come è stato nella cultura islamica, per esempio (in un tappeto orientale nessuno si augura che una nota stridente e inopportuna ne annulli l’equilibrio; e spero che a nessuno venga in mente di fare ancora dei distinguo tra arti "maggiori" e "minori"). Trovo che in questa artista ci sia molto di questa cultura estetica, che spesso si è intrecciata con quella occidentale, e forse sempre più lo sarà. L’ho scoperto a Siena, vedendo per la prima volta le opere di Antonella Prota Giurleo, nella mostra intitolata "Trine e cencini". E davvero non sono una che ama l’arte povera: ma qui non si trattava di esporre gli scarti dell’umanità, bensì di ricomporre i resti preziosi delle nostre vite quotidiane, come nella "cassaforte" della canzone napoletana che Roberto Murolo ha reso famosa: quadrata, pure quella.
Annamaria Pellegrini
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Testo di presentazione in catalogo per "Tessere mondo", mostra personale di Antonella Prota Giurleo al Centro Sociale Leoncavallo di Milano, 2 aprile – 9 maggio 1998