TRINE E CENCINI -  TRAME DI DONNE
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Palazzo Patrizi, Siena.
Annamaria Pellegrini
IL TIRRENO. 1 novembre 1997
"Trine e cencini. Trame di donne", questo l’intrigante titolo 
della mostra a Palazzo patrizi, organizzata dall’Assessorato alla 
Cultura del Comune di Siena, unitamente al Centro delle donne "Mara Meoni". 
La mostra, che apre oggi alle 17, farà conoscere anche a Siena un’artista milanese proveniente 
da studi a Brera, Antonella Prota Giurleo, che elabora nel suo lavoro creativo "percorsi 
di vita: incontri, tessitura di relazioni, tagli, ricomposizioni". E’ l’opera di Luce Irigaray, 
"Come costruire la nostra bellezza" a fare da filo conduttore.
I materiali usati per queste ricomposizioni sono quelli tradizionalmente legati 
alla storia delle donne, appunto "trine e cencini", collocati e reinventati nello spazio 
creativo, collegati da pennellate di colore continue, che attraverso la linea curva esprimono 
le relazioni che le donne tessono tra loro come i fili, intrecciandosi, formano il tessuto. 
La sovrammissione è ottenuta sia con la tecnica del collage, sia della cucitura e le forme 
curve, per tradizione femminili, delle pennellate che prediligono i colori vivaci, 
contrapponendosi al grigio, sono predilette in contrapposizione al quadrato, forma 
per eccellenza razionale e semplice. E’ da questa ricerca di armonia che scaturisce 
il concetto di bellezza, sia espressione della natura femminile che del rapporto "politico" 
tra donne, la spontanea comunicazione che si instaura tra loro.
…
 
CORRIERE DI SIENA. 7 novembre 1997
Giuseppe Ciani

 

 

 
Viene subito da pensare ad una mostra in rosa, ma non è così perché nelle opere esposte risalta 
una festa di colori che comprende tutta la gamma cromatica.
L’autrice infatti armonizza i colori ora traendoli dal comune tubetto, ora da pezzetti 
di stoffa tagliati a quadrato e ricomposti tra loro in costruzioni che sembrano affidate 
al caso ma che, in effetti, sono del tutto controllabili. Ci sono percorsi emozionali nelle 
sequenze di linee curve che si esibiscono intrecciandosi, inseguendosi per ritrovarsi nella 
matrice comune della stoffa dapprima dipinta, poi ritagliata, infine assemblata come a 
generare sempre nuovi cammini.
"I miei lavori sono i percorsi della vita: ci si incontra, si tessono insieme relazioni, 
si taglia, si ricompone.", tiene a precisare la pittrice. E il visitatore è preso da questo 
originale gioco creativo fino a sentirsi partecipe dell’opera. Anche nell’allestimento delle 
installazioni, vedi il "Bucato", chi guarda si sente, come per incanto, trasportato nei 
vicoli delle nostre città, dei nostri paesi, dove è abituato a vedere biancheria appesa ad 
asciugare al vento. Qui è un ventilatore galeotto a smuovere i panni dipinti, dando fremito 
al colore e riuscendo a trasmettere, con straordinaria efficacia, il moto dell’anima 
rappresentato dinamicamente da semplici oggetti che l’autrice prende in prestito dalla 
vita quotidiana per restituirceli sotto forma d’espressione artistica.
La fervida fantasia e la mirabile creatività di Antonella Prota Giurleo si rileva 
soprattutto nella sua abilità di coniugare passato e presente attraverso il riuso 
di materiali che la legano a persone ed eventi a lei cari, appunto "Trame di donne". 
Le sue opere riescono ad emozionare anche chi si ferma solo un poco a guardare.
 
 
IL MANIFESTO. 9 NOVEMBRE ’97
Gabriele Rizza
 
…
Prota Giurleo elabora la sua pittura e le sue installazioni a partire dalla 
pratica della relazione politica tra donne. Le opere esprimono un’energia che 
passa attraverso il segno e il colore e che, accompagnata all’utilizzo di trine 
e di cenci, restituisce il desiderio dell’artista: mettere in figura la bellezza 
femminile, dando nel contempo dignità e valore a materiali e a manufatti 
squisitamente "femminili".
Un’elaborazione che parte da Luce Irigaray e che vuole, attraverso la pittura, 
restituire un nuovo ordine etico e politico.