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Politica Interna Giugno 2002 |
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19/6/02 LE CASSE VUOTE DELL'EX PCI. C'e' un antico detto cinese che suggerisce un metodo per affrontare un avversario piu' forte : "se non riesci a batterlo, prova almeno ad imitarlo". Deve essere a questo pensiero che si e' ispirato Fassino. Dopo aver criticato per anni FI definita sprezzantemente "partito azienda", ecco che ora i DS emetteranno "azioni simboliche " da vendere ai propri simpatizzanti. I loro tagli andranno dai dieci ai cento euro. La prima di queste azioni e' stata acquistata con una frusciante banconota da 50 euro proprio da Fassino che ha anche quantificato l'obiettivo che ci si prefigge di raggiungere: la raccolta di 5 milioni di euro. Dopo aver ridotto il numero dei dipendenti e dopo aver lasciato la sede storica del Bottegone per trasferirsi nel Botteghino, ecco gli eredi del PCI che inventano quest'altra iniziativa per far quadrare i conti. La chiamano in un'altra maniera, ma e' pur sempre la vecchia e malinconica "colletta". |
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19/6/02 IL CALCIO COME METAFORA. E cosi' e' accaduto! Dopo la Francia mandata a casa dal Senegal, e' la volta dell'Italia che viene eliminata dalla Corea del Sud. A ben vedere questa situazione di Paesi emergenti che ce le suonano nel calcio, trova anche riscontro sul piano della concorrenza industriale. Non e' infatti casuale che a batterci sia proprio la Corea del Sud. Quella stessa Corea che, da circa un decennio, invade le nostre strade con auto di produzione coreana. Auto piu' che buone e vendute a prezzi cosi' concorrenziali da aver determinato per la nostra industria automobilistica nazionale, la grave crisi nella quale ora si dibatte. I motivi della vittoria calcistica e il successo dell'industria automobilistica unitamente a quella elettronica e' presto detto: la Corea del Sud e' un Paese giovane, relativamente povero e con una gran voglia di progredire. Mentre dalle nostre parti ci si trastulla per un anno intero con uno stucchevole minuetto voluto da un sindacato, quello sull'art. 18, altri Paesi procedono con determinazione per strappare alle nostre industrie quote di mercato sempre maggiori. Il dramma e' che, dopo le tigri asiatiche di cui la Corea del Sud e' un esempio, a rrivera' l'India che sta muovendo passi da gigante, e poi ancora l'Africa che si sta risvegliando. Il calcio quindi e' solo una metafora di quanto accadra' nei prossimi anni se, anziche' lavorare, seguiteremo a discutere alla ricerca di sempre piu' evanescenti "concertazioni". |
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17/6/02 CRISI DELL'AUTO E DOMENICHE A PIEDI. Sono in molti ad essere giustamente preoccupati per la grave crisi che investe la nostra maggior industria privata : la Fiat. La sua crisi si innesta su una crisi piu' grande che investe tutto il comparto automobilistico per quanto attiene il marcato italiano. Saro' probabilmente tacciato di ingenuita', ma ritengo che se la si smettesse con iniziative del tipo delle "domeniche a piedi", il mercato dell'auto sarebbe piu' vivace. E' anche a causa di iniziative come questa che l'auto, da insostituibile elemento di liberta' individuale, si sta tramutando in una palla al piede. Nel capro espiatorio di citta' che, non sapendo darsi trasporti pubblici efficenti e come tali preferiti dai cittadini, si limitano a proibire l'uso dell'auto che divene cosi' unicamente un pessimo complemento dell'arredo urbano. Se l'atteggiamento dei pubblici poteri e delle amministrazioni comunali seguitera' ad essere punitivo nei confronti dell'auto, prepariamoci a por mano al portafoglio per far fronte al perdurare della grave crisi dell'industria automobilistica nazionale. |
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11/6/02 BALLOTTAGGI: LA SINISTRA VINCE QUALCHE BATTAGLIA MA PERDE LA GUERRA. L'imprevisto successo ai ballottaggi ha avuto sul centro sinistra l'effetto dell'elisir di Dulcamara. I suoi leader si mostrano rincuorati e parlano, gongolanti, di inversione di tendenza. Vorrei sommessamente suggerire loro che, mai come in questo caso, occorre allargare la propria visuale alzando lo sguardo sino ad abbracciare una veduta piu' ampia. Cio' che sta accadendo nella UE, dove in uno straordinario effetto domino cadono tutti i governi di centro sinistra, e' qualcosa che non e' in grado di essere influenzato da piccoli episodi di segno contrario. Il compiacersi di questi piccoli successi locali nella speranza che rappresentino una inversione di tendenza e' solo miopia. Quello che si sta verificando in Europa, dove un forte vento destrorso spazza via le maggioranze di centro sinistra, e' un fenomeno epocale il cui significato va 12ben al di la' della conquista di una manciata di sindaci nel Bel Paese. La sinistra si crogioli pure nell'illusione che, dopo aver toccato il fondo, e' iniziata la sua risalita. La verita' vera e' che questi piccoli successi rischiano di aver l'effetto di una aspirina su un malato in coma: un momentaneo sollievo che impedisce di comprendere a fondo la gravita' del male. |
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6/6/02 UN ARTICOLO 18 ANCHE PER RUTELLI . utelli dice una cosa ragionevole e, immediatamente, viene censurato dagli alleati. E' accaduto nei giorni scorsi allorche' il bel Francesco ha criticato la CGIL che, con il suo rifiuto a partecipare al tavolo di trattativa con il governo, spezzava, di fatto, l'unita' sindacale. Ebbene i suoi alleati, diessini in testa, si sono scatenati in feroci critiche al suo rilievo alla CGIL arrivando addirittura, e' il caso di Angius, a sostenere che dopo quelle frasi Rutelli e' solo il leader della Margherita. Ecco dunque che per lui si profila il "benservito" dalla carica di leader dell'Ulivo. La profonda crisi che attanaglia il centro sinistra miete quindi una prima vittima nella persona del bel Francesco che incarna incolpevolmente le tensioni e le contraddizioni che albergano da quella parte politica. Quasi quasi, con la generosita' che contraddistingue i vincitori, la maggioranza potrebbe concedere all'opposizione una proroga di art. 18 specifica per la difesa del posto di lavoro di Rutelli. Una sua cacciata dalla posizione di leader dell'Ulivo non rappresenterebbe infatti che l'ennesimo rinvio della resa dei conti all'interno dell'Ulivo. |
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4/6/02 IL SENATUR E NERONE. E' un Bossi combattivo quello che, alla Camera e dopo la votazione sulla immigrazione clandestina, racconta una storiella volta ad illustrare il vero volto degli alleati del CCD. Eccola: Nerone ordina al fido Tigellino di procurare cento feroci leoni di Namibia da far lottare con altrettanti cristiani. Il giorno stabilito vengono fatti entrare al Colosseo prima i cristiani e poi i leoni. Inizia la battaglia e si alza un gran polverone che non consente di vedere nulla. Poi, piano piano, la polvere si dirada e sul terreno si scorgono le carcasse dei cento leoni morti stecchiti. Al che Nerone inferocito urla a Tigellino: "avevo detto cristiani e non democristiani"! |
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LES LIAISONS DANGEREUSES. ' il "Corriere del Mezzogiorno" di domenica 2 giugno che, in prima pagina, riporta alcuni positivi apprezzamenti di Ciriaco Di Mita al leader del CCD, Follini. Lo definisce in gamba, misurato, intelligente e di buone letture. Se fossimo al posto di Follini avremmo qualche piccola inquietudine nell'apprendere di questi complimenti. Non tanto per la personalita' di chi li rivolge: un apprezzamento di un ex Presidente del Consiglio, ex Presidente della DC nonche' fine pensatore e "intellettuale della Magna Grecia" non puo' che fare piacere. Il problema pero' e' nel significato politico. Gli alleati di Follini nella CDL, potrebbero infatti leggere questi complimenti come l'ennesimo segnale della volonta'di creare una nuova DC di cui, in certi ambienti, si ha sempre di piu' grande nostalgia. Una nuova DC formata da tutti gli ex scudocrociati di centrodestra e di centrosinistra che possa, di volta in volta, schierarsi con l'uno o l'altro schieramento. Credo che una situazione di questo tipo sarebbe molto gradita a tutti gli ex democristiani. Non sono altrettanto certo che analoghi apprezzamenti si riscontrerebbero ai vertici della CDL. |
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