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La guerra in Afghanistan

Speciale 11 Settembre
 
 

4/10/01 GUERRA CHIMICA E BATTERIOLOGICA ALL'INDICE.

Per quel poco che ne so, mi pare che esistano accordi internazionali che impegnano gli Stati che vi hanno aderito a bandire forme di guerra contraddistinte con la sigla A B C, dove questa sigla sta ad indicare la guerra atomica, batteriologica e chimica. In questo momento in cui si profilano all'orizzonte venti di guerra si parla della possibilita' che alcuni Stati (l'Afghanistan ad esempio), possiedano arsenali in grado di scatenare offensive con armi chimiche e batteriologiche. Penso sia chiaro a tutti che l'impiego di queste armi avrebbe un impatto devastante sulle popolazioni civili. Visto quindi che sono in molti a chiedere che la risposta americana all'attentato dell'11 settembre sia da porre non sotto l'egida della Nato ma sotto l'egida dell'ONU, mi chiedo a mia volta se l'ONU non potrebbe formulare in via preventiva a quei paesi che li detengono, una diffida all'uso di questi arsenali. Questa diffida non sortirebbe probabilmente alcun effetto pratico, ma servirebbe a rendere ancor piu' evidente da quale parte stia la legalita' internazionale.

 
 

1/10/01 BUSH HA GIA ' VINTO LA PRIMA BATTAGLIA.

Quali che siano i risvolti militari delle azioni che andranno a compiere gli USA in risposta all'attacco terroristico alle torri gemelle si puo' sin d'ora affermare che Bush ha gia' vinto la sua prima battaglia. L'ha vinta il momento in cui, a fronte della sua dichiarazione " chi non sara' con gli USA sara' contro di essi", guadagnava un consenso pressoche' planetario da parte di una miriade di Paesi che non se la sentivano di essere considerati nemici del gigante americano; l'ha vinta il momento in cui e' riuscito ad evitare a se stesso, all'America e ai suoi alleati l'errore di una reazione "a caldo". Una siffatta reazione gli avrebbe alienato le simpatie di quella cospicua parte del mondo arabo che e' schierato con gli USA; l'ha vinta il momento in cui Egli, eletto da meno della meta' degli americani e votato da meno di un terzo di essi, incassava la completa fiducia del 90% del proprio Paese. Il cammino da percorrere per sconfiggere il terrorismo e' ancora molto lungo. Cio' che si puo' dire sin da ora e' che a distanza di oltre tre settimane da quell'11 settembre non sono stati commessi errori. In un simile guazzabuglio non e' certamente poco !

 
 

1/10/01 LE VERITA ' SCOMODE.

La piu' grande scrittrice italiana, Oriana Fallaci, ha dato una lezione di stile a tutto quel variopinto schieramento che, da sinistra, attaccava il Premier Silvio Berlusconi per la sua frase sulla "superiorita'" della civilta' occidentale. Lo ha fatto con un lungo scritto nel quale e' descritto mirabilmente il suo stato d'animo in tutto simile a quello di tanta parte degli italiani. La sinistra pero', non paga di questo, si infila immantinente in un'altra polemica che riguarda le verita' scomode. L'oggetto della polemica e' questa volta il ministro della Sanita' Girolamo Sirchia il quale ha avuto il torto di sostenere ad un recente convegno una verita' addirittuta assiomatica e cioe' che il mondo del volontariato e' troppo politicizzato. Apriti cielo ! Contro il ministro si levano grida di guerra. Qualcuno arriva persino a chiederne le dimissioni. La morale per la sinistra e' sempre e comunque una sola : che le cose stiano effettivamente in una certa maniera e' di nessuna rilevanza. Cio' che conta veramente non e' la realta', ma il come questa realta' viene rappresentata. Credo sia per questo motivo che si parla di "teatrino della politica".

 
 

26/9/01 DE AMICIS 2001.

Il ventunesimo secolo non inizia sotto i migliori auspici. Si profila infatti all'orizzonte e per giunta ingigantito a dismisura un nemico di sempre : il terrorismo. L'attacco alle torri gemelle ha segnato l'inizio di una nuova epoca nella quale tutti i Paesi occidentali debbono imparare a convivere con il rischio di folli attentati terroristici. Una fiorente letteratura propone gia' scenari inquietanti dove di parla di possibili attacchi chimici e batteriologici le cui conseguenze potrebbero essere devastanti. Si rende quindi indispensabile un aumento numerico ed un super-lavoro di tutte le Forze dell'ordine che dovranno presidiare giorno e notte possibili obiettivi al fine di ridurre i rischi. Una unica nota positiva : si registra, tra la gente comune, un rinnovato senso di solidarieta' umana volta ad unire gli sforzi per combattere il comune nemico. E' in questo clima che alcuni importanti magistrati milanesi hanno spontaneamente rinunciato alle loro scorte per consentire agli agenti che le compongono di contribuire alla difesa della cittadinanza da possibili attacchi terroristici. Questa la notizia che avrei voluto leggere sui quotidiani. Purtroppo non e' andata cosi'.

 
 

25/9/01 OPZIONE NUCLEARE O ESIBIZIONE MUSCOLARE ?

L'accenno del segretario americano alla difesa, Rumsfeld, alla possibilita' di una opzione nucleare ha fatto insorgere tutta la sinistra nostrana : inorridisce Berlinguer, scalpita Bertinotti e parlano di follia Rutelli e Castagnetti. Questa reazione, per una volta all'unisono, fa pensare che la situazione attuale vada un po' stretta ai leader del centro sinistra che non aspettavano altro che l'occasione per distaccarsi almeno un poco dalle tesi americane. E' infatti strano che nessuno di questi consumati uomini politici abbia pensato alla ipotesi piu' probabile e cioe' che il riferimento americano ad una opzione nucleare sia nient'altro che la risposta ai deliri dei terroristi che vanno farneticando di guerre sante alle crociate e minacciando attacchi con missili recanti testate in grado di seminare morte chimica e biologica. Insomma, signori della sinistra, niente altro che un mostrare i muscoli a chi fa altrettanto.

 
 

24/9/01 DANNI DEL TERRORISMO : QUELLI PALESI E QUELLI SUBDOLI.

I danni visibili prodotti dagli attacchi terroristici, pur nella loro grandiosita', sono poca cosa rispetto ai danni che non si vedono. Sto parlando delle Borse di tutto il mondo che non riescono piu' a trovare il segno positivo, dei guai per le Assicurazioni, per le Compagnie Aeree, per l'industria del Turismo e di tutte quelle situazioni in cui l'impatto psicologico dei gravi attentati terroristici ha determinato severe conseguenze sul piano economico. Nella citta' di Milano, e' solo un esempio, nei giorni della moda le passerelle hanno perso lo smalto dei giorni migliori. Non certo per mancanza di qualita' o di gusto degli abiti presentati , ma per il plumbeo clima generale. Del resto non e' facile essere spumeggianti quando in queste sfilate appare per la prima volta e ne diventa protagonista un nuovo soggetto: il metal detector. Ci stiamo rendendo conto in questi giorni che l'attacco terroristico rivolto al mondo occidentale e' forse ancora piu' devastante per le sue subdole conseguenze sul piano economico. Dobbiamo quindi interrogarci sulle nostre fragilita'. Una volta risolti gli aspetti militari di questa grave crisi dovremo tutti impegnarci per difendere oltreche' i nostri confini la stabilita' del nostro sistema economico.

 
 

24/9/01 LA MULTINAZIONALE DEL MALE.

Alcuni uomini della sinistra nostrana stanno vivendo con qualche difficolta' gli eventi degli ultimi giorni, quelli legati agli attentati negli USA. Da una parte sono soddisfatti per la conferma che, come loro hanno sempre detto, esiste una "multinazionale del male", una sorta di "Spectre" che, ramificata in tutti i Paesei del mondo, persegue i suoi cupi obiettivi con i suoi loschi traffici. Sono pero' rimasti di stucco quando hanno appreso che, a capo di questa multinazionale del male, non vi è, come avevano sempre sostenuto Silvio Berlusconi, ma un qualunque sceicco arabo. Passati i primi attimi di stupore stanno quindi predisponendo, in tutta urgenza, delle accuse alternative da rivolgergli. Eh si, perchè il Berlusca non sara' il capo della Spectre, ma e' pur sempre colui che ha sfilato da sotto le loro terga quelle sedie sulle quali erano comodamente assisi. La quale cosa, dal loro punto di vista, e' ancora peggio !

 
 

24/9/01 NOSTALGIE MONARCHICHE NELL'EX IMPERO SOVIETICO.

Se non fosse per la gravita' dei lutti provocati dagli ultimi attentati negli USA la Storia, quella con la esse maiuscola, potrebbe proporci uno dei suoi ricorsi in grado di strappare un sorriso. Pare infatti che in Afghanistan, Paese maggiormente indiziato come covo di terroristi internazionali, si profili la possibilita' di un ritorno dell'ex re Zahir deposto nel 1973. La sua presenza dovrebbe rappresentare una garanzia al fine di dare agli afghani la possibilita' di pronunciarsi sulla volonta' di una eventuale rimozione del governo talebano ora in carica. Questa vicenda ricorda molto da vicino quanto accaduto nel giugno di quest'anno in Bulgaria : anche li' infatti una consultazione popolare riportava a capo del governo l'ex re Simeone che, da anni, viveva in esilio. La galassia di Stati che formavano l'ex impero Sovietico seguita a stupire !

 
 

20/9/01 L'ISLAM RAPPRESENTA UN PERICOLO ?

Le piu' alte cariche dello Stato seguitano, giustamente, a distinguere tra la lotta al terrorismo internazionale di matrice islamica e il mondo islamico in generale che non deve essere confuso con le bande terroristiche che hanno seminato il terrore. Questa distinzione e' sacrosanta ed ammpiamente condivisibile, tuttavia non si possono evitare alcune riflessioni sull'argomento : L'Afghanistan, ad esempio, e' uno dei piu' grandi produttori di droga con la quale ha invaso i Paesi occidentali fiaccando e intorpidendo parte delle giovani generazioni ; una moltitudine di donne e uomini di fede islamica provenienti da diversi Paesi ha praticamente invaso gli Stati occidentali i cui governi non hanno saputo o voluto arginare il fenomeno ; molti governi occidentali non possono quindi dare in questo momento tutto il sostegno che vorrebbero agli USA temendo la reazione delle popolazioni islamiche insediate nei loro Paesi ; i Paesi occidentali si trovano quindi a dover convivere con imponenti comunita' islamiche che potrebbero, di fronte ad atti di energica repressione del terrorismo rivolte ai loro Paesi d'origine, trasformarsi a loro volta in nuclei terroristici. C'e' quindi pieno accordo sul fatto che non vadano pensate forme di ostilita' nei confronti dell'Islam in quanto tale. Tuttavia non si puo' evitare di constatare che, in questo momento, l'Islam rappresenta un pericolo latente per tutto il mondo occidentale ed e' gia' in grado di condizionarne le scelte.

 
 

19/9/01 UN "BENE" CHE PROVIENE DAL "MALE".

E' piuttosto difficile che dal male nasca il bene. L'attentato agli USA dell'undici settembre, ad esempio, e' certamente un male che piu' male non si puo'. E' quindi alquanto strano che abbia prodotto un paio di effetti positivi. Il primo: dopo mesi di estenuanti tira e molla e di fronte ad un perenne "nulla di fatto", si e' apparentemente sbloccata, come per incanto, la trattativa di pace tra arabi ed israeliani. E' ovviamente presto per dire se questa sara' la volta buona, ma il sentore di venti di guerra che attraversa l'Universomondo potrebbe essere un elemento che spinge le parti a trovare perlomeno un minimo di accordo. Il secondo: Il ministro degli Interni Scajola ha disposto che, per recuperare uomini da adibire alla prevenzione di possibili attentati, saranno ridotte di un terzo le scorte a politici e magistrati. Inutile dire che questo provvedimento che ha gia' suscitato malumori nell'opposizione e' invece molto apprezzato dalla cittadinanza. Non si vede infatti il motivo per il quale in Italia si debba tenere in funzione un apparato di scorte che non ha eguali in tutta la UE. Senza contare che, in molti casi, lo sgommare delle auto di scorta e l'agitare di palette rosse, più che alla sesta potenza economica mondiale, fa pensare a qualche Repubblichetta Sudamericana.

 
 

19/9/01 PROFUGHI IN FUGA DA PAESI EX COMUNISTI.

Migliaia di afghani si addensano ai confini del Pakistan per sfuggire, oltre che alla miseria, al rischio di dover subire un impari conflitto militare del loro paese con gli USA. Questi profughi che fuggono con le loro povere cose mi richiamano alla memoria altri profughi le cui immagini abbiamo visto sino a pochi mesi fa nei tiggi': i kosovari. Entrambe queste masse di profughi, pur nella loro diversita', hanno un denominatore comune, si tratta cioŠ di popolazioni che, nella loro storia recente, hanno conosciuto le lusinghe di governi comunisti. Chissa' se qualcuno della intellighenzia nostrana si interroga su questa banale constatazione ? Chissa' se quelli che scrivono America con la kappa hanno consapevolezza degli stenti di queste moltitudini che, non per loro scelta, sono appartenute al blocco sovietico? La Rai,ad esempio, cosi' prodiga ad ammannirci il santone Santoro che ci affligge con i suoi sermoni, perche' non programma un dibattito serio sul disastro prodottosi in quei Paesi che hanno dovuto subire prima le delizie del Soviet e poi la sua implosione? L'ex Iugoslavia e ora l'Afghanistan sono idonei a darne testimonianza.

 
 

18/9/01 IL RUOLO DELL'ITALIA NELLA NATO.

L'Italia ha goduto, dal 1945 ad oggi, un lungo periodo di pace. Questo lungo periodo di pace non e' stato garantito dalla esistenza di un forte apparato militare interno che fosse in grado di dissuadere eventuali aggressori. Anzi, le Forze Armate italiane sono state a lungo considerate come la cenerentola dei bilanci dello Stato. Questa apparente contraddizione tra pace prolungata e scarso impegno militare, si spiega con l'appartenenza dell'Italia alla Nato. E' stata infatti la Nato il deterrente che ha impedito a chicchessia di far vedere i muscoli all'Italia sapendo che una eventuale offesa avrebbe comportato l'immediata reazione di tutto il dispositivo Nato. Ciò che si appalesa ora e' quindi una novita'. Non piu' una Nato che da' ma una Nato che chiede. Ed e' perlomeno curioso che proprio ora che il Belpaese, per la prima volta nella sua storia recente, si da' un governo con una maggioranza stabile debba confrontarsi con una situazione di questo tipo che prevede un rapporto con la Nato diverso, addirittura opposto, a quello che e' stato sino ad ora. Si profila quindi per il governo italiano una difficile scelta: aderire con uomini e mezzi alle iniziative belliche della Nato con tutti i rischi del caso oppure, come si e' fatto sino ad ora, limitare l'impegno diretto ricordando che l'Italia, per la sua collocazione geografica, e' il Paese maggiormente esposto e che pertanto deve mantenere buone relazioni anche con tutti quei Paesi sul bacino del Mediterraneo che sono storicamente rifugio di terroristi. Anche questa, parimenti alle scelte che dovra' fare Bush, sara' una scelta difficile .

 
 

17/9/01 IL ROMPICAPO AMERICANO.

ll mondo intero vive in trepidante attesa. Si sa che di quì a pochi giorni o di quì a poche ore si scateneranno lampi di guerra. Con ogni probabilità più lunga sarà l'attesa più forte sarà la rappresaù glia americana. L'unico imperativo per gli USA, forti in questo momento di un consenso internazionale pressochè unanime, è di non sbagliare a colù pire. Già, ma non sbagliare è molto difficile. L'Afghanistan , ad esempio, è costituito da un territorio montagnoso grande un paio di volte l'Italia. La sua popolazione vive principalmente di pastorizia; non vi sono quindi grattacieli o edifici simbolo da colpire, ma prevalentemente casupole arù roccate sui monti. Inoltre questo caparbio paese, l'Afghanistan, con la sua inespugnabilità ha rappresentato per l'Unione Sovietica cio che è stato il Vietnam per gli americani: una sconfitta prima che bellica di immagine. E il ricordo di cio ancora brucia ai russi. Gli USA dovrebbero quindi colpire le centrali terroristiche che probabilmente si annidano in quel territorio senza fare vittime civili. Pena il cessare della solidarietà internazionale. Dovrebbero fare in fretta per la pubblica opinione americana, ma prendere tempo per non commettere errori. Insomma, è proprio un maledetto puzzle !

 
 

17/9/01 RISCHIO TERRORISMO E POLIZIA DEMOTIVATA.

Il Presidente Bush, con la benedizione della totalità del Congresso, ha richiamato in servizio 50.000 uomini della "riserva". Credo che il motivo di questo richiamo sia chiaro a tutti: un minuto dopo che gli USA avranno compiuto la rappresaglia scatterà un allarme terrorismo che non ha precedenti nella storia e che coinvolgerà migliaia di obiettivi "sensibili" dislocati in ogni parte del mondo. E' proprio per presidiare giorno e notte questi obiettivi per un periodo di tempo che certo non sarà breve che l'America ha ritenuto di dover disporre di un numero ancor più grande di uomini. E quì da noi? Quì da noi saranno chiamate a questo compito quelle stesse forze di Polizia che sono ora indagate per i fatti di Genova. Non che vi siano dubbi sulla loro lealtà. Questo no ma, come si sa, anche il morale ha la sua importanza. Temo che in questo momento il morale delle nostre forù ze dell'Ordine non sia dei più alti. Ho l'impressione che, di quì a pochi giorni, saremo costretti ad interroù garci su una serie di improvvidi comportamenti di alcune forze politiche che hanno determinato una situazione di questo tipo. Che Iddio ce la mandi buona !

 

 

14/9/2001 POSSIBILI "EFFETTI COLLATERALI" DI UN ATTENTATO.

Quando vi sono accadimenti la cui portata esula dalla quotidianità, è il caso dell'attacco terroristico agli USA, scopriamo con sgomento quanto sia effimera ed illusoria la nostra sicumera e quella del mondo intero che può essere messa in forse da episodi lontanissimi ed apparentemente neanche correlati tra di loro. Il fatto : nelle stesse ore in cui le prue dei due giganti dell'aria fendevano come il burro l'acciaio delle strutture portanti delle twin towers era in corso in Russia una imponente esercitazione militare. Contemporaneamente gli USA prendevano coscienza di essere vittime di un attacco terroristico. Mettevano quindi in stato di" massima all'erta" le loro truppe dislocate in tutto il mondo. Questa messa in stato d'allerta veniva prontamente recepita dalle forze armate russe impegnate nella esercitazione che, a loro volta, attivavano il massimo stato di allarme temendo che la messa in stato d'allerta delle truppe USA potesse preludere ad un loro attacco alla Russia. Insomma, non è chiarissimo ma, ed è un quotidiano moscovita a rivelarlo, ci può essere stato un minimo di rischio che qualche dottor Stranamore premesse il bottone rosso dell'allarme nucleare. Fortunatamente il primo ministro Putin, dopo una concitata riunione al Cremlino con i ministri del suo governo, dava l'ordine di bloccare all'istante la "preparazione alla guerra".

 
 

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