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Politica Interna Giugno 2003Carneade |
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30/6/03 UNA DOMANDA AL MINISTRO LUNARDI. Dopo una lunga gestazione e' entrata in vigore la "patente a punti". Cio' significa, in pratica,che per quei guidatori che commettono di frequente gravi infrazioni al Codice della Strada, scatta il ritiro della patente. Ho fatto pero' un balzo sulla sedia quando ho letto che il provvedimento della "patente a punti" riguarda solamente i cittadini italiani. Cio' significa forse che, per quegli extracomunitari che guidano in Italia veicoli avendo una patente di guida rilasciata dai rispettivi Paesi di provenienza, il provvedimento non e' praticabile ? Sarei grato se qualcuno volesse dare delucidazioni in merito. Inutile dire che, se le cose fossero in questi termini, avrebbero il sapore di una presa in giro. |
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30/6/03 AMORE VUOL DIR GELOSIA....... "C'e' stato un bacio di troppo", sibila Marco Follini riferendosi alle effusioni platealmente tributate dal Cavaliere al Senatur nell'Aula di Montecitorio. Questa lamentazione di Follini fa il paio con un'altra lamentazione piu' volte esternata: quella delle cene del lunedi' ad Arcore alle quali l'UDC non e' mai invitato. Ci troviamo, insomma,di fronte ad una vera e propria scena di gelosia degli udicini che trae origine dal loro smodato amore per il leader della Cdl. Mi parrebbe quindi opportuno suggerire sommessamente al Cavaliere, in una prossima occasione, di stampare un bacio anche sulla guancia di Follini. E, gia' che c'e', tra una boccata e l'altra del suo toscano spento, anche sulla guancia di Rocco Buttiglione. Ne va della stabilita' del Governo! |
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26/6/03 E' FASSINO CHE GETTA L'AMO. l dibattito svoltosi alla Camera sulla immigrazione clandestina, ha dato al segretario della QuerciA, Piero Fassino, l'opportunita' di tentare di "arruolare" il Ministro degli Interni. E' infatti il segretario dei DS che, parlando in Aula,sostiene che il ministro Pisanu, per attuare la sua politica sull'immigrazione, deve ricorrere piu' all'oposizione che alla maggioranza. Non era una battuta, ha poi precisato Fassino, dal momento che le cose che ha detto Pisanu confermano che l'unica linea politica sull'immigrazione e' quella perseguita dall'Ulivo.... La mossa di Fassino e' molto abile: egli infatti vorrebbe costringere il ministro a prendere pubblicamente posizione a favore della politica ulivista per quanto attiene il problema dei clandestini. Poiche' questa posizione non potrebbe ovviamente essere condivisa dalla maggioranza nella sua interezza, ecco che Fassino sarebbe riuscito a sparigliare le carte annacquando i confini tra maggioranza e opposizione. Una situazione di questo tipo potrebbe inoltre essere preludio per una successiva richiesta di sbarcare la Lega dal governo impegnando la sinistra piu' moderata a fornire eventuali voti che si rendessero necessari. Inutile aggiungere che una soluzione di questa natura farebbe, tra l'altro, la felicita' di alcuni settori della maggioranza che, probabilmente, lavorano gia' in questa direzione, V'e' da sperare che il Senatur si renda conto di percorrere una strada molto sdrucciolevole. |
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26/6/03 POLITICA E ELETTRICITA'. Il caldo esploso in questi giorni ha messo a nudo una realta' che, ancora una volta, mostra i limiti della nostra politica energetica cosi' come e' stata concepita. Accade infatti che, non avendo centrali nucleari per la pruduzione di energia elettrica (quelle che avevamo sono state dismesse), ci approvvigioniamo dalla Francia che ci vende parte della sua produzione realizzata in centrali nucleari poste a poca distanza dai nostri confini. Il momento in cui la Francia per sue esigenze interne riduce la sua fornitura nei nostri confronti e in presenza di una forte domanda causata dal simultaneo funzionamento di una massa di condizionatori d'aria, il Bel Paese e' a rischio di black out. Ecco quindi che gli enti erogatori di energia sono costretti a "staccare la spina" a turno in diversi settori delle citta' ad evitare il rischio di un black out generalizzato. In conseguenza di cio', impianti semaforici fuori uso e traffico in tilt. Centinaia di persone bloccate negli ascensori. Ricapitolando: non siamo autosufficenti per la produzione di energia elettrica e, inoltre, dove vi fossero remoti rischi connaturati alla presenza di centrali nucleari, non ne saremmo esenti dal momento che quelle francesi che abitualmente ci riforniscono sorgono vicinissime a noi. Mi pare quindi doveroso rivolgere un ringraziamento a quelle forze politiche, Verdi in testa, che hanno contribuito a creare una situazione di questo tipo. . |
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25/6/03 LA FIAT, MONTEZEMOLO E IL CAVALIERE. I "boatos" provenienti da Torino, danno quasi per certo l'arrivo di Luca Cordero di Montezemolo alla guida del colosso torinese. L'indiscrezione circola con insistenza anche se non e' ancora dato sapere quando si concretizzera' con certezza e, soprattutto, con quale incarico operativo. Inutile dire che, pur se la sfida e' difficile, una iniezione di Montezemolo alla Fiat, magari corroborata dal ricostituente della valorizzazione di marchi prestigiosi quali Alfa Romeo e Maserati, potrebbe essere la terapia giusta per avviare a guarigione il colosso malato. Montezemolo, del resto, arriverebbe sullo scenario internazionale delle grandi Case automobilistiche con un palmares di tutto rispetto. Lascerebbe infatti una Ferrari mai stata cosi' forte e cosi' vincente sia sotto il profilo sportivo che sotto quello commerciale. Significativo in questo senso il fatto che, da un recente sondaggio, e' emerso che lavorare alla Ferrari e' il principale desiderio dei giovani ingegneri laureati in 50 diverse Universita' Europee. Ma, ora che ci penso, questa non era anche la ricetta suggerita dal Cavaliere alcuni mesi orsono quando esplose la crisi Fiat ? Un cocktail di un management efficente guidato da un numero uno con una spruzzata di marchi famosi potrebbe risvegliare la domanda e infondere fiducia alla Borsa. Staremo a vedere. Per ora limitiamoci ad uno "sperem" ! |
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25/6/03 PROVE GENERALI DI INCIUCIO ? Il Presidente della Camera, Pierferdinando Casini, intervistato dai tiggi', ha espresso soddisfazione per la presenza in Aula del ministro degli Interni, Giuseppe Pisanu, che dava conto del lavoro svolto dal governo per fronteggiare il fenomeno degli sbarchi clandestni. "Il Parlamento, ha aggiunto Casini, e' la casa di tutti gli italiani. E' quindi giusto che vi si dibattano temi di rilevante interesse nazionale". Parole giuste e ampiamente condivisibili. Certo e' che, agli osservatori meno disattenti, non sfugge un particolare che fa la differenza: infatti, il momento in cui un ministro del governo in carica non si limita alla ricerca del consenso all'interno della maggioranza di cui fa parte, ma sottopone il suo operato al giudizio della opposizione pur senza un voto finale, crea, di fatto, una situazione di tipo assembleare che e' lontana mille miglia dallo spicon il quale questo governo e' nato. Detto in modo piu' chiaro e con tutti gli interrogativi del caso: stiamo forse assistendo alle prove generali di qualche nuova forma di inciucio ? |
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24/6/03 I TOPI NAPOLETANI E QUELLI ASIATICI. La recente vicenda napoletana che ha visto giacere abbandonate per strada montagne di rifiuti, ha generato anche un altro problema: la citta' del vesuvio e' infatti afflitta da una moltitudine di topi che non vedevano l'ora di pascersi in tutto quel ben di dio. Gli amministratori locali, che non hanno saputo evitare l'inconveniente, hanno comunque gia' trovato un capro espiatorio: Silvio berlusconi. E' infatti colpa del Capo del Governo se non si sono approntati seri studi volti a ricercare i metodi piu' efficaci per sgominare i roditori. A questi solerti amministratori pubblici si potrebbe suggerire un'altra riflessione che riguarda i ratti: il Vietnam infatti, dopo che e' stato strappato al bieco imperialismo americano e consegnato ai floridi lidi del comunismo, e' divenuto, a sua volta, ricchissimo di ratti che infestano campagne e citta'. Laggiu' pero', il problema di sconfiggere i topi non se lo pongono. I topi rappresentano infatti per quella popolazione una delle principali fonti di apporto proteico. I ratti, insomma, se li mangiano! |
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24/6/03 CONTINUA L'ATTACCO A TREMONTI. Vi sono alcune situazioni politiche che assumono elevati valori simbolici. Un caso di questi e' quello delle cene del lunedi' che si svolgono ad Arcore e che vedono Tremonti e Bossi ospiti fissi del Cavaliere. Contro questa abitudine si scaglia l'UDC che definisce queste cene riservate come il male oscuro della coalizione. Il caso e' alquanto singolare dal momento che queste cene risultano indigeste per chi non vi partecipa. C'e' poi la questione Tremonti al quale viene chiesta maggior collegialita' nella gestione della finanza pubblica. Maggior collegialita' significa, evidentemente, allargare i cordoni della borsa. Il partito della spesa facile e' sempre in agguato. E non e' un caso che, mentre c'e'tensione tra il ministro degli Interni e la Lega, partano dal Viminale bordate di accuse contro Tremonti, che della Lega e' considerato un protettore. L'accusa, in pratica, e' sempre la stessa: scarsezza di fondi. Ed e' curioso che a questa critica si associ anche AN per bocca di Landolfi, sempre alla ricerca di una probabilmente dispendiosa collegialita'. Collegialita' peraltro gia' invocata nei giorni scorsi anche dal ministro Marzano. Pare quindi di capire che, per la prima volta, si profili una situazione conflittuale all'interno della Cdl. A Silvio Berlusconi, come al solito, il compito di rimettere le cose a posto. Tranquillizzando l'alleato storico, AN, senza per questo rinunciare ai progetti di riforma e senza togliere competenze al ministro dell'Economia. Senza di lui la spesa pubblica sarebbe gia' schizzata alle stelle . E' l'ultima cosa di cui abbiamo bisogno. |
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23/6/03 LA PISCINA DEL DISONORE. I milanesi, al caldo, ci sono abituati. Il clima meneghino e' infatti contraddistinto da gelide nebbie invernali e afosissime giornate estive. Cio' a cui i milanesi non sono abituati e' invece l'inefficenza. Quella stessa inefficenza che, in giornate in cui la calura ha toccato vertici insopportabili, ha fatto si che la piscina Scarioni, riaperta dopo 13 anni di lavori di ristrutturazione, fosse chiusa dopo nemmeno ventiquattr'ore a causa della rottura di tutte le scalette di uscita dalla vasca e dal malfunzionamento dei depuratori. Sindaco e vicesindaco, giustamente imbufaliti, minacciano denunce contro chi ha eseguito i lavori aggiungendo che chiederanno anche un risarcimento per il danno d'immagine provocato alla citta'. Un sommesso consiglio al sindaco Albertini e al vicesindaco De Corato: chiedano molto! Se il risarcimento deve essere proporzionato all'immagine negativa che la debacle della Scarioni ha causato all'Amministrazione cittadina, la cifra da pagare dovra' essere molto, molto alta. |
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23/6/03 IL SENO DI POI. Accadeva una trentina d'anni or sono. Una emittente televisiva lombarda (mi pare si chiamasse Tele Alto Milanese), proponeva, il sabato sera dopo mezzanotte, uno spogliarello. Niente di particolarmente torrido, beninteso, solamene una bella ragazza che, per un attimo, si mostrava a seno scoperto. I fruitori del genere si scambiavano furtivamente le coordinate per sintonizzarsi su quella emittente che, una volta la settimana e per qualche secondo, faceva provare il brivido del proibito. Di tempo ne e' passato molto e, ora, per provare lo stesso brivido erotico ci vuole ben altro. Ed e' ancora una emittente televisiva privata che prova a rinverdire i fasti del passato: e' infatti Antenna 3 che propone un singolare tiggi' all'interno del quale una gradevole giornalista realizza delle interviste il cui principale motivo d'interesse e' costituito dal seno scoperto della bella intervistarice. Non e' difficile prevedere un ampio successo del tiggi' in questione e della disinvolta giornalista. Cio' potrebbe anzi costituire una buona idea anche per rimpinguare i deboli ascolti della Rai. La vecchia storiella secondo la quale allorche' occorre un giornalista in Rai se ne assumono tre di sinistra, due di destra ed uno bravo, potrebbe essere modificata nel senso che, fermi restando i tre di sinistra e due di destra, anziche' uno bravo, se ne assume una che abbia un gran bel seno! |
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23/6/03 L'OPPOSIZIONE DIFENDE PISANU. Quello della immigrazione clandestina e' un tema sul quale si sono sempre scontrate le forze politiche italiane. E' stato cosi' anche nel 2001 quando, in clima preelettorale, si scontravano la visione del centro destra, piu'severa, e la visione del centro sinistra, piu' accomodante. Non e' azzardato pensare che proprio la questione della immigrazione clandestina abbia contribuito a far pendere la bilancia dalla parte della Cdl che proponeva maggior rigore nella gestione di questa emergenza. Non va infatti dimenticato che sono proprio i comuni cittadini ad essere piu' sensibili al problema di quanto non lo siano le forze politiche che li rappresentano. Stante questa premessa e stabilto che tra i due opposti schieramenti e' la Cdl quella che preconizza il maggior rigore nel controllo degli sbarchi di clandestini, si verifica ora un fatto nuovo: l'opposizione plaude, compatta, all'operato del ministro degli Interni che, pur essendo di centro destra, incassa l'approvazione dell'opposizione. Due le possibilita': o il ministro degli Interni e' stato cosi' bravo nella sua azione di contenimento dell'immigrazione da guadagnarsi la benedizione dell'opposizione, oppure il ministro quel plauso se lo guadagna perche' seguita, sostanzialmente, a praticare le vecchie regole uliviste. Credo che la risposta a questo quesito la possano dare i comuni cittadini guardandosi intorno nelle loro citta'. |
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23/6/03 LA SECONDA VOLTA DI BOSSI ? Correva l'anno 1995. La Lega ritenne di contribuire a far cadere il primo governo Berlusconi. Fino ad un minuto prima che il governo cadesse la Lega era un importante pezzo della maggioranza e , come tale, poteva esercitare forti pressioni sul governo di cui vaceva parte. Un minuto dopo la caduta del governo Berlusconi inizio' , per la Lega, un periodo di marginalita' politicha che duro' sino al 2001, quando nacque il secondo governo del Cavaliere. Ora si ripropone una scenario simile a quello del 1995. Una Lega insoddisfatta potrebbe nuovamente mettere a repentaglio il governo di cui fa parte condannando automaticamente se' stessa ad una condizione di ininfluenza. E' a questo punto che, all'interno della Lega, si rendono necessarie alcune riflessioni. E' certamente vero che alcune parti di questa maggioranza non sono eccessivamente amanti del cambiamento e delle riforme. Cosi' come e' vero che , nello stesso governo, vi sono ministri che marciano con diverse velocita' ( o diverse lentezze). Cionondimeno e' altrettanto vero che il garante del patto tra le forze politiche della Cdl, e' unicamente Silvio Berlusconi. E' quindi unicamente a lui che spetta il compito di mediare tra le componenti della sua maggioranza. Il Senatur quindi, che ha certamente ragione a denunciare qualche eccessiva lentezza dell'esecutivo, tralasci l'ipotesi di uscire dalla maggioranza di governo: cosi' facendo farebbe solamente felice l'opposizione che, unitamente a qualche pezzo della maggioranza, lavora con questa finalita'. Tolto di mezzo il Senatur e ridimensionato il Cavaliere privato di un pezzo della sua maggioranza, un bel governone di unita' nazionale non ce lo toglierebbe nessuno ! |
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23/6/03 LA BARALDINI IN CAMPIDOGLIO. E' il piu' filoamericano dei diessini. Fin da piccolo suggeva dal biberon Coca Cola e, in luogo degli omogeneizzati, si sparava degli hamburger. Non e' per caso che Roberto Gervaso lo chiama " il Clinton alla vaccinara". Massi', e' proprio lui: Valter Veltroni, sindaco dell'Urbe. Alla ribalta della cronaca per via del lavoro offerto dal comune di Roma alla Baraldini . La cosa non ha mancato di stupire molti e, tra questi, anche gli Usa la cui Ambasciata in Italia ha gia' chiesto di fornire spiegazioni. Ma l'aspetto piu' curioso e' nel fatto che a promuovere la faccenda non sono stati Russo Spena o Ramon Mantovani, accesi antiamericani. No! La vicenda e' passata (e' proprio il caso di dirlo) attraverso i "buoni uffici" del Clintoniano di Trastevere, alias Valter veltroni che, quando gli altri vestivano alla marinara, gia' indossava jeans e magliette a stelle e strisce. Da tutta l'incredibile vicenda si puo' comunque trarre una morale: come possono i DS candidarsi a guidare il Paese quando un loro autorevole rappresentante che e' unanimemente riconosciuto come il piu' filoamericano di tutti, disattende ed irride platealmente accordi presi con il nostro principale alleato, gli Usa, da un precedente governo di centro sinistra ? |
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20/6/03 LA FESTA DI AN. In quella palazzina Liberty che un tempo ospitava formazioni politiche di ben altra natura, si e' aperta a Milano la Festa Tricolore di AN. Una occasione per stare insieme e per delineare le future mosse politiche del partito di Gianfranco Fini che si trova ad affrontare un passaggio politico importante per il partito stesso e per il Paese. Cio' che ora emerge chiaramente e' cio' che il partito non e': non e' un pezzo di Forza Italia e non e' piu' nemmeno il vecchio MSI. E' una cosa abbastanza nuova che deve trovare un suo spazio a fianco della corazzata di FI; deve convivere al Nord del Paese con una Lega che ha qui un preciso riferimento elettorale e deve seguitare a mantenere alto il proprio consenso al centro-sud evitando, contemporaneamente, di cedere voti alle formazioni politiche che si sono create alla sua destra. Il trovare una collocazione precisa all'interno di questo contesto non e' quindi cosa facilissima. Cionondimeno il Paese seguita a manifestare gradimento verso questa maggioranza di governo di cui AN e' parte insostituibile. E' quindi da ritenere che questo , per AN, sia un momento importante per definire linea politica e assetti interni del partito che possano garantire ulteriori successi per AN e, congiuntamente, per tutta la Cdl. |
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20/6/03 LA "PROVOCAZIONE" DI SELVA: PASSARE DAVANTI AI GIROTONDINI. Mercoledi' 18 giugno. E' in corso alla Camera la votazione sul Lodo Maccanico. Il piazzale antistante Montecitorio e' gremito di girotondini che manifestano contro l'approvazione di questa legge. Gustavo Selva, parlamentare di AN e Presidente della Commissione Esteri, esce da Montecitorio e, nell'attraversare la piazza, viene riconosciuto e fatto segno di insulti, improperi e qualche "sputacchiata" da parte degli astanti. Il giorno seguente, sempre alla Camera, viene stigmatizzato dalla maggioranza il comportamento dei girotondisti e si esprime solidarieta' a Selva. Parte dell'opposizione si unisce alla maggioranza in questo gesto riparatore. Maura Cossutta (Pdci) ritiene invece che la scelta di Selva di attraversare comunque il piazzale nonostante la manifestazione sia stata una "provocazione". Sara' opportuno, a questo punto, che il Presidente Pierferdinando Casini, predisponga uscite segrete dalla Camera. Cio' ad evitare che i Parlamentari della Repubblica, con la loro sola presenza, costituiscano provocazione nei confronti di eventuali manifestanti assiepati davanti a Montecitorio.
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19/6/03 IL "BOSSIPENSIERO": RUSPANTE MA ATTENTISSIMO A CIO' CHE ACCADE. Siamo ormai tutti abituati alle esternazioni "ruspanti" di Umberto Bossi. Parimenti siamo anche abituati a dover riconoscere che il Senatur, al di la' della ruvidezza del lessico, indica sempre problemi reali. Cio' e' quanto e' successo anche recentemente quando un Bossi scatenato parlava di accogliere "a cannonate" le carrette del mare che hanno ripreso a scaricare una umanita' disperata sulle nostre coste. Premettendo quindi che considero le cannonate invocate da Bossi solo metaforiche, non posso far a meno di constatare che il problema degli sbarchi che sono ripresi esiste e va rapidamente dilatandosi. Accade infatti che, dopo i primi parziali successi della legge Bossi-Fini che ha fortemente ridotto gli arrivi dalle coste della ex Jugoslavia, e' ora il nordafrica a costituire base di partenza per natanti che, carichi all'inverosimile, scaricano sulle nostre coste migliaia di ulteriori clandestini. E' dunque verso questi Paesi nordafricani dai quali partono le nuove carrette del mare, che vanno rivolte le metaforiche cannonate del Senatur. Tutto questo senza dimenticare che gli scafisti esigono fior di quattrini per i loro turpi trasporti. E' quindi legittimo il sospetto che i clandestini, impossibilitati a pagare queste cifre, si impegnino, una volta giunti in Italia, a svolgere azioni di manovalanza criminale per "sdebitarsi" del passaggio. Tutte queste cose il Senatur le sa molto bene. Sara' forse inelegante nell'eloquio, ma e' tenace come un mastino quando si tratta di tentare di avviare i problemi a soluzione. Altri uomini politici, molto piu' brillanti di lui nell'arte della retorica, fingono invece che i problemi non esistano. |
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18/6/03 BASSOLINO, DOPO IL REFERENDUM, TENTA APPROCCI CON BERTINOTTI E' Antonio Bassolino che, in una intervista rilasciata al Corsera, lancia un ponte verso Bertinotti dopo la debacle referendaria. Cosa dice il governatore della Campania? Semplicemente che, a fronte di una ipotetica vittoria del centro sinistra alle elezioni politiche del 2006, il governo che ne scaturirebbe dovrebbe obbligatoriamente includere anche ministri di Rifondazione. Malumore dei cossuttiani che, in questo caso, vedrebbero una loro perdita di ruolo nei confronti di Bertinotti. Malumori anche nella Margherita che vedrebbe in questo caso uno spostamento a sinistra dell'Ulivo che male si coiuga con le sue ambizioni centriste. Gli unici soddisfatti dovrebbero essere i simpatizzanti della Cdl. Infatti un governo che comprendesse anche ministri di Rifondazione costituirebbe un ulteriore stimolo per elettori centristi indecisi a spostare il loro voto verso il centro destra. La palma del "bon ton" e'pero' sempre di Enrico Boselli che, interpellato sulla esternazione di Bassolino, sommessamente, come e' nel suo stile, chiosa: "a lume di naso mi parrebbe un dibattito quantomeno prematuro..." |
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LA TRAPPOLA DELLE TANGENZIALI MILANESI Le tangenziali milanesi sono ormai divenute la quarta circonvallazione cittadina. Costituiscono inoltre un sistema integrato mediante il quale ci si immette sulle principali autostrade del Nord. Succede quindi che, quando si verifichi un incidente nel tratto iniziale dell'Autosole, dell'Autofiori, della MITo e della MIVE, si crea, nel giro di pochi minuti, un imponente ingorgo anche sulle tangenziali. Ebbene, a fronte di questi ingorghi ormai frequentissimi, non c'e' uno straccio di cartello luminoso che avvisi gli utenti che si immettono sulle tangenziali. E' accaduto anche martedi' 17 giugno quando, a causa di un incidente sull'Autosole nei pressi di Melegnano, si sono create colonne interminabili che, sotto un sole feroce, erano intrappolate nelle tangenziali, Tutto questo mentre il traffico locale seguitava ad immettervisi rimanendo a sua volta intrappolato e contribuendo ad evocare immagini che , piu' che ad un moderno sistema autostradale, rimandano ad immagini di infernali gironi danteschi. E' cosi' difficile realizzare un sistema che, all'imbocco degli svincoli che immettono sulle tangenziali, informi gli utenti del fatto che, come accade sempre piu' spesso, il traffico e' bloccato a causa di incidenti ? |
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18/6/03 LA SVOLTA La trasformazione del "Lodo Maccanico" in legge dello Stato, potrebbe essere l'occasione per aprire una nuova fase nella vita politica italiana. Dopo un paio d'anni di governo e circa a meta' della legislatura, il Premier potrebbe finalmente liberarsi dal fardello dei procedimenti giudiziari che lo perseguita dalla data del suo ingresso in politica. Il concomitare del semestre di Presidenza europea dell'Italia, unitamente alla caduta della pressione giudiziaria, potrebbe rappresentare per il Presidente del Consiglio, l'occasione per sfoggiare quella "marcia in piu'" per la quale gli italiani lo hanno scelto come capo del governo. Se lo aspettano gli elettori della Cdl che hanno atteso, pazienti e fiduciosi, la fine della telenovela giudiziaria. Sono stati anni durante i quali l'elemento costantemente presente era quello del timore che il Cavaliere ca desse trafitto dai dardi di una esplosiva miscela politicogiudiziaria. Ora si volta pagina. Le riforme attendono e non sono piu' differibili. La seconda meta' della legislatura sara' il vero banco di prova di questa maggioranza che, ragionevolmente, puo' aspirare con tranquillita' a portare a termine il mandato ricevuto. Tra le molte cose ancora da fare una che non e' certamente la piu' prestigio sa, ma certamente e' molto sentita e' quella della inadeguatezza della rete viaria. Un nome per tutti: quello della "Pedemontana". Un nome che, dalla notte dei tempi, evoca promesse non mantenute. Forse e' la volta buona di vederla realizzata? |
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17/6/2003 IL REFERENDUM HA GIA' SPEZZATO L'UNITA' DELLE SINISTRE. Cio' che la sinistra piu' estrema paventava e' accaduto. Il fallimento del quesito referendario sull'art. 18 non poteva essere peggiore. Non solo per la dimensione dell'insuccesso ma, paradossalmente, per la dimensione del successo. Si, il successo di Fausto Bertinotti che va raccontando a destra e a manca che ben i due terzi di quanti hanno votato Ulivo e Rifondazione alle ultime politiche, hanno votato "si" al re ferendum. Se da una parte quindi il mancato raggiungimento del quorum rappresenta una sconfitta per la sinistra, e' altrettanto vero che per Fausto Bertinotti lo stesso dato e' motivo di orgogliosa soddisfazione. Il numero dei votanti "si" e' infatti molto piu' alto del numero dei votanti per Rifondazione. E' quindi evidente che molti DS si siano fatti incantare dal piffero di Bertinotti seguendolo nell'avventura referendaria. A pochi giorni dalle elezioni amministrative dalle quali era nata la dichiara ta volonta' di trovare accordi ad ogni costo con Rifondazione, arriva la doccia fredda del referendum. E' Bertinotti in persona a scandire: il dialogo con i DS si e' fatto meno scontato. Quella che prima appariva come un'autostrada ( e' sempre Bertinotti che parla), ora e' un impervio sentiero. |
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16/6/2003 OTTO ANNI TRASCORSI PER NULLA. Anno 1995: Silvio Berlusconi, in qualita' di Presidente del Consiglio,
si accinge a presiedere un vertice del G7 a Napoli il cui tema e' quello
della criminalita' organizzata. Parte dalla Procura di Milano un avviso
di garanzia che, passando per via Solferino, raggiunge il Premier. E'
l'atto iniziale di una vicenda politicogiudiziaria che portera' a cadere
il primo governo Berlusconi. |
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16/6/2003 MI SCAPPA IL QUORUM ! E' successo di nuovo! La percentuale dei voanti non ha raggiunto il quorum previsto per dare validita' ai due referendum proposti nelle giornate del 15 e 16 giugno. Se non ricordo male e' dal 1997 che un quesito referendario non riesce ad ottenere validita' a causa della scarsa affluenza alle urne. Rimane quindi da chiedersi come mai uno strumento di democrazia diretta previsto dai costituenti, trovi cosi' scarso apprezzamento da parte del corpo elettorale. Le risposte sono certamente molteplici ma, con ogni probabilita', il motivo principale e' da ricercare nella inflazione dell'uso dello strumento referendario. Giova ricordare, tra l'altro, che una consultazione referendaria costa alla collettivita' un bel mucchio di quattrini: quattrini gettati al vento allorche', come in questo caso, non si raggiunga il famigerato "quorum". Probabilmente, per ridare dignita' ai referendum medesimi, sarebbe sufficente coinvolgere i Comitati Promotori a livello dei loro portafogli. Mi spiego meglio: se un referendum e' valido, e' giusto che sia la collettivita' a sostenerne le spese. Ove il referendum, come in questo caso, non sia valido sarebbe auspicabile che a sostenerne le spese fossero quelle forze politiche e quei comitati che li hanno promossi. Cio' raggiungerebbe un doppio risultato: il primo quello di evitare un dannoso clima elettorale permanente. Il secondo quello di evitare che comuni citta dini, evidentemente non interessati ai temi referendari proposti, si trovino a vestire i panni di ignari finanziatori di consultazioni elettorali delle quali, a loro, poco o nulla importa. |
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13/6/2003 BENSERVITO AI MINISTRI TECNICI ? Leggo da qualche parte che la riflessione interna avviata nel centro destra, potrebbe preludere ad un rimpasto di go verno che preveda la sostituzione dei ministri tecnici con ministri politici. Cio' in quanto, secondo taluni, questi ministri tecnici non sarebbero portatori di voti. La cosa fa sorridere dal momento che, esaminando la sostanza di questo ragionamento, si comprende che proviene da una visione politica stantia e compromessa con i passati governi. Credo infatti di poter dire, da semplice citta dino, che il "fenomeno Berlusconi" rappresenta gia' di per se' una funzione di catalizzatore di consensi che non vengono piu' elargiti in funzione di tessere di partito e di camarille varie, ma vengono affidati al Capo del Governo affinche' ne faccia il miglior uso cooptando nella sua squadra quel li che egli ritiene essere gli elementi migliori. Un esempio per tutti: abbiamo un ministro della Salute che ha passato la vita come medico al policlinico di Milano dove ha dato prova, negli anni, di serieta', di competenza e grande efficenza. Quando parla , e parla della nostra salute, lo si ascolta volentieri dal momento che si avverte che sa di cosa sta parlando. Qualcuno e' veramente convinto che sostituendolo con qualche rampante funzionario di partito la sanita' migliorerebbe ? Qualcuno e' veramente convinto che lo stesso funzionario di partito potrebbe portare maggiore consenso alla Cdl? Io, per quel nulla che conta, non lo credo ! |
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12/6/03 "UNITI SI VINCE" SOSTITUITO DA "PROCEDERE IN ORDINE SPARSO" Non si sono ancora spenti gli echi dello slogan "uniti si vince" gridato a gran voce dai leader della sinistra dopo la tornata amministrativa, che gia' si registra, in seno all'Ulivo, una spacca tura. Ma il fatto piu' grave e' che non e' solo una spaccatura tra i partiti del centro sinistra. E' anche e soprattutto una spaccatura all'interno del maggior partito della sinistra: i DS. Mentre infatti la segreteria diessina, riguardo il referendum sull'art. 18, ha deciso per il "no" mediante astensione, il Correntone si propone di depositare nelle urne un "si" tondo tondo. A pochi giorni dalle amministrative che avevano fatto registrare entusiasmi in ordine alla possibilita' di capovolgere l'attuale assetto politico con una ritrovata unita' d'intenti all'interno del centro sinistra, ci si scon tra con una realta'tutt'affatto diversa. Lo slogan "uniti si vince" e' durato lo spazio di un mattino. Sostituito dal "procedere in ordine sparso" che caratterizza il percorso dell'oppo sizione di fronte ad appuntamenti di rilievo nazionale. |
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12/6/03 "UNITI SI VINCE" SOSTITUITO DA "PROCEDERE IN ORDINE SPARSO" Non si sono ancora spenti gli echi dello slogan "uniti si vince" gridato a gran voce dai leader della sinistra dopo la tornata amministrativa, che gia' si registra, in seno all'Ulivo, una spacca tura. Ma il fatto piu' grave e' che non e' solo una spaccatura tra i partiti del centro sinistra. E' anche e soprattutto una spaccatura all'interno del maggior partito della sinistra: i DS. Mentre infatti la segreteria diessina, riguardo il referendum sull'art. 18, ha deciso per il "no" mediante astensione, il Correntone si propone di depo sitare nelle urne un "si" tondo tondo. A pochi giorni dalle amministrative che avevano fatto registrare entusiasmi in ordine alla possibilita' di capovolgere l'attuale assetto politico con una ritrovata unita' d'intenti all'interno del centro sinistra, ci si scon tra con una realta'tutt'affatto diversa. Lo slogan "uniti si vince" e' durato lo spazio di un mattino. Sostituito dal "procedere in ordine sparso" che caratterizza il percorso dell'oppo sizione di fronte ad appuntamenti di rilievo nazionale. |
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12/6/3 UN "TEMPARIO" PER IL PREMIER. Se non ricordo male si chiamava "tempario". Era lo strumento mediante il quale i "padroni" controllavano il lavoro dei loro dipendenti. Ad ogni operazione era infatti attribuito un tempo di lavorazione. Esempio: filettatura di una flangia uguale a tre minuti. Ovvero in un'ora di lavoro si filettano venti flange e via di questo passo. Perche' questo ricordo ? Perche' mi pare vi sia un frangente, quello attuale, in cui il "tempario" potrebbe trovare ulteriore utile applicazione. Mi sto riferendo alla questione della partecipazione del Presidente del Consiglio ai dibattimenti giudiziari che riguardano processi in corso e dove si regis tra una curiosa conflittualita' tra gli impegni di governo del Premier e i desideri dei magistrati che lo vorrebbero tutto per loro (honny soit qui mal y pense). Ecco allora che il fattore dirimente della controversia potrebbe essere pro prio il tempario. Colazione con capo di Governo estero? Due ore! Faccia a faccia con Capo di Stato e intervista a televisione estera? Tre ore! Tentativo di pace in medio oriente? Due giorni! E via di questo passo. Si suppone che il tribunale di Milano, che frequentemente eccepisce sugli im pegni di governo del Cavaliere, tempari alla mano, sarebbe soddisfatto. |
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11/6/3 AMMINISTRARE COMUNI E PROVINCE E' ALTRA COSA CHE GOVERNARE IL PAESE. Il parziale successo elettorale ha galvanizzato i leader del centro sinistra. La nuova parola d'ordine che rim balza nelle file uliviste e' "uniti si vince". Una grande coalizione che comprenda da Bertinotti a Di Pietro dovrebbe essere , secondo costoro, in grado di battere le truppe berlusconiane. L'unica voce fuori dal coro e' stata quella di Boselli che, pragmaticamente, ha riconosciuto che una cosa e' coagulare consenso per riparare tombini e asfaltare strade cittadine. Un'altra e' elaborare un progetto comune che contempli politiche del lavoro, politiche sociali, politica estera ed altro ancora. Detto in modo piu' chiaro sembra che nel centro sinistra sia solo Boselli a comprendere che l'attuale parziale successo alle amministrative non costituisca automatica garanzia per la conquista del governo del Paese. Per quest'ultima infatti occorrono altre risposte che, al momento, il centro sinistra non e' in grado di dare. Occorre innanzitutto un leader certo; oc corre poi una politica estera coerente con quella del nostro maggior alleato, gli Usa; occorre inoltre grande coesione sui temi sociali e del lavoro. Cioe' l'esatto opposto di quanto sta accadendo ora,nel centro sinistra, con il referendum sull'art 18. La sinistra stia quindi contenta di aver espugnato qualche roccaforte polis ta. Per il governo del Paese occorrera' invece molta, molta pazienza. |
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9/6/3 A VOLTE, RITORNANO. Si odono nuovamente echeggiare vocaboli che si sperava fossero morti assieme alla prima Repubblica. Si riparla di "verifiche nella maggioranza", di "vertici dei partiti di governo" e, tan to per gradire, di "rimpasti" o, quanto meno, di "rimpastini". Il segnale che e' arrivato dalle urne non e' certamente incoraggiante per la Cdl, tuttavia non si vorrebbe che eventuali rimedi fossero peggiori del male che si vuole combattere. Mi spiego meglio: come sempre accade in un governo di coalizione vi sono forze politiche che si sentono sottorappresentate e che prendono al balzo la palla di un modesto insuccesso elettorale per mettere in discussione rapporti di forza e propria rappresentativita' all'interno dell'esecutivo. Credo pero' che il rimettere in discussione equilibri consolidati rappre senti piu' un rischio che un'opportunita'. La Cdl vanta infatti, rispetto alla coalizione avversaria, una leadership certa che, nella persona di Sil vio Berlusconi, guida il governo del Paese e la coalizione di partiti che formano la maggioranza. Ed e' questa persona che fa la differenza e alla quale, in ultima istanza, spettano le scelte. Del resto e' sufficente guar dare cio' che accade nell'Ulivo, dove manca un leader certo, per prenderne coscienza. Una ultima considerazione: se votassimo domattina per elezioni politiche, sono certo che la Cdl farebbe il bis del successo del 2001. Il richiamo di una consultazione amministrativa, che non e' abbastanza forte per l'elet torato di centro destra, sarebbe invece irrestibile qualora si trattasse di scegliere il governo del Paese. |
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9/6/3 LA SINISTRA PREOCCUPATA PER I SAVOIA A TORINO. Pare che, a Torino, si registri qualche imbarazzo in ordine alla visita dei Savoia in citta', prevista per il 18 e 19 giugno. In buona sostanza sembra che l'amministrazione di sinistra si preoccupi di non dare eccessiva ufficialita' e istituzionalita' alla visita medesima. Premettendo di non essere mai stato un monarchico e di non provare alcuna simpatia per Casa Savoia, vorrei sommessamente suggerire al sindaco Chiam parino di gettare il cuore oltre l'ostacolo. La citta' di Torino attraversa infatti, per la nota vicenda Fiat e per altro ancora, un momento estrema mente difficile. La visita dei Savoia potrebbe rappresentare un momento di vivacita' dal punto di vista turistico e alberghiero di cui la citta' ha certamente bisogno. Non credo vi possano essere timori riguardo l'eccessiva enfasi che potreb be derivare dalla presenza dei Savoia in quella che fu capitale del Regno. La Storia, quella con la esse maiuscola, e' in tutt'altre faccende affac cendata, e certamente nemmeno si accorgera' se i presumibili nostalgici agiteranno qualche stemma sabaudo. |
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9/6/3 IL DOPPIO FATTORE " ESSE ". La politica italiana e' attraversata da un doppio fattore: il fattore "esse". Nel primo caso si tratta del fattore "solidarieta'", un nobile sentimento che , portato in politica, significa for nire aiuti economici alle regioni piu' deboli. Se ne sono avvantaggiate, nel tempo, le regioni del mezzogiorno, campania in testa, che hanno goduto di ai uti prima nazionali e ora della UE. Un campione nella gestione di questo fat tore "solidarieta'" e' il governatore della campania, Bassolino che e' in pro cinto di ricevere ulteriori e cospicui finanziamenti dalla UE. Il secondo fattore "esse" e' invece quello degli "schei", ovvero dei denari che vengono cosi' chiamati quando riguardano il nord del Paese. Al contrario della solidarieta' che e' sentimento positivo, gli schei sono cosa disdicevo le. E' infatti sempre Bassolino che, nonostante sia un campione delle soli darieta' ricevute, tuona contro l'ipotesi di sgravi fiscali per le aziende del nord colpite da calamita' naturali. Ergo: quando gli aiuti riguardano il sud del Paese sono solidarieta'. Quando riguardano le aziende del nord alluvionate , divenda una questione di "schei" che, come tutti sanno, sono sterco del demonio. Ecco quindi che Bassolino con una mano riceve cospicui aiuti dalla UE, mentre con l'altra alza il dito quale monito rivolto alla UE medesima al fine di negare aiuti alle imprese del nord che, sentitamente, ringraziano ! |
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6/6/03 LA LEZIONE DEL TABACCAIO. A qualcuno potra' non piacere ma la notizia c'e', e' riportata dalla stampa e si offre per stimolare riflessioni. Eccola: dal giorno della rapina al tabaccaio milanese che ha reagito sparan do e freddando un rapinatore, e' praticamente crollato, a Milano, il numero delle rapine. Si puo' discutere a lungo se cio' sia dovuto al "modello Milano", alla isti tuzione del "poliziotto di quartiere" o al maggior coordinamento tra le for ze dell'ordine. Certo rimane il sospetto che, a far la differenza, sia stata la reazione del tabaccaio. Il momento in cui un malavitoso si accinge ad una rapina e' lecito supporre che il timore di una reazione armata possa indurre a rinunciarvi. Se la cosa e' in questi termini temo che, purtroppo, non ci sia da rallegrar si. Significherebbe che tutte le garanzie che vengono usualmente offerte a chi delinque vengono vissute unicamente come un fattore che riduce forte mente il rischio di essere condannati ad una giusta pena. Laddove invece si scoprisse che il deterrente piu' efficace per prevenire le rapine e' il timore che da sotto il banco di un farmacista o di un tabaccaio spunti la canna di una pistola, temo che la cosiddetta societa' civile si trove rebbe in serie ambasce. Siamo infatti tutti contrari alla proliferazione delle armi individuali, cosi' come siamo contrari alla "giustizia fai da te". Cionondimeno, se questo dato milanese venisse confermato, non possiamo nemmeno far finta di nulla. |
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6/6/03 RIEMERGE IL "LEONCAVALLO". Ci risiamo ! Accade ogni tre o quattro an ni che si torni a parlare dell'ex Leoncavallo. Succede anche in questi gior ni dal momento che la proprieta' del fabbricato dove e' attualmente ospitato il centro sociale, ha ritenuto di rientrare in possesso del proprio immobil le. Si e' quindi aperta una partita che vede da una parte le forze politiche che governano la citta'; da un'altra parte gli appartenenti ai centri sociali me desimi e, infine, la cittadinanza che si trova, suo malgrado, ad essere spet tatrice della contesa. Va detto subito che le forze politiche di maggioranza perseguono un unico obiettivo: quello di evitare disordini. Gli appartenenti ai centri sociali, viceversa, alzano il prezzo: ci prenderemo tutta la citta', gridano. Di fronte al latitare di iniziative concrete delle forze dell'ordine, i comu ni cittadini incrociano le dita sperando che il piu' famoso centro sociale d'Italia venga insediato lontano dalle proprie abitazioni. E' sulla somma di questi fattori che i centri sociali si sono venuti creando cosi' come sono: isole di illegalita' prive di qualsivoglia controllo ammi nistrativo, dove non si sa nemmeno cosa sia la legge 626, dove non esistono limitazioni ai decibel emessi da altoparlanti fracassa timpani e via di ques to passo. Posto che le forze politiche che governano citta', Provincia e Regione han no i numeri per farlo, occorre forse approfittare di questa occasione per tentare di sottrarre questi centri sociali alla illegalita' diffusa. Se le forze d'opposizione, come assai probabile, si opporranno preferendo soluzio ni pasticciate cosi' come e' stato sino ad ora, si accomodino pure ! E si prendano di fatto questa responsabilita' di fronte ai cittadini che chie dono solo di non aver centri sociali di sorta sotto casa. |
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5/6/03 NOSTALGIA DELLA " FORESTA CHE VOLA " . In un vecchio film dato per l'ennesima volta in televisione si udiva questa definizione riferita ad una donna: "la fo resta che vola". La "foresta" del film in questione ambientato nel veneto era la "forestiera" e il fatto che volasse stava ad indicare la sua profes sione: quella della hostess. In effetti, agli albori dei viaggi aerei di massa, le hostess erano, frequentemente, straniere. Ebbene, proprio il ricordo di quel periodo ormai lontano, richiama alla me moria una figura mitica di hostess: un po' mammina e un po' oggetto di in confessati desideri. Cortesi e premurose, parlando sottovoce, infondevano fiducia anche in quei passeggeri che affrontavano le prime esperienze di volo con comprensibile timore. Molta acqua e' passata da allora sotto i ponti. Le moderne hostess sono ragazze pragmatiche ed efficenti che, ancorche' sudaticce per il lavoro, dis pensano con un sorriso bevande e stuzzichini ai passeggeri che, neppure lo ro, sono piu' quelli di un tempo. Stupisce quindi che queste moderne "foreste che volano", siano di salute as sai cagionevole. Stupisce ancora di piu' che i malanni le colpiscano tutte quante assieme. Se poi non fossero malanni ma rivendicazioni sindacali, al lo stupore si unirebbe il disdoro. L'ultimo colpo inferto ad una figura mitizzata che ha popolato i sogni di un paio di generazioni di viaggiatori. |
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4/6/2003 STRAGE DI LINATE: L'EPILOGO. Si e' aperto a Milano il processo per la strage aerea di Linate nella quale persero la vita piu' di cento persone. E' auspicabile che da questo processo pervengano risposte certe in ordine alle responsabilita' che, in una livida mattina d'ottobre, causarono uno degli incidenti italiani piu' gravi dell'aviazione civile. Ma cio' non basta. Vi e' infatti un'altra risposta che gli inquirenti debbono dare: l'aeroporto Forlanini, piu' noto come aeroporto di Linate, e' stato per mezzo secolo, statistiche alla mano, uno degli scali aerei piu' sicuri del l'intero pianeta. E' solo da un certo punto in poi che cominciano ad aversi notizie di fre quenti mancate collisioni. Accade poi il disatro in questione che, in un sol colpo, brucia 118 vite umane. Accade ancora che un piccolo aereo da turismo si infili nel Pirellone e, pochi giorni fa, che un bireattore privato pre cipiti infilandosi in un capannone attiguo alle piste dell'aerostazione. Insomma, una serie di gravi sciagure aeree tanto piu' impressionanti perche' accadute in quello che, storicamente, era uno degli aeroporti piu' sicuri. Credo quindi che le risposte che ci si possono attendere dal processo ri guardino anche l'evidente scadimento delle delle condizioni di sicurezza riguardanti l'aeroporto di Linate. La citta' di Milano ha il diritto di sapere cosa e' cambiato nell'organizza zione generale del lavoro aeroportuale per fare si che uno scalo considerato arcisicuro si sia traformato in uno scalo ad elevato rischio. |
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4/6/2003 FAZIOSITA' SOMMINISTRATA PER LEGGE. Immagino che la Rai abbia plotoni di solerti funzionari che si occupano dei palinsesti attribuendo, con un bilancino da farmacisti, spazi per lo spettacolo, la cultura, e l'attuali ta'. Il tutto opportunamente spalmato sulle tre reti televisive, sulle reti radiofoniche, sul satellite e quant'altro. Ebbene, da oggi questi funzionari non hanno piu' alcuna utilita'. Possono in fatti essere benissimo sostituiti da un magistrato che, nel chiuso del suo uf ficio, decide programmi e conduttori e loro inserimento nelle diverse fasce d'ascolto. E' quanto e' accaduto a Santoro che, grazie alla sentenza di un magistrato, si ritrova non solo ad essere reintegrato nel suo posto di lavo ro, ma addirittura negli orari di maggior ascolto. Dal momento pero' che l'Authority sulle telecomunicazioni si era chiaramente espressa definendo i programmi di Santoro "faziosi", abbiamo ora il singola re caso di un magistrato che impone alla Rai, e quindi a tutti noi, di ribec carci Santoro e, con lui, la faziosita' di cui sono intrisi i suoi programmi. Condensando in poche parole l'avvenimento, si puo' dire che in questo strano Paese la faziosita' e' ufficialmente somministrata ai teleutenti per dispo sizione dell'Autorita' Giudiziaria. |
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3/6/2003 ITALIA: REPUBBLICA FONDATA SULL'ASTENSIONE DAL LAVORO. Piu' subdola della Sars, piu' conta giosa dell'asiatica e piu' endemica della spagnola. Sto parlando dell'epi demia che affligge gli assistenti di volo. Passaggeri inferociti e voli annullati. Aggiungiamo una serie di scioperi previsti da categorie che operano in servi zi essenziali, quali medici ospealieri e giornalisti della carta stampata. Il quadro che ne emerge e' quello di un'Italia perennemente bloccata da cor porazioni che inseguono il loro "particolare". Il Cavaliere sbotta con una battuta: "se insistono dovremo cambiare la Cos tituzione. Anziche' una Repubblica fondata sul lavoro, l'Italia e' una Repub blica fondata sullo sciopero". Apriti cielo ! Partono le fanfare dell'opposizione che accusano il Premier di proferire frasi antidemocratiche. Va a finire che verra' proclamato uno sciopero per condannare la frase del Presidente del Consiglio che critica l'eccesso di scioperi. Da parte dell'opposizione si dimentica pero' che vi fu un periodo, quando governava il centro sinistra, in cui gli scioperi furono praticamente azze rati. E' l'Istat a certificarlo registrando, nel corso del 2002, un aumento degli scioperi del 407%. Robetta da nulla. Viene il solito sospetto: oltre a quella Giudiziaria e a quella delle piazze vi e' anche una via che passa attraverso gli scioperi per tentare la spal lata al Governo del Paese ? |
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3/6/2003 IN OPERA A GINEVRA I "CASSEURS" ITALIANI. Ormai e' ufficiale: non esportiamo piu' solamente abiti e calzature griffate. Ne' ci accontentiamo di aver inventato quella dieta mediterranea che fa la fortuna dei nostri ristorato ri all'estero. Ora esportiamo anche "casseurs". La traduzione letterale sarebbe quella di guastatori, ma poiche' si potrebbe confonderli con i Guastatori che sono un nobile Corpo Speciale delle nostre FFAA, credo che la definizione piu' cor retta, in italiano, sia quella di "scassatori" che, semmai, ricordano gli "scassinatori" ai quali sono piu' vicini come afflato morale. Sono quei deliziosi ragazzi che si riuniscono in occasione dei vertici del G8 e fracassano tutto cio' che viene loro a tiro. Li abbiamo sentiti chia ramente parlare in italiano rincuorandosi a vicenda durante i disordini di Ginevra concomitanti con il G8 di Evian. Sono quei deliziosi ragazzi che inneggiano alle giornate del G8 di Genova come momento della massima espres sione dei loro intendimenti. Cio' che resta dopo il loro passaggio e' una scia di devastazioni e danneg giamenti a incolpevoli arredi urbani, pompe di benzina e vetrine altrimenti sfavillanti. Due Italie: una che esporta nel mondo buon gusto e stile italiani. L'altra, quella degli scassatori, che fracassa, infrange e devasta. Dietro ognuna di queste due Italie una diversa concezione politica. Inutile aggiungere quale sia la parte politica che tollera gli scassatori e, in qualche caso, ne prende le difese. |
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1/6/2003 CONVIVERE CON IL TERRORISMO. Domenica 1 giugno, ore 16. La TV ha appena dato la notizia che un bireattore privato si e' schiantato ai bor di della pista dell'aeroporto di Linate. Alcune considerazioni a caldo. La prima: negli stessi istanti in cui si consu mava la tragedia era in corso la partenza dell'ultima tappa del giro d'Italia. La zona dove e' caduto l'aereo e la zona dove, in un tripudio di folla, parti va la gara ciclistica sono vicinissime. La seconda: i Servizi segreti Usa avevano preannunciato la possibilita' di un attentato terroristico "spettaco lare" organizzato in Europa. La terza: mentre tutto cio' accadeva era in cor so a Evian il vertice del G8. I potenti del mondo erano li' riuniti e la eventuale notizia di un aereo che, a causa di un attentato terroristico, precipitava sulla folla facendo strage di vittime innocenti, avrebbe avuto un effetto psicologico devastante. La quarta: l'aeroporto di Linate e' stato per interi decenni il piu' sicuro d'Europa: Da un paio d'anni a questa parte invece.... Fatte queste considerazioni, occorre rintuzzare l'emotivita' ed attendere i risultati delle inchieste che verranno avviate. Una sola certezza: il ter rorismo internazionale e' un tarlo che si insinua nelle menti e rende difficile distinguere cio' che e'vero da cio' che e' solamente verosimile. |
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