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La Guerra in Afghanistan
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27/11/01 IL NUOVO AMICO DELL'OCCIDENTE. Numerosi osservatori avevano previsto che, con la guerra d'Afghanistan, il prezzo del petrolio sarebbe schizzato ver- so l'alto. Questo balzo in avanti non solo non c'e' stato, ma il costo di un barile di greggio non e' mai stato cosi' basso. La piacevole sorpresa non si e' determinata per caso. E' stato infatti il Premier russo, Vladimir Putin, che, dichiarando di essere pronto ad immet- tere sul mercato ingenti quantitativi di petrolio proveniente dagli sconfi- nati giacimenti russi, ha fatto impazzire il cartello dei Paesi produttori. Assistiamo quindi, per la prima volta nella storia, al fenomeno del calo di prezzo dei carburanti mentre venti di guerra lambiscono da vicino numerosi Stati che basano le loro economie sulla vendita di petrolio ai Paesi occiden- tali. Un ringraziamento quindi a Vladimir Putin che, oltre a questo, a pochi mesi dalla sua elezione che consacrava una intuizione di Boris Eltsin, sta marcian- do a grandi passi per riscattare la Russia dalle disastrose condizioni in cui venne a trovarsi dopo l'implosione della Unione Sovietica. |
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23/11/01 IL FEMMINISMO E LA CONDIZIONE DELLE DONNE AFGHANE . a vicenda in corso della guerra d'Afghanistan ci ha fatto scoprire un mondo semiprimitivo del quale conoscevamo poco o nulla. Cio' che piu' impressiona in quel paese e' la condizione della don- na: niente studio, niente lavoro, niente musica, niente libri, niente trucco e, dulcis in fundo, in luogo degli abiti una sorta di prigione di stoffa, il burqa, che consente a malapena di vedere attraverso una minuscola grata posta davanti agli occhi. La donna quindi come essere inferiore per il quale e' inibita ogni forma di vita intellettuale e che deve vergognarsi del proprio corpo sino al punto di non poterlo mostrare nemmeno a sanitari di sesso maschile. Precetto questo di una sottile perfidia giacche', essendo vietato lo studio alle donne, non esistono praticamente in quel paese sanitari di sesso femminile. Qui', nella grassa Europa, i movimenti femministi, grazie alla loro presenza, sono riusciti nel corso degli anni a ottenere condizioni di sostanziale pari- ta' con il sesso maschile. Ebbene, proprio per questo, mi parrebbe doveroso che questi movimenti femmi- nisti, magari al grido di "tremate tremate, le streghe son tornate", spendes- sero le loro energie per favorire il riscatto delle donne afghane da anni di una condizione di schiavitu', vissuti senza che qualcuno spendesse una parola in loro difesa. |
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14/11/01 IL POPOLO AFGHANO ESULTA PER LA CADUTA DI KABUL. Le truppe dell'alleanza del nord sono en- trate a Kabul accolte da scene di gioia da parte della popolazione civile che inneggia al loro arrivo. Dopo che era stata proibita per anni torna a farsi udire la musica mentre gli uomini corrono dai barbieri a radersi quelle lunghe barbe che erano lo- ro state imposte dal regime talebano. Le donne si liberano dai burka, infa- mi paludamenti dentro ai quali sono state per anni costrette ad infilarsi. I ragazzini giocano per la strada con quegli aquiloni che, pure loro, era- no stati proibiti. Prima di pensare ai nuovi equilibri politici che si instaureranno nella re- gione e alle prossime vicende della guerra che, non dimentichiamo, non e' affatto finita,mi pare doveroso soffermarsi sui patimenti di un popolo che, per anni, ha dovuto subire la tracotanza di un sistema che, in nome della re- ligione, imponeva follie come la soppressione della musica, dei libri, della televisione e dei giochi d'infanzia. Tutte queste manifestazioni che , per noi occidentali sono balsami dell'ani- mo umano, ferocemente vietate dagli "studenti coranici" che hanno governa- to per anni, che proteggono tuttora Bin Laden e che hanno dato luogo e for- ma di espressione ad una sorta di "enclave temporale": un pezzo di medio evo incuneato nel ventunesimo secolo. |
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13/11/01 INCIDENTE O ATTENTATO ? L'aereo americano che e' caduto sul Queens pochi minuti dopo il decollo, ha fatto precipitare il mondo intero nell'angoscia. Oltre al dolore per le vittime innocenti e con gli le immagini dell'undici settembre negli occhi, il dubbio attanaglia le coscienze: incidente o attentato ? A costo di apparire cinico dico subito che preferirei si fosse trattato di un attentato e provo a spiegare il perche': il linguaggio delle armi e' in questo momento sfavorevole ai talebani; Kabul e' in procinto di cadere e le truppe del nord avanzano a grandi passi. E' quindi di tutta evidenza che, ove ne disponesse, il governo afghano o Bin Laden che e' poi la stessa cosa, avrebbero usato le armi piu' potenti, quelle contraddistinte con la sigla NBC, nucleari, biologiche e chimiche. Non avendole usate e' assai probabile che non le possiedano o che non possiedano vettori idonei a portare queste armi sui paesi nemici. Il fatto quindi che il terrorismo internazionale sia in grado in questo momento di far precipitare aerei e' certamente cosa molto grave, ma e' infinitamente meno grave della capacita' di condurre un attacco con armi NBC. Potra' apparire paradossale ma, pur nel lutto per la gravita' dell'incidente aereo, l'apprendere che i terroristi non possiedono armi di distruzione di massa potrebbe essere una discreta notizia . |
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06/11/01 CHI CI PROTEGGE DALL' ANTRACE ? L'intero mondo occidentale vive con apprensione il rischio di contagio da antrace. L'Italia, ovviamente, non fa eccezione. Per questo esiste una specifica task-force di 600 uomini della polizia pronti a intervenire in caso di necessita' per maneggiare pacchi e buste sospette e per fornire una generica assistenza sanitaria. Peccato che, ed e' un sindacato di polizia a rivelarlo, questa task-force sia costituita da personale con scarsa preparazione specifica. Nel concorso indetto dalla polizia nel dicembre 2000, a titolo di esempio, su un totale di 119 assunti solamente 15 erano in possesso del diploma di infermiere professionale richiesto. E gli altri ? Gli altri vantavano titoli di studio ben piu' prestigiosi, abbondavano infatti le lauree in sociologia e in lettere. Se malauguratamente l'antrace dovesse sbarcare anche in Italia, come protezione infermieristica saremmo messi cosi' cosi'. Potremmo invece farci piacevolmente intrattenere da dotte disquisizioni sociologiche e letterarie. |
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30/10/01 TERRORISMO INTERNAZIONALE : L'ATTESA DI CIO ' CHE POTRA ' ACCADERE. Il tenente Drogo, ne "Il deserto dei tartari", scandisce i suoi giorni scrutando continuamente l'orizzonte al fine di vedere se qualche movimento tradisce l'arrivo del "nemico". E' con eguale stato d'animo che il moderno uomo occidentale scruta il suo orizzonte che e' dato dagli schermi televisivi e dalle pagine dei quotidiani. Anch'egli aspetta l'appalesarsi del "nemico". Si sa che c'e' e che colpira'. Non si sa quando, dove e in quale maniera. Non si sa se sara' ancora un aereo impazzito o un attacco con armi chimiche e biologiche. O se sara' un uomo-bomba che, sacrificando se stesso, colpira' nel mucchio. E' in questa incertezza che si consumano le ore e ci si interroga ponendosi domande che non hanno risposta. Qualcuno ha detto che, dopo l'undici settembre, nulla sarebbe stato come prima. Mi pare che questa infausta previsione si stia dimostrando esatta. Non era mai accaduto che intere Nazioni provassero, sulla loro pelle, la devastante incertezza su cio' che accadra' domani, o forse oggi stesso, o forse mai. Le esplosioni di gioia che hanno salutato l'inizio del terzo millennio certamente non mettevano in conto questo tarlo che si insinua nelle menti e nei cuori di intere popolazioni. E' un nemico strano quello che abbiamo di fronte. Un nemico che deve la sua forza alla sua intrinseca debolezza e puo' sperare di riuscire a far danni solamente nel modo piu' subdolo : colpendo alle spalle e ferendo l'orgoglio di quanti hanno sino a qui' ritenuto di essere uomini liberi. |
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29/10/01 DISCUTIBILE INDULGENZA E RIDICOLA SEVERITA'. Dopo aver metabolizzato la notizia dell'Imam torinese che inneggia a Bin Laden, apprendiamo che arrivano anche all'Italia numerose segnalazioni di servizi segreti di Paesi alleati. Queste informative concordano nell'indicare il centro islamico di via Jenner, in Milano, come importante crocevia di svariati traffici terroristici Pare che di li' siano passati i dirottatori kamikaze dell'undici settembre; pare che di li' siano transitate armi e , addirittura, quantitativi di quelle spore d'antrace che stanno facendo impazzire gli USA. A fronte di situazioni come queste sopra ricordate che sono ampiamente riportate da tutti i quotidiani, apprendiamo anche che, nel veneto, la magistratura ha inquisito sei esponenti della Lega tra i quali anche il capo-guppo in consiglio regionale. L'accusa gravissima che viene loro rivolta e che prevede sino a tre anni di carcere e' quella di aver promosso una raccolta di firme volta a "far allontanare i campi nomadi abusivi presenti in territorio comunale". Servono commenti ? |
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29/10/01 E' GUERRA DI RELIGIONE ! l Pontificato di Karol Wojtyla, di cui si e' festeggiato recentemente il ventitreesimo anno, e' certamente uno dei piu' lunghi. Per trovare qualcosa di simile occorre risalire sino a Leone XII che, a cavallo tra il 1800 e il 1900, fu a capo della Chiesa Cattolica per venticinque anni. A differenza di allora abbiamo pero' ai giorni nostri un formidabile apparato di informazione che segue costantemente e affettuosamente il Pontefice nei suoi frequenti viaggi, che divulga i suoi pensieri e raccoglie i suoi sofferti commenti sulle spesso dolorose vicende dell'umanita' intera. Possiamo quindi ben dire che Giovanni Paolo Secondo gode di una popolarita' immensa che non ha eguali in quanti lo precedettero nel Pontificato e che lo porta ad essere conosciuto ed amato anche nei piu' reconditi angoli del pianeta. Ebbene, e' con questo Papa e in questo clima idilliaco che durante una festa religiosa nella cattedrale della citta' di Bahawalpur vengono massacrati una ventina di cristiani. E vengono massacrati proprio a causa del loro essere cristiani e di trovarsi in quel luogo di culto. E' ben lugubre il contrasto tra la bianca figura del Pontefice che porta in tutto il mondo un messaggio di pace e di amore universale, e l'immagine del sangue di quelle vittime innocenti! E ben grande e' anche il problema che dovra' affrontare la Chiesa: quello del rapporto con l'islam. Il rapporto con una religione che si prefigge di sconfiggere altre confessioni religiose senza operare distinzioni tra il libero convincimento e la forza brutale. Nessuno, sino a qualche tempo fa, avrebbe immaginato che, con questo Papa che ha caratterizzato con l'ecumenismo il suo Pontificato, potesse verificarsi, nel ventunesimo secolo, una guerra di religione. Perche', piaccia o non piaccia, di questo si tratta ! |
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26/10/01 METTIAMO TROPPA PREMURA AGLI ONOREVOLI ? L'Onorevole Gabriella Carlucci ha guadagnato la prima pagina del Corriere. Un intervento oratorio particolarmente appassionato ? Una proposta di legge che porta il suo nome ? Niente di tutto questo. Molto piu' banalmente la Carlucci, alla guida della sua Porsche, ha urtato un tram. Poi, vista la esiguita' dei danni, se n'e' andata di gran carriera. Raggiunta in seguito dai giornalisti ha spiegato che era di gran fretta perche' doveva recarsi in Aula. E' a questo punto che vorrei invitare i Capigruppo parlamentari della maggioranza a non mettere premura ai loro colleghi ritardatari. Non importa se, come accaduto nelle passate settimane, la maggioranza di governo viene ripetutamente battuta in Aula. Importa che non si metta fretta alle Carlucci della situazione al fine di evitare un paio di "effetti collaterali": quello della stessa Carlucci che, alle dieci del mattino, sperona un tram perche' e' in ritardo nel recarsi al lavoro e quello del maggior quotidiano italiano che ritiene di mettere "la notizia" in prima pagina |
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25/10/01 TORRI GEMELLE DUE MESI DOPO. C'e' una umanita' dolente che, nonostante siano trascorsi quasi due mesi, ancora si aggira tra i ruderi di quelle che furono le torri gemelle. Sono i congiunti di quanti hanno perso la vita in quel tragico giorno. Ebbene, questi uomini e queste donne stanno per ore a guardare le foto dei loro cari sotto alle quali compare la scritta "missing". C'e' in fondo ai loro cuori ancora un barlume di speranza che induce a scrivere quella parola, disperso, sotto le foto dei loro cari che, come piccoli altari, ne ricordano le sembianze. Se ci pensiamo bene e' una crudelta' inaudita quella che ha cancellato vite umane senza che di queste restassero almeno le spoglie mortali. E' forse proprio per questo che tante madri e tanti padri, tante mogli e tanti mariti si aggirano tra quelle gigantesche raccolte di fotografie senza accettare di scrivervi sotto morto o deceduto. Del resto, proprio a noi italiani, Pirandello ha insegnato con "Il fu Mattia Pascal" che, talvolta, ad una vita che finisce ne corrisponde un'altra che inizia. Ecco allora che, miracolo dell'amore, questa folla dolente si lascia prendere da una pur flebilissima ispirazione e con quella scritta, missing, lascia aperta una piccolissima porta. Non morti quindi, ma solamente dispersi. |
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24/10/01 IL SALTO DI QUALITA' DELL'ATTACCO BATTERIOLOGICO. I media ci danno notizia che, negli USA, si registrano altre morti per carbonchio. Le vittime sono postini che hanno contratto la forma piu' grave e spesso letale della malattia: quella polmonare. Il contagio sarebbe quindi avvenuto per inalazione. Se queste notizie si confermeranno come eatte potrebbe significare che le micidiali spore del batterio in questione sono in grado di "galleggiare" nell'aria e di introdursi nelle vie aeree degli astanti. Inutile dire che, se questo fosse il quadro della situazione, sarebbe estremamente piu' pericoloso di quello dipinto sino a pochi giorni or sono quando si pensava che il contagio, nella stragrande maggioranza dei casi, avvenisse per via cutanea e per giunta solo su cute lesa. Ognuno e' libero di pensare ai mille modi con i quali la "polverina" contenente le spore d'antrace potrebbe essere diffusa negli agglomerati urbani portando con se' un devastante messaggio di morte. Per questo mi sembrerebbe opportuno che le Organizzazioni Sanitarie mondiali dicessero qualcosa in proposito. Combattere il flagello di un'epidemia puo' anche essere relativamente facile se si interviene per tempo e con le giuste modalita'. In questo caso potrebbe essere sufficente l'impiego di apposite mascherine, a patto di conoscerne esattamente in via preventiva le caratteristiche necessarie e, ovviamente, di disporne al momento giusto. |
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23/10/01 QUANTO E ' GRANDE IL PERICOLO ? Una delle piu' forti spinte alla coesione ininternazionale e' quella data dalla esistenza di un nemico comune. E' probabilmente questo il senso dell'incontro tenutosi i giorni scorsi a Shanghai tra i tre leader delle nazioni piu' politicamente importanti del pianeta : USA, Cina e Russia. L'incontro tra Bush, Putin e Jang Zemin ha, di colpo, attenuato diffidenze e incomprensioni che si trascinavano da anni. In condizioni normali un riavvicinamento di questo tipo non potrebbe che essere salutato positivamente nella consapevolezza che cio' puo' aprire la strada ad una nuova e piu' amichevole fase negli equilibri mondiali. Anche la conclusione del vertice, con i tre protagonisti agghindati con l'abito tradizionale cinese, non puo' che rafforzare l'impressione di grande cordialita' e, pur nella diversita' di intenti, di puntigliosa volonta' nella ricerca di nuovi accordi internazionali. Tutto bene dunque? Apparentemente si ! Sia concessa una unica annotazione a chi vive solamente come spettatore i grandi eventi mondiali : quale e' la reale dimensione di quel pericolo terroristico che ha indotto i grandi del pianeta a trovare, in quattro e quattrotto, forme di accordo che erano state vanamente perseguite per anni ? |
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23/10/01 CI SI E' PREOCCUPATI DEGLI IMMIGRATI E SI SONO SCORDATI GLI EMIGRANTI. La tragedia delle Torri Gemelle continua, dopo parecchie settimane, a gettare le sue cupe ombre coinvolgendo anche il nostro Paese che non riesce a stabilire con esattezza il numero delle vittime italiane sepolte sotto quelle macerie. Il margine di errore e' molto ampio e il conteggio oscilla tra le dieci e le quaranta unita'. Il probabile motivo di tanta approssimazione e' presto detto: c'e' il concreto sospetto che nelle torri lavorassero "in nero" parecchi italiani, parte dei quali potevano addirittura essere privi dei regolari permessi di soggiorno negli USA. Di qui', mancando dati ufficiali, la enorme difficolta' di stilare elenchi attendibili. Assieme al commosso cordoglio per queste vittime innocenti non ci si puo' esimere dal rivolgere una considerazione a quelle forze politiche che hanno fatto bandiera delle varie sanatorie volte a regolarizzare masse di extracomunitari presenti nel territorio nazionale: e' un "Paese normale" quello che apre le porte in maniera indiscriminata a legioni di immigrati clandestini e nemmeno si accorge del fatto che esistono tuttora lavoratori italiani che sono costretti ad accettare un lavoro in nero in altri Paesi trovandosi, a loro volta, a vivere nella avvilente condizione di clandestinita' ? Mi pare che, anche in questo caso, si impongano profonde riflessioni e pesanti autocritiche. |
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22/10/01 ASSENZA DI RECIPROCITA' CON IL MONDO ISLAMICO. Nei giorni scorsi l'ambasciatore afghano in Pakistan ha ricevuto ad Islamabad alcune giornaliste televisive italiane per rilasciare una intervista.. Le giornaliste in questione si sono presentate all'appuntamento con il capo coperto da ridondanti veli. Inutile dire che la cosa, pur nel drammatico clima di guerra di quei luoghi, propone un elemento di riflessione su una sorta di sudditanza psicologica del mondo occidentale verso l'Islam. Non si comprende infatti il motivo per il quale cittadine italiane, contingentemente ospiti di un Paese di religione islamica, debbano, e sottolineo debbano, appaludarsi secondo i postulati locali mentre, qui' da noi in italia, accade l'esatto contrario. Accade cioe' che donne di fede islamica portino abitualmente il chador in evidente contrasto con gli usi delle donne italiane e che, non paghe di questo, chiedano di posare per le fototessera dei documenti personali agghindate in quella guisa. So bene che quella in corso non e' una guerra all'Islam ma al terrorismo internazionale che si annida in alcune sue frange. Proprio per questo, per una questione di chiarezza, mi parrebbe piu' coerente che il nostro Paese fosse attento ad una sorta di strisciante islamizzazione che si sta verificando nel disinteresse generale. Cosi' come si evince da episodi come questo, apparentemente privi di importanza ma invece grevi di significati simbolici. |
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18/10/01 SFIDA BATTERIOLOGICA O PSICOLOGICA ? Cio' che spaventa di piu', in questa vicenda della guerra batteriologica, e' l'abissale sproporzione tra l'azione ed i suoi effetti. Dato per scontato che qualcuno detenga scorte di spore d'antrace e' estremamente facile, per questo soggetto, infilarle in una busta ed inviarle a chicchessia. Ad un gesto cosi' semplice corrispone un cataclisma, perlomeno psicologico, che interessa l'Universomondo: attacchi di panico, isterie collettive e corse all'accaparramento di antibiotici. L'ipervitaminizzato uomo occidentale, che non e' mai riuscito a liberarsi completamente delle sue paure ancestrali, precipita nel gorgo dell'irrazionale e diviene , a sua volta, propagatore inconsapevole di timore e insicurezza. E' proprio questo l'aspetto piu' pericoloso del "nemico sconosciuto" che ci troviamo di fronte: una maledetta intelligenza che riesce con minimo sforzo a farsi beffe dei piu' sofisticati armamenti e a ottenere risonanza mondiale con un gesto che piu' semplice non si puo'. E' anche facile comprendere la genesi di questo nemico: l'implosione dell'URSS ha determinato una situazione dove, sull'intero pianeta, e' rimasta una sola superpotenza, gli USA. La evidente ed indiscussa superiorita' militare Americana ha generato questo mostricciattolo del terrorismo internazionale i cui mandanti,consapevoli di non poter affrontare lo Zio Sam sul piano militare, si affidano a metodi piu' subdoli minando l'essenza stessa della vita democratica americana che si basa sulla liberta' e sulla convinzione di essere i piu' forti perche' si e' nel giusto. |
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17/10/01 IL TEMPO STRINGE. Le operazioni militari americane (a proposito quelle inglesi sono cessate ?) in Afghanistan non marciano con il ritmo previsto. Anzi,a dirla sino in fondo, procedono a rilento. Bin Laden e' ancora vivo e i suoi scherani ancora intonsi. La contraerea Afghana pur se duramente colpita non e' ancora ridotta al silenzio cosi' da essere ancora molto pericolosa per i voli a bassa quota. E' oltremodo eloquente la dichiarazione del segretario alla Difesa Rumsfeld che ammette : "scopriamo continuamente nuove basi e nuove struttura militari di cui non eravamo nemmeno a conoscenza", intendendo con questo che, evidentemente, i tempi dell'attacco si dilateranno. La sfida americana si gioca quindi ora anche sul fattore tempo. Il presidente pakistano Musharraf invita il segretario di Stato Powell in visita nel suo Paese a concludere rapidamente le operazioni giacche' non e' in grado di reggere ancora a lungo l'urto della pressione dei fondamentalisti islamici. Si sa che e' vivo desiderio dell'Amministrazione Bush di concludere le operazioni aeree prima di novembre, mese in cui iniziera' il Ramadan. Come si vede non mancano che pochi giorni a quella che gli USA si erano dati come data ultima per concludere l'attacco aereo, il che rende drammatica la dicotomia tra la necessita' di far presto e la realta' delle operazioni sul piano militare che, viceversa , appaiono piu' lente del previsto. |
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17/10/01 CHI LAVORA CONTRO LA PACE TRA ARABI E ISTRAELIANI ? Ogni volta che la trattativa di pace arabo-israeliana registra un sia pur timidissimo accenno di ripresa accade qualcosa che, di colpo, riporta indietro le lancette dell'orologio. Cio' e' quanto e' accaduto anche in queste ore con l'attentato che e' costato la vita al Ministro israeliano per il Turismo e le rabbiose parole pronunciate dal Premier Sharon in seguito all'attentato: "nulla sara' piu' come prima". E' evidente l'esistenza di forze oscure che lavorano per impedire una ripresa del dialogo e si adoperano in tutti i modi per fare si che la crisi arabo-israeliana continui ad essere una ferita aperta che aggrava in maniera drammatica il quadro gia' esplosivo della situazione medio orientale. Cio' e' tanto piu' palese se si pone attenzione alle fortissime pressioni esercitate dagli USA sull'alleato di sempre, Israele, al fine di trovare un accordo. Gli USA infatti sono consapevoli che la situazione arabo-israeliana in perenne stato conflittuale potrebbe essere la scintilla capace di far deflagrare anche in altri Paesi la "guerra santa" invocata dai fondamentalisti islamici. L'attentato odierno non va quindi letto solamente come un gesto di ostilita' verso Israele, ma anche come un atto del terrorismo islamico volto a mantenere alto il progetto di "guerra santa". |
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15/10/01 L'ATTACCO AL GIGANTE DAI PIEDI D'ARGILLA . Nessuno e' in grado oggi di dire se le infezioni da "antrace" che si sono registrate in America siano da ascrivere alla risposta del terrorismo all'azione militare americana in Afghanistan. Dal momento pero' che quella terroristica appare come la pista piu probabile e' bene chiedersi quale tipo di risultato potrebbero ottenere i terroristi con gli invii postali di spore del batterio. L'ipotesi piu probabile e' quella del tentativo di ingenerare nella popolazione americana il panico per tutto cio' che attiene la posta: lettere, plichi e pacchi. In questo modo si otterrebbe il non trascurabile risultato di mettere in ginocchio tutto il sistema postale americano. Un po' come accaduto dopo l'undici settembre. Da quella data infatti sono entrate in crisi le compagnie aeree e l'industria del turismo. Data come plausibile l'ipotesi del tentativo di mettere in crisi l'intero sistema postale americano l'attacco terroristico potrebbe, verosimilmente, riguardare un altro dei sistemi di comunicazione : la rete telematica. Se pensiamo alla fragilita' di questa rete che ci ha fatto temere un gigantesco "tilt" gia' allo scadere del millennio, possiamo capire la gravita' dei danni che si produrrebbero se il terrorismo fosse in grado di far impazzire i sistemi telematici. L'economia dei Paesi occidentali e' infatti un gigante dai piedi d'argilla che e' quindi molto facile da abbattere. Potrebbe essere sufficente la paralisi delle poste ed una zeppa nella rete telematica.....! |
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10/10/01 IL PAKISTAN, QUESTO SCONOSCIUTO. Diciamoci la verita', sino a poche settimane fa molti di noi sapevano poco o niente del Pakistan: che e' grande quasi tre volte l'Italia, che ha una popolazione che supera ampiamente i cento milioni di unita', che il suo governo e' retto da un generale, Pervez Musharraf. Ora viceversa seguiamo con apprensione ogni sera nei tiggi' le vicende di quel Paese. E' li infatti che, con ogni probabilita', si decidera' se il conflitto in atto rimarra' circoscritto o se, in un tragico effetto domino, e' destinato a dilatarsi al altre aree. Il Pakistan infatti e' un Paese anomalo in quanto mantiene rapporti con il vicino Afghanistan e contemporaneamente concede le proprie basi agli USA. Convivono quindi in quel Paese due anime, una filogovernativa che riconosce le scelte di Musharraf di schierarsi con l'America, l'altra fondamentalista che subisce il fascino di Bin Laden e si dice pronta a schierarsi al suo fianco. E' di tutta evidenza che se si dovesse aprire in quel Paese un scontro tra il governo in carica ed i fondamentalisti si arriverebbe inevitabilmente ad una guerra civile. Cio' potrebbe indurre altri Paesi dell'area,a loro volta spinti dagli estremisti islamici, a rivedere le loro posizioni di appoggio agli USA o, quanto meno, di neutralita'. Deve essere per questi scenari che, ogni sera, guardiamo i tiggi' sperando che il governo pakistano regga gli urti della contestazione interna. |
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10/10/01 E' INIZIATO L'ATTACCO BATTERIOLOGICO ? Anche se improntati alla massima prudenza alcuni servizi giornalistici provenienti dalla Florida lasciano filtrare l'ipotesi che i tre casi di carbonchio li' verificatisi potrebbero essere il segnale d'inizio del temuto attacco batteriologico. Di piu', trapela anche la indiscrezione che il germe responsabile delle infezioni, il "Bacillus Anthracis", potrebbe essere stato modificato geneticamente. Detto in soldoni cio' significherebbe (il condizionale e' assolutamente d'obbligo), che il germe in questione potrebbe essere resistente a terapie effettuate con gli antibiotici oggi disponibili. Cosi' come potrebbe anche significare che le modifiche genetiche apportate a quell'agente patogeno gli conferiscano modalita' di trasmissione diverse da quelle sino ad oggi note. Considerando che il carbonchio non colpisce solamente il genere umano ma anche bovini, equini, ovini e suini si puo' comprendere la portata complessiva di un simile rischio. Mentre quindi, qui' da noi, alcune forze politiche combattevano ferocemente gli studi sugli OGM condotti da grandi industrie con il corredo delle garanzie previste dalle leggi internazionali, in qualche laboratorietto in qualche parte del mondo (forse anche in Italia) alcuni "scienziati" lavoravano indisturbati su progetti del tipo di quello sopra descritto. Mi pare che, come al solito, abbiamo di che interrogarci a fondo sui nostri comportamenti. |
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8/10/01 BANDIERE BRUCIATE E PROCLAMI DELIRANTI. Pochi istanti dopo che era partita l'offensiva angloamericana contro i santuari del terrorismo internazionale si levavano gia', in Italia, le voci dei primi dissidenti. A Roma, addirittura, alcuni manifestanti riproponevano lo squallido spettacolo della bandiera americana data alle fiamme. So di dire una cosa ovvia e forse scontata ma, le immagini del rogo di quella bandiera debbono essere viste assieme ad altre immagini: quelle del proclama preregistrato di Bin Laden che veniva trasmesso dalla rete araba Al Jazira e immediatamente rimbalzava su tutti gli schermi televisivi del mondo. Ebbene, in questi due gruppi di immagini c'e' l'essenza stessa della de mocrazia e della forza conferita dal concetto di massima liberta' a chi ne fa uso. Si trasmette il proclama delirante di Bin Laden e il rogo del vessillo USA. Si da' cioe' il diritto di parola e di immagine anche ai nemici. Ci pensino i professionisti dell'antiamericanesimo scritto con la kappa ! |
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8/10/01 CAMPAGNA D'AUTUNNO. Non so chi sia ad avere suonato l'adunata delle truppe antiberlusconiane. So che, ad un certo punto, tutti i corifei in servizio permanente effettivo si sono lanciati alla carica contro il Premier ed il suo governo. Prima con la questione semantica: la presunta "superiorita'" di una civilta'; poi l'indegna gazzarra scatenata in Parlamento dove era in discussione la legge sulle rogatorie internazionali e, addirittura, il tentativo di coinvolgere nella polemica la mitissima persona del Presidente del Senato Marcello Pera. Pare chiaro che il riaccendersi dell'attacco politico al governo coincida con la scomparsa dai tiggi' delle immagini relative al G8 di Genova. Ecco quindi che occorre, in tutta fretta, rimpiazzare quelle immagini ossessivamente trasmesse per dei mesi con altri argomenti per seguitare a tenere sulla graticola Berlusconi, il suo governo e l'intera maggioranza. L'imperativo ora e' quello di mantenere alto il tono della contestazione sino a meta' novembre, data in cui si terra' a Rimini il vertice della FAO In quell'occasione si potranno abbandonare le polemiche odierne giacche' proprio il vertice della FAO con la probabile presenza di manifestanti potra' consentire di distillare altri veleni sul tipo di quelli gia' visti a Genova. |
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8/10/01 LA SCOMMESSA. Ora che e' partita l'offensiva americana contro il governo dei talebani insediato in Afghanistan si prospetta, per il mondo occidentale, una scommessa. Questa scommessa non e' certo sul piano militare che, date le forze in gioco, non e' proponibile in questi termini. E' piuttosto una scommessa psicologica: si tratta cioe' di capire se quella parte del mondo islamico che vive stabilmente in Paesi occidentali credera' a Bush il quale assicura non esservi da parte americana alcuna guerra di religione o se sara' invece calamitata dal fascino sinistro di Bin Laden che, viceversa, chiama a raccolta tutto il mondo islamico per combattere la "guerra santa". Dalle reazioni di questi cittadini di religione islamica, sia quelli che vivono in Paesi arabi allineati con gli Usa, sia quelli che sono integrati in Paesi occidentali, dipendera' in larga misura l'esito dello scontro in atto che potra' concludersi con la sconfitta del terrorismo internazionale e del suo anfitrione o potra' gettare il mondo intero in una avventura di cui e' difficile prevedere gli esiti. |
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