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Speciale 11 Settembre

La guerra in Afghanistan

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Politica Interna

Marzo 2002

 
 

25/3/02 TORNERA ' AD ESSERE "DOUCE FRANCE".

Il "pasticciaccio" francese rimbalza sulle pagine dei giornali di tutto il mondo. L'accoglienza riservata al Salone del Libro dalla ministra della cultura, la francese Catherine Tasca, ha sortito l'effetto di indurre i rappresentanti del nostro governo ad andarsene. Sono infatti stati accolti da gruppettari che lanciavano invettive e insulti men tre la ministra giungeva in grave ritardo. Non e' il caso di commentare comportamenti che si commentano da soli e che, per giunta, non si discostano di molto da alcune abitudini nostrane. Vorrei solo ricordare a quegli italiani che si scagliano contro i nostri "cugini" francesi che ad offendere l'Italia non e' stato il popolo francese, bensi' il governo. Quello stesso governo di sinistra che sente probabilmente spi rare dall'Italia un vento destrorso che gli e' di pessimo auspicio per le imminenti elezioni e che puo' spiegare questa caduta di stile. Quindi prima di scagliarci contro la Francia necessita una pausa di rifles sione. Non e' affatto escluso che dopo la consultazione elettorale di maggio che potrebbe vedere anche in Francia la caduta delle sinistre, i francesi tor nino ad essere i cugini di sempre.

 
 

21/3/02 UNA TALPA AL MINISTERO DEL LAVORO ?

L'ex Ministro del Lavoro. Tiziano Treu, intervistato da piu' parti per la dolorosa vicenda di Marco Biagi, asseri sce di sospettare che, proprio all'interno del Ministero, vi sia una "tal pa". Anzi, di piu , addirittura un "covo" di terroristi o, in alternativa, un "grande vecchio" che tira le fila. Parole gravi pronunciate nientemeno che da un ex Ministro che gode per giun ta fama di persona estremamente seria ed equilibrata. Chi ha buona memoria non puo' inoltre non ricordare che di un "basista" all'interno del Ministero del Lavoro si parlo' anche ai tempi del delitto D'Antona. Io non so, evidentemente, quali indagini siano state effettuate dagli inqui renti a causa dei sospetti dell'ex Ministro. Quale comune cittadino non posso pero' esimermi dal formulare una riflessione. Questa: se lo zelo e l'enorme impegno economico profusi in otto anni per scoprire le ipotetiche "effusioni" tra Andreotti e Riina fossero stati spesi per rivoltare come un calzino tut to il Ministero del Lavoro e per controllare uno ad uno tutti coloro che vi gravitano, forse oggi avremmo un morto in meno.

 
 

18/3/02 LA MILANO DI VIA OSOPPO.

C'era la "Milano da bere" e c'era quella "con il cuore in mano". C'era la Milano del Cerutti Gino, mago del bar del Giam bellino e c'era la Milano della "mala" cantata da Ornella Vanoni, quella di "quei che parlen no"! E' proprio da quest'ultima che, come un reperto archeologico, e' tornato al la ribalta uno dei protagonisti della mala degli anni 50. Uno di quelli che aveva partecipato al mitico colpo delle "tute blu" di via Osoppo. Un giochet to che frutto', nel 58, un mezzo miliardo di vecchie lirette. Ebbene, l'hanno pizzicato mentre, a settant'anni suonati, tentava insieme ad una "banda del buco" di cui doveva essere il capo, di svaligiare un negozio di abbigliamento. Come nel suo stile, non aveva in tasca nemmeno un temperino, a scanso di rischi di far del male a qualcuno. E' una cosa che mi capita di rado ma, in questo caso, spero che la Giustizia sia clemente con lui. Ci ha fatto ricordare che a Milano esisteva una mala vita che aveva un suo codice di comportamento: niente armi e niente droga, al massimo un grappino prima del colpo per darsi coraggio. Ora che abbiamo visto gli scempi della attuale malavita che affligge i nostri giorni per quel la mala la', proviamo quasi nostalgia. E poi, diciamoci la verita', uno che a 74 anni non percepisce uno straccio di pensione dallo Stato e che per questo deve "lavorare" per campare non puo' che suscitare simpatia.

 
 

14/3/02 A SANREMO EUROPEISTI CONVINTI.

Esiste, all'interno della UE, un "Ufficio Varieta' Vegetali" che si occupa dei requisiti indispensabili che debbono possedere i prodotti ortofrutticoli per poter essere considerati "Europei". Si disquisisce sui cetrioli, sulle zucchine e sulle melanzane senza dimenti care i piselli che, per essere DOC, debbono passare attraverso un foro di cinque millimetri. Proprio quest'ultima specifica, quella sui piselli, mi ha fatto sorgere il dubbio che a Sanremo, in un afflato europeista, si sia voluto dare una mano (in senso stretto) agli estensori di queste regole. Non so infatti spiegarmi altrimenti l'inflazione di toccamenti verificatisi nell'occasione. Si trattava, evidentemente, di dare dimostrazione di europeismo coadiuvando nell'alto compito l'Ufficio Varieta' Vegetali.

 
 

12/3/02 TELEVISIONE PUBBLICA E TELEVISIONE PRIVATA.

Quando nacque, la televisione pri vata trametteva unicamente programmi "leggeri". Le maggiori Reti private furono costrette, loro malgrado, da una legge dello Stato a trasmettere anche i "notiziari". Quelli che sarebbero divenuti gli attuali Tiggi'. Questa disposizione fu fortemente voluta dalla sinistra che, vedendo come il fumo negli occhi che l'emittenza privata toglieva il regime di monopolio alla RAI, riteneva in questo modo di infliggerle un duro colpo giacche' si pensava che non sarebbe stata in grado di sopportarne i costi rilevanti. Sappiamo tutti come e' andata a finire. Grazie ad una gestione oculata non solo l'emittenza privata non si e' fatta travolgere dai costi per mandare in onda i tiggi', e' anche riuscita ad insidiare i primati di ascolto dei tele giornali Rai a dispetto dei loro costi faraonici. Ora che con i girotondi si torna a parlare di televisione, si torna a puntare il dito contro Mediaset. Ebbene, non c'e' nessuno che, a sinistra, riconosca con onesta' intellettuale che la situazione e' siffatta proprio a causa della miopia sino a qui manifestata proprio dalle forze che ora lamentano l'eccessi vo "peso" della emittenza privata. L'esempio dei tiggi' e' estremamente eloquente ed e' di tutta evidenza che la situazione cosi'come si e' venuta creando non piaccia proprio alla sinistra. Si batta quindi il petto e pensi ai suoi errori passati !

 
 

I DUE ZAC.

oberto Zaccaria, l'ex presidente Rai, e' tornato in cattedra. E' tornato dai suoi studenti che, sbrigativi come sanno esse re i giovani, lo chiamano Zac. Questo nomignolo mi fa tornare alla memoria che, in politica, vi fu anni or sono un altro Zac. Si trattava di Benigno Zaccagnini, un mite pediatra di Ravenna che fu segretario della DC. E lo fu nel momento piu' drammati co della storia di questo Paese, il momento del rapimento e l'assassinio di Aldo Moro. Il tragico epilogo di quella vicenda indusse in seguito Zaccagni ni a ritirarsi dalla vita politica. Mori' qualche anno dopo e furono in mol ti a chiedersi se la sua dipartita fosse legata al dolore provato per non es sere riuscito, da segretario della DC, a salvare l'amico e il collega. E' singolare notare che, oltre a quel nomignolo, vi e' un'altra caratteristi ca comune ai due Zac. Con Zaccagnini infatti inizio' una parabola discendente della Dc che sarebbe arrivata, negli anni 90, alla sua dissoluzione. Con Zac caria si chiude invece un'era televisiva all'interno della quale hanno domi nato forze politiche che sono ora divenute minoranza nel Paese. Una unica consolazione per ZacZaccaria: il suo mandato, a differenza di quello di ZacZaccagnini, si chiude senza il peso di una tragedia. Semmai, al massimo sotto il peso di una commedia.

 
 

IL "GIROTONDO" DEL CAVALIERE.

I girotondi continuano imperterriti in torno a tutto e intorno a tutti. Si gira intorno alle sedi Rai e intorno ai tribunali e si vorrebbe girare, cone suggerisce Simona Ventura, intorno a Giuliano Ferrara. E' interessante notare che tutti i "girotondisti" ci tengono a non assere classificati "di sinistra". Amano definirsi liberi cittadini che manifestano il loro pensiero. Questo pensiero, anche se non e' di sinistra le si accomuna per un aspetto: l'avversione per Berlusconi. Infatti, a ben vedere, tutti i girotondi hanno come obiettivo finale un attacco al Cavaliere. E' quindi con molto piacere che noto, per interposta persona, una risposta del presidente del Consiglio ai girotondisti. Una risposta, come e' nel suo stile, nel segno del pragmatismo, della concretezza e della voglia di fare. Tocca infatti a Lunardi annunciare a sua volta un "girotondo". Si, un giro tondo intorno a Milano: un girotondo che si chiamera' "raccordo anulare" e che servira' ad alleggerire il traffico infame delle tangenziali milanesi. Questo nuovo anello di 86 chilometri che cingera' Milano evitando a parte del traffico pesante di infilarsi in citta'e' certamente il "girotondo" pre ferito da tanta parte dei cittadini milanesi.

 
 

LA " SINDROME CINESE".

Ci sono un paio di parole che riescono a defi nire l'attuale stato d'animo dei dirigenti della Quercia: "sindrome cinese". No, nulla a che vedere con il famoso film allora interpretato da una delizio sa Jane Fonda. La "sindrome cinese" che affligge i postcomunisti e' un'altra cosa. Si tratta dell'attivismo del segretario della CGIL Sergio Cofferati, detto appunto "il cinese". Si tratta della sua tendenza ad esorbitare dal ruo lo sindacale per tracimare in quello politico. Si tratta del suo mulinare come una durlindana un vecchio arnese come l'articolo 18 per apparire l'uni co strenuo difensore dei lavoratori. Si tratta insomma del timore che "il ci nese" possa tentare il balzo per passare dal sindacato alla politica attiva. I precedenti non mancano anche se sono stati coronati da scarsi successi. In questo momento pero' la dirigenza diessina si sente assediata e, tra i tanti assedianti, il piu' insidioso potrebbe proprio essere Sergio Cofferati. Stiamo quindi forse per assistere ad una stravaganza della storia : il leader di un sindacato che ormai raggruppa prevalentemente tranquilli e pasciuti pen sionati che si getta alla carica del partito che fu di Antonio Gramsci.

 
 

NASCE LA " SCUOLA AZZURRA".

Si sa gia' cosa non sara'. Non sara' una nuova "Camilluccia", ovvero la sede storica della scuola quadri interna della DC. Non saranno le "Frattocchie", ovvero la scuola interna del PCI. Sara' un'altra cosa: sara'una culla di quella cultura autenticamente libe rale che, negli anni 50, fu uccisa dal marxismo e dal pensiero cattolico, insomma dal cattocomunismo! Sto parlando della "scuola di Gubbio". Una en clave azzurra in una regione, l'Umbria, che piu' rossa non si puo', dove sa ranno tenuti corsi di formazione per i giovani di Forza Italia. A dirigerla sara' Gianni Baget Bozzo che andra' ad inventarsi un nuovo col legamento tra uomini dell'esecutivo e quadri di base per creare una nuova classe dirigente. E pensare che, sino a poco tempo fa, qualche malizioso riteneva che la vera scuola degli azzurri emergenti fosse "Sciuscia'". Venivano infatti li' inviati per saggiarne le reazioni. I piu' bravi a resistere al tritacarne di Santoro erano da considerare "promossi". Ora, mutato il CDA della RAI e senza l'ingombrante presenza di Zaccaria, si pensa che situazioni come quelle settimanalmente create dal Santone Santoro non dovrebbero piu' verificarsi. Ecco quindi spiegata la necessita' di una nuova "Scuola Azzurra".

 
 

RIAPPARE IL LUGUBRE VOLTO DEL TERRORISMO.

E' accaduto di nuovo! La stagione del terrorismo politico che speravamo definitivamente tramontata si ripropone in tutta la sua brutalita' colpendo a morte un Servitore dello Stato. La stella a cinque punte che ha contrassegnato uno dei momenti piu' cupi nella storia della Repubblica, torna ad apparire accanto al corpo ormai esa nime del consulente del Ministero del Lavoro Marco Biagi. Questo e' il momento del dolore e del lutto ma, un attimo dopo che il cordo glio si sara' compiutamente manifestato, occorrera' chiedersi come mai troppo spesso la storia di questo Paese sia stata contrassegnata da eventi luttuosi in corrispondenza di ogni aumento della tensione politica. E non si potranno continuare ad eludere le risposte alle mille domande che affollano la mente degli italiani. Dubbi che riguardano prima il fenomeno dello stragismo e poi quello del ter rorismo che hanno insanguinato per decenni il Paese provocando centinaia di morti ammazzati. Dubbi che non sono mai stati completamente fugati dalle in numerevoli inchieste giudiziarie che, nella maggior parte dei casi, sono rimaste prive di indicazioni precise riguardo esecutori e mandanti. Cio' che occorre ora e' la necessaria fermezza nel rovistare nei santuari (molti dei quali gia' noti) del terrorismo senza guardare in faccia a nes suno e con la piena consapevolezza che un Paese puo' considerarsi civile solo quando consente che l'esercizio della politica possa essere effettuato senza colpi d'arma da fuoco.

 
 

UNA STORIA DI ORDINARIA GIUSTIZIA.

Oltre a Luigi Faccia che e' ancora in carcere per essere stato l'ideologo di quei "serenissimi" che nel 97 scalarono il cam panile di San Marco, vi sono altre sei persone che, per quella vicenda, han no ancora guai con la giustizia. Sono gli amici dei "serenissimi" che, all'indomani della bravata e dopo la loro cattura, organizzarono una raccolta di fondi per sostenere le loro fa miglie durante la carcerazione. Organizzarono questa raccolta di fondi con dei banchetti sui quali campeggia va la scritta "aiutiamo i patrioti di San Marco". Deve essere stato per quella parola, patrioti, che e' scattata l'accusa di "apologia di reato". Sono trascorsi ormai cinque anni e sono ancora alle prese con la giustizia italiana. Meglio non fare commenti: non vorrei seguire la loro sorte !

 
 

RUTELLI INGLOBA IL PPI E SI FA PIU' FORTE DENTRO ALL'ULIVO.

Il Congresso che si e' recentemente concluso ha sancito la fine del PPI e la sua confluenza nella Margherita, Avremo quin di, all'interno dell'Ulivo, una Margherita un po' piu' forte. Forte quasi co me il partito egemone dell'Ulivo stesso: la Quercia. E' a questo proposito che la scelta del PPI si presta a qualche riflessione. Non si comprende infatti il motivo per il quale politici di lungo corso come gli ex democristiani, non abbiano valutato il rischio insito in questa opera zione. Accontentando infatti Rutelli che ora si trova a capo di una Margherita quasi "pari forze" rispetto ai DS, hanno creato, credo loro malgrado, le pre messe per fare si che la vita all'interno dell'ulivo diventi ancora piu' con flittuale. Non si vede infatti come potra' essere risolta in modo "incruento" la lotta, di cui abbiamo gia' avuto avvisaglie, per la posizione di leader all'interno dell'ulivo stesso. Questo solo per citare l'aspetto piu' macroscopico della disputa. Seguiranno poi tutti gli altri aspetti, dalla linea politica alle liste elettorali sino ad arrivare al progetto politico complessivo. Le differenze con la CdL si faranno ancora piu' evidenti. Da una parte infatti abbiamo una sola forza egemone con un suo leader che e' anche il leader incon trastato di tutta la coalizione. Dall'altra invece due forze quasi uguali co me consistenza elettorale ma profondamente diverse come storia, programmi e ambizioni seguitaranno a darsi battaglia per la conquista dell'egemonia al l'interno della coalizione. In pratica e purtroppo per il Paese, una opposizione ancora piu' conflittuale al proprio interno di quella che abbiamo sino a qui' conosciuto.

 
 

CHI LA FA L'ASPETTI.

E' toccato a Giuliano Amato. Gli e' toc cato di essere un leader "a termine". Accadde quando sedeva a Palazzo Chigi e la maggioranza che lo sosteneva decise che non sarebbe stato lui a concor rere alle elezioni politiche per la riconferma alla Presidenza del Consiglio. La storia e' arcinota, gli fu preferito Francesco Rutelli e sappiamo come e' finita. Ed e' singolare che ora proprio lui, Rutelli, si trovi nella stes sa situazione: e' infatti divenuto, a sua volta, un leader con data di scaden za. C'e' chi, come Angius, parla di aprile e chi, come Bordon, parla di no vembre. Sia come sia egli rimane virtualmente il leader dell'Ulivo, ma solo per il tempo necessario ai soggetti politici che lo compongono per affilare le armi in vista di uno scontro di tutti contro tutti. Ecco quindi che il "lodo Rutelli" diviene l'emblema della grande confusione che regna nel centro sinistra. Ma il tempo e' galantuomo: alla "data di sca denza" di Rutelli mancano comunque alcuni mesi. In questo periodo di tempo vedremo altri fuochi d'artificio, altri sgambetti e altre congiure di Palaz zo, anzi di Bottegone! Se non fosse perche' il ruolo dell'opposizione e' un elemento indispensabile per il corretto funzionamento di una moderna democrazia, il divertimento sarebbe assicurato.

 
 

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