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Febbraio 2004

 
 

26/2/04 PARMALAT: COME DIFENDERE I POSTI DI LAVORO ?

Credo che da parte di tutti, destra e sinistra, governo ed opposizione, vi sia un unanime sentimento di solidarieta' verso i lavoratori della Parmalat che, assieme ai risparmiatori, sono i veri danneggiati da tutta la vicenda cosi' come si viene dipanando. Va quindi compreso il loro stato d'animo che li ha indotti ad effettuare una prima giornata di sciopero. Occorre pero' fare molta attenzione: i prodotti Parmalat continuano a godere della fiducia dei consumatori e vengono regolarmente acquistati. Cio' costituisce il reale patrimonio residuo della multinazionale del latte. La vera ed unica garanzia per mantenere i posti di lavoro. Sia consentito quindi un affettuoso e disinteressato consiglio a questi lavoratori: lo sciopero e' uno strumento legittimo ed efficace per sensibilizzare la pubblica opinione sui disagi e sui diritti negati nei confronti di chi lavora. Nel caso Parmalat la pubblica opinione e' quotidianamente ed ampiamente informata sul disastro finanziario creato dai vertici aziendali e dei conseguenti rischi che corrono le maestranze. Credo quindi sia indispensabile, anziche' puntare gli sforzi sulla difesa del posto di lavoro con scioperi e manifestazioni varie (che per ora non ci sono state), puntare sulla difesa della qualita' dei prodotti che, fortunatamente, continuano a godere del favore del mercato. Detto in modo piu' chiaro: quei posti di lavoro si difendono molto piu' efficacemente seguitando a lavorare che non con eventuali e reiterati scioperi che rischierebbero unicamente di rendere diffidenti i consumatori.

 
 

25/2/04 SEGGIO SENATORIALE A VITA: OCCORRE LA POSSIBILITA' DI REVOCA.

Si moltiplicano le iniziative di quanti segnalano al Capo dello Stato nominativi di personalita' da insignire al laticlavio a vita. Vi e' tuttavia, a parere di chi scrive, una incombenza cui adempiere prima di nominare chicchessia. Occorre infatti prevedere un meccanismo che consenta di revocare la nomina a senatore a vita. Il nostro ordinamento prevede infatti la nomina di personalita' che, per la loro storia personale, conferiscano prestigio al Senato, ma non prevede la possibilita', ove si rendesse necessario, di revocare la nomina di senatore a vita. Cosi come, del resto, sarebbe stato opportuno in seguito a quanto e' accaduto in tempi recenti. E' quindi necessario che il Bel Paese, prima di conferire laticlavi con annessi privilegi, si dia una norma che consenta di revocare il prestigioso riconoscimento in caso di indegnita' vere o anche solo presunte. Cio' al fine di salvaguardare il Senato della Repubblica dal rischio di vedere appannata la propria immagine di luogo simbolo della nostra democrazia che, pur se imperfetta, costituisce un prezioso patrimonio da custodire gelosamente.

 
 

25/2/04 "EL TACON PEGIOR DEL BUSO".

La presidentessa Rai, Lucia Annunziata, ha precisato meglio il senso del suo intervento in diretta televisiva alla "Domenica Sportiva". Il suo intendimento non era quello di redarguire i giornalisti Rai che, oltre a tutto, avevano fatto uno scoop, ma era unicamente quello di biasimare il doppio ruolo di Berlusconi. Posto quindi che i giornalisti non erano da redarguire, lo scopo dell'Annunziata era unicamente quello di criticare pubblicamente Silvio Berlusconi. Detto in modo piu' chiaro: la presidente di un Ente di Stato, la Rai, ritiene "normale" intervenire in diretta televisiva per esprimere critiche e riserve sul comportamento del Presidente del Consiglio. Mi viene in mente un vecchio detto in dialetto veneto che recita cosi': " el tacon pegior del buso". (il rammendo e'peggiore dello strappo).

 
 

24/2/04 LE "ANOMALIE" DEL BEL PAESE.

C'e' un vocabolo che, negli ultimi anni, ha conquistato a buon diritto ampi spazi nella cronaca politica. Quel vocabolo e' "anomalia" e viene usualmente utilizzato per definire il governo Berlusconi. La verita' storica e' pero' un'altra: l'anomalia vera ci sarebbe stata se, nel 1994, la gioiosa macchina da guerra predisposta da Occhetto avesse conquistato, in quelle condizioni, il governo del Paese. Cosi' come un'altra anomalia e' quella occorsa in occasione dell'intervento di Silvio Berlusconi alla "Domenica Sportiva". La Presidentessa Badessa Badante ha infatti immediatamente telefonato in trasmissione per rampognare, in diretta televisiva, il responsabile del programma reo di aver fornito al Presidente del Consiglio una tribuna per farsi uno spot elettorale. Un caso di mobbing in prima serata. Di anomalia in anomalia e in ordine al sopracitato episodio, registriamo la reazione del Presidente della Fnsi, Serventi Longhi, il quale si appella alla Commissione di Vigilanza lamentando l'accaduto. Insomma, il Presidente dei giornalisti attacca un suo collega per aver realizzato quello che, giornalisticamente parlando, e' un ottimo scoop. Piu' anomalia di cosi'.....!

 
 

23/2/04 POSSIBILITA' DI REVOCA DEL LATICLAVIO A VITA.

Si moltiplicano da parte di numerose tifoserie le segnalazioni di personalita' che, dopo la morte di Norberto Bobbio, potrebbero essere insignite del laticlavio a vita. I nomi sono parecchi e, ovviamente, tutti di alto profilo. Vi e' tuttavia, a parere di chi scrive, una incombenza cui adempiere prima di nominare chicchessia. Occorre infatti prevedere un meccanismo che consenta, ove necessario, di revocare la nomina quale senatore "a vita". Il nostro ordinamento prevede infatti la nomina "usque ad mortem", ma non prevede un meccanismo di revoca ove l'insignito mostrasse qualche forma, vera o anche solo presunta, di indegnita'. Cosi come, del resto, e' accaduto in tempi molto recenti. E' quindi necessario che il Paese di Bengodi, prima di conferire laticlavi con relative prebende a chicchessia, si dia una norma che consenta di revocare il mandato in caso di indegnita' al fine di salvaguardare il Senato della Repubblica dal rischio di vedere appannata la propria immagine . Cio' a maggior ragione nel momento in cui il Senato si appresta ad esaurire il suo significato di doppione della Camera per aprirsi alla nuova funzione di "Senato delle Regioni".

 
 

19/2/04 IL TRICICLO E' GIA' IN PANNE.

E' destino che il centro sinistra guidato da Prodi sia rappresentato da un veicolo. Nel 1996 fu il torpedone, ora ci si contenta del Triciclo. Veicolo questo la cui velocita' di marcia e relativa stabilita' ben rappresenta il tipo di cammino che si potrebbe imprimere al Paese nella ipotesi che ne conquistasse il governo. Non e' infatti casuale che, a pochi giorni dalla Convention che ne ufficializzava la nascita, questo sia gia' andato in panne alla prima verifica parlamentare. La votazione sulla missione italiana in Irak ha gia' visto una nutrita pattuglia di diessini votare no anziche' astenersi cosi' come concordato tra i leader della lista Prodi. Cio' ha dato modo a numerosi quotidiani di titolare: "il Triciclo Ulivista ha gia' perso una ruota". Azzoppato quindi il triciclo non rimarrebbe che la bicicletta. Quest'ultima pero', stanti le performances pedalatorie del Professore, ne caratterizzerebbe troppo la leadership. Conviene forse, a questo punto, ripiegare sul monopattino che, a sua volta, ben rappresenterebbe il veicolo idoneo a traghettare trionfalmente il caravanserraglio del centro sinistra verso i lidi radiosi del "sol dell'avvenir".

 
 

IL PECCATO ORIGINALE DEGLI EX COMUNISTI

Ci risiamo ! La sinistra si appresta a chiedere al corpo elettorale un mandato per governare il Paese. Cio' pero'non con uno dei suoi uomini, ma con il surrettizio escamotage di proporre quale Premier un personaggio che, storicamente non le appartiene. Anzi, di un personaggio che, per la sua storia personale, proviene da quello che, sulla carta, e' stato l'avversario storico della sinistra comunista: ovvero la DC. Ecco quindi che, per la seconda volta in pochi anni,il faccione bonario di Prodi si trovera' a fungere da ombrello per forze politiche diverse e all'interno delle quali la componente ex comunista e' preponderante. Ci si chiede quale sia il motivo per il quale i DS non ritengano di poter, essi stessi, esprimere una candidatura e il motivo per il quale ritengano piu' vantaggioso, in termini elettorali, farsi rappresentare da chi proviene da quella DC che, pur con diversi distinguo, e' stata loro avversaria. Poiche' inoltre la storia tende a riproporsi, ci si chiede quanto potrebbe durare , nella improbabile ipotesi di una vittoria elettorale, un governo guidato da Prodi. Gia', perche' un condottiero le cui truppe albergano sotto altre insegne, dovrebbe, un giorno si e l'altro pure, preoccuparsi di possibili congiure di palazzo da parte di chi di quelle truppe ha qualche titolarita'.

 
 

LA MILANO DI ALBERTINI: BELLA MA NEMICA DELL'AUTO.

La Milano che Albertini lascera' alla fine del suo mandato, sara' certamente una Milano piu'bella! Piu' bella negli arredi urbani, piu' bella per le manutenzioni accurate, piu' bella per il verde pubblico curato al meglio e piu' bella per strade e piazze sempre pulite. Cio' detto, occorre aggiungere che tutto il lavoro fatto da Albertini a Milano ha creato anche una vittima illustre: la mobilita' individuale. L'Amministrazione Albertini si e' infatti distinta, con l'Assessore Goggi, per aver individuato nell'auto il nemico da combattere. E' cosi' che si sono ristrette le carreggiate, che si sono inventati spigoli di marciapiede pensati apposta per ostacolare il passaggio delle auto e via di questo passo. Tra l'altro cio' e' quanto sta accadendo anche in questi giorni in cui si pensa di restringere ulteriormente le carreggiate di viale Piave in occasione della sistemazione dei binari del tram. Andrebbe quindi tutto bene se Sindaco ed Assessore non si fossero scordati del fatto che Milano e' citta' di piccole e medie imprese per le quali la mobilita' e' strumento indispensabile di lavoro. L'aver penalizzato in questi anni il traffico veicolare ha comportato certamente, in tempi di per se stessi gia' non facili, ulteriori difficolta' per chi a Milano vive e soprattutto lavora.

 
 

18/2/04 IL TRICICLO HA UN RIMORCHIO.

Quella del Triciclo e' una ben singolare invenzione politica. Lo e' non solo perche', a detta dei suoi estimatori, sarebbe in grado di battere l'avversario di sempre. Lo e' anche e soprattutto perche' mostra uno spaccato impietoso delle condizioni in cui versa il centro sinistra. Mi spiego meglio: i tre partiti che hanno dato vita al Triciclo, rappresentano il 90% dei voti del centro sinistra. Il restante 10% e' suddiviso tra i due partiti comunisti, i verdi, i movimenti, i girotondi e quant'altro. Ebbene, proprio questo 10 % che e' formato da mille rivoli, rappresenta la parte piu' turbolenta della sinistra. Quella che maggiormente spinge in direzione di uno scontro frontale con il governo su temi di fondo quali la politica estera o la nostra presenza militare in Irak. La nascita del Triciclo aiuta quindi a comprendere questa realta': la presenza di una esigua minoranza della minoranza parlamentare, fa si' che l'opposizione non riesca ad avere posizioni univoche su alcunche'. Proviamo per un attimo ad immaginare cio' che accadrebbe se il Triciclo, con appresso la sua corte dei miracoli che non e' mai d'accordo su nulla ma e' indispensabile per ottenere la maggioranza, dovesse conquistare il governo del Paese!

 
 

17/2/04 NOSTALGIA DEL "CINQUANTINO" .

Era la banconota piu' richiesta alle banche cosi' come era quella che, piu' di altre, si trovava nelle tasche o nei portafogli: era la banconota da cinquantamila lire. In questi tempi in cui si e' riaccesa la polemica sull'euro nessuno si e' preoccupato di denunciarne la scomparsa. Gia', perche' la vecchia banconota color salmone non e' stata sostituita da una banconota in euro di pari valore. Anzi, si e' fatto di peggio! Si e' creata una trappola psicologica, ovvero una banconota da 50 euro che, per dimensione e scala cromatica, e' molto simile alle vecchie banconote da 50.000 lire. Peccato che il suo valore sia praticamente il doppio! Mi chiedo in quanti, cosi' come accade a me, si trovino a pagare un paio di scarpe o un abito con le nuove banconote da 50 euro senza rendersi conto che il valore di ognuna di quelle banconote e' doppio rispetto alle vecchie banconote da 50.000 lire alle quali, peraltro, somigliano molto. Una sia pur piccola ma ulteriore spinta in direzione di una spirale inflattiva contro la quale, stante la sovranita' monetaria della BCE, il governo italiano non ha margini per intervenire.

 
 

17/2/04 VITA DURA PER GLI EX COMUNISTI.

Durante la sua storia che e' durata piu' di mezzo secolo, il comunismo ci aveva abituato ai suoi riti: lo scenario delle manifestazioni era sempre dominato dal colore rosso; da ogni parte campeggiavano falce e martello mentre la colonna sonora dell'evento era costituira da "bandiera rossa" oppure, nei casi piu' fighetti, dall'Internazionale. Vediamo invece che cosa si sono dovuti beccare i compagni alla Convention Prodiana: innanzitutto il colore dominante, guarda caso, era giocato sui toni del blu e dell'azzurro (neanche fossimo a Forza Italia). Compariva poi l'immagine di Prodi che brindava con Ciampi all'Ulivo. Peccato che il Capo dello Stato, dall'alto del Colle stigmatizzava immediatamente l'uso della sua immagine per una manifestazione politica di parte. Ma cio' che ha fatto venire le lacrime agli occhi dei compagni e' stata la colonna sonora. Passare infatti dalle note dell'Internazionale a quelle di "una vita da mediano" e' qualcosa che i loro pur robusti stomaci faticano a digerire.

 
 

16/2/04 RICHIESTE DEGLI OPPOSITORI DELLA RIFORMA MORATTI.

La sinistra, dalle colonne del Corsera, vuole tenere aperta la polemica contro la riforma Moratti. E' infatti questo il senso del titolone a tutta pagina sul quotidiano di via Solferino che cosi' recitava. " abbiamo riempito le piazze, ora debbono ascoltarci". Considerando l'eta' nipiologica di alcuni partecipanti alla manifestazione e' da credere che le richieste di questi manifestanti possano essere cosi' sintetizzate: diritto al cambio di pannolino almeno tre volte al giorno; una tata a disposizione ogni volta che occorre soffiare il naso e, dulcis in fundo, doppia dose di nutella fornita gratuitamente e quotidianamente dal Ministero della Pubblica Istruzione !

 
 

IDIOSINCRASIE LEGHISTE.

Questa volta , dopo le baruffe dei giorni scorsi, la CDL e' ritornata ampiamente coesa. Lo e' nel giudicare anomala la candidatura quale premier alle prossime elezioni politiche di un personaggio che e' a capo della Commissione Europea. Unite quindi FI, AN, Lega e UDC nel criticare la scelta di Prodi chiedendogli, contemporaneamente, di dimettersi dall'attuale incarico per manifesta incompatibilita'. Pur nella concordia di massima si registrano pero', all'interno della CDL, diversita' di accenti. Le posizioni piu' dure sono quelle della Lega che chiede una mozione di sfiducia secondo le regole europee. Il motivo della maggior intransigenza della Lega rispetto agli alleati di governo, e' probabilmente da ricondurre al nome di battesimo del presidente della Commissione Europea: e' infatti proprio quel "Romano" che non riescono a mandare giu'.

 
 

16/2/04 LE "PERLE" IN POLITICA ESTERA DELLA SINISTRA.

La candidatura ormai quasi ufficiale di Prodi quale primo ministro per le prossime elezioni politiche propone, con largo anticipo, un raffronto tra quanto fatto dai precedenti governi di centro sinistra e l'attuale governo. A titolo di esempio si puo' citare quanto fatto dai precedenti governi Ulivisti in politica estera: e' a questa politica che si puo' ascrivere l'arrivo in Italia di Ocalan con i problemi che ne sono conseguiti; cosi' come si puo' ricordare l'avvenuto rientro in patria della Baraldini e i relativi festeggiamenti, con corollario di ministri, svoltisi all'aeroporto per celebrare la sua "liberazione" dalle carceri americane; altrettanto non va dimenticata la promessa di restituire all'Etiopia l'obelisco di Axum. Peccato che detto obelisco giaccia ora impacchettato in un deposito militare dell'aeroporto di Fiumincino. Chi ha voluto la sua restituzione si e' scordato che l'attuale situazione geopolitica dell'Etiopia non comprende sbocchi al mare. Quel Paese e' quindi privo di porti cosi come e' privo di piste aeroportuali di dimensioni sufficenti ad accogliere grossi aerei cargo. C'e' quindi concretamente il caso che, all'enfasi della restituzione, non corrisponda la possibilita' tecnica di effettuarla.

 
 

CHI GUIDA IL TRICICLO?

Vediamo se ho capito bene: DS, Margherita e Sdi si sono consorziati in vista delle prossime scadenza elettorali dando vita al famoso "Triciclo". L'obiettivo dichiarato e' quello di lavorare per preparare la candidatura a primo ministro di Prodi alle politiche. E fino a qui' ci siamo ! La cosa inizia a complicarsi nel momento in cui alle elezioni politiche mancano ancora piu' di due anni. Metabolizzata quindi la candidatura del professore bolognese per il 2006, rimane da decidere il da farsi sino a quella data. Ci si chiede, in altri termini, chi sara' a guidare il Triciclo sino ad allora: l'esangue Fassino? L'attorgiovane Rutelli o il mite Boselli?. Detto piu' chiaramente: una lista elettorale che rappresenti il 90% dell'elettorato della sinistra ha il diritto-dovere di esprimere non solo le proprie speranze per il futuro, ma anche e forse soprattutto il proprio capo riconosciuto. Anche tralasciando quindi le insanabili divergenze con il Correntone, con i due partiti comunisti e con i Verdi la neonata lista Triciclo, in forza del suo peso elettorale, deve darsi un leader certo che in questo momento non puo' ovviamente essere Prodi che non vuole saperne di lasciare la Presidenza della Commissione europea. Il resto e' aria fritta! E'chiedere troppo?

 
 

12/2/04 TRICICLO ULIVATO O ULIVO TRICICLATO ?

Lo scontro tra il Triciclo e quel che rimane dell'Ulivo si e' concluso senza morti e feriti. Al massimo qualche contuso! Il Triciclo infatti si ammantera' del simbolo ulivista alle prossime europee nonstante i malumori del "cespugli" Udeur, Verdi e Pdci. Disinnescata per ora la mina del simbolo, il centro sinistra potra' quindi tornare a litigare sul voto per la missione militare italiana in Irak. Le posizioni appaiono distanti e difficilmente conciliabili. Nel frattempo e per non perdere l'abitudine la sinistra ha scontentato anche le Associazioni con le quali aveva indetto una riunione. Acli, Arci e Ong sono offese per la scarsa attenzione loro dedicata dai leader del centro sinistra che li avrebbero trattati come "girotondisti". A questo punto, per ricompattare le fila del centro sinistra non rimane che, alle solite, lanciare un bell'attacco a Silvio Berlusconi. Il seguito alla prossima puntata....

 
 

12/2/04 B&B: BERLUSCONI E BOSSI GLI UOMINI POLITICI PIU' INQUISITI

Il decennale di Forza Italia fornisce alcuni elementi di riflessione. Questo Movimento infatti, a dieci anni dalla sua nascita, si conferma elemento di stabilita' politica e volonta' riformatrice. Il suo leader naturale, Silvio Berlusconi, si avvia a conquistare il primato nella durata dei governi italiani. Cio' in virtu' della straordinaria intuizione che, nella prima meta' degli anni novanta, lo porto' a raggruppare sotto un unico vessillo le forze politiche che non appartenevano al cartello delle sinistra. Nacque cosi' prima il Polo e poi la Casa delle Liberta'. L'unione di Fi con altre forze poltiche determino' uno schieramento che , sia pure con diverse accentuazioni, si proponeva di fare quelle riforme sempre promesse e mai effettuate. In questo anelito riformista il Cavaliere si trova , dopo le iniziali incomprensioni, a procedere accanto al leader della Lega, Umberto Bossi.Si puo' quindi ragionevolmente sostenere che i due uomini politici che oggi maggiormente lavorano per cambiare il Paese siano, in prima istanza, Berlusconi e Bossi. Ebbene, proprio questi due uomini politici sono sommersi da centinaia di procedimenti giudiziari nei loro confronti. Il Cavaliere per la sua precedente attivita' di imprenditore e il Senatur per reati d'opinione quali frasi pronunciate durante i comizi. Questa e' la vera anomalia ! I signori magistrati, piu' che far sciopero, dovrebbero interrogarsi se sia "normale" che i due leader politici piu' innovativi siano combattuti a suon di carte bollate. Per quanto mi riguarda, credo di poter dire che la situazione piu' che "normale", rischi di divenire "normalizzata" da quelle stesse nomenklature che non vogliono nemmeno sentir parlare di ipotesi di riforme di qualsiasi tipo e natura.

 
 

11/2/O4 LA SCONFITTA DEL "MANUALE CENCELLI".

Ce l'aveva quasi fatta! Scaraventato fuori dalla porta era riuscito, quatto quatto, ad approssimarsi ad una finestra. Bastava un piccolo balzo ed il gioco era fatto. Sto parlando del manuale Cencelli protagonista indiscusso della prima Repubblica che nelle ultime fasi di una verifica di maggioranza, in verita' un po' sofferta, aveva riacquistato vigore e si accingeva a ritornare primattore con il suo corollario di bilancini, di Ministeri di serie A e di serie B e di aspiranti sottosegretari in perenne fibrillazione. E' un Cavaliere pimpante quello che, al ritorno del viaggio in Libia, raffredda le speranze di quanti indulgevano a qualche nostalgia per il ritorno in auge del mitico manuale, dichiarando assieme alla fine della turbolenta verifica che non vi sara' alcun rimpasto di governo e la struttura dell'esecutivo rimarra' invariata. Quale comune cittadino non posso che rallegrarmi per l'esito finale della vicenda nella convinzione che se i rimpasti di governo rappresentano qualche vantaggio per i politici che ne vengono premiati, rappresentino il nulla per i comuni cittadini.

 
 

10/2/04 SCIOPERI A GO-GO. NIENTE DI NUOVO !

Quella di lunedi' 9 febbraio e' stata una giornata contrassegnata da numerosi scioperi. Tra questi anche anche lo sciopero della Sanita'. I medici che hanno scioperato, la quasi totalita', erano probabilmente animati da buoni propositi e da richieste legittime cosi' come ha riconosciuto lo stesso Ministro Sirchia. Faceva tuttavia capolino, tra le motivazioni addotte dai rappresentanti sindacali dei medici, anche quella secondo la quale la "devolution" creerebbe disparita' di trattamento tra le varie realta' sanitarie regionali. Lo sciopero dei medici era quindi da intendersi anche contro qualsiasi ipotesi di devolution. Ecco quindi che, anche in questo caso, uno sciopero di categoria diviene uno strumento improprio di lotta politica. Era gia' accaduto con la magistratura e con la scuola i cui rispettivi operatori vedono come il fumo negli occhi qualsiasi ipotesi di riforma. Siamo, insomma, alle solite ! Ogniqualvolta si appalesa uno sciopero le rappresentanze sindacali non sanno esimersi dal fare un mestiere diverso dal loro: quello di fare politica. Inutile dire che dietro a queste agitazioni sindacali si intravede sempre e comunque un colore politico: il rosso !

 
 

9/2/04 CHI L'HA VISTO ?

Si registra, nelle file del centro sinistra, l'esistenza di un desaparecido che era apparso come un ciclone sullo scenario politico nazionale. Non passava giorno che quotidiani e tiggi' non gli dedicassero prime pagine e servizi di apertura. Sto parlando di Sergio Cofferati che, dopo aver lasciato la Cgil, pareva l'astro nascente, la tessera mancante nel puzzle della sinistra. Manifestazioni oceaniche erano organizzate dalla Cgil per preparare il terreno ad un suo esordio politico che pareva dovesse sovvertire gli equilibri esistenti nella galassia della attuale opposizione. Ora, e non sono passati che pochi mesi, e' tutto cambiato. Il suo nominativo non fa piu' parte della manciata di personaggi che la sinistra intende spendere per tentare la riconquista di Palazzo Chigi. Pare invece che abbia lasciato la natia lombardia per trasferirsi, armi bagagli e foto di Di Vittorio, a Bologna per contendere a Guazzaloca la poltrona di primo cittadino. Tutto regolare, naturalmante! Certo e' che, l'esplosione prima e l'implosione poi delle ambizioni nazionali del personaggio, la dice lunga sul come sia insidioso e sdrucciolevole il terreno all'interno del centro sinistra nella perenne, e per ora vana, ricerca di chi la possa tenere insieme.

 
 

9/2/O4 ACCIAIERIE DI TERNI: LA COLPA E' SEMPRE DEL CAVALIERE.

Vi e' stata, a Terni, una manifestazione contro la minacciata chiusura delle locali Acciaierie. Contro chi inveivano i manifestanti? Contro l'Iri che una decina d'anni orsono ne aveva patrocinato la vendita al gruppo tedesco Krupp? Nossignore, le invettive dei manifestanti erano tutte riservate al governo e, naturalmente, a Silvio Berlusconi che, per inciso, stanno lavorando a Bruxelles per dissuadere la Germania dall'attuare il progetto di chiusura. Cio' che appare dai tiggi'che riprendono la manifestazione e' che la responsabilita'sia da ascrivere all'attuale governo che invece nulla ha a che vedere la con la cessione dell'azienda al gruppo tedesco che ora vuole chiudere. Un piccolo ma significativo esempio di come si possa, senza proferire menzogna, orientare la pubblica opinione lasciando intendere che le cose siano diverse da come sono nella realta' dei fatti. Inutile dire che tutti i numerosi censori che quotidianamente si scagliano contro il Premier colpevole, a loro dire, di avere asservito ai suoi voleri ben sei reti televisive, nemmeno si sono accorti di questa evidente anomalia.

 
 

6/2/04 "LAMENTO PER LA SORTE DI IGNAZIO".

Occhi cerulei e sguardo luciferino. Pizzetto mefistofelico e loquela sciolta. No, non e' l'imitazione che ne faceva il mitico Ballantini. E' proprio lui, Ignazio La Russa. Un politico di razza , cosi' come dimostrato dal fatto che in lombardia, dove egli e' il reuccio di AN e contrariamante a quanto accade in altre parti d'Italia, i rapporti con gli altri partiti della maggioranza sono ottimi. Ebbene, questo politico di razza e' stato recentemente nominato coordinatore nazionale del partito. Insomma, ha fatto carriera! Peccato che questa carriera sia fonte di grattacapi. Egli deve infatti tenere unito il partito pur in presenza di robuste spinte centrifughe. Deve preoccuparsi di incassare un buon risultato alle europee pur in presenza di una base che non nasconde i suoi malumori. Tutto questo mentre il suo capo, il Presidente di AN Gianfranco Fini, mena fendenti al governo di cui fa autorevolmente parte, spiazza alleati e simpatizzanti aprendo a sinistra e abiura ad oltranza. Detto piu' chiaramente: una vitaccia ! Se federico Garcia Lorca fosse ancora in vita e pensando a La Russa certamente riscriverebbe cosi'uno dei suoi capolavori: "Lamento per la sorte di Ignazio".

 
 

5/2/04 IL PERCORSO POLITICO DI FINI PIACERA' ALL'ELETTORATO DI AN ?

"Il Riformista" , giovane quotidiano della sinistra diretto da un ex di Repubblica, Antonio Polito, conferisce a Gianfranco Fini il titolo di "Uomo politico italiano dell'anno". E' da ritenere che cio' sia motivo di legittimo orgoglio per il presidente di AN. Il coronamento di una marcia che ha visto i suoi esordi come Delfino di Giorgio Almirante , per approdare oggi agli allori della sinistra. Ora, a completamento di questo percorso, non rimane che tentare di diventare Premier di qualche bel governone che imbarchi anche la sinistra. Rimane una sola incognita: l'elettorato di AN potrebbe non riconoscersi nelle ultime mosse di Fini e non essere disponibile a rinunciare a "legge e ordine" per imparentarsi con "falce e martello".

 
 

3/2/04 FILIBUSTERING SULLA GASPARRI: UN FILM GIA' VISTO.

Alcuni pezzi della maggioranza stanno creando, in Parlamento, una situazione che rimanda agli ultimi anni di vita di quello che fu, per mezzo secolo, il partito egemone: la DC. A quel partito infatti occorrevano maggioranze sempre piu' ampie per neutralizzare il fenomeno dei franchi tiratori. Quanto accaduto nei giorni scorsi in Parlamento ha costretto Paolo Romani a chiedere la sospensione delle votazioni sulla nuova Gasparri dal momento che il governo, per ben tre volte, aveva rischiato di andare in minoranza. Un rapido conteggio ha consentito di di accertare che sono stati ben 35 i parlamentari della maggioranza che hanno impallinato se stessi. Resta tuttavia assai probabile che il filibustering cessi per incanto il momento in cui vi fosse qualche forma di rimpasto di governo. Inutile fare i nomi dei partiti nei quali si annidano i franchi tiratori. Sono, evidentemente, gli stessi che seguitano a chiedere tagliandi, verifiche e rimpastini. La Storia, che e' maestra di vita, ci ricorda pero' che con questi giochetti non si va molto lontano. La fine della DC ne e' eloquente testimonianza.

 
 

2/2/04 SE ATENE PIANGE SPARTA NON RIDE.

Il centro sinistra si cimenta in una lotta interna senza esclusione di colpi. Le liste si moltiplicano in un tourbillon di tricicli e di tandem Occhetto Di Pietro, nella perenne sfida tra Correntone e Riformisti, tra girotondisti ed establishment. Accade pero' che qualcuno , anche all'interno del centro destra, non voglia essere da meno. Deve essere per questo che l'Udc, chiede una poltrona di ministro per un "volto nuovo" della politica: Sergio D'Antoni ! Cosi' come AN che fa sapere di "accontentarsi" della presidenza del Cipe, della promozione di Urso a ministro e di un aumento delle deleghe per Alemanno. Il tutto, ovviamente, dopo un severo ridimensionamento di Tremonti. AN e Udc possono ringraziare il fato per aver avuto in sorte questa opposizione che, con la sua insipienza, e' sempre meno credibile come forza di governo. Cio' consente loro di seguitare a praticare usi e costumi da prima Repubblica in un estenuante e continua ricerca di verifiche e rimpasti di governo.

 
 

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